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Autore: Love00    29/10/2017    5 recensioni
Lottie è una ragazza che si trasferisce a Verona per lavoro. Sognatrice, amante di libri, cd e di tutto ciò che riguarda la bellezza della piccole cose, si ritroverà a scontrarsi con uno dei suoi amori liceali. Come reagirà la nostra protagonista?
Si riaccenderá quel sentimento che sembrava spento?
Cosa succederà a questi due ragazzi che per la volontà di forze innaturali si ritrovano ancora una volta a dover camminare sulla stessa strada?
Dalla storia:
"Dai Mirko, balla con me" dissi strusciandomi su di lui.
Mirko tentava invano di farmi tornare alla ragione.
"Lottie sei ubriaca fradicia e non farò ciò che se fossi in te non vorresti." continuava a ripetere.
"Che c'è Mirko, sei cambiato, eh? Non sei più quello di una volta. Prima non ti saresti fatto problemi. Sbaglio o avevi la reputazione di esserti fatto mezza città da ragazzo?" lo provocai guardandolo negli occhi. Il suo sguardo adesso era duro, ma potevo vedere anche delusione, tristezza in esso che mi lasciò spiazzata.
"Se almeno non vuoi tu, lasciami fare quello che voglio." dissi notando che un ragazzo continuava a guardarmi.
"Ripeto Lottie, non ti farò fare niente che tu non voglia veramente."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mi svegliai da un sonno alquanto profondo da farmi sentire riposata. 
Mi alzai per andare in bagno, ma rimasi paralizzata. Cos'era successo alle mie pareti verdi? Adesso erano di un azzurro che mi ricordava la stanza di mio fratello. Ma quella non era nemmeno la stanza di mio fratello visto che io stavo a Verona e lui in qualche altra parte del mondo per lavoro. 
Mi sedetti nuovamente nel letto con la testa che iniziava a scoppiare per la confusione che vi regnava all'interno. 
La stanza apparteneva ad un ragazzo sicuramente. Mi guardai attorno e notai che per appartenere ad un ragazzo era abbastanza in ordine. Quasi meglio della mia. 
"Che mi stia sbagliando?" mi dissi mentre mi alzavo e mi avvicinavo ad uno specchio lì vicino. 
Mi guardai e il mio aspetto era orribile. Avevo tutto il mascara sciolto e i capelli avevano bisogno di una lavata. All'improvviso feci un passo indietro come d'istinto. Lo sgomento e la confusione non era tanto per come era combinata la mia faccia, ma bensì per i vestiti che indossavo. Non erano per niente i miei e nemmeno quelli di una delle mie coinquiline. 
Erano maschili.
Indossavo dei pantaloni della tuta blu scuro che mi restavano addosso solo grazie all'elastico stretto. 
La maglia era due volte più grande di me e aveva sopra il logo delle scarpe del giocatore di basket Jordan. 
Sorrisi nonostante la confusione: mi piaceva quella maglietta. 
Scossi la testa quando mi resi conto che stavo pensando ad una maglietta quando invece non sapevo dove fossi, quando non sapevo come ci fossi arrivata e quando non ricordavo nulla del giorno precedente. 
"E se sono finita nel letto di qualcuno?" mi chiesi ad un tratto. 
"Oddio no non può essere successo." mi ripetei come una mandria iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza. 
"Credo di aver bevuto molto" mi resi conto fermandomi di colpo e iniziando a ricordare qualcosa: me seduta al bancone di un pub mentre ordinavo il quinto drink. 
Ma il ricordo finiva lì. Ricordavo solo quella scena e poi come se una forte luce avesse investito i miei occhi. 
Mi sedetti ancora una volta con l'aria frustata e proprio mentre pensavo "ma cosa ho combinato ieri notte?" la porta si aprì cogliendomi di sorpresa e il cuore iniziò a battermi più forte. 
Riconobbi il ciuffo castano che catturò subito la mia attenzione. Il ragazzo mi guardò sorpreso di vedermi già sveglia, nel frattempo io lo osservavo cercando di allontanare i  mille complessi che si erano formati nella mia testa. 
Indossava le scarpe Jordan e aveva una maglietta Puma con un paio di pantaloni della tuta grigi. Aveva un ottimo gusto nel vestirsi. 
"Lottie è tutto okay?" mi chiese venendosi a sedere proprio accanto a me. 
"Ehm..." farfugliai qualcosa di incomprensibile anche per me stessa. Lo vidi sorridere mentre io abbassavo lo sguardo imbarazzata. 
"Dimmi quali sono i tuoi complessi Lottie." disse ridacchiando facendomi innervosire. 
"Mi prendi in giro? Non ti immagini quali siano?" chiesi con voce un po' acuta ricacciando indietro le lacrime che stavano per scendere. 
Lo vidi assumere un'espressione seria per poi dire: "Siediti Carlotta e parliamo." 
L'uso del mio nome intero mi fece capire di aver esagerato, così sedendomi, non ricordando quando mi fossi alzata, mormorai un "mi dispiace". 
"Non ricordi niente di ieri?" mi chiese con tono di voce comprensivo e porgendomi una tazza di caffè che notai solo in quel momento. 
Ringraziai bevendo poi un sorso di caffè. Scossi la testa con fare depressivo mentre lui ancora una volta ridacchiava. 
"Sei sicura di non ricordare proprio nulla?" mi chiese con fare persuasivo. Chiusi gli occhi in due fessure proprio mentre ogni ricordo si metteva al posto giusto nella mia mente. 
"Aspetta..." mormorai alla fine. 

Il giorno prima.
Stavo ritornando a casa da una giornata veramente stressante al lavoro. Stavano per iniziare dei provini per nuove band e ragazzi di talento e volevano offrire quest'opportunità a tutti. E con tutti intendo anche dire spagnoli, francesi, inglesi. Il motivo? Volevamo far aumentare il numero di turisti nella nostra città e volevano far conoscere la piccola casa discografica anche all'estero. 
Sotto c'erano questioni economiche pazzesche. 
Entrai nel mio appartamento che condividevo con altre due ragazze buttando le chiavi e la borsa nel divano lì vicino. 
Rossella e Cristina le avevo conosciute per caso. Stavo cercando un appartamento da condividere e loro erano spuntate nel momento giusto. Ci trovavamo in un bar molto carino a mio parere ed io ero seduta in un tavolino leggendo i vari annunci per gli appartamenti. Loro invece stavano fissando sulla bacheca degli annunci un avviso per chi cercasse un appartamento da condividere. Colsi subito l'opportunità e così adesso oltre ad essere diventate mie coinquiline erano anche due delle mie più care amiche. 
"Lottie, tutto bene?" mi chiese Ros dalla cucina. 
"Starò bene quando mi cucinerai la piadina che amo." risposi vedendola trafficare col cibo della dispensa. 
"Ma certo cara. Prima però tu devi accettare una condizione."  mi sorrise maligna. 
"Che sarebbe?" chiesi avvicinandomi e rubandole un po' della sua piadina. 
"Hey!" esclamò dandomi uno schiaffetto  sul braccio. 
"Scusa, fame post lavoro." ridacchiai sedendomi su una delle sedie attorno al tavolo. 
"Bene ladruncola, io e Cris pensavamo di andare stasera in un pub nuovo. È molto carino, sai. C'è pure musica dal vivo. Ci verrai vero?
Vogliamo passare una serata diversa e visto che domani inizio il mio turno all'ospedale in mattinata sul tardi e Cris apre il centro benessere nel pomeriggio, abbiamo avuto quest'idea. Che ne dici?" parlò senza fermarsi come se si fosse preparata il discorso. Forse se l'era preparato seriamente per essere persuasiva a farmi andare, visto che già per ben due volte le avevo dato buca.
"D'accordo ci sto. Tanto domani non lavoro."  dissi sorridendo con i lati della bocca che arrivavano agli occhi quando mi mise davanti il mio pranzo. 
"Davvero?" mi chiese mentre io esclamavo come una bambina "Ti adoro!" 
Ridemmo per la mia poca classe nell'addentare il cibo. 
"Sei sempre la solita." disse Ros scuotendo la testa rassegnata facendomi ridere più forte. 
"Bene, che metterai?" chiesi pensando alla serata che ci aspettava. 
"Uhm penso un vestitino verde smeraldo." rispose pensierosa. 
"Tu?" chiese subito dopo. 
"Non so. L'altro giorno quando sono uscita per dare un'occhiata ai negozi, ho comprato un vestitino color cipria con delle scarpe abbinate. Vorrei mettere quello, però non so." risposi pensando a quel giorno. Era lo stesso giorno in cui avevo incontrato Mirko. 
"Bene, bene, bene." disse con un sorriso malizioso. Sapevo a cosa stesse pensando. Quel giorno raccontai del mio incontro sia a lei che a Cris. 
"Metti quello allora." disse come se niente fosse. 
"Ci penserò." risposi prendendo la mia borsa e trascinandomi nella mia stanza. 
"Dimmi una cosa..." 
"Cosa Ros?" chiesi guardandola. Mi aveva seguita e adesso si stava sedendo nel mio letto. 
"Non hai più risentito Mirko, vero?" chiese facendomi arrossire. 
"No, no." risposi. 
"Bah, speriamo bene." e detto ciò uscì dalla mia stanza lasciandomi perplessa. 
Decisa a non pensare a nulla, mi lasciai cullare tra le braccia di Morfeo. 

Mi svegliai in tempo per prepararmi. Cris era venuta a buttarmi giù dal letto, dicendomi che mi avrebbe aiutata con il trucco, cosa che mi fece strillare di gioia. Era veramente brava, l'adoravo. 
Quando finimmo di prepararci le osservai. Rossella indossava il vestitino color verde smeraldo di cui mi aveva parlato con delle scarpe col tacco nero. Cristina invece indossava un max pull nero con degli stivaletti dello stesso colore. 
Le sorrisi e feci un fischio in segno di apprezzamento. 
"Siete bellissime!" mi complimentai con loro. 
"Tu non sei da meno, tesoro." rispose Cristina venendomi ad abbracciare. 
"Bene, ci vuole una foto!" esclamò subito dopo sciogliendo l'abbraccio. 
"Tu e la tua fissa per le foto." ridacchiò Ros. 

Il pub era molto carino. Una band stava suonando dal vivo un pezzo molto movimentato invitando così molta gente a scendere in pista. 
"Andiamo?" chiese Ros facendo la faccia da cucciola. Io e Cris un po' meno entusiaste di lei, alla fine accettammo, così in poco tempo ci ritrovammo in pista con le mille luci che danzavano attorno. 
Il posto della band fu occupato da un dj che mise Sugar di Robin Schulz e iniziò ad incitare la gente a battere le mani a ritmo di musica. 
"Vado a prendere qualcosa da bere." dissi alle mie amiche che stavano battendo le mani come diceva il dj.
Mi diressi al bancone e presi un analcolico per non sentirmi male con tutte quelle luci che iniziavano a diventare insopportabili. 
"Sicura di non voler qualcosa di più forte?" mi chiese il barista. Lo osservai e decisi che era un tipo carino. Era biondo, occhi azzurri e due piercing al labbro. 
"No grazie, sto bene così." risposi sorridendo. 
Dopo che ebbi finito di bere, diedi i soldi al barista per pagare, il quale insieme al resto mi diede un bigliettino con un numero di telefono. 
"Chiamami." mi disse mimando con le dita una cornetta del telefono. 
"Contaci." risposi ridendo allontanandomi e pensando che non lo avrei chiamato per nulla al mondo. 
Ritornai dalle mie amiche che avevano occupato nel frattempo dei divanetti. Contenta che avessero smesso di ballare, raccontai a loro tutto ciò che era successo. 
Dopo quasi mezz'ora di parlare mi arrivò una chiamata di Giada. Decidi di non rispondere. Sembrava brutto, Cris ci stava raccontando del suo consulente che ci provava spudoratamente con lei. 
Giada insisteva, così decisi di mettere il silenzioso guadagnandomi un'occhiata dalle ragazze che mi dissero che potevo rispondere e che non si offendevano mica. 
Sorrisi e risposi che potevo sentire Giada il giorno dopo. 
Proprio quando le avevo quasi convinte, mi arrivò un messaggio di Giada con su scritto "Per favore rispondi, è importante." 
Mi scusai con Ros e Cris  che mi sorrisero ed uscii dal locale per avviare la chiamata. 
Che aveva di così importante da dirmi?
Sperando che non fosse successo nulla di grave cominciai a camminare avanti e indietro per l'abitazione. 
"Carlotta" rispose dopo il secondo squillo.
"Hey, che succede?" le chiesi subito. 
"Ascolta, non so come dirtelo. So solo che ho bisogno di dirti la verità perché te la meriti." 
"Vai avanti." la spronai con il cuore a mille. 
"Io e Giovanni stiamo assieme. È successo tutto all'improvviso, noi non ce lo aspettavamo..." ma non ascoltai più nulla. Ero rimasta spiazzata da quella notizia. 
"Carlotta ci sei?" mi chiese Giada dopo non so quanti minuti. 
"Sì sì ci sono." risposi riprendendomi. 
"Sai me lo aspettavo. Avevo già notato una strana alchimia tra di voi." sussurrai con un nodo alla gola enorme. 
"Lottie, io..." 
"Stai tranquilla, è tutto okay, davvero. Tra me e lui non c'è più nulla quindi io non sono nessuno per rovinarvi il rapporto. Anzi, vi auguro il meglio. Ora scusa sono in un locale con le mie coinquiline e devo andare." risposi in modo convincente. 
"Sì certo, sento la musica. Beh, ci sentiamo Lottie e grazie." mi rispose e supposi che in quel momento sul suo viso vi fosse un sorriso per essersi liberata di un peso. 
"A presto." risposi chiudendo la chiamata. 
Respirai a fondo e mille brividi mi percorsero la schiena per il leggero venticello che si era innalzato. 
Io e Giovanni eravamo stati assieme per molto tempo. Ma non aveva funzionato e nonostante tutto, ogni tanto ci sentivamo per parlare del più e del meno, anche se naturalmente non era tutto come una volta. 
La notizia appena ricevuta mi aveva leggermente scossa, ma mi sarebbe passata. Era pur sempre stato il mio fidanzato e lei una mia cara amica. Era tutto okay. 
"È tutto okay" sussurrai a me stessa stringendo ancora in mano il cellulare. 
Quando decisi che sarebbe stato meglio rientrare, una figura alta e slanciata mi si piazzò davanti. 
"Guarda un po' chi si rivede!" esclamò Mirko che teneva in mano una sigaretta. 
"Ciao Mirko, come stai?" chiesi gentile. 
"Tutto okay Lottie, tu invece? Sei qui sola?" mi chiese stringendo gli occhi e facendo un tiro sulla sua sigaretta. 
"No, sono con le mie coinquiline. Oh, eccole." proprio in quel momento la porta d'ingresso del pub si aprì rilevando le mie amiche che osservarono con interesse Mirko. Avrei voluto sprofondare. Presentai le ragazze a Mirko che sorrise ad entrambe in modo cortese. 
"Lottie noi stiamo andando a casa, vuoi venire con noi o pensi di restare?" mi chiese Cris con un sorrisetto malizioso. 
"Oh beh ecco io... sinceramente non mi va molto di andare a casa." risposi pensando che se fossi andata a casa, le lacrime si sarebbero impossessate di me. 
Le vidi allontanarsi parlando fra loro sicura che il loro argomento fosse Mirko. 
"Come mai non vuoi andare adesso a casa?" mi chiese serio facendomi ritornare alla realtà. 
"È successo qualcosa Lottie? Sai ti ho vista parlare al telefono prima..." 
"Va tutto bene." sorrisi cercando di convincerlo. 
"Se lo dici tu." disse facendo una smorfia. 
"Allora, mi offri da bere?" chiesi sorridendo. 
"Certo." sorrise anche lui. 
Dopo ciò ricordavo di aver bevuto tantissimo e ricordavo pure che Mirko tentava di farmi smettere. 
Poi all'improvviso ricordai una cosa a dir poco sconvolgente. 
"Dai Mirko, balla con me." dissi strusciandomi su di lui. 
Mirko tentava invano di farmi tornare alla ragione. 
"Lottie sei ubriaca fradicia e non farò ciò che se fossi in te non vorresti." continuava a ripetere. 
"Che c'è Mirko, sei cambiato, eh? Non sei più quello di una volta. Prima non ti saresti fatto problemi. Sbaglio o avevi la reputazione di esserti fatto mezza città da ragazzo?" lo provocai guardandolo negli occhi. Il suo sguardo adesso era duro, ma potevo vedere anche delusione, tristezza in esso che mi lascio spiazzata. 
"Se almeno non vuoi tu, lasciami fare quello che voglio." dissi notando che un ragazzo continuava a guardami.
"Ripeto Lottie, non ti farò fare niente che tu non voglia veramente." 
"Ma lasciami stare, non sai nulla di me. Non mi conosci, o almeno non conosci la nuova me." esclamai spingendolo.  
"Bene." disse passandosi la lingua sulle labbra. 
"Andiamo a casa." continuò poi prendendomi di peso. 

Raccontai tutto a Mirko, tralasciando qualche parte che non era necessaria  che sapesse. 
"E poi non ricordo più nulla. Che è successo una volta che mi prendesti in braccio?" chiesi arrossendo e dandomi della stupida per la serata precedente. 
"Beh, continuavi a dire che non volevi tornare a casa così ti ho portata da me."
"E io come ci sono finita con i tuoi vestiti addosso?" chiesi arrossendo subito dopo per le parole che aveva detto. 
"Ecco...eri ubriaca fradicia, così ti ho presa e ti ho trascinata sotto la doccia." rispose in imbarazzo. Era la prima volta che lo vedevo arrossire. 
"Oddio adesso ricordo!" esclamai quando un flash mi passò per la mente. 
"L'acqua era freddissima e per vendicarmi ti feci fare la doccia anche a te." ridacchiai ricordando la sua faccia contrariata. 
"Già. Bene, poi ti sei addormentata e mi hai rubato il letto così ho dovuto dormire nel divano." disse facendomi sentire in colpa. 
"Sì Lottie, devi assolutamente sentirti in colpa." disse alzandosi e stiracchiandosi la schiena. 
"Per colpa tua ho un mal di schiena assurdo. Devo cambiare divano." disse girandosi a guardarmi. Notò che mi stavo torturando le mani presa da mille complessi mentali. 
"Ti aspetto giù. Lì nell'armadio ci sono i miei vestiti, scegli pure quali vuoi." disse avvicinandosi alla porta.
"Lottie..." si fermò con la porta semi aperta. 
"Non abbiamo fatto nulla e per la domanda che ti tormenta di più, ecco la risposta è sì." disse in un sussurro prima di scendere di sotto e lasciarmi da sola. 
"Oddio mi ha tolto lui i vestiti quindi..." sussurrai a me stessa. Mi misi le mani in faccia e sprofondai nel letto. 
Dopo un po' mi rialzai e continuando a ripetermi "non berrò mai più" iniziai a scegliere i vestiti dall'armadio di Mirko. 

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Buonasera a tutti voi!❤️
Come state? Stressati per la scuola? Vi capisco. Ahahahah
Bene, per alleggerirvi queste giornatacce, eccovi il mio nuovo capitolo! 
Vedremo i nostri protagonisti in una situazione particolare. Ah, che cosa combina questa Lottie. Menomale che c'era Mirko, se no chissà dove starebbe adesso. 
Vi piacciono le coinquiline? Io le adoro. 
Per quanto riguarda Giada e Giovanni, nei prossimi capitoli li conoscerete in modo migliore ahahah
Lasciate una recensione se vi va, tanto per sapere cosa ne pensate della storia☺️
Vi auguro una buona serata e a presto!❤️
Ps: ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, siete un amore! 
  
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