Anime & Manga > Junjou Romantica
Ricorda la storia  |      
Autore: guiky80    30/10/2017    2 recensioni
Hiroki si pone parecchie domande dopo l'inizio della convivenza con Nowaki.
La pacatezza e la felicità del più giovane, risultano stucchevoli a volte... finché anche Nowaki alza la voce.
“Sono più uomo di te, perché riesco a risolvere tutto senza alzare la voce!”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hiroki Kamijō, Nowaki Kusama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolino dell'autrice: Questa one shot è dedicata a Heavensan, per il suo compelanno! Tanti auguri!!!!! yeaaaaaaaaaaaa. Un giorno, ti ho parlato di una frase detta da mia nipote, io cercavo di capire a chi adattarla e tu hai detto: Hiroki e Nowaki.
Quindi: buon compleanno.
Un bacio.
Un grazie grandissimo a Lenea che ha letto in anteprima, approvato e betato!
Guiky80
 
***
 
 
Lo fissò. Come erano finiti a fare quel discorso lui e il suo superiore?
Hiroki davvero non se lo spiegava. Discutevano delle lezioni di quel giorno, di un test per i ragazzi del secondo anno, come avevano fatto a finire a parlare di sesso e amore?
Guardò il suo superiore perso in chissà quali pensieri con la testa reclinata sulla spalliera del divano, lui seduto alla scrivania attendeva la risposta a quella domanda, che aveva posto prima: “Lei crede che amare sia doloroso?”
Come diavolo gli era venuto in mente di porre quella domanda?
Il suo capo, di solito così superficiale e poco attento, si era improvvisamente fatto serio, come se davvero stesse pensando a cosa rispondere.
Sospirò. “No, l'amore non è doloroso. O meglio, per certi versi lo è, ma se è vero amore supera tutto e poi resta solo la felicità.”
Il sorriso rassicurante che gli rivolse fece quasi arrossire Hiroki, prima di sentire la fine della frase. “Felicità e una buona dose di sesso! Ricorda che il sesso è il 70% del rapporto, se non c'è intesa sessuale sei fottuto!”
Scuotendo la testa si era alzato. “Riuscirà mai a fare un discorso serio, lei?!”
“Rilassati, te l'ho già detto, ti vengono le rughe in fronte e rovini il tuo bel faccino!”
Con un cenno di saluto e sbattendo la porta, Hiroki si diresse verso casa, ancora sovrappensiero.
Si sentiva strano, si sentiva confuso, non sapeva nemmeno perché. Lui e Nowaki stavano insieme già da un po', tutto filava liscio, eppure c'era qualcosa che stonava.
Hiroki ci pensava da giorni, non riusciva ad afferrare quel pensiero, quel concetto che sembrava giocare a nascondino, quando era sul punto di afferrarlo, gli sfuggiva via! Che nervi!
Entrò in casa di pessimo umore, un buon profumo proveniva dalla cucina, doveva ancora abituarsi a quel cambiamento. Il trasloco era ultimato, finalmente lui e Nowaki vivevano insieme, ma tutto questo lo aveva scombussolato ancora di più.
Lo amava, ovvio, o non avrebbe fatto questo passo con lui, nonostante ciò si ritrovava sempre a pensare che prima o poi sarebbe finita, era decisamente in un periodo pessimistico.
Il fatto poi di abitare con una reincarnazione del Dio della felicità Fukurokuju, non aiutava. Nowaki sembrava sempre sereno, come se nulla lo toccasse, come se vivesse su una nuvoletta rosa a cuoricini. Mai nervoso, mai stanco, niente, lui era sempre pronto per tutto: cucinare, pulire, uscire e soprattutto fare sesso! Nowaki era una macchina da sesso!
Non che a lui non piacesse, ovvio, ma riusciva a resistere, non doveva per forza sempre baciare, toccare o chissà che altro, lui era perfettamente in grado di gestire i suoi ormoni!
Come previsto, il suo compagno si aggirava canticchiando per la cucina, con un grembiulino bianco intorno alla vita. Il profumo era ottimo e Hiroki si ritrovò a sospirare e sorridere, nonostante i pessimi pensieri che lo avevano accompagnato fino a casa.
“Oh bentornato, Hiro-san, non ti ho sentito entrare.”
“Buonasera. Mi cambio e arrivo.”
In camera Hiroki sospirò pesantemente, doveva decisamente calmarsi, non poteva continuare a pensare negativamente a tutto. La vita andava bene. Stava con un bravo ragazzo, aveva il lavoro dei suoi sogni, economicamente non poteva lamentarsi ed era anche di bell'aspetto, che altro poteva pretendere?
Lo sguardo gli cadde sulla valigia posta accando all'armadio, quel corso di due giorni fuori porta che avrebbe portato Nowaki lontano da lui; perché il solo pensiero che se ne sarebbe andato, anche se solo per una notte, lo mandava così in confusione? Non aveva senso!
Tornò in cucina e trovò tutto pronto per la loro cena, e il consueto sorriso rilassato del suo compagno.
Sempre quel sorriso.
Mai un'arrabbiatura.
Aveva sentito Nowaki alzare la voce solo una volta da quando stavano insieme, solo quando lui aveva deciso di chiudere la loro storia, e quel pazzo era piombato in università urlando nei corridoi che non poteva permettere una cosa simile, poi quasi aveva preso a pugni il suo superiore.
Sempre quel sorriso... come era possibile per una persona non perdere mai le staffe? Non imprecare, non stizzirsi, niente. Nowaki era tutto il contrario del suo nome... del tifone che doveva essere, non aveva proprio nulla... a parte la foga con cui lo aveva travolto anni prima, quando era arrivato nella sua vita.
La cena fu consumata in silenzio, lo sguardo di Nowaki cercò spesso quello di Hiroki, che restava ancorato al piatto che aveva davanti, il moro inclinò la testa: “Tutto bene, Hiro-san?”
La domanda fece sussultare l'altro: “Al solito.”
“Sembri distratto... arrabbiato...”
“Non lo sono!”
Domanda pacata, risposta secca. Era sempre così tra di loro.
Nowaki sospirando andò a riporre i piatti nel lavello e riprese a canticchiare.
Hiroki lo osservò, sempre più nervoso, quella pacatezza, quell'allegria sempre ostentata anche quando stava per andarsene per due giorni, perché?!
“Sei così felice di partire?”
L'acqua venne prontamente chiusa, mentre gli occhi blu si fissavano nei suoi castani.
“Come?”
“Canticchi da quando sono arrivato, sorridi, sei sereno e rilassato, sei così felice di partire? È perché sai che dividerai la stanza con quel senpai con cui hai dormito l'altra volta?”
Lo vide chiaramente sgranare gli occhi, quasi incredulo.
“Ma che dici... no che non sono felice, ma è solo per due giorni, una notte, e non dividerò la stanza con il senpai, te l'ho detto l'altro giorno, io dormirò da solo. Il senpai non resterà a dormire nel mio stesso hotel.”
Hiroki si sentì improvvisamente molto stupido, l'aveva rimosso? Lui gli aveva dato una notizia così rassicurante e lui l'aveva rimossa? Ma no! Sicuramente credeva di averglielo detto, ma non l'aveva fatto!
“Non mi hai detto nulla di tutto ciò!”
“Ma sì che l'ho fatto, l'altra sera.”
Tono pacato, mai una nota più alta delle altre, come cazzo faceva a non incazzarsi mai!?
“Beh io non ho sentito!”
“Non hai ascoltato...”
La sua rabbia aumentò e sbattè contro il muro di gomma che era sempre Nowaki!
“Arrabbiati per tutti gli dei! Ti sto dando addosso, sto dicendo che non mi hai detto una cosa che avrei dovuto sapere! Arrabbiati! Difenditi! Santa pace Nowaki!”
Vide gli occhi blu sbattere veloci, in confusione totale.
“Ma perché dovrei arrabbiarmi? Non hai capito una cosa, non è grave, in ogni caso non parto mica adesso, che problema c'è?”
“C'è! C'è perché tu dovresti difenderti! E invece non fai una piega!!! Cazzo ma ti rendi conto che potrei insultarti di continuo e tu non ti arrabbieresti?”
Sorrise. Nowaki sorrise, e questa fu l'ultima goccia.
“Ma io so che tu sei solo nervoso, non ce l'hai davvero con me, Hiro-san.”
“Non ridere! Non azzardarti a ridere! Devi incazzarti! Devi prendermi a pugni se può servire! Ma non hai mai bisogno di sfogarti?!”
L'altro sospirò pesantemente: forse cominciava a cedere davvero.
“Hiro-san, non so cosa sia accaduto e perché tu sia così nervoso stasera, ma io non ho intenzione di litigare senza motivo. Se hai voglia di sfogarti, vai a farti una corsa nel parco, io non ti farò da punginball!”
La voce si era leggermente alzata, allora anche il caro Nowaki dopotutto perdeva la pazienza!
“Sei il solito inetto! Come fai a non capire? Come fai a non renderti conto delle diversità tra noi due? Io sono un uomo e ho delle necessità come alzare la voce ogni tanto! Tu invece?”
“Sono più uomo di te, perché riesco a risolvere tutto senza alzare la voce!”
Hiroki sgranò gli occhi: cosa aveva detto? Gli aveva dato del ragazzino?! Come osava!
“Senti Hiro-san, te l'ho detto, non ho voglia di litigare con te per una fesseria. Esco io a correre così tu respiri e ti calmi, a dopo.”
Rimasto solo fissò il tavolo. Ma cosa diavolo stava combinando? Perché non riusciva a parlare tranquillamente con Nowaki? Lui non aveva fatto nulla di male, aveva preparato la cena e deciso di passare una tranquilla serata, perché non poteva adattarsi, sedersi, godersela e poi farsi abbracciare fino a crollare nel mondo dei sogni? Perché ora che era solo, si rendeva conto che era questo che davvero voleva?
Decise di riordinare e poi aspettare il ritorno di Nowaki seduto sul divano. Si era decisamente calmato, in realtà si era calmato subito, ma aveva anche deciso: così non potevano continuare.
Quando sentì la porta aprirsi, era passata poco più di un'ora, si era fatto una bella corsa evidentemente. In effetti l'altro entrò in salotto a passo di carica, molto sudato!
“Senti un po': io non so cosa diavolo ti sia successo oggi, ma non accetto di essere trattato così da te ed essere obbligato a litigare senza un motivo, è chiaro?”
Rimase sbalordito, per la seconda volta da quando lo conosceva sentiva Nowaki alzare la voce con lui. Doveva davvero aver esagerato!
“Io non capisco. Mi sembrava di essere in un momento di felicità, di tranquillità, ma tu arrivi sempre a casa con il broncio, e io ho imparato ad amare anche quello, perché amo te, ma non posso continuare così, non posso essere solo io a tenere in piedi questo rapporto. Quando mi avvicino tu quasi fuggi, non vuoi che ti tocco, che ti bacio, nemmeno se siamo in casa da soli. Ti rendi conto di quanto sia frustrante? No?! Beh te lo dico io: è frustrante! Soprattutto perché tu non fai davvero nulla per far funzionare tutto! È incredibile!”
Con il respiro accelerato, Nowaki non aveva finito. Hiroki di fronte a lui, in piedi, sembrava bloccato, pietrificato da quelle parole.
“Sai che ti dico? Che aveva ragione il mio senpai quando ha detto: 'E' così crudele lasciare che qualcuno ti ami, è come promettere a quel qualcuno che un giorno gli spezzerai il cuore.' Ed è vero! Io lo so che tu un giorno me lo spezzerai, anzi credo che tu lo stia già facendo. La verità è che tu non vuoi far funzionare questo rapporto! A te non interessa che le cose vadano bene tra di noi. Tu vuoi solo vivere la tua vita, con il tuo lavoro, il tuo carissimo amico d'infanzia, e se poi capita di dover far sesso ogni tanto con me, va bene, infiliamoci anche quello. Beh sai che ti dico? Per me non è così! Tu vieni prima di tutto per me, prima di me stesso, della mia carriera. Tu vieni prima e basta! Quando faccio l'amore con te, è perché lo voglio davvero, non perché devo fare dell'attività fisica! Voglio stare con te, sentirti godere, sentirti attaccato a me sempre, ma tu mi rifuggi, io non so più che fare! Non ho intenzione di continuare così, ti rendi conto di quanto sia malata la nostra relazione? È a senso unico! A me piacciono i doppi sensi!”
Si voltò e si chiuse in bagno, sbattendo la porta.
Per tutto il tempo Hiroki era rimasto in piedi, pietrificato da quel discorso lungo e articolato. Tutta la rabbia di Nowaki era finalmente esplosa, nel modo peggiore. Lui non voleva questo, non voleva una separazione, voleva solo che ogni tanto si sfogasse, ma forse non era nel carattere di Nowaki farlo, forse per lui era più importante passare una bella serata con il suo ragazzo che alzare la voce per una cazzata. Ma perché lui arrivava sempre alle cose in ritardo? Non era possibile.
Respirando forte si avvicinò alla porta del bagno, chiuse gli occhi un secondo, infine entrò senza bussare. Il suo campo visivo venne interamente occupato dalla schiena di Nowaki, fermo sotto il getto caldo dell'acqua. Per la prima volta si fermò a osservare come le goccioline si rincorrevano su quei muscoli, aveva un bel fisico, l'aveva sempre saputo, l'aveva sempre guardato, ma mai così apertamente, chissà quale strana aurea pudica lo prendeva qundo non voleva farsi toccare o toccare Nowaki?
Lui era un ragazzo schivo e riservato, ma amava davvero quello spilungone che occupava la sua doccia, il suo letto, la sua vita, ormai da anni. Non l'avrebbe lasciato andare, quella frase non era per loro:
'E' così crudele lasciare che qualcuno ti ami, è come promettere a quel qualcuno che un giorno gli spezzerai il cuore.'
Lui non avrebbe mai spezzato il cuore a Nowaki, era la cosa che custodiva più gelosamente, non avrebbe mai permesso a nessuno di mettersi tra loro, né avrebbe permesso a se stesso di allontanarlo.
Lentamente si spogliò e infilò in doccia, non perse mai di vista l'altro che gli voltava ancora le spalle.
Quando richiuse la porta, notò l'irrigidimento del compagno, non lo toccò, gli baciò semplicemente il centro delle scapole sussurrando.
“Mi dispiace. Non so perché ho detto quelle cose, non so perché mi comporto così, è un brutto periodo, ma non so dirti il perché e mi sento molto stupido.”
Nessuna reazione.
“Una cosa però la so: io ti amo. E non ho intenzione di spezzarti il cuore, né lascerò che tu lo spezzi a me, siamo fatti per stare insieme.”
Nowaki si voltò lentamente, guardandolo.
“Non mi basta più sentirtelo dire. Ho bisogno di una dimostrazione, mi dispiace.”
Si fissarono intensamente, infine Hiroki lo spinse contro il muro alle sue spalle e lo baciò. Non si appoggiò completamente a lui, non fece sfiorare le loro erezioni, lo baciò e basta, restando millimetricamente a distanza.
Quel gesto così inaspettato, mandò letteralmente su di giri Nowaki. Hiroki non si comportava mai così, non lo baciava, non faceva nulla per  primo.
Quando furono di nuovo occhi negli occhi, il più alto sospirò: “Caspita.”
Il sorriso appena accennato dell'altro accompagnò le parole.
“Non ti accontentare di così poco, ho in serbo altre cose da fare con te, molte altre cose per farmi perdonare. Non vorrai che finiamo così.”
“Oh no, dovrai penare parecchio, Hiro-san. Davvero parecchio.”
Lo chiuse nel suo abbraccio e lo baciò di nuovo, ora davvero i loro corpi combaciavano e la passione prese presto il sopravvento.
Erano all'inizio della loro prima vera convivenza. Erano due ragazzi con la vita davanti, in un paese che non accettava facilmente la loro condizione.
Dovevano difendere la loro storia e il loro amore.
Ma fondamentalmente erano due ragazzi innamorati e nulla più.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Junjou Romantica / Vai alla pagina dell'autore: guiky80