31 agosto 1943   
Ore 3:30

 Fu l'urlo di Horace a svegliarmi.
Ancora in camicia da notte e a piedi nudi, spalancai la porta e corsi verso la sua camera.
Horace dormiva con Millard, infatti, quando entrai, vidi un pigiama fluttuante che lo abbracciava.
Era tutto sudato e ansimava, sussurrava qualcosa che non capivo.
Corsi verso di lui e affondó il viso nella mia spalla.
"Moriremo tutti, moriremo tutti" disse sottovoce.
"Horace... calmati, che succede?"
Continuavo a stringerlo, a carezzargli la schiena, cercando di consolarlo.
Poi, piangendo, mi raccontò il suo sogno.
Un giorno sarebbe caduta una bomba sulla nostra casa, disse, ma aggiunse un solo dettaglio.
Quel giorno Abe ci avrebbe telefonato.
 
3 settembre 1943.           
Ore 20:00

 "Buonasera, chi cerca?"
Il telefono aveva squillato poco fa e avevo mandato Hugh a rispondere.
Mi chiesi chi potesse essere a quell'ora
"Miss Peregrine! C'è Abe al telefono!"
Corsi subito da Hugh, che mi diede il telefono in mano.
"Abe?!"
"Salve Miss P. Come state tutti?" chiese.
Non posso descrivere il sollievo che provai sentendo la sua voce.
"Abe!, noi stiamo bene, e tu?"
"Benissimo, grazie. Sto per partire dall'aeroporto. Miss, potrebbe passarmi, ehm..." disse. 
Sembrava quasi imbarazzato di chiederlo a me.
"Emma?, te la passo subito, caro. Ti prego, facci avere tue notizie al più presto possibile"
"Senz'altro Miss P, ti voglio bene"
Mentre Emma parlava con Abe, io ero in cucina a preparare la cena, sperando che un giorno, sarebbe venuto a trovarci.

3 settembre 1943
Ore 21:05
 L'allarme antiaereo risuonó per tutta la casa.
I bambini con le faccine spaventate  prendevano i cappotti e i più grandi, aprivano il rifugio antibomba sotterraneo.
Io cercavo di tranquillizzare i bambini più piccoli che piangevano, senza successo.
Cominciammo a scendere in fretta nel bunker, quando, vedendo Horace, mi venne in mente il suo sogno, quasi per miracolo. Dopotutto, quello stesso giorno Abe ci aveva chiamato e adesso avevano anche attivato l'allarme antiaereo, non poteva essere una coincidenza. Dopo aver sistemato i ragazzi, cercai di risalire in superficie, ma Enoch mi si parò davanti, impedendomi di passare.
Erano le 21:08.
“Enoch, che stai facendo!?” chiesi infastidita.
Non avevo molto tempo
“Sa quello che sta facendo Miss?”
“Certo che lo so!” risposi.
“Okay, però la accompagno” disse.
“No, Enoch. Tu resti qui.” risposi decisa.
Non potevo metterlo in pericolo.
“Ma…”
“Enoch!”
Fu Emma a richiamarlo. Aveva capito quello che volevo fare.
“Stia attenta Miss P.”
“Certo, tesoro”.
 E salii le scalette del bunker
Erano le 21:10.
Sentivo gli aerei che passavano sopra la casa.
Uscii in giardino e presi il mio orologio da tasca.
Erano le 21:12.
Un aereo passò proprio sopra di noi e aprì lo sportello delle bombe.
Erano le 21:13.
Una bomba scende proprio sul nostro tetto.
Mi concentro.
Guardo il quadrante dell'orologio.
Il tempo sembra andare a rallentatore.
Ora erano le 21:14.
La bomba ormai è a pochi centimetri dal tetto.
Erano le 21:15 quando permetti il pulsante del mio orologio.
La bomba si arrestó a un millimetro dalla casa.
Cominciai a girare indietro la manovella, resettando il giorno e creando il mio primo anello temporale.
Alla fine caddi a terra, stremata, ma felice.
Non era stato il giorno migliore per creare un anello, ma ce lo saremo fatti bastare.