Arrivata l'ora della serata, stretta nel mio bellissimo abito lungo bordeaux mi accinsi a salire sulla limousine che mi avrebbe scortata sul posto. Come arrivai all'interno del borgo, rimasi incantata dalla magnificenza e imponenza di quella struttura. Sebbene incutesse un certo terrore al contempo mi lasciava anche un senso di ... curiosità, un po' come il suo proprietario. Non vedevo l'ora di scoprire gli altarini di questo giovane misterioso. Un uomo dalla carnagione spettrale ma di una bellezza disarmante, vestito in un gessato scuro mi si avvicinò: "Mi perdoni, è lei ms. Wayne?" "Sì certamente" "Prego mi segua, il conte la stà aspettando nella biblioteca" . Lo seguì su per le scale e dopo qualche minuto di camminata arrivammo nella fatidica sala. Lui era lì, seduto su una poltrona di velluto porpora in tutta la sua maestosità. Vestito in un completo totalmente nero, i corti capelli corvini svettano a contrasto con il candore della carnagione mentre due pietre di ossidiana mi scrutavano dalla testa ai piedi. Accennò un lieve sorriso:"Benvenuta nella mia umile dimore, ms. Wayne" il tono della sua voce e il suo forte accento mi fecero scendere un brivido lungo la schiena; incuteva timore ma al tempo stesso ne ero fortemente attratta. Fece cenno all'uomo in gessato di andare e poi ritornò a parlare
"Non dovevamo fare un'intervista?" mi ripresi dallo stato di trance in cui ero caduta
"Ah, sì certo" tirai fuori il registratore, un taccuino e una penna "Bene, incomincerei col chiederle che cosa l'ha spinta ad interessarsi così tanto della causa degli orfani?"
-Sei arrivata- un sussurro mi arrivò all'orecchio
"Come?"
"Oh, dicevo che mi sono interessato alla causa perché, vede, anche io sono un orfano. I miei genitori morirono in circostanze a dir poco spiacevoli. Ero molto attaccato a mio padre, davvero molto"per un instante, il suo viso assunse un'aria crucciata.
"Se preferisce possiamo terminare qui l'intervista" tornò a fissarmi e questa volta mi colpì con un sorriso splendente
"Mi perdoni, è che quando si parla del mio passato mi intristisco sempre. Sono davvero patetico, vero?"
"Assolutamente no" non mi ero accorta di essere scattata così velocemente
"Sono lieto di averla incontrata. In questi giorni provvederò a farmi perdonare concedendole un'intervista."mi accompagnò alla porta e in un secondo mi sussurrò all'orecchio un semplice "Buonanotte ms. Wayne"
Una vampata di calore mi avvolse in tutto il corpo, mi dovetti reggere allo stipite della porta per non crollare. Mi girai e annuì con il capo cercando di camuffare il rossore del viso.
Tornata al bed and breakfast, continuai a rimuginare su quella voce che avevo sentito. Sembrava proprio quella di Dimitrie. Cercai su internet qualche informazione in più su di lui ma non trovai niente. Sembrava come ... come se non fosse mai esistito. Un forte vento spalancò le finestre della camera, il cielo cominciò ad oscurarsi e a tuonare. Partì un blackout generale. Cercai nel vano tentativo nei cassetti della scrivania di trovare una torcia o una candela per illuminare l'abitacolo ma non c'era niente. Il vento spalancò la porta del bagno; mi avvicinai lentamente e quello che vedi all'interno mi paralizzò letteralmente: sullo specchio c'era scritto il mio nome col sangue. Feci un passo indietro e mi scontrai con qualcosa di massiccio,sembrava roccia. Avevo paura a girarmi ma la curiosità era troppo forte. Il buio era così fitto che l'unica cosa che riuscì a vedere furono due rubini che mi fissavano intensamente. Non so come fosse possibile ma in poco tempo ero sul letto con questo "essere" sopra di me "Cosa vuoi da me?" non ebbi risposta e subito dopo vidi di nuovo il buio.
Ore sette del mattino. La polizia di Bucarest era arrivata sul posto in cui è avvenuto il crimine. I coroner stavano esaminando il cadavere per stabilire le cause e l'ora del decesso. Mi diressi verso una macchina nera e appena tirai fuori il cellulare, contattai Michael "Ehi ciao Julie. Come è andata ieri sera? Stai già lavorando all'articolo?"
"Guarda Michael, sarò sincera ho deciso di prolungare il soggiorno. Questo luogo è così ... interessante" spensi l'apparecchio prima che il mio capo potesse rispondere. Entrai in auto. Dio, quanta sete che ho in questo momento, spero che questo bruciore di cui mi aveva accennato si attenui al più presto.