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Autore: shira21    30/10/2017    1 recensioni
Come è potuto succedere? Penny continua a farsi questa domanda, spaventata e incerta su cosa fare fino a quando non decide di dire a Leonard la verità.
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonard Hofstadter, Penny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina avevo indossato i miei vecchi vestiti di yoga e avevo deciso di andare a correre, senza neanche svegliare Leonard per dirglielo.
Perché? Mi chiedo mentre macino metri su metri, quasi stessi scappando. Scappando poi da cosa, dalla mia vita? Non è che in questo modo io possa a tornare ad essere la ragazza di una volta, quella che sognava di trasferirsi in una grande città e diventare un attrice famosa.
Ansimo leggermente mentre faccio la curva, la mente persa nei pensieri.
Non dico che non mi piaccia la mia vita di oggi che mi ha portato tante cose: il mio lavoro, i miei amici per quanto un po' strani ma soprattutto Leonard. Il mio meraviglioso marito che ancora non capisco quando mi parla del suo lavoro e che amo nonostante tutte le nostre differenze. Rallento leggermente mentre lo rivedo come l'ho lasciato questa mattina, pacificamente addormentato. Ieri sera mi ha portato un mazzo di rose e mi ha fatto trovare una deliziosa cenetta al mio rientro dal lavoro. Per fare tutto probabilmente era dovuto uscire prima dal laboratorio, nonostante so quanto fosse emozionato di poter usare un nuovo laser per tutta la settimana. Ma quando gliel'avevo fatto notare mi avevo risposto «Ultimamente ti ho trascurata e volevo farti passare una bella serata!»
Dopo tutti quegli anni insieme Leonard aveva ancora tutte quelle attenzioni per me.
Prendo dei profondi respiri perché più ripenso a tutto quello che ha sempre fatto per me, fin dalla prima volta che ci siamo conosciuti, più sento le lacrime bruciarmi gli occhi. Alla fine faccio proprio quello che non volevo fare da una settimana a questa parte e, mentre mi lascio scivolare su una panchina, inizio a piangere.
Cosa devo fare?
Ho così tanta paura. Vorrei parlarne con qualcuno ma l'unico con cui voglia parlarne è anche l'unico a cui non riesco a dirlo.
Mi rendo conto dello spettacolo pietoso che offro, i capelli biondi che mi svolazzano intorno al volto nascosto tra le mani, piegata su me stessa; eppure non riesco a smettere, ora che ho iniziato.
Guardo l'anello che porto al dito e lo continuo a girare come fosse un talismano mentre alla fine anche le lacrime iniziano a rallentare.
«Signorina, tutto bene?» Un signore anziano, con indosso un bel completo e i capelli bianchi tutti pettinati all'indietro si è fermato di fronte a me, un sorriso preoccupato sul volto.
«Si... no... non lo so!»
«Problemi con suo marito?» Mi chiede dopo aver notato come stringo forte la fede. Io scuoto subito il capo «Oh no, nulla del genere».
Mi guarda e si siede accanto a me «Mia cara, qualsiasi sia ciò che la fa piangere in questo modo deve farle o molto male o molta paura».
Scioccata annuisco. «Paura... mi fa paura!»
Non credevo che parlarne con un estraneo mi avrebbe fatto tanto bene ma quando mi dice «Allora, ragazza, devi solo trovare la forza di affrontare quella paura» mi ritrovo ad annuire, quasi più calma.
Si alza e se ne va, congedandosi con un «Spero che la sua giornata migliori». Rimango a guardarlo fino a quando non scompare dalla mia vista, rimango lì tanto a lungo da chiedermi se per caso non mi sia immaginata tutto.
Stavolta non corro, m'incammino lentamente verso casa. Infilo le chiavi della serratura e vengo accolta dal silenzio.
Mi tolgo le scarpe per non fare rumore e vado in camera da letto; Leonard è ancora lì che dorme.
Mi tolgo i vestiti, rimanendo solo in reggiseno e slip prima salire sul letto e baciarlo.
Lui mugola piano e malgrado tutto ridacchio. Lo guardo mentre si stira e apre le palpebre appesantite dal sonno. A tradimento gli do un altro bacio e poi un altro ancora.
Non è mai stato il mio tipo ideale di uomo ma ogni giorno che passo con lui so che è il tipo d'uomo con cui sono felice di passare il resto della mia vita.
Si mette gli occhiali, sorridente. «Mi piace come risveglio».
«Non abituarti troppo» lo prendo in giro mentre mi metto a cavalcioni su di lui.
«Ma hai pianto!»
«Non è importante» gli sussurro prima di chinarmi a baciarlo. E mentre siamo ancora così, tanto vicini da poter sentire il gusto delle parole l'uno sulle labbra dell'altro prendo coraggio e ignoro tutte le mie paure «Sono incinta».
   
 
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