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Autore: Ms Mary Santiago    30/10/2017    4 recensioni
[Riverdale]
Chi è il misterioso fratello di Betty e Polly?
Perché i Ghoulies e i Southside Serpents si odiano così tanto?
Perché FP è stato arrestato la prima volta?
Perché la madre di Jughead ha lasciato Riverdale senza mai venire a trovare il figlio?
Questi sono gli interrogativi che affollano la mente di Archie, Veronica, Betty e Jughead. Interrogativi ai quali una vecchia foto sembra potenzialmente dare nuove risposte.
*
Dal testo:
- Quello è mio padre, quello è FP, lì ci sono tua madre e quella di Veronica … ma non so chi siano gli altri due che compaiono nella foto. –
Betty si sporse a osservarli meglio.
La ragazza dai lunghi capelli castani aveva gli occhi azzurri come il ghiaccio e indossava un giubbotto di pelle molto simile a quello di FP. Stava appoggiata a lui con una spontaneità che lasciava intendere ci fosse qualcosa tra loro.
- Credo che quella sia la madre di Jughead da giovane. –
- D’accordo … e l’altro? –
Scosse il capo, perplessa, davanti alla figura del ragazzo che teneva il braccio intorno alle spalle di sua madre.
[Forsythe Pendleton Jones II/Isabelle Night; Alice King/Richard Night; Hermione Rivas/Fred Andrews]
[What if; Missing moments; OC]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Capitolo 1

 

 

 

 

Settembre 1996

 

 

 

 

Alice buttò fuori l’ultima boccata di fumo, appoggiata al sellino della sua moto, osservando FP mentre sistemava il blocco della sua Harley.

- Sei ancora dell’idea di farlo? –

Annuì.

- Lo sai che praticamente ci stiamo suicidando, vero? –

FP inarcò un sopracciglio, sorridendo sghembo. – Non sarebbe certo la prima volta. –

Saltò giù dalla moto, assestandogli una pacca sulla spalla, - E allora se proprio dobbiamo suicidarci facciamolo in grande stile. Ne hai già parlato con Fred e Hermione? –

- Pensavo di farlo appena arrivati da Pop’s. –

- Non vedo l’ora di vedere la faccia di Fred quando lo verrà a sapere. –

Il sorriso sul volto del ragazzo si allargò ancora di più.

Fred era venuto spesso nel South side da quando lui e Alice erano diventati delle Vipere, ma non aveva mai partecipato a qualcosa di veramente illegale. Quanto a Hermione per lei quella era l’ennesima occasione per infrangere le regole paterne e ribellarsi in quel modo strafottente tipico di lei. Non aveva alcun dubbio che avrebbe accettato all’istante e si sarebbe trascinata dietro Fred.

Erano una di quelle coppie bilanciate alla perfezione, si completavano a vicenda e aveva la netta sensazione che prima o poi avrebbero finito con lo sposarsi.

Si avviarono verso l’ingresso del locale, facendo tintinnare il campanello quando aprirono la porta a vetri e s’intrufolarono all’interno.

- Ciao Pop. –

- FP, Alice … il solito? –

- Milkshake alla fragola e un brownie – confermò la ragazza, scavalcando lo schienale del divanetto e accomodandosi accanto a Hermione.

Allontanò una lunga ciocca biondo ramata, portandola dietro all’orecchio e rivolse un sorriso tutto denti al ragazzo seduto di fronte a lei.

- Conosco quell’espressione -, sospirò Fred, - cosa avete combinato? –

- Nulla. –

- Alice … -

- Nulla, te lo giuro … non ancora almeno – concluse, sorridendo furba mentre afferrava il milkshake che Pop le aveva appena consegnato e mordicchiava la cannuccia prima di prenderne un lungo sorso.

- E a breve termine? –

Si voltò verso FP, inarcando un sopracciglio, le iridi azzurre che scintillavano divertite.

- Diglielo subito o finirà con l’impazzire. –

- Stavamo pensando a cosa fare questa sera – cominciò, notando con la coda dell’occhio che Hermione aveva smesso di giocherellare con il cucchiaino del suo frozen yogurth e si era raddrizzata leggermente.

Adesso sì che avevano la sua completa attenzione.

- E? –

Fissò Fred dritto negli occhi per qualche secondo prima di sganciare la bomba.

- E pensavamo di andare al Gato Negro. –

- Voi siete completamente fuori di testa – asserì all’istante.

- E tu sei completamente noioso, Freddy –, lo rimbeccò Alice, - ma noi continuiamo a frequentarti lo stesso. –

Risero sotto gli occhi ancora sconcertati del ragazzo.

- Sul serio, il Gato Negro non è un posto in cui saremo a casa. Nemmeno la maggior parte delle Vipere ci mette piede. –

- Teoricamente quella è terra di nessuno. –

- Andiamo, FP, lo sai anche tu che non è affatto vero. –

Già.

In teoria il Gato Negro, uno dei pochi locali aperto tutta la notte nel South side, era nel bel mezzo del confine tra il territorio dei Serpents e quello dei Ghoulies, ma il fatto che fosse anche il punto di ritrovo della maggior parte di coloro che correvano clandestinamente aveva reso praticamente naturale il fiorire di una presenza sempre maggiore di Ghoulies.

Serpents e Ghoulies convivevano pacificamente finchè non si pestavano i piedi a vicenda, ma con alcool e droghe in circolo non era detto che quella sorta di tregua avrebbe retto per tutta la sera.

- Io voglio andarci, non facciamo mai nulla di nuovo – li appoggiò Hermione, toccando leggermente la mano di Fred e stringendola piano mentre lo guardava con intensità.

In quel preciso momento FP seppe che loro tre avevano vinto. Non c’era praticamente nulla che Fred fosse disposto a negare alla sua ragazza.

- D’accordo -, cedette con uno sbuffo rassegnato, - ma quando ci seppelliranno tutti e quattro esigo che nell’elogio funebre venga riportato che io ve lo avevo detto. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Isabelle si lasciò cullare dalla musica attorno a lei, chiudendo gli occhi e lasciando che il suo corpo seguisse spontaneamente ogni vibrazione dei bassi, che ondeggiasse perfettamente a tempo, vagamente consapevole di trovarsi in mezzo a una ressa di persone che perlopiù si agitavano come in preda a una crisi epilettica.

Un paio di mani decisamente maschili le sfiorarono i fianchi lasciati scoperti dal top che le arrivava sopra all’ombelico, spingendola ad aprire gli occhi e capire di chi si trattasse.

Di solito l’essere la figlia di Teschio, al secolo Kenneth Night, scoraggiava i più dal provarci con lei. Essere una Night era un po’ come appartenere alla famiglia reale tra i Ghoulies; la sua famiglia ne deteneva il comando da due generazioni e lei e suo fratello sarebbero stati con ogni probabilità la terza.

Si ritrovò davanti il cranio rasato di Shotgun, le iridi color acciaio del ragazzo e una decina di tatuaggi disseminati tra collo, clavicola e braccia.

Sapeva per esperienza che sotto ai vestiti ce ne erano molti di più.

- Sei sparita per tutta l’estate. –

- Ho avuto da fare – replicò, poggiando una mano sul petto muscoloso e allontanandolo con decisione in modo da poter mettere maggior distanza tra i loro corpi.

La loro relazione era stata altalenante per mesi finchè avevano rotto poco prima dell’inizio delle vacanze estive. Era stato allora che aveva colto al balzo l’offerta di suo fratello.

Lei, Malakai, Jason, Richard e Caesar erano partiti per una lunga vacanza passata tra le assolate spiagge della California e quelle paradisiache di Cancún.

Lì, lontana da Riverdale e dai Gohulies, era stato facile non pensare a tutto quello che era successo l’anno precedente.

La morte di sua zia, la famiglia alla deriva emotiva, i problemi con Shotgun.

Era tutto lontano anni luce.

- Ho pensato a quello che è successo tra di noi, Izzy. –

- Io no. –

Lo sguardo nei suoi occhi le fece capire che non le credeva e che avrebbe continuato a insistere finchè non gli avesse prestato attenzione.

Quella testardaggine le era sembrata attraente mesi prima, ma in quel momento era solo fastidiosa.

- Credo che le cose potrebbero andare diversamente se rimediassimo ai casini che abbiamo combinato. –

Stava giusto per rispondergli con una delle sue solite frecciatine quando Malakai e Jason si fecero largo tra i presenti e si sistemarono ai suoi fianchi come due bodyguard.

- Ci sono un paio di Serpents e dei tizi del north side – le annunciò Malakai, aggrottando la fronte mentre osservava Shotgun, - Qui va tutto bene? –

- A meraviglia. –

- Non l’ho chiesto a te. –

Roteò gli occhi al cielo, frapponendosi tra loro.

Quello non era decisamente il momento di scatenare una rissa.

- Va tutto bene, Kai. Dove sono i Serpents? –

Accennò con il capo verso il piazzale in cui erano parcheggiate le auto, tirate a lucido e in attesa di correre.

Li individuò all’istante.

Erano suoi compagni di scuola, FP Jones e Alice King.

Svicolò tra i Ghoulies presenti, che sembravano aver fiutato la loro presenza come facevano gli squali con il sangue.

C’era una tregua in corso, ma non avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che venisse rispettata.

Rivolse un sorriso appena accennato a Jamil, l’addetto alla security del Gato Negro, battendogli sulla spalla massiccia.

- Me ne occupo io. –

Lo vide annuire mentre tornava a voltarsi ed esaminare la pista in cui qualcuno continuava a ballare incurante di tutto e tutti.

Posò le iridi azzurro ghiaccio sul volto dalla mascella decisa e i tratti scolpiti del ragazzo che guidava quel gruppetto eterogeneo.

- Hai un desiderio di morte, Jones? –

- Il Gato Negro è terra neutrale. –

Emise una risata secca e beffarda. – Certo. Non credi che sappia cosa stai cercando di fare? Mossa pessima, tra l’altro. –

Le sorrise di rimando, con una sicurezza che in qualsiasi altro momento probabilmente le avrebbe mandato il sangue al cervello ma che comprendeva.

Non poteva mostrarsi debole.

I Ghoulies li avrebbero sbranati e digeriti in cinque minuti se si fossero accorti che avevano paura.

- Vogliamo solo passare una bella serata, nulla di più. Non cerchiamo problemi – assicurò.

- Ciò non significa che non potreste trovarli ugualmente. –

- Non abbiamo paura – intervenne Alice, lo sguardo risoluto e fiero.

- Buon per voi, ma siete morti che camminano. –

La vide voltarsi verso il ragazzo che aveva parlato, aggrottando la fronte, palesemente infastidita dal commento.

Dal canto suo era ben consapevole che con la presenza di suo fratello aumentava sensibilmente la probabilità che la tregua non venisse rotta.

Suo padre si sarebbe incazzato di brutto se avessero attirato lo sceriffo e i conseguenti problemi che portava con sé.

- Scusa? –

- Mi hai sentito benissimo. La tregua è incerta ed essere qui stasera è stupido. Cosa volete dimostrare, che non avete paura? Credete davvero che a qualcuno di quei ragazzi importi? No, si domandano solo se e quando potranno sgranocchiarvi per bene. –

- Noi non ce ne andiamo – ripetè Alice, incrociando le braccia al petto con risolutezza.

Richard alzò gli occhi al cielo, imprecando sottovoce e bofonchiando qualcosa sulle “ragazzine testarde con manie suicide”, dopodichè si voltò verso di lei.

- Sono tuoi compagni di scuola, perciò la responsabilità è tua. –

- Grazie tanto. –

Le fece l’occhiolino, tornando da Caesar e un gruppetto di ragazze ridacchianti che avevano decisamente bevuto troppo.

E così le toccava fare da babysitter a due Vipere e due figli di papà.

Fantastico, proprio un bel venerdì sera di merda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci qui con il primo capitolo vero e proprio. Spero che vi sia piaciuto e che vogliate lasciarmi una piccola recensione per farmi sapere se vi piace o fa proprio schifo Xd

Al prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

   
 
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