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Autore: ToraStrife    31/10/2017    2 recensioni
Quella volta in cui One Punch Man combatté contro Arale ... e perse!
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genos, Saitama
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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One Punch Man vs Popeye
One Punch Man contro Arale






"Ti sfido!"

Gli occhi perenemmente annoiati di Saitama brillano in quell'istante di genuino stupore.
Non che non fosse abituato alle sfide, anzi, era vero il contrario.
Non si aspettava, però, che quelle parole le avrebbe udite da una bambina di dieci anni, con due lenti di telescopio al posto degli occhiali.
E soprattutto, nel bel mezzo di un altro combattimento, uno di quelli che avrebbe fatto scappare chiunque altro nel raggio di chilometri.

Fu così preso in castagna che l'altra castagna, il suo pugno, sbagliò mira.
Fu così che Kongzilla, un temibile Kajiu di trenta metri, un lucertolone peloso che aveva deciso di sfogare sulla città la sua furia devastatrice, un mostro che si vantava di aver tenuto testa al più noto Godzilla per più di un minuto, non volò via, né venne sbriciolato come previsto.

Si limitò a balzellare su gamba tenendosi l'altra, il cui colpo "di striscio" aveva sgretolato tutte le ossa.
I suoi ruggiti preannuncianti vendetta mentre se la svignava in mare non vennero neppure ascoltati dall'eroe di classe B.

- Non credo di aver capito.

- Ti sfido! - Ripeté la bambina, alzando il braccino stretto a pugno.

- Fai davvero sul serio? - Ribatté Saitama, con tono apatico.

Prima che la conversazione potesse proseguire, davanti al pelato eroe si materializzò Genos.

- Sensei. - Annunciò il cyborg, con gli occhi puntati sulla straniera. - Questa bambina non è ciò che sembra.

Saitama sgranò gli occhi, senza capire. - E cosa dovrebbe essere, oltre che una bambina?

La domanda venne interrotta da un possente ruggito, che investì il terzetto.
Saitama sbuffò, girandosi, mentre col braccio sinistro teneva a bada il mantello sollevato dal vento.
Kongzilla aveva evidentemente finto di ritirarsi, per poi tentare la carta della sorpresa con un assalto alle spalle.
Le gigantesche fauci del kaijiu erano pronte a chiudersi senza pietà sul terzetto.
Tentativo inutile, Concluse l'eroe. Ma coinvolgere dei civili è da vigliacchi.

- Genos, porta via la bambina, io faccio in un attimo.  - Comandò, caricando il pugno risolutivo.

Ma prima che il colpo potesse partire, una figura lo anticipò superandolo con un balzo.

- Calcio volante! - Urlò la voce della bambina, mentre in volo e a piedi uniti, raggiungeva il mostro.

Nell'impatto, chi ebbe la peggio fu proprio il mostro, che volò via fin oltre l'orizzonte.

"Niente male."  Pensò Saitama.

Aveva ragione Genos: quella non era una normale bambina.

Nel frattempo, correndo, arrivò un uomo di mezz'età, con baffetti da sparviero e capelli cespugliosi.
Non appena ebbe modo di calmare il fiatone, il nuovo arrivato iniziò subito a rimproverare la bambina.

- Arale, non puoi correre sempre dove ti pare, potevi cadere e fargli male!

La bambina si limitò a ridere, senza mostrare alcun pentimento.
L'uomo avrebbe voluto continuare, quando si accorse dei presenti.
Tossì un paio di volte, per presentarsi.

- Scusate tutti, non fate caso a quanto successo. Io sono il Dottor Norimaki, il famoso inventore. - Concluse, in tono autoreferenziale.
Sorrise, soprattutto a sé stesso e alla sua geniale frase di presentazione, aspettandosi sguardi ammirati e complimenti.
L'espressione completamente indiffirente di Saitama gelò però le sue aspettative.

- Ok. Possiamo andare, allora.

One Punch Man fece per andarsene, ma Genos lo fermò.

- Un momento, sensei.  Forse a lei non dirà nulla, ma effettivamente la fama di Senbee Norimaki è nota anche al Dottor Kuseno.

La constatazione dipinse un sorriso di soddisfazione sul volto di Senbee.

Oh, finalmente qualcuno che ne capisce.

- Una volta me ne parlò lo stesso Dottore. - Spiegò il cyborg. - Lo definì "un uomo geniale e unico nella storia dell'umanità".

Senbee annuì, cercando di trattenere il sorrisone che gli stava spuntando.

- Mi ricordo che disse anche... - Continuò Genos. - "Peccato che perda tempo con invenzioni sciocche".

Norimaki cadde di faccia, contrariato. Arale rise. Saitama non pervenuto.

- Però il Dottor Kuseno specificò di un'eccezione, del capolavoro unico del dottor Norimaki. Vale a dire...

Un dito venne puntato verso la bambina con gli occhiali.

- ... Arale, la bambina robot.


Arale inclinò la testa, senza capire, poi tornò a ridere.


- Sensei, - Dichiarò Genos, mettendosi in posa da combattimento. - So che la sfida non è stata lanciata a me, ma la prego di lasciar combattere me.

- Ma... ma Arale non è un robot da combattimento! - Protestò Senbee.

- La prego, sensei. Qua c'è il gioco l'orgoglio di due scienziati, e delle loro creazioni. Per stabilire se è migliore il genio di Norimaki o Kuseno.

- Se è quello che vuoi. - Rispose Saitama con un'alzata di spalle. - Per questa volta sarò io a sgomberare il campo portando in salvo i civili.

Ignorando le proteste di Senbee, l'eroe caricò il professore di peso e con un balzo si levò dalla zona.

Arale e Genos rimasero soli sullo spiazzo desolato, circondati da scheletri di edifici e macerie spazzate dal vento.

- Ohiò? - La bambina squadrò il cyborg, con aria interrogativa.

Genos, sorrise. - Giochiamo alla lotta, bambina!

L'idea entusiasmò Arale. - Sì, sì, la lotta!

Entrambi scomparvero alla vista, a velocità supersonica.

Sì sentirono un paio di scontri, poi finalmente una figura si rese visibile, veloce come un proiettile, che andò a schiantarsi contro un muro fatiscente, distruggendolo.

Si materializzò anche Arale, illesa, mentre Genos si rialzava a fatica, scostando i grossi pezzi di muro.

- Interessante. - Constatò il cyborg. - Vediamo come te la cavi con le armi da fuoco.

L'eroe di classe S unì le braccia bioniche, e decine di portelli si aprirono, rivelando altrettante bocche da fuoco.

- Cannoni inceneritori!

Scie di laser si intrecciarono tra loro, per formare uno solo dal diamentro di almeno cinque metri, e venne sparato in un colpo solo, provocando un grosso solco lungo il tragitto.


Arale inspirò a pieni polmoni, e poi urlò. - Ncha!

Insieme all'urlo, dalla bocca della bambina si sprigionò un raggio laser gigantesco.

L'impatto dei due colpi provocò un'esplosione gigantesca che devastò il campo di battaglia.
Quando le fiamme si dissolsero, nel cratere formatosi, vi erano entrambi i contendenti, bruciacchiati, ma sostanzialmente illesi.

Saitama, intanto, con le braccia conserte, osservava affascinato l'incontro.

- Fondamentalmente, gli tiene testa colpo su colpo. - Le pupille si spostarono per un momento in direzione del professor Norimali. -  E' dunque questo, il potere dei personaggi comici?

- Eh? - Senbee lo guardò, stupito per quella improvvisa rottura del quarto muro. Poi ammise. - Sì, in effetti, noi siamo una serie comica.

- Beh, - Ribatté Saitama sorridendo. - Il fatto è che lo siamo anche noi.


Intanto, sul campo di battaglia, Genos cercava, invano, di calcolare eventuali strategie, con risultati fallimentari. Era così assorto che si accorse troppo tardi della bambina che lo fissava a venti centimetri di distanza.
Deglutì.

Che velocità! 

Con un balzo di librò in aria, sperando di distanziarsi dal nemico.
Invano, perché la bimba lo aveva imitato e prontamente raggiunto.
Sferrò allora un pugno, che scaraventò Arale contro il terreno.
Tuttavia, la ginoide era di nuovo partita alla carica, intercettandolo con una testata in volo.
Genos cadde rovinosamente, mentre la bambina atterrava leggiadra e ridente.
Il cyborg non si capacitava delle difficoltà che stava incontrando.
Armato della tecnologia più avanzata, non era tuttavia in grado neppure di impensierire un modello teoricamente obsoleto, e neppure da combattimento, come quello di Arale.
Ciò che davvero lo rammaricava, però, era la misera figura che stava facendo davanti al sensei.
Non che fosse la prima volta, ma questa volta erano in gioco anche il suo orgoglio di cyborg e la devozione nel genio del Dottor Kuseno.
Si pentì di essersi messo in mezzo ad una sfida che, con un po' di furbizia, avrebbe potuto tranquillamente evitare.

- Genos, stai sbagliando tutto!

Le orecchie dell'androide passarono quelle parole al cervello bio-elettronico, riconoscendo la voce di Saitama.
Si alzò sui gomiti, voltando la testa verso il suo mentore.

- Sensei!

- E' un personaggio comico! - Urlò intanto il pelato mantellato. - Agisci di conseguenza!

Genos si alzò in piedi. Ma certo!


Uno scompartimento sulla spalla si aprì, facendo uscire una scatolina colorata. Il biondino la raccolse, e poi la porse ad Arale.

- Aprila, è una sorpresa per te.

- Ohiò? - Arale assunse prima un'espressione interrogativa, poi realizzò e un gran sorriso le si dipinse sul volto. - E per me?

- Sì, - Ribatté Genos, mentre la bambina prendeva in mano la scatoletta. - Aspetta che mi allontani un attimo, e poi aprila, va bene?

Detto ciò, l'androide con un balzò si allontano di cento metri.

- Ora posso aprirla?

- Sì!

Arale usò una manina per sollevare il coperchio, quando si accorse di non riuscirvisi. Pacioccò per qualche minuto, inutilmente.
Al che Genos iniziò a innervosirsi.

- C'è qualche problema?

- E' incastrata! - Ribatté la piccola. - Non si apre.

- Come sarebbe a dire... - Genos saltò di nuovo e atterrò di fianco ad Arale. Le strappò seccato la scatoletta - Sei proprio una frana, si fa così!

E con nonchalance, girò il coperchio, che si tolse praticamente da solo. - Ecco, visto?

Gli occhi di Genos  scrutarono gli spessi occhiali di Arale, e si accorsero di stare rimirando il riflesso di un imbecille.
Perché si era ricordato troppo tardi che quella scatola non doveva aprirla lui, poiché nascondeva una testata al plutonio, con un innesco che aveva tolto giusto un attimo prima.

Un mini-fungo nucleare illuminò la zona, e quando l'ecatombe si chetò, Arale si risvegliò da sotto un cumulo di macerie, mentre Genos, o meglio, ciò che ne era rimasto, giaceva esanime sul terreno.

Saitama atterrò con un balzo di fianco a lui.

- Tutto bene, Genos?

- Sensei, l'ho delusa ancora. - Gemette la testa dell'androide, a cui era rimasto solo il torso e un braccio.

- Affatto, hai combattuto bene! Ma adesso è il mio turno.

Arale, intanto, si era ripresentata allegramente al cospetto dei due.

- Bene, bambina. - Annunciò Saitama, sistemandosi il guanto da cucina. - Sei ancora intenzionata a sfidarmi?

- Ti sfido! - Rispose Arale, con il pugno pronto.

L'eroe pelato sorrise. - Sappi però che il tempo degli scherzi è finito! Ora si fa sul serio!

Per tutta risposta, Arale batté il pugno a terra, creando un solco in tutto il pianeta.

- Molto interessante! - Ribatté Saitama, interessato. - Quale pugno sarà più potente, il tuo o il mio?

Genos poteva solo immaginare gli eventuali esiti di un così imponente scontro.
Chi sarebbe stato spazzato via? L'essere umano con la forza di un Dio, o un androide indistruttibile capace di tenere testa ai Sayan più duri?
Quell'unico scontro poteva anche rappresentare la fine del mondo, ma ne sarebbe valsa la pena, forse.
Era uno scontro di cui Genos si sentiva onorato ad assistere, anche se fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.

Un gong afono, un qualche segnale impercettibile, e i due contententi fecero partire il pugno all'unisono.

Saitama tese tutti i muscoli per concentrare le energie in quell'unico pugno, e poi scattò in avanti.
Qualcosa, però, lo fermò.
Aveva aperto gli occhi per un attimo,  e le pupille avevano percepito un particolare stonato.
Di riflesso, il cervello di Saitama inviò il segnale di "stop" ai muscoli.
Il pugno si fermò, improvviso così come era partito.
Il motivo non fu chiaro immediatamente a Genos, fino a che anche lui non guardò il braccio di Arale.
La sua manina, a differenza di Saitama, non era stretta a pugno, ma aperta e ben distesa.
Il pugno di Saitama e la mano di Arale rimasero così, l'uno di fronte all'altra, immobili.
Fino a che Arale non spalancò la bocca e urlò:

- Carta batte sasso! Ho vinto!

- Eh? - La tensione di Saitama svanì, lasciando il posto a una pigra incredulità.

- Quindi era questa la sfida? - Si chiese, mentre Arale saltellava in preda all'euforia.

- Ho vinto, ho vinto!

Saitama ascoltava le esultanze di Arale, studiando nel contempo il suo pugno. Ciò che lo preoccupava, in quel momento, era tutt'altro che una sconfitta a Morra Cinese.

- Strano, anche se l'ho fermato, il mio pugno avrebbe comunque dovuto...

Per tutta risposta, il corpo di Arale subì finalmente gli effetti dell'onda d'urto e dello spostamento d'aria dovuti al semplice movimento del braccio di Saitama.
Braccia e gambe si dispersero ai quattro venti, mentre il torace si frantumò.
Solo la testa rimase miracolosamente illesa, cadendo, con aria interrogativa, di fianco ai resti di Genos.

- Ohiò? - Si chiese Arale, senza ancora aver compreso.

- Non ti preoccupare, - La rassicurò Genos, con un sorriso di tenerezza. - Dopo un po' ci si abitua.

Il tutto mentre si avvicinava in fretta e furia un impanicato Dottor Norimaki, a metà tra la preoccupazione per Arale e la consapevolezza che avrebbe dovuto passare la settimana successiva a ricostruire quella pestifera bambina.




 

FINE









  
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