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Autore: Celtica    31/10/2017    11 recensioni
Halloween!AU!
“Qual è la cosa che più desideri al mondo? Fin dove saresti pronto ad arrivare pur di averla?”
C’è un nuovo negozio in paese. Vende proprio ciò che vorresti possedere. Ciò per cui faresti qualunque cosa. In cambio, però, ti chiede solo un piccolo “favore”… uno scherzetto innocente, giusto per ridere un po’.
Sansa, così come Sandor, si lascia ammaliare da certi oggetti… e dal proprietario: Petyr. Come il resto del paese. Tranne Jon, oh, non dimentichiamoci di Jon.
Partecipa alla challenge di Halloween (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo Facebook Il Giardino di Efp.
Si ispira al libro “Cose preziose.”
Dalla seconda parte:
"Sansa grida, ma nessun suono lascia le sue labbra.
Il suo corpo vibra come le corde di un’arpa, i suoi occhi urlano di terrore. Anche se li chiude continua a vedere il suo corpo senza vita, i capelli castani che ondeggiano nel vento."
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Petyr Baelish, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Lui, il Diavolo II parte
n


 

S

ansa grida, ma nessun suono lascia le sue labbra. Il suo corpo vibra come le corde di un’arpa, i suoi occhi urlano di terrore. Anche se li chiude continua a vedere il corpo senza vita di Loras, i suoi capelli castani che ondeggiano nel vento.
Sansa guarda Loras e Loras guarda in alto, lo sguardo puntato verso un cielo cupo che non può più vedere.

Frocio.
Una parola impressa sul muro. Una ciocca si scosta dal viso del ragazzo, e lei lo vede: una parola impressa sulla sua fronte.
Sandor beve dalla bottiglia, il liquido gli cola giù per la gola. Margaery grida, ha perso la ragione.

«Andiamo.»

La mano di Clegane scivola fino al suo polso, trascinandola dietro di lui.
Cercare di liberarsi è inutile. Eppure Sansa fa un tentativo, poi un altro. Il negozio di liquori è sempre più vicino.

«No… Per favore…»

Gli occhi chiamano aiuto. Chiunque… qualcuno intervenga, per favore…
Scorge una coda nera, il suo profilo mentre attraversa la strada. Jon. «Jon!» grida, ritrovando la voce.
Sandor aumenta la presa intorno al suo polso, fino a farle male.

«Jon! Jon, ti prego!»

Lui non risponde. Non la sente nemmeno.
Cammina deciso verso il negozio di Petyr Baelish, come se il paese intorno a lui non fosse impazzito. Come se fosse tutto normale.

“Dimmi chi è stato e avrai quel favore.”

L’insegna del negozio di liquori pende inclinata sopra le loro teste. La vetrina è distrutta.
Sandor non si spreca a inforcare la porta: spinge Sansa sui vetri ed entra dopo di lei.

«Basta…» Sansa piange, osserva i palmi delle mani insanguinati. Ha paura. Ha dolore. Ha il terrore di sentirne altro. Di vedere altro sangue. Di essere violata.

Gli scaffali sono vuoti, a parte le macchie di bagnato e i cristalli rotti. L’odore di alcol è così forte – così come quello di fiammiferi accesi – che Sansa teme un incendio. Un altro, oltre a quello scoppiato ai confini del paese.

La sua pelle brucia, lì dove si è tagliata, lì dove Sandor l’ha stretta. La sua mente va a fuoco, annebbiata dai fumi alcolici, da quell’odore intenso di cerini.
D’istinto si guarda intorno cercando una fiamma, senza trovarla.

Clegane beve un altro sorso – come se la bottiglia non finisse mai – si asciuga la bocca con la mano. Persino le sue scarpe sono sporche di vino… ma è nel suo sguardo che Sansa riconosce l’ubriachezza.
Non è in sé.

Prende un respiro profondo e chiude gli occhi. Cosa vuoi farmi, potrebbe chiedere. Lasciami andare, non lo dirò a nessuno.
Quando li riapre, Sandor è sempre a tre passi da lei. Ha le mani lungo i fianchi, ma i suoi occhi la stanno spogliando, l’hanno già buttata a terra, stanno abusando di lei.

“Dimmi quel nome e avrai quel favore.”

Sarebbe davvero capace di farlo?

“Sandor Clegane.”

I piedi di lui restano inchiodati dove sono, ma le dita corrono alla cintola. Sansa vorrebbe urlare.
Dovrebbe salvarla, non aggredirla… dovrebbe essere lui a entrare da quella vetrata distrutta e a portarla fuori da lì.

“Cosa vuoi che faccia?”

Anche lei porta una mano ai pantaloni. La infila in tasca. Rivede gli occhi di Petyr, il suo sorriso che si ferma alle labbra.
“Tieni.”
Sansa lo estrae lentamente dalla tasca, lo lascia scivolare nel palmo ferito. La sua pelle brucia più che mai.

«Cos’hai lì, ragazzina?»

Lei trema, deglutisce e sorride. Capovolge la mano, schiude le dita come il più bel fiore.
La scatolina più piccola del mondo è come un topo per un elefante. Gli occhi di Sandor si spalancano.

«Ferma.»

Sansa la apre, stacca un fiammifero e lo accende. Poi lo lascia cadere.

 n

 

I

l negozio è intatto. Sulla porta a vetri non c’è nemmeno un graffio.
Jon entra facendo suonare il campanellino. L’odore di zolfo è così forte da trapanargli il cervello. «C’è qualcuno?»
Fuori, i suoni del paese – di caos e violenza –– sembrano essersi attutiti.
Scosta la tenda e si affaccia alla vetrina. La libreria è chiusa. La gente corre per le strade, ma è come se qualcuno avesse messo il muto al televisore.

«Benvenuto.»

Jon si volta di scatto, trovandosi faccia a faccia con l’uomo di cui tutti parlano.
“Ha tutto ciò che desidero”, è l’ultima frase del giorno.

«Cosa posso fare per te?»

Jon Snow ci pensa. Abbassa lo sguardo e lo rialza. «Il paese è nel caos.»

«Il caos è una scala» dice. Stringe gli occhi e continua a sorridere. «Che cosa desideri?»

«Che tutto questo finisca.» Fa un passo avanti. «Che tu te ne vada.»
Petyr tira indietro la testa, stupito. «Così presto? Sono appena arrivato.»

«Ed è ora che tu riparta. Tu e i tuoi gi…»

Un’esplosione. Jon si ritrova impietrito davanti alla vetrina. Il negozio di liquori sta andando a fuoco.

«Sei stato tu» sussurra. «Prima era solo fumo lontano, ora anche il paese sta bruciando.»
«Io non mi sono mosso da qui. A parte quando ho portato dei bulbi a tua sorella…»

Sansa. Il giardino distrutto.
Jon lo afferra per il collo. «Sta’ lontano da mia sorella.»

«Non posso» risponde. Per la prima volta smette di sorridere. «Sandor Clegane l’ha trascinata nel negozio di liquori.»

Il calore lascia il suo viso. La rabbia scompare di colpo.
Jon sbianca e corre fuori, dove l’odore di zolfo è meno forte, dove il volume si è rialzato di colpo.

«Puoi ancora salvarla.»

Il mormorio alle sue spalle gli risuona in testa. Si colpisce le tempie e torna indietro. «Come?»
Un luccichio negli occhi. Petyr sembra felice della sua decisione.
Inclina la testa ed è come se il paese intero si fosse capovolto. Jon sente la terra tremare sotto i piedi.

«Sansa potrebbe uscire dal retro in qualunque momento… devi solo farmi un favore…»

In quel momento capisce tutto. Sa perché le strade puzzino di zolfo, perché la gente sia impazzita.
Conosce l’identità dell’uomo che ha di fronte.

«La rivuoi?»

Jon annuisce piano, lentamente, dando tempo all’altro di gustare la sua risposta.
La rivuole, ma non per sé, non per un suo capriccio o per semplice affetto.

«Voglio che Sansa viva.»

Ora gli occhi di Petyr sono due magneti gialli. Dev’essere la luce del giorno, il bagliore del fuoco.
Perché quella mattina erano verdi, Jon potrebbe giurarlo.

«Cosa sei disposto a fare per rivederla?»

Non mi interessa rivederla, pensa Jon. Voglio solo che viva.

«Qualunque cosa.»

n

 

I

l fuoco si arrampica sulla sua gamba bagnata di vino, facendolo urlare.
Lascia cadere la bottiglia e si copre il volto con le mani. A occhi chiusi si lancia verso quella che dovrebbe essere la strada.
Ma il suo corpo è in fiamme, i suoi abiti bruciano e la sua mente esplode.
Sansa Stark è ancora dentro. Sandor non sa che fine abbia fatto. Striscia sulla via, rotola su sé stesso cercando di spegnere il fuoco. È solo dolore. È solo paura. La sua più grande, immensa paura.

«Clegane!»

Jon Snow, il fratello bastardo di Sansa Stark, lo aiuta a estinguere le fiamme. Sandor sente la pelle scottare sotto i vestiti, toglie gli stivali carbonizzati e resta a terra. Jon Snow è su di lui.

«Cos’hai fatto a mia sorella?»

Una mossa, come scrollarsi di dosso un po’ di polvere, e Jon è steso al suo fianco.
Sandor si rimette in piedi, colpendolo con un calcio.

«Avrei dovuto prenderla in mezzo alla strada, invece di trascinarla qui… Ora avrei un bel ricordo a cui pensare.»

«L’hai bruciata viva!»

«No! È stata lei a bruciare tutto con quei suoi stramaledetti cerini!» Indica il negozio “Ditocorto” prima di afferrare Jon e lanciarlo dall’altra parte della strada. «La tua bella sorella… voleva uccidermi, quella cagna!»

Cozzano uno contro l’altro, ma Jon è più debole… è così facile avere la meglio su di lui. Poi Sandor lo vede estrarre un coltello.
Non ha paura delle lame. L’acciaio è freddo, non brucia come il fuoco, non può incenerire la sua carne.

«Avrei dovuto lasciarti bruciare…» mormora Jon Snow, il dorso della mano sulle labbra. «Ora riavrei mia sorella.»

È un istante. Sandor Clegane scorge l’etichetta del negozio attaccata al coltello, e capisce.
Da quello scontro non sopravvivrà. Non può sopravvivere.
Ma almeno porterà il bastardo con sé all’inferno.

«Cos’ha di speciale?» chiede, l’attimo prima della tempesta. Quando l’aria diventa elettrica e il mare si prepara a implodere. «Il tuo coltello. Avvelena? Uccide al primo colpo?»

Jon Snow sembra rattristarsi, come se non fosse ciò che vuole fare, ma ciò che deve.

«Brucia ciò che tocca.»

E l’attimo dopo sono uno sull’altro.

n

Apri gli occhi.”
Una voce risuona nella sua mente. Un suono che ha già sentito. Sansa Stark ha già fatto quel sogno, quello in cui non vede nulla. Sente solo quella frase, ripetuta e ripetuta. Si sforza di tenerli aperti, si sforza di mettere a fuoco, ma c’è solo buio.
«Apri gli occhi.»
Stavolta la voce è reale. Quando solleva le palpebre è avvolta dalle fiamme. Non c’è nessuno con lei.
Il calore si fa intenso, come se prima non fosse stata in grado di percepirlo. Ha solo paura.

«Voltati e raggiungi la porta sul retro.»
Sansa obbedisce. Gira su sé stessa, quasi non si accorge di essere ignorata dal fuoco.

Non sto bruciando. Dev’essere un sogno.

Incespica nei vetri rotti senza tagliarsi. Poi la vede: l’uscita è vicina, proprio davanti ai suoi occhi. Deve solo afferrare il pomello e ruotarlo.
Le fiamme non la toccano, eppure, quando Sansa appoggia la mano sull’impugnatura della porta, la sua pelle arde come un fiammifero. Grida, grida e spinge, grida e ruota la maniglia, lanciandosi fuori.
Il suo palmo è rosso, pulsante, e ha incise le iniziali di chi ha fabbricato la porta: P. B.

«No…» Piange, si afferra il polso e osserva la mano.

Il paese è caos, pazzia, violenza. Fuochi che divampano ovunque. Il cielo è diventato solo una nube nera di fumo.
Che è successo qui…?

«Sansa.» La voce del sogno. «Vieni con me. Dobbiamo lasciare questo posto.»

Sansa cammina per la via, aggira un palazzo e si ritrova davanti all’unico negozio ancora intatto: “Ditocorto.”
Entra, ha bisogno di un rifugio.

«Sansa.» Petyr Baelish la sta studiando. «Andiamo. Vieni.»

Le porge la mano. Un gesto insignificante… eppure Sansa lo vede per quello che è. Il paese è nel caos, la gente è impazzita, la sua famiglia probabilmente morta.
Il suo giardino non c’è più.

«Sei… sei stato tu.»

Non è una domanda. Petyr lo sa. Sorride.

«Cosa vuoi?» Sansa inclina la testa. Solo un pazzo si fiderebbe di quell’uomo.

Glielo legge negli occhi. L’odore di fiammiferi non è più così fastidioso. È quasi piacevole. Ora sa cosa vuole, sente quella risposta nascere dentro di sé e, istintivamente, porta le dita sopra il ventre.
Sansa allunga la mano, stringe la sua. Annuisce e lo segue fuori.
In mezzo alla strada, più avanti, i suoi occhi si posano sui corpi senza vita di Sandor e Jon.

«Stai bene?»

Lei non risponde. Dopo aver perso il suo giardino – i suoi fiori – è pronta a perdere ogni cosa.
Fa un cenno di assenso e si aggrappa a Petyr. Non ha più niente da desiderare, niente da chiedere.
Va con lui.

n

Note dell’autrice:

La tentazione di trasformare questa storia in una long è forte.
I personaggi mi sono sembrati perfetti per questo ruolo – tutti, persino quella santarellina di Sansa! – specie il mio am… (ehm, amico, la parola che cerco è amico!) Petyr Baelish.
Jon, cavaliere senza macchia e senza paura, mi è sembrato adeguato per la parte. Il Diavolo sarebbe disposto a tutto pur di avere la sua anima!
Ci sono tre cose che non ho detto, ma che si dovrebbero intuire: i due favori di Sansa (quello della prima parte e quello della seconda), il favore di Jon… e ciò che Petyr vuole. Se non dovesse essere chiaro, sono prontissima a rispondere a qualunque domanda.
Fatemi sapere cosa ne pensate… Grazie a chi leggerà!

Celtica

   
 
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