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Autore: BloodyHalfMoon    01/11/2017    0 recensioni
Raccolta di storie One Shot su di un tema che da sempre mi affascina.
Il mondo del sovrannaturale, nelle sue sfaccettature più vicine al nostro umano.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non accadeva spesso, che ci si potesse incontrare.
Non eravamo soliti scriverci, non avevamo mai intessuto promesse tra di noi. Mai ci eravamo giurati nè l'eternità, nè alcun tipo di lealtà esclusiva. Non c'erano mai stati appuntamenti.
Eppure, non erano mai passate più di due estati senza che il destino ci facesse reincontrare.

Un filo rosso ci legava, costringendoci ad inseguirci e fuggire, in una danza distorta nel tempo e nello spazio.
Abitavo in quel paese da più di sette cicli lunari. Non lo vedevo ormai da più del doppio.
Non ero solita fermarmi tanto a lungo da qualche parte, ma l'estate così fresca e asciutta di quelle terre mi aveva convinta a restare. Avevo preso ad avere delle abitudini, avevo conosciuto persone cordiali e destato l'interesse di più di un giovane. Che fossero arrivati alla mia porta, offrendo ingenui fiori e una vita felice, era il segno ormai che avevo fatto il mio tempo in quel luogo.

Eppure non mi sentivo davvero pronta a partire.


Mi svegliai nel cuore di una limpida notte di luna crescente, sapendo, sentendo, che lui era lì.

Lo avvertivo avvicinarsi, ignaro della mia presenza. Il brivido caldo che si diffuse in me, dalla consapevolezza che ci eravamo ancora una volta, ritrovati, mi tenne sveglia tutta la notte, sotto quel freddo pezzo di luna. Ero stata attenta, precisa, controllata. Non avvo lasciato attorno a me alcuna traccia che potesse allarmare, che mi tradisse. E non avevo percepito alcuno che potesse destare il suo interesse. La sua presenza risultava essere lo scherzo di un fato sempre più segnato.

Come altre volte, lasciai segni che lo conducessero a me. Avevo ormai deciso di lasciare quel luogo da tempo, non mi curavo pià di mantenere una certa moderazione. Non ce n'era più bisogno, ormai.

 

Intuii immediatamente che aveva iniziato la caccia, stavolta con un'aggressività ed una ferocia maggiori. Eravamo forse giunti ai nostri giochi finali.

Ancora una volta, versò il mio sange ed io assaggiai il suo. Alla resa dei conti, capii che, sebbene fosse quello di sempre, niente era più lo stesso. Ed un impeto di rabbia mi condusse ad avere la meglio, a schiacciarlo tra il peso furente delle mie domande e il fragile sostegno delle sue verità. La rabbia con cui lo attaccai mi aveva reso sorda alle parole del mio timore.
Una donna. Una donna vera, un cucciolo, davvero il suo. Ero stata cieca e troppo sognante.
Non mi ero accorta dell'altra presenza, adesso così netta da infastidirmi i sensi. Il figlio che non gli avrei potuto mai dare. L'affetto e la stabilità che ero incapace di condividere. Tutto ciò che non poteva avere da me, lo aveva ottenuto da qualcun'altra.
Del resto, non c'erano promesse, vincoli o legami che ci tenessero l'uno al fianco dell'altra e la mia era una natura troppo differente dalla sua.

Fremeva per me tanto quanto io per lui, nel dolore dell'addio ancora di più.
Ci consegnammo l'una all'altro sotto la luce della luna, nell'unico modo in cui eravamo in grado di stare insieme.
Ed alla fine lo salutai. Sapevo che l'avrei incontrato ancora, perchè così era deciso nel destino. Ma se fosse successo, sarebbe stato tutto cambiato.
Avrebbe versato il mio sangue ed io avrei assaggiato il suo, un'ultima volta.

   
 
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