Videogiochi > Mario Bros
Ricorda la storia  |      
Autore: Starlow632    01/11/2017    2 recensioni
Il Conte Cenere ha concesso una giornata di svago ai suoi fedelissimi sgherri e organizzerà una competizione basata su chi raccoglie più dolci in una gara "Dolcetto-Scherzetto". "Cosa mai potrebbe andare storto?" Cit.
Genere: Angst, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conte Cenere/Blumière, Dimensio, Mimi, Mr. L, Pugnazzo
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Disastro Halloweeniano

Era sorta l’alba a Castel Cenere, ma non l’alba di un giorno qualunque, ma…esatto, belle persone, proprio la data precedente a quella che troverete scritta in alto a sinistra leggendo questa cosa.

Dimensio, Pugnazzo, Mimì e Mr. L sono andati incontro a mesi di duro lavoro. Certamente si impegnavano moltissimo (sotto l’attenta giurisdizione di Nastasia) non solo negli allenamenti ma anche nelle faccende domestiche, tra le quali: fare finta di lavare le tazze dei gabinetti del castello, “spolverare” i mobili passandoci sopra solamente uno strofinaccio bagnato, ma soprattutto spazzare (per dire) per terra con una scopa di paglia vecchio modello.

“’Oggi è il giorno della festa di tradizione umana in cui ci si diverte travestendosi da mostri spaventosi, decorando la casa con zucche e pipistrelli neri di carta, ma soprattutto disturbando i propri vicini casa chiedendo loro caramelle e dolciumi vari, con la minaccia di buttare uova e farina sul tappeto dell’ingresso’, realizza il Conte Cenere.”
“Ritengo sia cosa opportuna concedere ai miei fedelissimi sgherri una meritata giornata di riposo e svago come ricompensa delle loro affatiche!”

Dopo questo lungo soliloquio, il Conte si diresse verso il dormitorio di Nastasia, la quale era già fuori nel corridoio, attenta all’ascolto di qualunque ordine le avrebbe dato il suo capo.
“’Nastasia, va’ a svegliare gli altri miei sgherri’, ordinò il Conte Cenere.”
La segretaria, neanche terminata la frase, si era già avviata nei dormitori dei quattro dormiglioni che, se non fosse per lei, dormirebbero ogni giorno fino a mezzogiorno.

Dopo varie bestemmie da parte di questi ultimi e dopo la solita quasi commestibile colazione preparata dai koopa ipnotizzati da Nastasia, tutti quanti si avviano verso la sala delle runioni, dove il Conte li attende per una “riunione speciale”.
“Ma che ‘vole er Conte che ce sveja de prima mattina? Ho bisogno de’ dormì se no i bicipiti se ne vanno a quer paese agli allenamenti!” Gridò Pugnazzo con un briciolo di curiosità nella voce.
“Forse finalmente il Conte ha capito che mi servono dei nuovi vestiti!” Ribattè Mimì.
“AHAHAHHA, per quanto mi piaccia che voi vi aggrovigliate come un cane e una vipera che si sbranano a vicenda per comprendere gli astrusi disegni del Conte, penso che ci abbia convocati per una ragione ben precisa, ossia leggere un nuovo passo del Profeticus Tenebrae per portare avanti l’obliterazione di ogni mondo HAHAHAHAHAHH” Interruppe Dimensio ridendo sguaiatamente con lo sguardo incerto e spaventato degli altri tre.
“Oh, statti zitto, giullare idiota, che a furia di sorbirmi ogni giorno quella tua risata del cavolo avrò presto bisogno di Amplifon!!” Urlò in tutta risposta Mr. L.
“Oh oh oh, noto con immenso piacere che anche il nostro meccanico di famiglia è tra noi, e sempre dolce e rispettoso quanto mille spine sulle parti basse, devo dire HAHAHAHAHHAHA-”
“Ma wow, anche il nostro giullare da manicomio si alza alle sei della mattina giusto per rompere le ‘parti basse’, devo ammettere.”
“AMMAPPA OH, BASTA, AVETE ROTTO I’ CONJONI, PIANTATELA!” Con questo, Pugnazzo fermò la solita litigata mattutina, giusto alla soglia della porta della sala delle riunioni.
 
“’Miei fedelissimi sgherri, accomodatevi alle vostre postazioni, ho un annuncio importante da farvi!’
AGLI ORDINI! VIVA CENERE!” Gridarono i quattro sgherri appena entrati.
Dopodichè, questi ultimi si teletrasportarono istantaneamente alle proprie postazioni.
“’Nessuno manca all’appello?’ Chiese il Conte Cenere.”
“A meno che la mia matematica sia fallacea, mio caro Conte, tutti i suoi fedeli sgherri sono qui presenti. E anch’io.” Quest’ultima affermazione del giullare fu praticamente inudibile.
“Eccellente!” Rispose lo spettro, approvando l’affermazione del mago.
“BEH, CONTE, PERCHE’ C’HA CHIAMATI? DEVO ANNA’ A PRENDE’ A PUGNAZZATE QUALCUNO?”
“O per dare agli eroi l’assaggio delle nuove funzioni del mio Frabot?”
“Oppure, finalmente il Conte mi ha ricaricato la carta prepagata?”

Silenzio!” Nastasia cercava di farsi strada tra quell’intruglio di voci per riportare l’ordine.

“Niente di tutto questo, miei adorati sgherri! Osservando la vostra condotta e il vostro duro lavoro, il Conte Cenere ha deciso di concedervi un giorno di svago! Sapete, in molti mondi, viene festeggiata questa festa di tradizione umana chiamata ‘Halloween’, nella quale coloro che festeggiano si travestono da mostri terrificanti e vanno in giro per vari appartamenti a chiedere dolci con la minaccia di fare uno scherzo, che in genere consiste nel gettare uova e farina sui loro portoni. Il Conte Cenere quindi vi chiede di scegliere o crearvi un costume, e quando sarete pronti, vi provvederò dei sacchetti nel quale raccogliere i dolciumi e vi teletrasporterò nella meta da me scelta.”

A questo discorso, gli sgherri reagirono esultando e saltellando sulle loro postazioni.

“Io me sa che me metto er mio vecchio armamento da guera! Fa così paura che i pischelli che me vedranno se cacheranno addosso!”
“Io mi travestirò da mummia ritagliando delle strisce dai miei vecchi vestiti!! Tanto so che poi il mio Conte tesoruccio me ne comprerà altri, hihi!!”
“Io penso di indossare una mia vecchia divisa che utilizzavo per le occasioni speciali e per intrattenere gli adulti vogliosi come dei leoni in cerca disperata di un partner, nelle serate apposite…ahahah”
“Hey, che vuoi dire? Facevi i porno, un tempo?” Intervenne Mimì con una certa…malsana curiosità.
“Ma no, mia cara, chi ha mai parlato di tale attività barbara…intendevo di certo spettacoli “piccanti” in seconda serata, HAHAHAHAHA. Perché ti vedo così curiosa, mia cara Mimì?”
“Che hai capito? Non sono affatto curiosa! Ho sempre saputo che fossi un gran pervertito sotto sotto, e oggi so su cosa ti potrò prendere in giro in futuro!” Rispose la mutante con un leggero rossore sul volto verdastro che faceva molto contrasto.
Il giullare notò il suo imbarazzo e ridacchiò.
“Io invece, non ho bisogno di alcun travestimento!” Intervenne improvvisamente il meccanico.
“Hai ragione, la tua bruttezza fa già paura di suo, HAHAHAHA!” Rispose Dimensio con la sua classica nota di sarcasmo.
“L’unica cosa che farà paura tra cinque minuti sarà la tua faccia dopo che ti avrò pestato a sangue!”

Ma non è tutto, miei cari sgherri!” Lo spettro intervenne giusto in tempo per placare gli animi.
A quest’affermazione, la stanza piombò in un silenzio tombale, adatto per l’annuncio.
“A chi raccoglierà più dolci...” Vi fu un momento di suspence “…Potrà ricevere qualsiasi cosa vorrà da me, il Conte Cenere! Il vostro desiderio sarà esaudito!”
“Una scorta di gemme e vestiti di lusso!”
“Dei materiali pregiati di costruzione per le funzioni aggiuntive di Frabot!”
“ ’Na palestra personale pe’ me!”
“Una consulenza privata col Conte per discutere sul Profeticus!”
“Una promessa per ognuno di voi, vedo! Orsù, adesso, andate a prepararvi, avete un’ora di tempo, Ble eh eh eh eh…”
A quest’ultimo intervento di Cenere, gli sgherri si ritirarono ognuno nelle proprie stanze per prepararsi, eccetto Nastasia. Lei, considerava tutta questa cosa una sciocchezza e voleva restare focalizzata sulle sue attività amministrative.
“E tu, Nastasia, non ti prepari?”
“No, Conte, non intendo partecipare, ho ancora tante mansioni da svolgere e tanti ribelli da stanare!”
“Ma Nastasia, apprezzo la tua dedizione e professionalità, ma anche tu hai bisogno dei tuoi momenti di svago!”
“Non importa Conte, già la sua sola presenza mi allieta ogni giorno ed è sufficiente per me” Detto ciò, la segretaria si allontanò per i corridoi.
“Come preferisci, Nastasia…” Sussurra il Conte.
 
Dopo circa un’ora, gli sgherri, ormai addobbati, si ripresentano alla sala delle riunioni.
Pugnazzo era rivestito da una corazza e dei gambali di metallo lucidato con un elmo tozzo sul capo e una lancia in mano. Mimì era completamente rivestita da brandelli di vari vestiti di vari colori (avrebbero potuto facilmente scambiarla per Arlecchino) con soli gli occhi, la bocca e il naso scoperti. Dimensio, più che incutere timore, era parecchio elegante e sensuale: indossava una divisa da giullare simile alla sua solita, ma questa volta alternando i colori nero e rosso ed era anche più attillata del normale e metteva in risalto le sue forme. Senza che nessuno lo notasse, la mutante non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Mr. L, invece, non si era affatto travestito ma era semplicemente all’interno del suo robot. A tale vista, Dimensio ridacchiò, ma il meccanico era troppo in alto per notare la sua espressione.

“Vedo che siete infine pronti, miei adorati sgherri! Ora, avvicinatevi che vi porgerò i sacchetti dentro i quali contenere i dolci. Ho avuto l’accortezza di etichettarli con i vostri nomi, cosicchè non siano effettuati scambi.”
Dopo la consegna dei sacchetti, il Conte fa avvicinare a sé i suoi fedeli servitori e li teletrasporta verso la loro meta.

La meta consisteva in un insieme di ville in quella che sembrava una colonia di umani di notte. Ognuna delle ville era ornata da zucche incavate formando facce inquietanti, striscioni con disegnati pipistrelli e creature spettrali. Nonostante ciò, si respirava un’aria di…allegria, adatta per la “competizione” tra gli sgherri.

“Ecco le case in cui dovrete recarvi per attingere dolci e caramelle attraverso la formula verbale: ‘Dolcetto o Scherzetto’! Allo scadere di due ore di tempo, dovrete tornare esattamente in questo punto. Io resterò qua ad aspettarvi! Detto ciò, ‘PARTITE’! Disse il Conte Cenere!”

Al suo segnale, gli sgherri si dileguarono in cerca delle prime case da bussare. Mimì si precipitò alla prima villa più vicina e bussò delicatamente. Una signora umana esile, bionda e dai lineamenti dolci, aprì la porta e Mimì esclamò: “Dolcetto o Scherzetto?”. Con ciò, la donna si aggrottì e rispose con tono dispiaciuto: “Mi dispiace, ho finito le caramelle in casa…” e chiuse il portone. La mutante, ovviamente, ci rimase male, ma volle rimanere determinata e si diresse verso la casa adiacente.

Intanto, Pugnazzo bussò alla porta di una villa particolarmente eccentrica e colorata con varie decorazioni e piante. Dalla porta sopraggiunse un uomo di alta statura, con una barba nera folta e ben curata e un vestito eccentrico quasi quanto la casa. Pugnazzo sussurrò tra sé e sé: “Me pare frocio questo, oh!” “Cosa hai detto?” “Nente, nente de che, se calmi. C’hai delle caramelle da damme?” Pugnazzo non fece in tempo a finire la frase che l’uomo gli chiuse la porta in faccia e, una volta dentro casa, l’uomo esclamò: “Che dementi insensibili questi giovani di oggi!”

Mr. L, riteneva inutile sprecare fiato a parlare ad ogni essere vivente in quelle case, in quanto aveva appena adocchiato un negozio di dolci e caramelle chiuso qualche isolato più in là e…considerando le abilità del suo Frabot, gli venne un’idea poco ortodossa. E se…

Nel frattempo, Dimensio si diresse ad un primo appartamento e vi bussò. Sopraggiunse un bambino che dall’aspetto non avrebbe potuto avere più di dieci anni. Quest’ultimo, alla vista di Dimensio, scoppiò a piangere (probabilmente soffriva di coulrofobia) e ad urlare con la sua voce stridula: “TI SCONGIURO, NON FARMI DEL MALE! TI DARO’ TUTTE LE CARAMELLE CHE VUOI, TE LO PROMETTO!” Detto questo, il bambino, rientrò in casa e, dopo mezzo minuto, si ripresentò da Dimensio con quello che poteva sembrare almeno mezzo chilo di cioccolatini e caramelle. Le buttò sul tappeto e chiuse la porta di soppiatto. Il giullare esternò una risata iseterica, ha sempre adorato incutere timore ai bambini col solo sguardo. Però ciò non gli bastava, voleva…divertirsi di più…così era troppo semplice.

Intanto, Pugnazzo, stava andando parecchio bene. Era riuscito a collezionare un bel po’ di dolciumi, il suo sacco era quasi pieno, il suo volto soddisfatto. Nonostante ciò voleva continuare ad aumentare il suo margine di vantaggio rispetto agli altri sgherri e continuò con la sua attività.
Per Mimì, invece, le cose non stavano andando altrettanto alla grande. Aveva bussato quasi ad una decina di portoni, e aveva solo racimolato tre o quattro caramelle. La mutante cominciò ad infuriarsi: “Questi umani pensando di prendersi gioco di me, eh? Non posso permettere che loro mi neghino il premio che MI appartiene! Ora si gioca a modo mio! MIMIMIMIMIMIMIMIMI” Con questo, si sentì un forte crack proveniente dal collo della mutante e da lì incominciò il terrore.

Passando invece a Mr. L, attivando i missili del suo Frabot, aveva praticamente distrutto i vetri del negozio e riempito il suo contenitore di dolci di varia natura caduti per terra. Se non che, dopo pochi secondi scattò l’allarme di sicurezza, e delle macchine della polizia cominciarono a dirigersi sul luogo del misfatto.

“CAZZO!!” Urlò Mr. L e cominciò a correre per sfuggire agli sbirri. Dimensio lo guardò con sufficienza con la coda dell’occhio e scosse la testa, “Che imbecille!”, disse il mago bussando alla prossima casa. Ad aprire vi fu una donna mora, abbastanza esile che con voce dolce esclamò “Chi sarebbe lei?” “La tua morte!” Rispose il giullare sgozzandola con un attacco magico per poi farla esplodere in una delle sue scatole esplosive. Dimensio, col suo viso bianco e nero macchiato di sangue e soddisfatto del suo operato, cominciò a ridere di gusto, raccogliendo del sangue della povera donna e macchiandosi il vestito con esso.

La situazione stava degenerando: Mr. L, si era appena accorto di essere scappato senza il suo adorato Frabot ed era deciso a tornare indietro per riprenderselo, Mimì stava mietendo numerosi omicidi (e infarti), e sempre più persone, alla vista della terrificante creatura, si affrettarono a contattare la polizia e i carabinieri. Dimensio era diventato il Jack lo Squartatore del quartiere, e Pugnazzo, intanto, si godeva il bottino raccolto onestamente.
Mr. L riuscì infine a raggiungere il suo fratello meccanico ed uccidere gli sbirri a suon di missili e baffi boomerang. Putroppo per lui, però, degli elicotteri e altre autovetture stavano avanzando verso di lui e la situazione stava diventando ingestibile. In soccorso, arrivò la mutante che provò a sferrare diversi attacchi per buttare giù tutta quella folla poliziesca. Pugnazzo si ritirò dal Conte, ormai conscio di aver fatto il possibile.
Mancava solo mezz’ora.

Il giullare spietato continuava a collezionare omicidi sfoggiando comportamenti da psicopatico con il sangue delle vittime: dapprima lo cospargeva sui vestiti, poi sul volto e infine se lo BEVEVA, il tutto adornato da una risata che, ad ogni assassinio, diventava sempre più sguaiata e quasi…animalesca. Le sue urla e risate di piacere avrebbero dato incubi per anni a qualsiasi umano.

Dopo aver fatto fuori praticamente mezza città, Dimensio si sentì infine soddisfatto delle sue gloriose gesta e si ritirò dal Conte. Quest’ultimo, alla vista di tutto quel sangue si inorridì, “’Dimensio, cos’è tutto quel sangue?’ Il Conte Cenere richiede spiegazioni.” “Mio caro Conte, perché mai avrei scelto di indossare questo vestito color sangue se no?  Volevo essere in tema. HAHAHAHAAHAH. Inoltre lei aveva ben detto che dovevamo assumere le sembianze di un mostro pauroso…quindi lascia che le dica una cosa. Non c’è bisogno di alcun travestimento per essere un mostro e non c’è assolutamente nulla di male nell’aver tralasciato la parte del DOLCETTO e preferito quella dello SCHERZETTO, vero mio Conte? AHAHAHAHHHA.”
“Inoltre vorrei informarla che la cara mutante e quella sottospecie di essere intelligente stanno avendo qualche piccolo problema con le autorità poliziesche di questa dimensione e stanno venendo da te. Direi che ti converrebbe teletrasportarci tutti al castello prima che vengano acciuffati come dei tacchini dati in pasto agli americani nel giorno del Ringraziamento.”

Detto questo, appena i due fuggitivi accorsero dal loro padrone, lo Spettro li teletrasportò tutti al castello.
“DOVE SONO QUELLE CREATURE?” Un membro del corpo della polizia gridò mentre gli altri si guardarono intorno e realizzarono che i due erano spariti senza lasciar traccia.
 
Intanto…a Castel Cenere.
 

“LA VOSTRA CONDOTTA E’ STATA INACCETTABILE, IMPERDONABILE, DISGUSTOSA-“
“Adorabile questo climax ascendente, mio Conte HAHAHAHAHAHHAH”
“SILENZIO, DIMENSIO, TU NON SEI DA MENO! AVETE LA PIU’ PALLIDA IDEA DI QUELLO CHE SAREBBE SUCCESSO SE VI AVESSERO PRESO? SIETE VERAMENTE COSI’ INCOSCIENTI?”
La mutante e il meccanico rimasero in silenzio, non erano in posizione di difendersi. In tutto questo, Dimensio ridacchiava silenziosamente e Pugnazzo sembrava inerme.
“SAPETE UNA COSA? NIENTE PIU’ RICOMPENSA! MANGIATEVI PURE I DOLCI CHE AVETE RACCOLTO! NON LI VOGLIO NEANCHE CONTARE!”
Terminato il discorso in questo modo, il Conte si ritirò nella sua camera da letto e gli altri sgherri, col muso lungo, eccetto Dimensio, si avviarono anch’essi a coricarsi. Dopo un po’ di tempo, quando tutti si allontanarono, il giullare sfoggiò un sorriso molto maligno e bisbiglio a se stesso: “Non importa che non sia riuscito ad avere la mia discussione sul Profeticus, mio caro Conte. Il mio piano è già pronto, e presto, nonostante tutto, sia lei, sia gli altri sgherri che gli eroi, non avrete più valore per me; giacchè alla fine, ognuno di voi soffrirà dello stesso identico e crudele destino. HAHAAHAHAHAAHAH CIAO.”

ANGOLO DELL'AUTRICE

Ho concepito questa fanfiction originale. LA MIA PRIMA FANFICTION ORIGINALE. Ci rendiamo conto? Please, be gentle.
Ah, oggi è il compleanno di FWTBT. Andate a farle una visita.
Ciao
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: Starlow632