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Autore: tyelemmaiwe    01/11/2017    3 recensioni
Dopo la partenza di Tilion con l’ultimo fiore di Telperion, è il momento anche per Arien di prendere il suo posto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arien, Eönwë
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sorgere


Si era immaginata di galleggiare senza peso, di ondeggiare come aveva visto fare alle navi dei Calaquendi Marinai.

Ma ciò che sente quando il suo vascello dorato si stacca dalle cime dei monti è tutt’altro.


L’aria l’attraversa, la pervade, ed è azzurra.

Non nera e punteggiata dagli scintillii caldi e freddi delle stelle della Regina, ma azzurra, azzurra e infinita.


La luce contenuta nel frutto si espande nel suo guscio e qualcos’altro la circonda.

È calore, un calore ruggente.


Lei si immerge in quella luce e la sente attorno a sé, sopra di sé, la sente quasi riempirle lo spirito.


L’azzurro aumenta, sempre più intenso, più luminoso. Ha sfumature dorate, quasi fosse pieno della rugiada che scendeva dal suo Albero d’Oro.


Pioggia, la chiamavano, ma non era certo pioggia, quella!

Erano gocce di puro fulgore, che sfrigolavano liquide, che arroventavano l’aria pur essendo rugiada. Opposti come quell’azzurro caldo.


Quando raggiunge il punto più alto del cielo si riscuote, e ferma la nave.


Sotto di lei il calore non scende come facevano le gocce dell’Albero d’Oro. Si posa, leggero come nuvole e inarrestabile come onde. È lieve, appena una brezza, un timido brontolio.


Sulla terra è tutto avvolto nel grigio, troppo scuro.

C’è tanto che può schiarire, illuminare, o scacciare.


Vuole quel bagliore ovunque, quelle onde d’aria rovente capaci di sciogliere i ghiacci e destare i colori come hanno destato l’azzurro.


Le pare quasi di sentire il fruscio dell’erba che si allunga, avida di calore: è verdissima, il verde fresco e scuro che si intensifica, si schiarisce. Lentamente quel tocco di oro si stempera, la luce attorno a lei avvampa ancora di più e le mostra pienamente il verde, lucido, scintillante.


Ogni colore esplode, e rimanda la sua tonalità di calore.

L’azzurro ora le sembra fresco, se paragonato al rosso, più scuro ma rovente, all’arancio che le ricorda il fuoco, al giallo che sembra oro non ancora maturo.


Inizia a guidare il suo vascello in quell’aria nuova, inseguendo tutte le sfumature, tutte quelle onde che le ritornano indietro dalla terra lontana.


Scova tutte le mescolanze che creano quei colori, e che, nell’oro e nell’argento, non erano così belle e intense. Sono perfette più ancora della mescolanza dei Due Alberi, perché qualcosa di totalmente nuovo, diverso, come figlie dei colori che le hanno generate.


Il bianco contiene ogni sfumatura, la trasparenza dell’acqua le riflette.


Le montagne si scaldano e sembrano avvampare, come in saluto.

Non aveva mai pensato alle rocce come portatrici di calore! E invece lo vogliono, avide, se ne riempiono, vibrano come fossero vive, e intanto ciò che era assopito cresce, fa cadere semi ovunque.


Anche l’acqua si scalda, ma è troppo indomabile per lei. Non trattiene il suo calore, solo quanto le basta.

È troppo diversa da lei.


Lei conosce queste forze. Ha voluto gettare via la sua forma concreta per questo.


Amava l’Albero d’Oro, ma ancora più della sua vita di albero, amava le sue rugiade. L’unica sua parte non imbrigliata da una forma, che toccava ogni cosa e sembrava poter scorrere ovunque.


E solo lei ne godeva, amava sentirla su di sé, e vederla gocciolare dai suoi capelli.

Aveva accettato con gioia di poter essere la sola a occuparsene.


Le piaceva stare sola, da sempre.


“Potevi essere la mia regina!”


Le parole del maledetto Nemico le tornano alla mente.

Lui pensava di stuzzicarla, di attirarla con le sue promesse di fuoco, di una forma di pura fiamma.


Sciocco!

Sciocco, e ignorante.


Lui non conosceva ciò di cui parlava.

Lei vuole il calore attorno a sé, attraverso di sé, ma non a quel prezzo. Non al prezzo di convertirlo in fuoco.


Il fuoco è concreto, troppo concreto.

Ha bisogno di qualcosa da bruciare, di qualcosa che lo alimenti, sia una volontà di fiamma o materiale pronto ad ardere.


Invece quel calore è ovunque, attorno e in lei, con lei al centro e allo stesso tempo pronto a sovrastarla.

Niente può più fermarla o imbrigliarla.


Non conoscerà né guerre né pace, non veramente.

Solo onde che si susseguono, e luce ovunque.


I Figli dell’Uno l’apprezzeranno, loro che sanno amare la luce.


Il Nemico invece soffrirà e pagherà per la sua stupidità.

Lo sente, lontano, richiamare tutti quei suoi mostri neri.


Il nero assorbe il suo calore e lo rende soffocante, tossico. Moriranno nel loro stesso nero.


“La Regina ti richiama in occidente. Il tuo calore è troppo intenso, e sta durando troppo a lungo. È necessario stabilire un diverso percorso per le nuove luci.”


Conosce bene la sua voce, tonante e adatta a chi porta i messaggi del Re. Lo vede, in forma simile a un’aquila, le ali scintillanti d’oro nella sua luce.


Si guarda intorno: vicino a lei non c’è più il Vascello del Fiore, col suo Cacciatore d’Argento.

Era sempre stato lì, l’argento intenso che a volte rifletteva il suo oro fino a farlo somigliare a un frutto della mescolanza.


È partito prima di lei, frettoloso e più svelto com’è.


Lo ha sentito spesso avvicinarsi, il suo argento caldo-freddo come i cristalli dei Calaquendi Costruttori. L’ha chiamata, le ha rivolto parole d’apprezzamento, di ammirazione.


Il suo è un amore sincero, ma troppo profondo, e mal riposto. Lui ama le cacce, i viaggi, ma non ama il calore.


E lei, lei vuole stare sola.

Sa che capirà, alla fine, e svolgeranno insieme il loro dovere.


Forse, scintillante ma più tenue di lei, rifrangerà il suo fulgore, per mitigarlo, o per portarlo dove lei non arriva?

È questo il piano?


“I Signori aspettano.”


L’Araldo è ancora lì, e la guarda.


Anche lui la apprezza. Anche lui l’ammira, ama il suo essere indomabile.


Questo crede che lei sia.

Ma lei non è indomabile.


Lei è calore, è qualcosa che non vuole il concreto. Lui invece sì.


Lui ama solcare i cieli con vere ali, ama portare ad altri il volere del suo signore, e lei sa che amerà combattere contro il Nemico, come hanno voluto i Calaquendi Costruttori, i Calaquendi Guerrieri, i Calaquendi Assassini.

Userà le loro armi, amerà la stessa fiamma bruciante di vendetta e giustizia che amano loro.


Non può capire il calore, non saprà mai lasciarsi attraversare fino a sentire lo spirito vibrare. È troppo legato alla terra e a ciò che vi si svolge.


Lo vede abbassare gli occhi. Sente che ha compreso, ora, anche se il suo giudizio lo ferisce. Ma ne sarà fiero.

Diventerà ciò che vuole essere, come ha fatto lei.


Non devono avere un compagno, nessuno dei due.

Sono entrambi segni della Potenza dell’Occidente, ma troppo, troppo diversi per camminare o volare insieme.


Ma lo aiuterà, a suo modo.

E lo seguirà, ora.



Note dell’autrice


Bene, questa era davvero l’ultimissima cosa che mi sarei mai aspettata di scrivere!

Oltre al mare, la cosa che faccio fatica a sopportare è proprio il sole, e invece… Mi ritrovo a scrivere della prima alba proprio dal punto di vista di Arien. La vita è strana XD.


C’è poco da dire: per creare questa storia ho provato a intrecciare tutte le informazioni su Arien che Tolkien ci ha lasciato: non solo nel Silmarillion, ma anche nella History of Middle-Earth.


Ho preso da Myths Transformed (decimo volume), il particolare di Melkor che lusinga Arien e la vuole al suo fianco come sua sposa, ma non ho usato il seguito di questa versione, in cui Melkor rapisce Arien.


E ho preso ispirazione dai Racconti Ritrovati per parte della caratterizzazione di Arien e per il particolare di Eönwë innamorato di lei.


Per quest’ultimo dettaglio devo tantissimo anche a Kanako91 e alla sua splendida storia Caccia Grossa nell’Est!


Grazie Kan, per tutto!

Per il sostegno, per l’aiuto col postaggio, grazie ♥!


E un grazie enorme anche alla mia beta Melianar ♥.


Spero che questo racconto vi sia piaciuto, e che non vi abbia fatto venire troppo caldo XD.


Grazie di cuore a tutti quelli che hanno letto!


A presto, spero!


Tyelemmaiwe

  
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