«Non
credo che sia stata un'ottima idea quella di partecipare alla serata
horror».
La
voce di Max non riesce a bloccare il mio continuo tremore,
ogni rumore che sento provenire al di fuori della cella mi costringe
a sobbalzare, mi avvolgo tra le coperte candide del letto e mi fiondo
sul petto del mio compagno senza chiedere il permesso, per puro
istinto lo stringo e cerco un conforto tra le sue braccia.
Così
sottili e sincere, dalla stretta che mi arriva sembrano gradire la
mia presenza.
Nascondo
il viso contro al petto gracile e caldo del rosso, chiudo gli occhi
per dimenticare la storia che ho appena sentito, ma sono sicuro che
non la scorderò mai.
«N-no»
bisbiglio, spaventato. «D-devo
ammettere che è stato molto divertente».
Ma
le mie parole nascondono una bugia bella e buona, anche Max se
n'è
reso conto.
«Ah...Sì?!»
esclama lui con un sorrisetto beffardo in volto. «Allora che
ne dici
di scendere e di dormire nel tuo letto? Qui si comincia a stare
troppo stretti e...».
«NO!»
grido e mi fiondo su di lui con un balzo quasi felino, stringendolo
più forte che posso per evitare di lasciare la presa.
Lo sento
sussultare a causa della mia morsa di ferro e scoppiare a ridere,
è
strano vedere che non si sente disturbato perché ho appena
infranto
il suo spazio personale. Ma non ci sono parole adatte per descrivere
l'imbarazzo del momento, Max continua a prendersi gioco di me.
«D'accordo,
d'accordo».
Sospira
e posa una mano tra i miei folti capelli scuri, percepisco i
movimenti docili dell'altro e mi calmo sotto alla candida carezza.
«Puoi restare mio dolce marinaio coraggioso, ma non farci
troppo
l'abitudine perché sai come la penso».
«Sì...».
Borbotto
e mi accoccolo contro di lui, comincio a sorridere dopo che vengo
preso alla sprovvista da un bacio svelto da parte dello scienziato.
«Buonanotte
Maxie...».
«Buona
notte Ivan, cerca di non fare dei brutti sogni».
Fine.