Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.7
Il re nero della torre
Squalo
si nascose nell'angolo tra il muro e l'armadio, vi si
appoggiò e
guardò Xanxus entrare nella stanza.
Il
ragazzo lasciò ricadere la giacca lungo le spalle, la
gettò sulla
poltrona e passò il dito nel nodo della cravatta,
allentandolo. Socchiuse gli
occhi, sospirò accennando un sorriso e si sedette sul letto,
tendendo le gambe.
"Squalo.
So che sei lì".
"Voooi! Non riesco a trovare
la seconda porta" borbottò Squalo. Avanzò verso
di lui, con passo
cadenzato.
Xanxus
inarcò un sopracciglio, sogghignò socchiudendo le
iridi cremisi e
indicò l'armadio con il mento.
"Si
trova dietro l'armadio, basta togliere un pannello da dentro"
spiegò.
Poggiò
le mani sul materasso, intrecciando le caviglie tra loro.
"A
cosa diamine ti serve?".
Squalo
pestò un paio di volte il piede per terra e
sbuffò.
"Volevo
uscire da lì" borbottò.
Xanxus
sospirò, si alzò in piedi e lo afferrò
per un fianco, avvicinandolo
a sé. Lo guardò dall'alto, passandogli la mano
sulla schiena in lunghe carezze.
"Posso
lasciarlo aperto per te, visto che ti piace così tanto
intrufolarti in questa stanza" provocò.
Squalo
si accomodò a gattoni su di lui e le sue gote pallide
divennero
rosate.
"Vengo
a trovarti" brontolò piano.
Xanxus
lo strinse a sé, raggiunse il letto e si mise seduto,
portando una
mano a sostenere la schiena di Squalo e tendendo le gambe.
"Infatti
so sempre che prima o poi spunterai fuori" disse.
Squalo
s'indicò il simbolo dei Varia che gli decorava la manica
della
camicia.
"Voi!
Un giorno tu sarai il boss e questo significherà che sono
tuo
ufficialmente!" tuonò.
Xanxus
baciò il simbolo sulla camicia, passò la mano tra
i capelli di
Squalo e strinse una ciocca tra le dita.
"Tu
sei già mio, Superbi Squalo".
Lo
strinse contro il proprio petto, lo guardò dall'alto e
sogghignò.
"E
anche io porterò un simbolo per dimostrarti che sono tuo"
disse, ticchettandosi l'anulare della mano sinistra.
Squalo
si slacciò i bottoni della camicia e appoggiò la
fronte diafana su
quella abbronzata di lui.
"Voglio
sentirti sul mio corpo, come un tatuaggio" bisbigliò con
voce tremante.
<
Sei sempre rinchiuso qui, più come un prigioniero che come
un cielo
> pensò.
Xanxus
si sporse e lo baciò, leccandogli piano le labbra,
intrecciò la
lingua con quella di Squalo carezzandogli la schiena, stropicciando la
camicia
bianca che l'altro indossava.
Squalo
allargò le gambe, strofinandole sul lenzuolo.
Xanxus
lo spinse sul letto ribaltando la posizione, si aprì la
camicia e
tolse quella dell'altro, strofinando il proprio petto caldo su quello
diafano
di Squalo. Gli strinse un fianco con una mano spingendolo verso
l'altro,
continuando a tenergli la ciocca di capelli con l'altra mano.
Portò il volto
vicino quello del Varia e gli morse il lobo dell'orecchio.
"Non
hai bisogno di esporti, mio Capitano" sussurrò.
Prese
a strusciarsi su di lui, tenendolo premuto con forza contro il
proprio corpo.
"Non
sei una preda gettata in una gabbia. Sei il mio compagno della
vita. Sono qui perché è il mio posto, ma con il
tempo prenderemo il mio
trono".
Sorrise,
gli carezzò la guancia e guardò Squalo negli
occhi.
"Il
nostro trono". Si corresse, con voce roca.
"Il
nostro trono, mio re della torre" mormorò Squalo, socchiuse
gli occhi e le sue iridi divennero color perla.