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Autore: GGandGLEE    01/11/2017    1 recensioni
"Hai spento tu le luci?"
"No.."
"Allora abbiamo un problema"
One-shot nata sul gruppo We are out for prompts
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Melinda May, Phil Coulson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Daisy si aggirava silenziosa per i corridoi, cercando di rendere palese la sua eccitazione.

“Coulson, ti cercava May.” 


Che grande attrice era stata.  E chiudere la porta senza che se ne accorgessero? Semplicemente geniale. Ma nulla fu geniale quanto lo spegnere le luci. Quello, doveva ammetterlo, era stato un colpo da meaestro.

“Hai spento tu le luci?”
“No..”
“Allora abbiamo un problema.”


Melinda continua ancora oggi a chiedersi se quel blackout fu davvero uno strano scherzo del destino o se il destino in quel caso ebbe un nome, Skye per esempio.

Phil continua ancora oggi a chiedersi perché abbia aspettato quel blackout per dichiararsi e non l’abbia fatto prima, all’Accademia per esempio.

Skye, che adesso si fa chiamare Daisy, continua ancora oggi a tenere la bocca cucita riguardo quel giorno e riguardo tutti gli altri giorni in cui ha cercato di portare a termine la cosiddetta “operazione Philinda”. Natale per esempio.

“Come facciamo a finire sempre in situazioni del genere?”
“Anni e anni che ti conosco e me lo chiedo ancora. Aspettiamo qualche minuto, magari è solo momentaneo.”
“Davvero? Sei il direttore dello S.H.I.E.L.D e proponi di aspettare? Dovrò dire a Fury di scegliere meglio la prossima volta.”
“Non lo faresti mai”
“Non si può mai sapere.”
“E tradiresti così il tuo compagno di-”

Su cosa Phil inciampò resta ancora oggi un mistero per lui, anche se Melinda sostiene che non inciampò affatto, ma che cadde a causa della sua goffagine.
L’unica sicura di cosa successe davvero è Daisy, che aveva imparato a gestire i piccoli flussi di onde proprio il giorno prima.


Il viso di Phil era a pochi centimetri da quello di Melinda, le sue mani erano in punti del corpo della donna che mai aveva osato sfiorare. La luce quasi assente, il silenzio, il fatto che la loro attrazione

fosse ormai palese anche alle pietre. Tutto collaborava a rendere quella scena idilliaca. Erano lì a fissarsi; nessuno dei due osava muoversi di un centimetro.

La storia raccontata da Melinda prosegue descrivendo il luccichio negli occhi di Phil. Aveva visto quegli occhi praticamente tutta la sua vita, ma non li aveva mai guardati davvero. E quelle mani che le sfioravano i fianchi timidamente, quasi spaventate a toccarla davvero. Erano anni che non sentiva quelle maledette farfalle, o comunque anni che le uccideva ogni volta che le sentiva svolazzare.
Fu lei a fare il primo passo secondo il suo racconto, inarcando un sopracciglio e stringendo le labbra, come sempre faceva quando aveva voglia di provocare.

“Phil..”
“Mel..”

Coulson sostiene che a questo punto fu lui a prendere iniziativa, portandosi in una posizione più comoda, prendendo la donna da dietro e allineando le sue labbra con le proprie.
Come in un racconto cinematografico scadente, la tensione ormai tale da poter essere tagliata con il coltello, dopo altri tre secondi di sguardi intensamente languidi, Phil non ce la fece più.

“Melinda May, sarei uno stupido se continuassi a far finta di niente. Tu significhi molto per me, e voglio essere in grado di potertelo dire ogni giorno senza dover temere di sembrare inopportuno.”
“Phil-”
“ Da quando hai accettato di far parte della mia squadra non è passato un solo un giorno in cui io non abbia pensato di quanto fossi fortunato a poter passare del tempo con te. Che sia questa luce soffusa o quel bicchierino di vodka bevuto prima, non credo di potermi trattenere Mel. Io ti amo. Ti amo da morire.”
“Ce ne hai messo di tempo.”

E lì, nel buio della stanza, le loro labbra si fusero insieme. E quando Daisy riaccese le luci, non diedero segno di essersene resi conto, ormai presi ognuno dalla luce dell’altra.

Melinda ricorda ancora quell’Halloween come il più felice della sua vita.
Phil lo ricorda come il giorno in cui ha avuto più coraggio.
Ma Daisy, lei lo ricorda come il giorno in cui, per merito suo, ha avuto la famiglia che aveva sempre sognato.



   
 
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