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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    01/11/2017    2 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
[Emma x Jake | Enoch x Olive | Miss Peregrine x Nuovo Personaggio]
Mesi sono passati da quando una delle più grandi minacce ai bambini speciali è stata sventata, Miss Peregrine ha costruito un nuovo Anello Temporale e le loro giornate – o meglio dire la loro giornata – si susseguono serenamente. Questo fino all’arrivo di una donna, una speciale con un particolare compito che riguarda quelli con le sue stesse capacità ipersensitive: cercare i bambini speciali e portarli nell’Anello Temporale più adeguato alla loro epoca. Tale Cercatrice, tuttavia, sembra avere dei precedenti molto particolari con Miss Peregrine, Abe ed il defunto Sig. Barron, precedenti che necessitano di essere chiariti e risolti, mentre attorno a loro qualcosa si sta risvegliando – meglio dire, tornando. La battaglia contro i Vacui e gli speciali considerati cattivi combattuta mesi prima non era, probabilmente, quella definitiva: non tutti i bambini sono stati portati agli Anelli, e non tutti desiderano la pace.
(La fanfic fa riferimento esclusivamente al film, i personaggi principali sono i medesimi, con l’aggiunta una “categoria” di speciali di mia invenzione: i Cercatori.)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note Autrice:
Chiedo scusa per l'attesa, tra poca ispirazione e molti impegni, non ero riuscita a portare a termine il capitolo. In ogni caso, porterò assolutamente a termine la storia, e ringrazio chi mi ha seguita con interesse nonostante i tempi dilatati per gli ultimi capitoli!
Il prossimo, che sarà più lungo e corposo, sarà l'ultimo: buona lettura e grazie ancora!


5. La Pipa
 
Il respiro era affannato, ma privo di alcuna resa. Le braccia le dolevano, legate al soffitto in malo modo, mentre il resto del corpo penzolava: tonico, resistente, eppure martoriato. Erano difatti innumerevoli, le ferite che lo solcavano, sangue raffermo da almeno un paio di giorni tentava di rimarginarne alcune, costringendosi a non cedere.
« Sa qual è l’aspetto più divertente di torturare una Cercatrice, signorina Kaiser? » Quella voce sadica rimbombava nelle sue orecchie ormai da diverse ore. Non sapeva quanto tempo fosse passato, avendo perduto i sensi in diverse occasioni. Non aveva bisogno di alzare la testa per sapere dove fosse: a pochi passi da lei, dinnanzi ad un carrellino malconcio su cui erano posati diversi strumenti. Strumenti di tortura, naturalmente, ch’egli osservava con compiacimento. « Che oltre ai sensi, anche il dolore percepito è superiore a quello di un essere umano. » e s’allargò, il sorriso sadico, mentre si rivolgeva a lei con un piccolo bisturi tra le mani.
« Creperai. » Le era stato difficile parlare, ma il disprezzo nel suo tono era palese. Non aveva disprezzato gli Speciali che, a turno, l’avevano torturata e ferita, non li aveva disprezzati perché la sentiva, quella colpa di non averli salvati /tutti/, perciò aveva accettato quella punizione da parte loro quasi con orgoglio… ma da lui no, da lui non avrebbe accettato nulla.
Mr. Barron non sembrava dello stesso avviso, anzi, si era avvicinato con un sorriso quasi divertito, arricciando appena le labbra. « Oh, certo, tutti prima o poi creperemo! La vera domanda è un’altra. » asserì, arrivandole ora ad un soffio. Portò il bisturi sotto il suo mento, facendo pressione sulla pelle tanto da provocarle dolore e costringerla ad alzare il capo, a specchiare quelle iridi cristalline in quelle tetre di lui. « Creperò prima io, tu… o Miss Peregrine? » Ma reagì, a quelle sue parole, strinse i denti e con uno sforzo non indifferente gli diede una testata. Sì, si ferì nel farlo, un taglio rimase sotto il suo viso, lasciando uscire piccole gocce di sangue, ma ferirlo, fargli male per ciò che aveva insinuato, era stata una reazione del tutto spontanea per il temperamento che si ritrovava.
L’uomo indietreggiò, appena dolorante, ma ridendo con una mano alla fronte.
« Oh, queste sono le reazioni che mi convincono sempre più della mia scelta, signorina Kaiser. » Tornò a guardarla, mentre lei teneva le labbra ancora serrate ed uno sguardo gelido nei suoi confronti.
« Se speri che sarà così sciocca da venire qui, ti sbagli. » asserì con decisione. Sapeva di essere stata risparmiata per questo, per essere un’esca verso la nemica giurata di Barron – Miss Peregrine – ma in cuor suo sperava davvero che l’altra non azzardasse tanto, non con tutti quei bambini a cui pensare e quella nuova minaccia di Vacui.
« Non è l’intelligenza di Miss Peregrine che metto in discussione… ma come potrebbe lasciare a morte certa una persona a lei così /cara/? » C’era stata una sottile ironia in quell’ultimo termine, come a sottolineare che sì, avesse ben compreso cosa intercorresse tra le due: dopotutto, quale Cercatrice avrebbe rischiato la propria vita più e più volte in quel modo, non fosse stato per un legame ben diverso da quello “lavorativo”? E, soprattutto, avrebbe mai reagito con così tanta rabbia e protezione, non appena l’incolumità di Miss Peregrine veniva anche solo messa in discussione?
Lo sapeva lei, lo sapeva anche lui. I muscoli si erano ulteriormente irrigiditi, lo sguardo si era fatto tagliente come non mai.
Burron rise, di nuovo, per poi lasciare il bisturi sporco di sangue nel carrello ed aprire la porta di quella stanzetta, facendosi da parte affinché altri entrassero: loro, i /Dimenticati/, quegli Speciali pressoché adulti che non avevano avuto la possibilità di vivere al sicuro per colpa di gente come lei, delle Cercatrici che non li avevano trovati e tratti in salvo.
Lo vedeva, l’odio nei loro occhi, la voglia di vendetta, di rivalsa.
Provava una fitta al cuore tremenda, ogni volta che incrociava i loro sguardi – perché sapeva che nel torto non fossero loro.
« Buona giornata, signorina Kaiser. Spero gradisca ancora della compagnia. » la salutò ironicamente, uscendo dalla stanza e lasciandola sola con quei quattro o cinque ragazzi che ancora non erano soddisfatti, nonostante le ferite che le avevano inferto.
Li fissò, mentre le si avvicinavano armati, con quella durezza innata che non l’abbandonava, sebbene il cuore lacrimasse.
« Mi dispiace. »
 

Le tazze fumavano davanti a loro, ma ella non toccò quella a lei destinata. Fissava il vuoto oltre la finestra, dando il profilo alla sua interlocutrice, con le mani ancora immobili in grembo.
L’Ymbryn che aveva accolto lei ed i suoi bambini, all’incirca della sua età, sospirò appena, lasciandosi sfuggire un amaro sorriso, ma quasi intenerito.
«Non è da te non dire una parola, Miss Peregrine.» le fece notare con garbo, portando il tè alle labbra e sorseggiandolo appena.
Non si mosse ancora, come stesse scavando chissà dove, dentro di sé, alla ricerca della miglior risposta alla domanda che si era posta ormai da qualche giorno, da quando aveva riaperto gli occhi: cosa avrebbe fatto?
Miss Woodcock sospirò appena, appoggiando la tazzina sul tavolino e protendendosi verso l’altra, allungando una mano sino a sfiorare una delle sue.
«Alma.» la chiamò per nome, nella speranza di richiamare la sua attenzione con più convinzione. «Sono certa che sta bene, se l’è sempre cavata e –»
«Vuole me.» la interruppe. Lo sguardo era ancora perduto, come se in quella stanza fosse stata completamente sola: mai avrebbe pensato di sentire una tale fitta al petto, una tale angoscia.
La donna dinnanzi a lei non comprese sin quando Miss Peregrine non si alzò, quasi di scatto, tenendo le braccia distese e rigide lungo il corpo.
«Sta usando quei ragazzi per i suoi scopi, li sta ingannando, e di certo non darà loro una speranza…» vi aveva riflettuto a lungo, sebbene non li avesse incontrati di persona: lei, in fondo, non poteva che sentirsi estremamente fortunata nel non aver mai vissuto nella solitudine. Aveva provato la lontananza, sì, ma qualcosa – oltre all’affetto dei bambini – v’era sempre stato, quello stesso qualcosa che la rendeva tanto irrequieta, tanto preoccupata per la bionda.
«E sta usando Alexandra per arrivare a me. Li ucciderà, tutti quanti.» Un brivido percorse la sua schiena alle sue stesse parole, un brivido che fece male, che la mise finalmente davanti alla più tremenda e cruda delle possibilità.
Solo ora alzò le iridi cristalline ed affilate verso l’altra, con una decisione da spezzare il fiato.
«Mi consegnerò a lui.» concluse. Miss Woodcock spalancò gli occhi.
«M-Ma cosa dici, Alma?! Non –»
«Ti prenderai cura dei bambini per me, Ingrid?» Incrinata fu la sua voce. Perennemente controllata, sicura, in quell’istante Miss Peregrine rivelò una propria fragilità.
Avrebbe davvero abbandonato i suoi bambini?
Avrebbe pianto, se non avesse ancora avuto quella risolutezza tipica di una mente tanto brillante.
Si ritrovò spiazzata, l’amica, le labbra balbettarono qualcosa senza riuscire ad esprimersi, sin quando la porta alle loro spalle non venne aperta con decisione.
«No!» Altrettanto deciso fu quel tono. In quell’istante, Jake entrò nella stanza assieme a tutti gli altri bambini, i quali avevano ovviamente origliato ogni cosa – loro come i padroncini di casa.
Miss Peregrine sbatté le palpebre un paio di istanti, per poi incupirsi immediatamente.
«Questa pessima abitudine di origliare e disubbidire deve finire.» asserì.
«No.» Fu Emma, questa volta, a farsi avanti. «Questo circolo vizioso deve finire.»
Determinati lo erano tutti, sebbene con una tempra diversa. Miss Peregrine lo vide nei loro occhi come mai prima d’ora: se la preoccupazione non avesse superato l’orgoglio, probabilmente si sarebbe commossa.
«Siamo stati sereni fino a quando? Quando è arrivata quella Cercatrice in quelle condizioni. E perché è arrivata così? Perché dei Vacui differenti hanno aggredito i bambini e chi voleva salvarli, intralciando e rovinando tutto.» Enoch era razionale, nella sua esposizione, seguiva un filo logico che accompagnava i presenti verso un’unica conclusione. «I Dimenticati sbagliano ad incolpare voi o le Cercatrici. Chi ha reso sempre più difficile ciò che fate sono i Vacui sempre più aggressivi e pericolosi per chiunque… e questi Vacui sono opera di una sola persona, Barron.» concluse.
Miss Peregrine non lo interruppe, parve piuttosto concentrata sulla sua espressione, su quella determinazione viva negli occhi anche del più piccolo di loro. Spostò lo sguardo anche su Echo, quel piccolo nuovo arrivato che sì, era stato complice a suo discapito solo qualche giorno prima… ma poteva davvero biasimarlo?
Poteva biasimare ognuno di loro, per aver protetto qualcuno che amavano, disposti persino a rischiare la vita – esattamente ciò che aveva intenzione di fare lei?
Esitò, inspirò profondamente quasi a riordinare le idee, lasciando il tempo ad Olive, più timida degli altri, di farsi comunque avanti.
«E’ un circolo vizioso anche il nostro, Miss Peregrine.» cercò di spiegarle con più garbo degli altri. «Cercheremo sempre di proteggerci a vicenda. Se voi andaste da Barron, noi vi seguiremmo, e » si volse all’altra donna « con tutto il rispetto per voi, Miss Woodcock , non riuscireste a tenerci qui tutti quanti. » Parole dette col cuore, quelle della rossa, eppure altrettanto razionali, come a cercare di mettere in evidenza una situazione ormai assoldata.
Tale era il conflitto interiore di Miss Peregrine da non farla parlare nell’immediato, come invece avrebbe fatto… eppure era tanto forte, in lei, la volontà di porre fine a quella tremenda situazione, che non poté non ascoltarli.
Lentamente, i lineamenti del volto si addolcirono, lasciando spazio ad un accenno di sorriso, lievissimo.
«Alla fine, siete diventati grandi.» Una constatazione che sì, lasciò trasparire l’affetto che provava nei loro confronti – di ognuno di loro: si stavano dimostrando non soltanto coraggiosi, come era accaduto la volta precedente, ma più attenti, consapevoli. Avrebbero potuto di nuovo fuggire, di nuovo agire impulsivamente, ma avevano preferito affrontarla per giungere ad un accordo ed aiutarsi, collaborare.
Il sorriso si dipinse anche sui loro volti, tanto che si scambiarono occhiate di soddisfazione e mentre Jake ed Enoch si davano il cinque, Miss Peregrine riprese in mano la situazione con quel suo tipico tono più autorevole.
«Ma ad una condizione, miei cari. E voglio che sia mantenuta.» precisò, riacquistando l’attenzione di tutti i presenti.
«Che mai, mai più agirete senza consultarvi con me. Sono stata chiara?» domandò.
Ancora col sorriso sulle labbra, i ragazzi acconsentirono all’unisono. Solo a questo punto, Miss Woodcock intervenne, più sbalordita che mai.
«Ma Alma, non vorrai davvero portare i ragazzi a combattere contro i Vacui!» esclamò, non poco allarmata: non aveva visto direttamente di cosa fossero capaci quei mostri, ma i racconti erano stati più che sufficienti a spaventarla e a renderla consapevole che, sebbene dotati di qualche particolarità, i bambini non fossero certamente dei guerrieri.
Ora fu Miss Peregrine a sorridere, con quell’espressione enigmatica eppure sicura, lo sguardo appena assottigliato con soddisfazione. «Ci sono tanti modi per /combattere/, Miss Woodcock.» Ed a lei si volse, allargando il sorriso e portando alle labbra la fedele pipa.
«Noi siamo tanti e diversi, perciò abbiamo tanti e diversi modi per farlo. Barron ne ha uno soltanto, la violenza, e questo lo rende limitato nel suo agire e pensare.» Fece un tiro, lasciò uscire il fumo delicatamente dalle labbra.
Una sentenza, la sua, che andò a coronare la determinazione viva in tutti i presenti.
Qualche istante dopo, il campanello suonò. Miss Woodcock scosse appena il capo per riprendersi – quel discorso, dopotutto, le sembrava ancora tremendamente assurdo – ed incamminarsi verso la porta, seguita dai visi incuriositi dei bambini, per poi aprirla: davanti a lei, Abe.
Abe ed un garbato sorriso in volto, mentre si toglieva il cappello dalla testa.
«Vi chiedo scusa per non aver avvisato del mio arrivo, Miss Woodcock…» asserì, facendosi appena da parte. «Ma ho saputo di alcuni inconvenienti e mi sono permesso di portare qualche amica. Spero non vi dispiaccia.»
Davanti a loro, oltre la porta d’ingresso, una decina di donne non oltre la quarantina attendeva a braccia conserte: abiti neri e robusti, armi ai fianchi o sulla schiena, espressioni dure.
Strabuzzarono gli occhi, i bambini, ma avevano già compreso.
«Cercatrici?» domandò metaforicamente Jake, mentre il nonno gli faceva un occhiolino rassicurante.
Una di loro, capelli rossi particolarmente voluminosi, si fece avanti mentre scoppiava una chewingum tra le labbra.
«No, il club di Cat Woman.» rispose ironica, zittendo immediatamente il ragazzo che biascicò un “ma sono tutte acide?” verso Emma. «I bambini, o ragazzini che siano, non possiamo toccarli, ma non ci dispiace liberarci definitivamente di quei dannati Vacui, visti i problemi che creano. Una mano vi servirà.» spiegò brevemente, senza tanti mezzi termini.
Per un istante, l’animo di Miss Peregrine parve alleggerirsi: forse sì, una speranza l’avevano davvero, di farla finita.
 

 
  
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