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Autore: scoiattolo17    02/11/2017    2 recensioni
"Un sorrisetto si formò sul volto dell’uomo ancora in auto; all’inizio era l’ultima persona che avrebbe voluto al fianco. Quando gliela presentarono era una novellina giovane ed inesperta. Adesso invece… Adesso che le aveva insegnato il lavoro, il loro legame era diventato praticamente inscindibile… Adesso si sarebbe opposto con tutte le sue forze prima di essere diviso da lei.
Purtroppo la cosa non avrebbe tardato".
Ciao a tutte! Eccomi di nuovo tra voi :)
La mia nuova storia ha come protagonisti i nostri amati Ryo e Kaori in versione poliziotti.
Cinque omicidi, avvenuti in una sola notte, impegneranno i nostri due agenti alla risoluzione del caso. Buona lettura! S.
:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Quella notte, nel suo piccolo appartamento nella periferia di Shinjuku, Kaori non riusciva a dormire. Accoccolata nel suo letto le sembrava di essere sdraiata da un’eternità.
Domande, dubbi, pensieri a rimbombarle nella testa.
Le ricordava un po’ quelle tristi notti trascorse prima di affiancare Ryo; quando, non riuscendo ad integrarsi con i poliziotti del distretto, le sembrava che quel lavoro e quella vita fossero stati la peggior scelta della sua esistenza che avesse mai potuto intraprendere.
Questa volta però i suoi sogni non erano turbati dalle sue insicurezze. Piuttosto dall’immagine ricorrente della ragazza sdraiata sul letto di sangue. Quell’omicidio, se tale era, non poteva essere casuale. Doveva collegarsi per forza con gli altri omicidi avvenuti nella notte a Tokyo. Ma come? E da chi?
Alzandosi dal letto notò la flebile luce verdastra della sveglia: 03:17 A.M.
La notte avvolgeva tutta la casa in una stretta morsa d’ombra. Un po’ come la solitudine abbracciava il cuore di Kaori da qualche tempo, ma, soprattutto, da quella mattina.
Aprendo il portatile, ancora posizionato sul piccolo tavolinetto della cucina, il fascio di luce del monitor invase lei e la stanza, creando uno spicchio colorato che scacciò le tenebre.
Controllando la casella di posta sperò che ci fosse ciò che stava cercando: tre messaggi non letti.
I rapporti di tre degli altri quattro omicidi avvenuti a Tokyo la scorsa notte le erano finalmente stati inviati.
Aprendo una delle email si immerse completamente nella lettura, nonostante l’ora, il buio e la stanchezza. Solo una fiamma ardeva nel suo corpo: giustizia.
 
Quella notte Ryo era seduto al bancone di un piccolo bar di Tokyo. Stranamente non aveva cercato compagnia per quella sera. Nonostante il pensiero di rientrare a casa senza nessuno con cui condividere il letto lo facesse rabbrividire, quella volta doveva proprio stare da solo. Doveva pensare e cercare di sbrogliare la matassa dei suoi pensieri. Guardando l’orologio per l’ultima volta decise che era l’ora di rincasare, bevendo in un unico sorso il liquido ambrato rimasto nel bicchiere, lasciò i soldi al barman ed uscì in strada.
Tokyo era deserta. Strano vederla così. La città che non si ferma mai a volte prendeva fiato.
Riprendendo a camminare sentì l’incessante vibrare del suo telefono nella tasca, sul monitor lampeggiava un nome: Kaori-chan.
-Pronto?! Kaori tutto ok?-
-Ciao Ryo… Scusa se ti ho svegliato...-
-Non mi hai svegliato, sono fuori! Che succede a quest’ora?-
-Ah, scusa ti ho disturbato… Non volevo intromettermi in qualche tua tresca notturna…- disse lei mentre un sospiro le sfuggiva dalle labbra
-Sono da solo, Kaori vuoi dirmi perché hai chiamato??!-
-Sono arrivati i tre rapporti degli omicidi. Non riuscivo a dormire e li ho già letti… Ryo non c’è un cazzo di prova, o indizio, in nessuno dei tre. Sono tutti praticamente identici…- la voce leggermente scossa della collega destò l’uomo
-Sono più vicino a casa tua che a casa mia, arrivo da te- rispose quello riagganciando e affrettando il passo montò in auto.
 
Quando Ryo entrò nel piccolo appartamentino trovò Kaori davanti al computer avvolta in una morbida felpa troppo grande per lei. I pantaloni che indossava, blu con gli elefantini rosa, non lasciavano dubbi; anche se sapeva dell’imminente arrivo del socio non aveva perso tempo a vestirsi o a cambiarsi ed aveva riletto per l’ennesima volta i verbali alla ricerca di un solo dannato indizio.
Un tenero sorriso comparì sulle labbra di Ryo vedendola così.
Nonostante la conoscesse da cinque anni ormai, sapeva che dentro l’involucro di donna forte rimaneva una ragazzina, la sua ragazzina. La stessa che le sorrideva gentilmente o arrossiva ogni tanto se faceva discorsi troppo spinti.
In fondo quell’anima che, anche se alloggiava in un corpo snello e allenato, rimaneva comunque quella di una bambina sincera, timida e troppo buona per quel mondo, l’aveva sempre attratto.
-Nottataccia?- chiese l’uomo, chiudendosi la porta alle spalle.
-La peggiore degli ultimi cinque anni- sospirò l’altra.
-Dai, fai leggere anche a me…- gli sussurrò l’uomo ad un orecchio, prima di darle un bacio tra i capelli ed avvicinare una sedia alla sua.
Kaori era abituata ai gesti amorevoli del suo collega. Non erano frequenti. Ma quelle volte che l’aveva abbracciata o baciato teneramente la fronte, sapeva che erano gesti di affetto puro, incondizionato.
Lavorare fianco a fianco in quegli anni li aveva fatti diventare quasi ‘empatici’. Soprattutto Ryo sembrava riuscire a capire Kaori anche solo da uno sguardo. E, in quegli anni, quando l’aveva vista abbattuta, stanca o triste le aveva sempre regalato un abbraccio o una coccola.
Dal canto suo Kaori non riusciva a fare lo stesso con Ryo. Forse il non aver mai avuto storie serie la portava a non aver ‘praticità’ con le dimostrazioni di affetto. Ma non per questo non capiva cosa provasse Ryo in determinati momenti.
Il legame che li univa era indissolubile; e mai, nessuno dei due, avrebbe più immaginato una vita senza l’altro a coprirgli le spalle nel lavoro.
Una volta terminati di leggere i verbali si sedettero sul piccolo divanetto di casa Makimura ponendosi domande alle quali però trovarono non risposte, bensì altri dubbi e quesiti.
Continuarono a discuterne per un po’ ma ben presto entrambi si addormentarono cadendo tra le braccia di Morfeo…
 
Il suono incessante e lontano di una sveglia fece sobbalzare Kaori, che si ritrovò completamente sdraiata sopra al suo socio, accartocciato sul divanetto di casa sua.
-Ma che??...- rantolò Ryo cercando di tapparsi le orecchie con uno dei cuscini, quasi neanche facendo caso alla presenza della donna sopra di lui.
-Per quale motivo sono sopra di te??- chiese Kaori (mentre uno sciame di libellule attraversava la stanza).
-Questa notte prima hai tentato di seviziarmi, poi ti sei addormentata di botto…- scherzò Ryo ancora con gli occhi chiusi.
-Deficiente…- borbottò Kaori alzandosi –vuoi un caffè?-.
-Grazie socia, ne ho bisogno… Sai che russi tantissimo??- canzonò nuovamente quello cercando di nascondere un sorriso.
-Ti sei svegliato simpatico stamani, noto con piacere…-.
-Già… dormire solo due ore per notte mi rallegra tantissimo- continuò quello – e soprattutto anche avere una copertina morbida…-.
-Mi hai usato come copertina??-.
-Beh, che c’è!? Avevo freddo, te dormivi… Che potevo fare?? Non volevo svegliarti…- rise Ryo.
-Tu a volte non sei normale…- rispose l’altra accennando un sorriso mentre scompariva nel cucinotto.
-Buongiorno anche a te…- sussurrò lui senza che lei lo potesse sentire.
 
  
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