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Autore: kamy    03/11/2017    0 recensioni
Winter è tornato e vuole conquistare il cuore di Natasha.
E' il seguito di La vedova a caccia.
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap.21 Tony scopre la verità

 

Natasha appoggiò la mano sulla porta, i capelli vermigli le ondeggiavano intorno al viso, sospirò pesantemente e bussò.

< Non capisco perché sta costruendo un complesso così grande > pensò.

"Stark, sei in casa?" chiamò.

Una luce azzurra la scansionò e la porta di aprì.

"Benvenuta, agente Romanoff" l'accolse Friday.

Tony fece capolino dalle scale, le scese velocemente e inarcò un sopracciglio.

"Oh, Ice Queen in persona. Ti serve un upgrade o volevi solo vedermi?".

Natasha entrò in casa e si mise una ciocca dietro l'orecchio, sorrise piegando le labbra rosse e piene.

"Stark, mi servi tu" ribatté.

Tony inarcò un sopracciglio, saltò gli ultimi gradini della scala e allargò le braccia.

"A tua disposizione, se non hai intenzione di congelarmi il cuore".

Natasha volse lo sguardo, serro un pugno, ma continuò a sorridere.

"Non sono sicura di non essere qui per quello". Allungò una gamba, strofinando il tacco della scarpa per terra. "Tony, hai sentito parlare di Barnes? Era il migliore amico di Steve durante la guerra ed è stato per anni un'arma nelle mani dell'Hydra". Indicò una motocicletta parcheggiata più in là, dietro di lei, con il pollice.

"Te ne parlo mentre andiamo, se vuoi".

Tony scrollò le spalle, infilò le mani nelle tasche dei jeans raggiungendola.

"Sai come si chiama? Karma. Il fatto che il BFF di Captain America diventi l'arma dell'HYDRA si chiama Karma!".

Natasha gli porse un casco da motociclista, accomodandosi in sella.

Tony afferrò il casco, lo infilò e si sedette dietro di lei, con un sogghigno.

"Spero tu non voglia farmi strane sorprese, Romanoff. Quei tempi sono finiti".

Natasha infilò a sua volta un casco e accese la motocicletta.

"Il migliore amico di Steve, assomiglia molto al mio. Ama cucinare come Clint, ma penso sia un italiano di seconda o terza generazione, guardando le ricette che preferisce.

Non so se le sue parole possono essere prese per valide, l'Hydra gli aveva fatto il lavaggio del cervello fino al midollo. Ancora pensa che vogliano aiutare anziani e disagiati". Diede gas e s'immise nel traffico.

< Scherzi? Non so. Da quando frequento quei due idioti di Cap e Bucky, mi sento una persona diversa. Persino l'ombra della stanza rossa si sta allontanando da me > pensò.

Tony gli poggiò la testa sulla spalla, tenendosi ai fianchi di lei.

"E m'interessa perché?".

Natasha evitò una macchina dalla carrozzeria grigia cromata e si abbassò, aumentando la velocità.

Nonostante sia un bambinone, di quelli che crede ancora nell'amore e nelle fate, penso sia davvero convinto di quello che diceva.

Stark, non voglio tenerti segreti e so quanto odi le bugie.

Ha iniziato a dire cose 'strane' su tuo padre" rispose.

Tony si sporse verso di lei, sogghignò mettendo una mano sul volante della moto, vicino ai freni.

"Romanoff. Ho capito che mi nascondevi qualcosa dal 'Ti ricordi'. Quindi adesso facciamo che accosti e mi dici tutto, oppure fermerò questa moto io, e non ti piacerà".

Fece scorrere lo sguardo sul traffico che li circondava, sentiva il battito cardiaco accelerato.

< So cosa vuole dirmi. Lo so da quando ha cominciato a parlare di Bucky. Eppure non riesco ad evitare reazioni istintive violente. Tutto sommato, sono ancora umano > pensò.

Natasha girò l'angolo e parcheggiò in un vicolo, fermò la motocicletta e voltò la testa, coperta ancora dal casco.

"Non ti sto nascondendo niente, Stark. Semplicemente non ho ben capito nemmeno io e cerco di non dire cose che si possano fraintendere" ribatté.

< Steve, invece, non avrebbe voluto dirgli proprio niente. Speriamo sia riuscito a trovare Barnes, non voglio giri da solo con quel peso sulla coscienza >.

Tony scese dalla moto, sfilò il casco e la guardò dall'alto socchiudendo gli occhi castani.

"Ti ha detto di aver fatto qualcosa a mio padre per ordine dell'HYDRA, mentre era sotto controllo, ma visto che delira e che normalmente è un dolce cucciolo senza macchia e senza peccato non vuoi crederci, né vuoi che io lo aggredisca" disse.

Natasha si sedette lateralmente sul sellino e accavallò le gambe.

"Io penso che li abbia davvero uccisi. Anche io sono stata un'arma e non avrei avuto scrupoli senza bisogno nemmeno di controlli mentali. Inoltre, il soldato d'inverno, mi ha quasi uccisa anni fa e so com'è quando è in mode killer.

No, Stark, quello su cui non sono sicura sono le illazioni che ha fatto su tuo padre. Non ho la più pallida idea di che uomo fosse e del rapporto che vi legava" rispose.

< Ha capito in pieno il pensiero di Steve, invece. Se non ci fossi io in mezza, la situazione sarebbe degenerata > pensò.

Tony sbuffò passandosi la mano tra i capelli castani.

"Aspetta, Winter Soldier uccide i miei genitori e quello sotto indagine è mio padre?" sbottò.

Scosse il capo, si sedette in terra e incrociò le gambe.

"Collaborava allo SHIELD con Fury, cercava di ricreare il super soldato, lavorava ad un nuovo elemento che poi io ho creato e stava molto attento a trascurarmi e umiliarmi in ogni modo. Era un patriota, un americano con tutti i crismi, e un uomo pronto a tutto per i suoi scopi. Ma potrei dire lo stesso per tutti gli azionisti del pianeta, quindi questo non giustifica il tuo adorato peluche".

Natasha si sfilò il casco e se lo appoggiò sulle gambe, premendoci contro i gomiti e i seni.

"Ha detto che faceva parte dell'Hydra ed è stato ucciso per questo. Penso che tua madre si sta stata una... vittima involontaria. Te lo sto dicendo adesso Stark, per vedere se sei in grado di non ucciderlo" rispose con tono atono.

Tony batté le palpebre un paio di volte, scoppiò a ridere isterico piegandosi in avanti, scosse il capo e si mise in piedi.

"Mio padre. Nell'HYDRA. Ora sì che le ho sentite tutte" disse.

Scosse il capo, si passò la mano tra i capelli scompigliati.

"E mia madre 'una vittima involontaria'. Giusto. Cosa vuoi che importi, in fondo era solo l'unica persona a cui importava di me da bambino".

Grugnì, lanciò il casco a Natasha e agitò le mani in aria.

"Visto che era controllato non posso certo uccidere lui, ma se pensi che ti aiuterò allora puoi anche ripartire".

Natasha afferrò l'altro casco e lo appese.

"Volevo solo sapessi la verità". Si leccò le labbra sentendo il sapore del rossetto. "Se non vuoi venire, ti capirò. Era una mia idea che tu lo sapessi". Abbassò lo sguardo e si osservò la punta aguzza delle scarpe.

"Non so com'è avere una madre o dei genitori, ma pensavo tu dovessi sapere la verità".

Tony la guardò, grugnì e sospirò raggiungendo la giovane.

"Cosa diamine te ne fai di me e lui nella stessa stanza, io che sbraito per i miei genitori e lui che delira sull'HYDRA?" chiese.

Natasha si girò e si rimise a cavallo della motocicletta.

"Pensavo volessi sentire da lui cosa voleva dire, ma se ti basta così e sei convinto sia solo un delirio quella parte, va bene".

Tony scrollò le spalle, poggiò la mano sul manubrio della moto e la guardò.

"Una persona controllata, o addestrata tutta la vita a fare una cosa, non è responsabile delle sue azioni. Non voglio prendermela con un innocente. Se mio padre era nell'HYDRA, se scoprirò che è vero, affronterò le conseguenze. Ma non voglio che Burns debba soffrire anche per questo".

 

  
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