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Autore: Allison_McLean    03/11/2017    0 recensioni
Allison McLean è una ragazza tormentata da mille demoni di cui non riesce a liberarsi, ma quando arriva al penitenziario minorile di Alkalie Lake, la sua vita cambia completamente. Qui troverà la sua strada accompagnata dai suoi stessi demoni e da una luce che scoprirà solo dopo molto tempo.
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«Intravide le sue spalle nude spuntare dalle coperte, le braccia cacciate sotto il cuscino e i corti capelli sparsi sulla federa, che le diedero l'idea di un bambino troppo cresciuto. Purtroppo, l'unico disponibile era quel Grande Lupo Cattivo con cui era costretta a condividere lo spazio vitale, un fantasma con cui non parlava mai, con cui faceva fatica a scambiare qualche casuale occhiata. Era sempre e comunque meglio di nulla : le ricordava una specie di Tate Langdon, solo più distante ed enigmatico. Nei suoi silenzi e nella sua distanza, però, trovava conforto, anche se non ne conosceva il perchè. Rimase così, a pensare a lui, non accorgendosi di quanto intensamente di stessero guardando.» dal capitolo 1
AVVERTENZA : la storia è originale, solo alcuni dei personaggi sono tratti da A Tutto Reality, gli altri sono di mia completa invenzione
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Nuovo Personaggio, Scott, Trent
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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BROKEN PIECES - Part 6
 
Giugno
Ad Alkalie Lake la vita continuava ad andare avanti senza particolari svolte. La routine era sempre la stessa, le facce dei detenuti sempre uguali, l'atmosfera sempre la stessa. Tutto era normale, tranne che per lei. La vita di tutti proseguiva senza intoppi, come se lei non fosse esistita. Ma in fondo, cos'era una ragazzina nell'infinito andazzo dell'Universo? Un granello di sabbia nel deserto, niente più, niente meno. E in effetti si sentiva proprio in quel modo : insignificante. Insignificante per la famiglia, per la società, per l'Universo. 
Era passata solo una settimana dalla partenza di Trent, ma ormai sembrava tutto privo di senso, di corpo, di vita. Si era sentita esattamente in quel modo quando si era dovuta separare dalla sua famiglia, quando era stata mandata ad Alkalie Lake, e aveva sperato fino in fondo di non provare più quelle sensazioni, ma evidentemente era destino. Forse avrebbe dovuto smetterla di cercare di affezionarsi alle persone : prima o poi le avrebbe sicuramente perse. 
Era nella mensa, all'ora di pranzo; come al solito, il suo vassioio era intoccato sul tavolino. Invece che fissare i suoi compagni detenuti, teneva gli occhi pigramente incollati alla sedia vuota di fronte a lei e nel frattempo nella sua testa si materializzava la risata allegra di suo fratello, la sua voce dolce, i suoi occhi luminosi e il suo sguardo premuroso. Le mancava tutto di lui, come le mancava tutto di sua sorella, e ancora non riusciva a farsene una ragione. Perchè gli arrivederci dovevano essere così dolorosi?
Dalla tasca della camicia tirò fuori la bandana, sempre piegata a bandiera, con cui ora passava delle ore, e cominciò a giocarci passandosela tra le dita e rimirandola come se fosse stato un oggetto mistico. La aiutava a calmarsi e a smettere per qualche secondo di torturarsi psicologicamente.
La interruppe il solito rumore di un vassoio poggiato malamente sul tavolino di metallo lucido e graffiato; Duncan si accomodò con la sua solita e silenziosa aura da Lupo Cattivo ed iniziò il suo pasto senza proferire parola, limitandosi semplicemente a guardarla. Ancora una volta era tornata il fantasma di sè stessa.
-" Dovresti mangiare. Non ti fa bene fare così tanto digiuno. "
esordì dopo un po', poggiando la forchetta nel piatto di plastica e poggiando i gomiti sul tavolo, congiungendo le mani sotto il mento. Allison lo guardò stanca, accennò un sorriso e avvicinò il suo vassoio, cominciando a sua volta il pranzo. Era incredibile come la presenza e le poche parole del ragazzo la riportassero minimamente in vita dal mondo oscuro della sua mente, così incredibile che quasi ne aveva paura. Se aveva quel potere, che cos'altro avrebbe potuto farle? Forse salvarla, o forse farla annegare più in profondità.
Mentre mangiucchiava, alcuni ciuffi di capelli ribelli scivolarono dalla terrificante coda di cavallo, quasi andando a finire nel piatto; reagì in tempo, aggiungendo qualche parolaccia di troppo che fece sollevare lo sguardo a Duncan.
-" Li detesto! "
sentenziò Allison, imbronciandosi com'era solita fare quando non stava chiusa nel limbo della sua mente, e il ragazzo sorrise.
-" Forse avrei dovuto pettinarti più spesso. I tuoi capelli mi fanno pena. "
L'occhiataccia lo fece ridacchiare e la sua risata cristallina sembrò sollevarle dal cuore un peso immane. Aveva una risata così bella... Anche lei sorrise un pochino, arrossendo e spostandosi una ciocca dietro le orecchie.
Ad un tratto, gli occhi le si illuminarono. Sollevò lo sguardo verso Duncan, il quale rimase perplesso di fronte ad uno sguardo tanto pieno di speranza e vita rivolto a lui. Che cos'aveva in mente?
-" Mi taglieresti i capelli? "
Al ragazzo andò di traverso un boccone di polpetta, ma si riprese quasi subito. Aveva sentito bene?! 
Per qualche secondo si fissarono con apatia, ognuno analizzava l'altro come se fossero stati sul ring. Mentre Duncan cercava di capire se la ragazzina lo stesse prendendo in giro o meno, Allison cercava di capire se il Lupo Cattivo avrebbe acconsentito o meno alla sua richiesta. Era una sfida psicologica non meno impegnativa di quelle fisiche.
Dopo lunghi ed estenuanti minuti, il ragazzo sorrise un pochino, scuotendo la testa e riprendendo a mangiare. Quella piccoletta era davvero pazza.
-" Oggi pomeriggio, nei bagni al piano di sopra. "
Dentro di sè, sorrise all'espressione più che gioiosa di Allison. 
 
I bagni del piano di sopra erano un posto molto più buio rispetto agli altri. Nessuna finestra, quasi nessuna illuminazione; le piastrelle delle pareti erano di un orrendo verde sbiadito e molti dei soffioni delle docce erano arrugginiti. In una saletta adiacente vi era la sala per la cosidetta "tosatura", dove i ragazzi potevano tagliarsi i capelli e radersi la barba; vi era una lunga serie di specchi appesi al muro e sotto di loro vi era un infinito lavandino di metallo con numerosi rubinetti. A sinistra della porta, un grande armadio di metallo chiuso con un lucchetto conteneva rasoi, schiuma da barba, forbici per capelli, rasoi elettrici, qualche asciugamano pulito, tutto il necessario per un buon lavoro da barbiere. 
Allison, in quel posto, si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Da un certo punto di vista, la cosa la affascinava e la divertiva. Le piaceva assistere alle pratiche di cura dei ragazzi come ad un biologo piace studiare gli animali : tutto era qualcosa che, se appreso, poteva tornare utile.
Duncan, dalla tasca della camicia, prese una chiave leggermente rovinata e aprì il lucchetto dell'armadio, tirandone fuori un rasoio vecchio stile, uno di quelli che assomigliavano molto a dei coltellini a serramanico, schiuma da barba, forbici, un rasoio elettrico, shampoo, spazzola e pettine e qualche asciugamano. Poggiò tutto nel lavandino e andò a prendere un piccolo sgabello sghembo, che lasciò a pochi passi da Allison.
-" Lavati per bene i capelli, io preparo gli attrezzi. "
Allison annuì in silenzio; si tolse timidamente la camicia e Duncan la imitò, poi entrambi si dedicarono alle loro mansioni, silenziosamente. 
Era molto emozionata : quel giorno, avrebbe detto addio ai suoi capelli troppo lunghi. Non aveva idea di come tagliarli, ma l'avrebbe saputo più tardi. Mentre si strofinava la testa con lo shampoo, continuava a passarsi le dita tra i capelli smisuratamente lunghi, in modo da avere ancora un ricordo di com'era terribile lavarli ed asciugarli e pettinarli. In un angolo profondo del suo cuore, però, sapeva che le sarebbero mancati. Avrebbe avuto nostalgia delle treccine fatte da Valery, delle lunghe pettinate di zio Chris, della treccia del Lupo Cattivo... 
Strizzò la lunga matassa di capelli dorati con grande fatica e prontamente Duncan l'affiancò, porgendole un asciugamano in cui avvolgerli; la fece accomodare sullo sgabello, da dove non riusciva a specchiarsi, ed iniziò ad asciugarle delicatamente la testa e i capelli con quel suo modo premuroso e leggermente rozzo ad un tempo, facendola rilassare e, in qualche maniera, confortandola. Grazie a quei piccoli gesti, infatti, Allison si sentiva meno sola, meno insignificante.
-" Hai già deciso come li vuoi? "
-" Pensavo che avresti preso quella macchinetta e che mi avresti raso a zero. "
ridacchiò Allison, e Duncan con lei.
-" Ora ti pettino. Pensaci bene. "
Ubbidì e pensò ad ogni taglio che potesse venirle in mente. Ne aveva molti per la testa, ma uno in particolare l'attraeva : il taglio dei capelli di Uta, di Tokyo Ghoul, rasati ai lati e molto lunghi al centro, alla mohawk. Da molto tempo voleva tagliarli a quel modo, ma le maledizioni della sua famiglia la facevano sempre desistere. Ora, però, era giunto il momento di cambiare.
Dopo lunghi minuti, Duncan finì di pettinare quei lunghissimi capelli e si rivolse con la sua solita apatia alla ragazza. 
-" Allora? "
-" Ehm... Alla mohawk, come quelli di Uta, Tokyo Ghoul... lunghi fino alle spalle, con il ciuffo sugli occhi... Hai presente? "
Duncan accennò un sorrisetto, capendo perfettamente. 
-" Sei sicura? "
Allison annuì fermamente, sorridendo all'infinito. 
-" Una cosa... Posso tenerli in una scatola? "
-" Vuoi tenere i tuoi capelli in una scatola? Non è un po' da psicopatici? "
Entrambi risero, poi Duncan cominciò ad acconciare cinque lunghe trecce; terminato quel lungo e stressante lavoro, prese delle forbici enormi che probabilmente servivano per tagliare criniere di cavalli e non capelli di ragazzine.
-" Pronta? "
Allison respirò profondamente; percepì le grandi mani del ragazzo che sfioravano delicatamente la prima treccia a sinistra e le forbici che si avvicinavano. Chiuse gli occhi, stringendo i pugni e mordendosi l'interno del labbro inferiore. Sentì soltanto uno zack deciso; aprì all'improvviso gli occhi e vide qualche capello svolazzare nell'aria, la treccia umida abbandonata sul bordo del lavandino. Automaticamente si passò una mano sulla testa, tastando una ciocca di capelli incredibilmente più corti che ora le arrivava alle spalle.
-" Va tutto bene? "
-" S-sì, tutto okay. "
Duncan continuò a tagliare le lunghe trecce, una dopo l'altra. Ad ogni singolo scatto della forbice, stranamente Allison percepiva la perdita di qualcosa, la perdita di una parte di sè, ma andava bene così. Ora cominciava a sentirsi più leggera, come se il peso di una vita si stesse dissolvendo in pochi colpi di forbice. 
Con il pettine, il ragazzo le spostò gran parte dei capelli rimasti a destra, prese il rasoio elettrico e vi sistemò l'apposito pettine, facendo deglutire a vuoto la ragazzina. Prima di cominciare a raderle i lati della testa, le sorrise un pochino, esprimendo tutta la sua tenerezza e rassicurandola.
-" Stai bene con i capelli più corti. "
Quel complimento inaspettato la fece arrossire, ma non ebbe il tempo di pensare a ciò; il Lupo Cattivo avviò la macchinetta, il rumore ronzante del motore si diffuse nella stanza vuota, e in pochi secondi lunghe ciocche bionde caddero sul pavimento di piastrelle umidicce. Allison emise soltanto un gemito di sorpresa e quasi spaventata si portò le dita alla cute; percepì la morbidezza dei suoi capelli ora corti poco meno di un centimetro : erano bellissimi. Per un attimo sentì le lacrime affiorarle agli occhi, ma le ricacciò indietro. Non era assolutamente il momento di commuoversi.
Duncan le sorrise affettuosamente, dandole la forza di andare avanti. Era così strano... con lui non si sentiva sola e abbandonata dal mondo intero, le sembrava che con lei ci fosse un angelo custode, qualcuno che l'avrebbe protetta e che non l'avrebbe lasciata. Forse, dopotutto, non era da sola come pensava.
Il ragazzo ripetè l'operazione a destra ed in poco tempo la dolce Allison si trasformò in un'amazzone. Ormai il suo aspetto da dolce ragazzina era scompaso e al suo posto era comparsa la vera Allison, quella che lei tanto faticosamente celava nei meandri del suo animo. La trovava incredibilmente bella, di una bellezza selvaggia e sfrontata, proprio come lei era. Era orgoglioso di aver attuato quel cambiamento. 
Duncan completò l'opera accorciandole il ciuffo sopra la testa, che continuava a portare fieramente, e rifinendo meglio le punte sul resto dei capelli, scalandoli; infine, li asciugò con un piccolo e vecchio phon disperso in mezzo alle cianfrusaglie dell'armadio, pettinandoli premurosamente. 
-" Allora, come ti senti? "
le chiese, ed Allison sorrise commossa.
-" Leggera. "
Il Lupo Cattivo annuì sorridente, facendole cenno di aver concluso, e la ragazzina si alzò un po' titubante. Quando si vide allo speccio trattenne a stento un grido; spalancò gli occhi e si portò le mani alla bocca, facendo un salto indietro e sbattendo i polpacci nello sgabello. Chi era quella ragazza nello specchio lercio di un bagno del penitenziario di Alkalie Lake? Era lei? No, non era possibile. Lei non era così carina e non sembrava nessmo così forte.
Una lacrima le scivolò lungo le guance pallide e Duncan sorrise commosso da tanta meraviglia. Le aveva pettinato i capelli da un lato, lasciandoli poi sciolti morbidamente sulle spalle. Ora sembravano più luminosi, come se ad un tratto avessero ripreso il loro colore, e anche Allison sembrava aver riottenuto luce. Era soddisfatto di quel lavoro, ma lo era ancor di più della reazione della sua ragazzina. Quella, pensò, era decisamente la sua più grande soddisfazione degli ultimi due anni. 
-" Ti piace? "
Allison lanciò un grido di gioia ed istintivamente, senza pensare, saltò al collo del ragazzo, il quale fu costretto ad abbassarsi per permetterle di abbracciarlo. In quella frazione di secondo migliaia di volt passarono tra i loro corpi, sorprendendoli e lasciandoli senza parole, paralizzandoli. Duncan allungò pian piano le mani, cingendole dolcemente la vita sottile e affogando il viso nei suoi nuovi capelli biondi, mentre Allison si strinse forte al suo collo, premendo involontariamente il petto contro quello del ragazzo, avvertendo il battito leggermente più veloce del suo cuore. Entrambi si persero per pochi secondi nell'odore dell'altro, assaporandone ogni nota, ed entrambi studiarono i loro corpi come mai avevano fatto prima di allora. 
Si separarono a malavoglia, con un pelo d'imbarazzo, ma più felici che mai. Era un'emozione quasi assurda quella che stavano provando, una gioia immotivata per la vita, alimentata semplicemente dalla gioia dell'altro. Ma, per quanto potesse sembrare assurda, era davvero fantastica.
-" Grazie infinite... Sono fantastici, proprio come li volevo. "
Duncan si limitò ad annuire, sorridendo un pochino. Sinceramente, non sapeva cosa dire. Si schiarì la voce, tornando a fare a finta di essere un duro, rimettendosi la ormai fragile maschera dell'apatia.
-" Ne approfitto per darmi una sistemata... Faccio davvero schifo... "
disse, strofinandosi distrattamente il mento coperto da un leggero velo di barba incolta. Allison pensava che non ce ne fosse davvero bisogno : lui era bello in qualsiasi modo, doveva ammetterlo a sè stessa, anche con la barba leggermente più lunga che lo faceva sembrare un po' più rozzo, selvaggio. 
-" Ehm... Ti dispiace se resto? "
Quella domanda lo lasciò un po' scosso, ma acconsentì senza problemi. Si tolse la canottiera con un gesto quasi teatrale, facendola arrossire, e si portò un asciugamano intorno al collo; inumidì la pelle con acqua calda e vi cosparse della schiuma bianca e soffice. 
Allison lo osservava quasi ossessivamente, studiando ogni suo movimento in religioso silenzio. Le piaceva guardarlo, vedere i muscoli della sua schiena tendersi e rilassarsi; adorava il modo in cui si passava l'affilata lama del rasoio sulla pelle, lo adorava così tanto che nella sua mente cominciarono a proiettarsi certe immagini non convenienti, senza un motivo logico. Arrossì in un colpo solo e tentò di mascherarlo, inutilmente. Il Lupo Cattivo, infatti, non potè fare a meno di notare quel dolce dettaglio e non potè nemmeno fare a meno di fare lo stronzo. 
-" Mi hai visto più di una volta senza maglietta... Pensavo che avessi smesso di arrossire. "
-" Eh? Cosa?! No, io... Io non... "
In quel momento, Allison volle soltanto sotterrarsi. Non seppe che altro fare oltre a coprirsi il viso con le mani. Avrebbe voluto scappare, ma l'imbarazzo la tenne incollata allo sgabello. Che stupida! Ma che diavolo stava facendo?! 
-" Scusa! "
la sua vocina giunse ovattata a Duncan, il quale dovette poggiare il rasoio per qualche secondo, altrimenti si sarebbe tagliato da quanto stava ridendo. Quella ragazzina era proprio uno spasso. Riprese dopo un po' , cercando di trattenere le risate e di non prenderla ulteriormente in giro, anche se la tentazione cominciava a diventare irresistibile.
Terminò abbastanza rapidamente il suo operato, si sciacquò il viso e lo asciugò con un angolo dell'asciugamano. Aveva fatto un buon lavoro, ne era relativamente soddisfatto : per una volta, non aveva rischiato di sgozzarsi. Sistemò gli attrezzi dopo averli puliti e li chiuse nell'armadio; lascio gli asciugamani nel lavandino e si rimise canottiera e camicia, prendendo infine le cinque lunghe trecce ancora abbandonate sul bordo di metallo. Allison le osservò con malinconia, si guardò un'ultima volta allo specchio e poi seguì Duncan, il quale la aspettava sull'uscio della stanzetta. Da adesso, si disse, cominciava una vita nuova.
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Erano passati vari giorni dal taglio di capelli, ma i suoi compagni ancora la guardavano attoniti quando passava per i corridoi, o alla mensa, o in cortile; le sorridevano, si complimentavano e restavano a fissarla finchè qualcos'altro non li distraeva. Allison si chiedeva il perchè di quello strano comportamento; in fondo, si era solo fatta accorciare la lunga chioma bionda. Non vedeva la splendida ragazza che c'era ora, ancora più bella della Allison di prima, rinvigorita, più forte ed indomita. Non poteva capire quanto ora sembrasse più viva, quanto ora i suoi occhi risaltassero, quanto la rappresentavano davvero quei capelli. Ma forse, aveva solo bisogno di tempo. Per il momento, teneva ancora le sue magiche treccie nel cassetto del comodino; di tanto in tanto le guardava e le accarezzava, pensando che un giorno ne avrebbe regalata una a Valery. Rise nel pensare alle sue potenziali reazioni.
Ora era nello spogliatoio, seduta sulla sua solita panchina, a finire di prepararsi; ora legarsi i capelli era bellissimo : ci metteva un quarto del tempo ed erano decisamente meno ingombranti, una specie di miracolo, dunque. 
Il Lupo Cattivo fece irruzione nella stanza sovrappensiero, facendo scattare Allison, che perse un battito per poi rilassarsi e ridacchiare.
-" Gesù Cristo! Scusami... "
-" Scusati quando mi troverai nuda. "
ebbe il coraggio di scherzare, facendo fare al ragazzo una smorfia divertita; anche lui inziò a cambiarsi, solo che non si fece troppi problemi a spogliarsi in sua presenza. Era stato così fin dall'inizio, eppure non si era ancora abituata a vedere quel fisico scolpito e quegli spaventosi tatuaggi; erano sempre una novità, un nuovo particolare del disegno, una nuova cicatrice, una nuova sorpresa. Amava osservare quei dipinti su pelle, quell'imponente scheletro e le sue rose ed altri fiori sul braccio destro, una fenice, due draghi, uno dei quali cinese, e un lupo che sorreggevano il mondo sull'intero braccio sinistro e il drago e la scritta sulla schiena; li adorava tutti, erano semplicemente meravigliosi.
Il Lupo Cattivo si sedette poi accanto a lei con la sua imponente struttura, facendola sentire minuscola e quasi stupida, e cominciò a fasciarsi mani e piedi con quella sua solita espressione concentrata e quasi aspra negli occhi color acqua marina, che luccicavano debolmente alla pallida luce del sole pomeridiano che penetrava dalla piccola finestrella dello spogliatoio. 
-" Da oggi ci alleniamo per il tuo prossimo incontro, che sarà il prossimo mese. "
-" Ci prendiamo così in anticipo? "
Il ragazzo s'interruppe per un secondo, inchiodando i suoi magnetici e suggestivi occhi nei suoi. Era incredibile come ancora le mettesse soggezione con un solo sguardo, ma ora qualcosa era cambiato; la freddezza di poco prima sembrava sciogliersi lentamente ed ora non aveva più vero timore di lui, anzi, stava molto bene in sua compagnia.
-" La prossima volta non sarà Paulie, cioè un colosso lento e goffo, ma sarà uno stronzetto come me, se non migliore. "
-" Nessuno è migliore di te. "
Allison si rese conto di ciò che aveva detto ed arrossì violentemente, spostando in fretta il suo sguardo imbarazzato altrove; Ma che cavolo sto facendo?! , si disse, immaginando una piccola sè stessa che prendeva a calci un suo clone. 
Dopo qualche secondo di confusione, Duncan riprese la fasciatura con un sorrisetto soddisfatto stampato in volto, che però non esprimeva tutte le sue emozioni in quel momento.
-" Fidati, è meglio cominciare a fare sul serio. "
Pochi minuti dopo si ritrovarono nella palestra insolitamente deserta, in cui ogni rumore riecheggiava; era fantastico essere da soli, senza doversi preoccupare dei capannelli di spettatori o del rumore degli altri attrezzi : ci si concentrava di più.
I due avversari si levarono i vestiti superflui ed iniziarono a girare in tondo com'erano soliti fare per il riscaldamento, stiracchiandosi e facendo un poco di stretching.
-" Cominciamo con le premesse : comincerò ad andarci davvero pesante. Pugni, calci, tutto è ammesso da ora in poi. Dovrai dare il centodieci percento, perchè quando ti troverai di fronte a quella bestia dovrai dare il tutto per tutto. Devi essere veloce e feroce, violenza al massimo : è questo quello che serve qui. "
Allison doveva ammettere che era un grande allenatore, riusciva sempre a motivarla, in un modo o nell'altro. Era davvero contenta di avere Duncan Nelson, il cosidetto "Marcio", come suo mentore.
Meno contenta fu quando improvvisamente l'attaccò, tentando di rifilarle un bel pugno nel naso; schivò di lato, tentando a sua volta di infierire con un gancio nel costato, ma il ragazzo fu incredibilmente rapido nello scartare e contrattaccare un'altra volta, infierendole solo una pesante sculacciata che la fece saltellare per il dolore ed innervosire. Lo sguardo lascivo e provocatore del Lupo Cattivo la fecero imbestalire ancora di più : l'aveva sculacciata e rideva pure?! L'avrebbe sistemato, quel galletto!
-" Te l'ho detto : veloce e feroce. So che ce la puoi fare, ora devi solo dimostrarmelo. "
le disse, e lei annuì imbronciata. Eccome se gliel'avrebbe dimostrato.
Duncan partì nuovamente all'attacco con una finta, che però Allison riuscì ad evitare per un pelo; dal canto suo, mise il turbo e rifilò al suo allenatore un manrovescio e un calcio di tibia in rotazione nello stomaco. Duncan fu costretto ad indietreggiare, sorpreso da tanta potenza. Lo sguardo sfrontato da guerriera della ragazzina lo fece sorridere : gliele avrebbe suonate a quella sfacciata. 
Questa volta fu Allison a prendere l'iniziativa, fingendo di voler attaccare con un pugno; scartò rapidamente il braccio teso di Duncan, afferrandolo per il polso e usandolo come perno per ruotare e atterrarlo con una ginocchiata in mezzo alla schiena; il ragazzo cadde in ginocchio, ma fu abbastanza veloce da afferrare il polso della sua rivale, rialzarsi e torcerle l'arto dietro la schiena, inchiodandola a sè con un braccio attorno al collo. Entrambi avevano il fiatone ed entrambi erano gia sfiancati per la potenza dei colpi, ma erano anche molto determinati. Allison continuava a cercare di dimenarsi, ma in qualche modo Duncan la teneva sempre a bada, strattonandola da una parte all'altra come se fosse stata una bambola. La stava stancando.
-" Allora, ti arrendi, piccoletta? "
Avvertì il suo sorriso contro il suo orecchio, il suo respiro caldo e furente vibrava sulla sua pelle e per un secondo la sua temperatura corporea aumentò vertiginosamente; sorrise sfacciatamente, godendosi appieno quel momento di puro contatto. 
-" Dovresti conoscermi ormai. "
Il suo tallone calò violento sul piede del Lupo Cattivo per ben tre volte prima che la lasciasse; ruotò di scatto, infierendo su di lui con una potente gomitata sullo zigomo e un calcio al petto. Non perse tempo e si avventò su di lui, facendolo stendere prono e sedendosi a livello delle sue scapole; gli afferrò violentemente la caviglia e gli sollevò di scatto la gamba, tendendo dolorosamente il muscolo e facendolo ringhiare di rabbia e dolore. Provò a liberarsi, ma quella piccola volpe cominciò a torcergli la caviglia.
-" Non ti conviene, signor allenatore. "
disse Allison, sorridente, fissando il suo allenatore pancia a terra con la coda dell'occhio.
-" Te ne pentirai. "
Avvertì il sorriso dolorante del ragazzo ed aumentò la dose di forza nella stretta, ma lui si sollevò improvvisamente sulle braccia, facendole perdere la presa sulla caviglia; si voltò rapido come un serpente, facendola cadere di lato, e si lanciò su di lei con un salto felino mentre si stava rialzando. La atterrò dolorosamente, facendole sbattere schiena e testa contro il pavimento cerato del ring, e la immobilizzò con tutto il suo peso, bloccandole le braccia a terra e premendo con forza sui suoi polsi, facendola gemere. Tentò più volte di sgusciare via da quella presa ferrea, ma più ci provava più provava dolore. Alla fine desistette, abbandonandosi al suolo e tentando di riprendere fiato; Duncan era ancora sopra di lei, a tenerla immobilizzata sul ring. Anche lui aveva il fiato corto ed sudore che grondava da tutto il corpo. Era stato un match breve, ma molto intenso.
Le sorrise con tenera soddisfazione e lei rispose; per un attimo, nella mente di entrambi si figurò la scena di un bacio, ma scacciarono immediatamente quell'idea assurda. 
-" Allora... Ti... ti arrendi? "
-" Vorrei avere la forza per morderti... "
Risero a quell'affermazione della ragazza e poi Duncan rotolò al suo fianco, esausto. 
-" Sei stata brava, ma puoi ancora migliorare. "
-" Lo so, ma anche tu. Dove sono i pugni e i calci premessi? "
Si voltò verso di lei con espressione sfrontata e provocatoria.
-" Non ne ho bisogno per batterti. "
-" Ah no?! "
Bloccò senza difficoltà il pungo che tentò di sferrargli e le sorrise in quel modo tanto bello quanto odioso, trovandosi fin troppo vicino al suo viso. Allison arrossì improvvisamente e il suo cuore perse un battito; sentiva il suo respiro vibrarle sulla pelle umida e percepiva i suoi muscoli rilassarsi pian piano.
-" Vacci piano con me, tigre. Oh, e hai delle adorabili guanciotte rosse. "
-" Ti detesto! "
-" Menti. "
Entrambi risero, poi si rialzarono e se ne andarono insieme.
~~~
 
Luglio
Più il tempo passava, più sembrava che il Lupo Cattivo e la ragazzina si stessero avvicinando. Ora passavano parecchio tempo insieme con la scusa di allenamenti obbligatori tutti i giorni, ma anche fuori dalla palestra parevano essere più affiatati. Nella cella i silenzi erano carichi di sorrisetti e parole interdette, nel cortile scambi di occhiate ammiccanti e nuovi sorrisi in lontananza e alla mensa sempre al tavolo insieme. Erano ancora distanti, ma si stavano raggiungendo un passo alla volta.
La verità era che Allison stava cominciando a scoprire un alleato in quel tenebroso ragazzo dai capelli corvini e i penetranti occhi color acqua marina. Quand'era con lui si sentiva più leggera, come se la vita fosse stata un gioco e non una battaglia. Adorava i loro silenzi nella cella, i pochi scambi di parole alla mensa, i brutali incontri e le premurose cure; del tempo passato insieme a Duncan, le piaceva tutto. Eppure di lui, in fin dei conti, non sapeva nulla; non conosceva la sua età, nè il motivo per cui era ad Alkalie Lake, niente di niente, e nonostante questo era entrato nella sua vita quasi involontariamente, rendendola meno spregevole. Ora la nostalgia del suo mondo sembrava meno dolorosa, tutto sembrava meno doloroso, anche i suoi frequenti incubi e le sue torture mentali. 
Dal canto suo, anche Duncan stava scoprendo un'alleata nella dolce ragazzina dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio. L'aveva intravista in ogni momento passato insieme e più andavano avanti più la vedeva, la scorgeva avvicinarsi affettuosamente e prenderlo per mano. Quando era insieme a lei si sentiva il ragazzo che avrebbe voluto essere, uguale e diverso ad un tempo, con una speranza di riscatto in quella vita di errori. Amava con tutto sè stesso ogni avventura passata insieme, piccola o grande, e ricordava ogni particolare che li aveva uniti; amava il modo in cui lo guardava, in cui gli parlava e come lo picchiava, amava vederla disegnare e dormire, perdersi nel suo mondo, amava il rossore sulle sue guance e il suo sorriso. Amava ogni cosa vissuta di lei e non ne conosceva il perchè; a dirla tutta, lui non conosceva nemmeno lei, sapeva solo che era lì e che era riuscito ad entrare nella sua vita e lei nella sua. Questo bastava. 
Ora, però, nello spogliatoio della palestra Allison non aveva tempo di pensare a ciò : doveva concentrarsi sull'incontro che si stava per svolgere. Mentre si fasciava le mani lanciò uno sguardo di malinconica fiducia alla bandana di Trent, che si era allacciata al braccio. Da parecchio ormai la teneva lì perchè le portasse fortuna e, in un certo senso, stava funzionando. 
Il suo pensiero andò automaticamente a suo fratello, a sua sorella, alla sua intera famiglia, e pregò l'Universo che fossero lì con lei in quel momento. Aveva davvero bisogno della loro forza. Nonostante si fosse allenata per più di un mese ogni singolo giorno, arrivando ad essere una macchina da guerra, seppur stremata, non era sicura che ce l'avrebbe fatta. Combattere con Duncan era una cosa, combattere con un vero avversario era completamente diverso.
Ripensò per qualche attimo alle telefonate fatte con zio Chris, brevi ma piene di informazioni sul mondo esterno a quello di Alkalie Lake. I nonni se la cavavano, anche se ultimamente Lucien si era preso una brutta tosse, mentre Chef era il solito forte toro di sempre, in piena salute e pronto a tutto; Valery e Viktor stavano più che bene, era un periodo meraviglioso quello che stavano vivendo insieme, e ogni volta portavano i loro saluti ad Allison. Le faceva piacere che ancora non si fossero dimenticati di lei; anzi, le dava un minimo di speranza.
Fece un respiro profondo, poi si alzò per fare un po' di stretching. In quel momento entrò nello spogliatoio Duncan; sembrava intimidito, malgrado la sua maschera di apatia fosse saldamente incollata al suo posto. La guardava fiducioso, con le braccia conserte e uno sguardo che tradiva un minimo di eccitazione; sinceramente, non stava nella pelle nel volerla vedere all'opera.
-" Pronta, tigre? "
-" Non lo so... Secondo te? "
-" Beh, guardati : sei diventata una macchina da guerra. "
Allison prese davvero qualche secondo per osservarsi e potè facilmente notare i muscoli sulle sue braccia e gambe e un accenno di addominali che stavano spuntando sulla sua struttura magra. Sì, stava seriamente diventando un mostro da combattimento.
Quelle parole le diedero fiducia, tanto che sorrise al suo allenatore, che le rispose quasi a fatica. Erano entrambi troppo emozionati : con questo incontro, la piccola tigre avrebbe potuto entrare ufficialmente nel mondo delle lotte penitenziarie.
-" Avanti tigre. Ti stanno aspettando. "
Allison scattò in piedi, s'infilò la felpa senza maniche e uscì subito dopo Duncan, il quale camminava più fiero che mai; lei intanto si stiracchiava le braccia e il collo, osservando diffidente il capannello di detenuti che si voltavano nella loro direzione. Sembravano molti più del solito e notò anche qualche secondino nascosto ai bordi della palestra; questo la mise leggermente in soggezione, ma si ordinò di rimanere calma e presente : aveva sputato sangue per prepararsi a quell'incontro, letteralmente, non avrebbe permesso a sè stessa di farsi intimidire da quel gruppo di spettatori e nemmeno dal suo sfidante, chiunque fosse. Nulla l'avrebbe spaventata.
-" Singori e... signori, benvenuti a questo nuovo incontro! "
esclamò il Mafioso, meglio conosciuto come Freddy Bonanno, che stava in mezzo al ring proprio come un presentatore e commentatore di incontri; non aveva alcun microfono, ovviamente, ma riusciva a farsi sentire benissimo con quell'odioso accento italiano e la voce squillante, oltre alla personalità esuberante.
Mentre Freddy parlava, Allison e Duncan si posizionarono al loro angolo; il ragazzo rimase un passo dietro di lei, mentre continuava a fare un po' di stretching sulle braccia per sconfiggere la tensione; si guardava intorno circospetta, come se fosse stata circondata da predatori feroci nascosti nell'ombra e non da compagni detenuti e secondini. Cominciava a sentirsi leggermente oppressa.
-" Accogliamo il primo sfidante! Con ottanta chili di peso per un metro e settantanove, con una grande autostima ed energia, Lightning Jones! "
Alle spalle di Freddy apparì un ragazzo dalla pelle mulatta e i capelli corti, tagliati alla Marines; era musoloso, ma non era troppo grosso, un bel ragazzo, molto sicuro di sè da come si faceva vedere sul ring. Fu accolto con un fragoroso applauso e qualche fischio, ma nulla di più.
-" Ma devo combattere con lui? "
chiese Allison, perplessa, senza staccare gli occhi da quello che sembrava il suo avversario. Effettivamente, non le faceva per nulla paura; sembrava più un pagliaccio che un lottatore.
-" Non farti ingannare dal suo comportamento egocentrico : è un grande pugile, con un pugno ti può mandare al tappeto. Stai attenta. "
le rispose Duncan, avvicinandosi al suo orecchio.
-" Ed ora, accogliamo la splendida avversaria. Con cinquantacinque chili di peso per un metro e sessantatrè centimetri, con un gran coraggio e molta determinazione, Allison McLean! "
Si levo la felpa con un colpo di spalle e si avviò, ma Duncan la fermò, prendendola con lieve rudezza per il braccio.
-" In bocca al lupo, tigre. "
Gli sorrise fiduciosa, poi saltò sul ring con il cuore in gola. Quello era un momento decisivo della sua vita : doveva provare di valere, di meritare il tempo del Lupo Cattivo, di meritare quel posto nelle lotte penitenziarie. Non per dimostrare agli altri di essere qualcuno, ma per dimostrarlo a sè stessa. 
Il time-keeper fece suonare la campana e l'incontro cominciò come ogni altro : i due avversari iniziarono a girare in tondo, uno di fronte all'altro, studiandosi con aria famelica. Jones la guardava con un sorrisetto lascivo e decisamente antipatico, si agitava, non riusciva a stare fermo, e questo la infastidiva. Sapeva che stava progettando qualcosa.
Tentarono una finta nello stesso momento, per tastare il terreno, ma ritornarono al punto di partenza quasi subito; la tensione, nel frattempo, continuava a crescere e ad addensare l'aria. Si percepiva chiaramente che a breve uno dei due avrebbe attaccato pesantemente e che ne sarebbe venuto fuori un putiferio, ma nessuno si aspettò la prima mossa di Allison : attuò una finta a destra, che Lightning schivò prontamente, ma non fu abbastanza rapido da scartare il gancio che si abbattè sulla sua guancia. Il cuore della ragazza pulsava come il motore di un treno nel suo petto e il suo sangue era carico di adrenalina.
-" Hey, ragazzina! Picchi duro! "
esclamò il ragazzo, facendola sorridere malvagiamente. 
-" Era solo uno stuzzichino. "
Allison parò una rapida sequenza di pugni, mettendo a frutto il durissimo allenamento contro il Lupo Cattivo, riuscendo a perpetrare un nuovo pugno, stavolta sulla mascella.
Lightning adesso la guardava con rabbia, non più con sarcasmo : ora si cominciava a giocare duro. La ragazza schivò un suo pugno, ma non fu abbastanza rapida da parare una ginocchiata nel costato; a seguire, si ritrovò quattro nocche stampate sullo zigomo. Nel frattempo, la folla cominciava a scaldarsi attorno al ring; iniziavano a sentirsi dei fischi, qualche applauso, piccole cose che bastavano a distrarre.
-" Beh, neanche tu ci vai piano. "
disse, sorridendo in modo provocatorio al suo avversario. Riprese un nuovo attacco, che però fu deviato senza troppa difficoltà; si vide arrivare un altro gancio, che la colpì alla bocca e la fece cadere a terra. La campanella di fine round trillò e Allison sbattè un pugno a terra, ringhiando di rabbia e sputando sangue sulla cerata bianca del ring. Eddai, stupida idiota, riprenditi!
Si alzò pian piano, andando al suo angolo, dove Duncan le porse una bottiglietta d'acqua e una piccola bacinella; bevve appena un sorso e sputò, risciacquandosi la bocca dal sangue. Guardò il ragazzo, che ricambiava l'occhiata con serietà ed apatia. No, non poteva perdere.
-" È solo il primo round, tigre. Ce la puoi fare. "
-" Ce la farò, stanne certo. "
Allison si rialzò come una furia e tornò nel ring, dove il suo avversario già la stava aspettando. Nessuno dei due perse tempo; non appena la campanella trillò, si andarono incontro come due lupi assetati di sangue e si scontrarono violentemente, tentando un pugno e una ginocchiata. Fu la ginocchiata di Allison ad andare a buon fine, colpendo in pieno l'intestino del ragazzo e quasi facendolo vomitare; Lighting cadde bocconi con gli occhi vitrei, scosso da spasmi di tosse da nausea. Riuscì miracolosamente a tirarsi in piedi, ma rimase leggermente gobbo dopo il potentissimo colpo ricevuto.
Prese le forze per tentare un nuovo attacco, ma fallì miseramente; Allison gli afferrò il polso e gli torse rapidamente il braccio dietro la schiena. L'avversario, però, fu molto più furbo e le assestò una testata in pieno volto, facendola barcollare indietro con il naso sanguinante. Ancora una volta si corsero incontro senza alcuna difesa; lui le balzò al collo, atterrandola violentemente e stringendole le dita attorno alla gola, ma lei lo fece desistere un pugno ben piazzato su quel suo visetto da sbruffone. Allison gli si catapultò sullo stomaco, afferrandogli a sua volta il collo e bloccandolo a terra; negli occhi aveva il fuoco della demoniaca sete di vittoria, un fuoco che spaventò tutti i presenti nella palestra, tutti tranne Duncan. Lui amava quel fuoco, perchè era lo stesso che aveva lui alla sua età : sapeva esattamente che cosa voleva dire quello sguardo.
Lightning le strinse le braccia con le unghie, ferendole la pelle e facendola ringhiare, ma questo non fu sufficiente a farle lasciare la presa; cominciava a mancargli il respiro, stava per svenire. Anche la ragazza se ne accorse e prontamente lasciò la sua gola, dandogli un minuto per riprendersi : non le piaceva vincere facile. 
La seconda campana trillò e subito Allison si fiondò ansimante al suo angolo; il capannello di spettatori era più coinvolto che mai e la accolse con un boato di fischi e grida d'incitamento. Ma l'accoglienza migliore la ricevette dal Lupo Cattivo, il quale le sorrise un poco, fieramente, con le braccia conserte e uno sguardo orgoglioso e fiducioso.
-" Non sottovalutarlo adesso. Puoi batterlo, ma non abbassare la guardia. "
Annuì sicura, confortata e rinvigorita da quelle parole. Bevve un sorso d'acqua, sorrise al suo allenatore e poi la campana la richiamó sul ring. 
Quando si ritrovò nuovamente Lightning davanti, le venne voglia di saltargli addosso e sbranarlo : ancora la guardava con quel sorrisetto beffardo, ora pesto, ma pur sempre beffardo. Che cos'aveva da ridere?! 
-" Te la sei goduta la doccia insieme al tuo Marcio, sgualdrina? "
Il tempo sembrò fermarsi. Quelle parole la colpirono più a fondo di qualsiasi gancio o calcio, più di qualsiasi arma, più di qualsiasi cosa al mondo; rivide il suo corpo premuto contro una parete, rivide Duncan che la proteggeva, sentì la voce di Laughton che la cercava. Quelle parole le fecero perdere qualsiasi forza, fisica e mentale, e Lightning ne approfittò, rifilandole un potente pugno alla mascella che la spedì al tappeto. Stranamente, peró, non sentiva alcun dolore, vedeva soltanto quel giorno orribile, la pioggia che incombeva sul penitenziario, il corpo di Duncan premuto contro il suo, i suoi occhi di ghiaccio. Era quello a fare male, non il dolore fisico.
Nel frattempo, il silenzio era calato nella palestra, la calma prima della tempesta. I detenuti spettatori fissavano ora con astio il ragazzo mulatto, che ora si trovava circondato da potenziali assassini : tutti avevano udito le terribili parole pronunciate alla ragazzina, nessuno escluso.
In poco meno di cinque secondi, Jones si ritrovò davanti il Marcio, i suoi occhi acqua marina che sprigionavano rabbia e pura sete di sangue; Paulie era già pronto a prenderlo nel caso fosse scappato fuori dal ring. I secondini avevano già circondato il ring con i manganelli in mano, in attesa che qualcuno colpisse qualcun'altro.
Duncan lo afferrò per il collo, ringhiandogli in pieno viso e facendogli quasi crollare la vescica. Alzò il pugno, pronto a colpire, sapendo perfettamente che nessuno, nemmeno i secondini sarebbero riusciti a fermarlo, ma la voce debole e abbattuta di Allison lo paralizzò. Il suo sguardo mutò, da Lupo Cattivo si trasformò in un cucciolo bisognoso. Stava bene? Era ferita gravemente?
-" L-lascialo andare... L'incontro non è ancora finito... "
La vide rialzarsi a fatica, asciugarsi il sangue che le colava dalla bocca, vide il suo sguardo lupesco, vide la sua determinazione e la voglia di vendetta. Le sorrise con dolcezza e lasciò libero quello stronzo, sorridendo malvagiamente come mai aveva fatto in vita sua.
-" Sarò il primo che ti verrà a trovare in infermeria... "
gli sussurrò, poi scese dal ring, abbandonando il povero Jones nelle mani della sua piccola tigre.
 
Era felice di essere nella sua cella, immersa nel silenzio del tardo pomeriggio di quel giorno di pioggia; il caos dei detenuti in festa le aveva fatto più male dei pugni di quell'imbecille con cui si era ritrovata a combattere. Era lì con Duncan, seduta sul wc dell'angolo toletta, a farsi medicare le varie ferite subite. Nonostante fosse ridotta ad una melanzana, era molto contenta dell'esito dell'incontro e lo era anche il suo allenatore, forse più di lei.
Era ancora nella sua tuta da ginnastica e sinceramente cominciava ad avere un po' freddo, ma le premurose cure del Lupo Cattivo alleviavano dolore e brividi. Le piaceva il modo in cui le stava disinfettando i graffi, lo faceva molto delicatamente, con una dolcezza inaspettata.
-" Girati. "
Allison ubbidì a quell'ordine e si voltò, trovandosi faccia a faccia con il ragazzo, che cominciò a strofinarle lievemente uno straccetto bagnato sulle labbra e agli angoli della bocca, ancora coperti di sangue; le pulì anche la guancia graffiata e la spaccatura sul naso, mettendoci dei piccoli cerotti. Gli sorrise con gratitudine e lui rispose in quel modo freddo e fiero ad un tempo che tanto le piaceva. 
Per un attimo si perse nei suoi occhi acqua marina, scorgendoci un universo infinito, poi però si riprese, rabbrividendo per l'aria umida della cella; prontamente Duncan si sfilò la camicia, restando soltanto in quella sua dannata canottiera nera e aderente, e la passò attorno alle spalle della ragazzina, che arrosì come una scolaretta e gli sorrise con timidezza. Una bolla si calore la avvolse, ristorandole come poche cose potevano fare.
Lui le si accucciò davanti, arrivando alla sua altezza, e le sorrise con fiducia, continuando a medicarla con premura e riguardo, cercando di non farle più male di quanto non ne avesse già.
-" Sei stata formidabile oggi. "
Quelle parole lasciarono Allison completamente senza parole. Davvero lui pensava questo? Davvero le aveva detto che era stata formidabile? Non sapeva perchè, ma il fatto che lui avesse una simile opinione nei suoi confronti la faceva sentire invincibile, la faceva sentire una persona reale e non un fantasma intrappolato in un manichino. Lui la faceva sentire viva. Aveva un potere che nessun altro al mondo possedeva, oltre a Valery e Trent, ma Duncan sembrava essere un derivato di quel potere, simile ma diverso in qualcosa, qualcosa di sconosciuto.
-" G-grazie... "
-" È stato molto divertente vederti spaccargli il naso con un pugno dritto in faccia... "
Duncan ridacchiò malvagiamente alla scena, rivedendo la sua tigre saltare addosso a Jones e tempestarlo di cazzotti in quel suo brutto grugno. Ed era indubbiamente orgoglioso che lei avesse vinto. Se lo meritava. 
Entrambi rividero Jones cascare al tappeto come un sacco di patate, la faccia completamente pesta e un polso slogato; Freddy Bonanno che saliva sul ring e le alzava il braccio in segno di vittoria, gli spettatori esultanti. Allison, per la prima volta dopo lungo tempo, si era sentita qualcuno.
Improvvisamente, però, Duncan si trovò la piccoletta aggrappata al collo, che lo stringeva dolcemente; non seppe come reagire, sul momento, si irrigidì come un bastone ed arrossì dalla testa ai piedi. Oh Cristo, che sta facendo?! , si disse, trovandola poi una domanda davvero cretina. Deglutì a vuoto, completamente nel panico, ma la voce della ragazzina lo tranquillizzò. La sua voce dolce aveva quel magico potere di placare ogni emozione negativa in lui, aveva la capacità di spegnere il fuoco del suo Inferno e aprire per un po' le porte del Paradiso. Come faceva?
-" È grazie a te se ce l'ho fatta. Grazie, grazie di tutto. "
gli sussurrò, e lui sorrise dolcemente, nascondendo il viso nei suoi capelli profumati e circondandole il corpo piccolo e magro con le grandi braccia muscolose. Allison si sentì magicamente al caldo, protetta, come se nulla al mondo, nemmeno i suoi demoni, avessero potuto farle del male. Era una sensazione semplicemente paradisiaca.
Duncan provava la stessa identica cosa, solo con un qualcosa in più : oltre a sentirsi protetto, si sentiva protettore. Lì, tra le sue braccia, quella piccola e fragile creaturina non sarebbe mai stata ferita. Non avrebbe permesso a nulla al mondo di farle del male, si ripromise.
Un calore avvolgente li circondò, dando vita a mille emozioni, mille sbuffi colorati di sentimenti nascosti, scintille di magia ed alchimia pura, come se per un momento fossero stati capultati nell'Universo infinito che tanto li odiava.
~~~
-" Puoi restare? "
-" Sai che non posso... Abbiamo solo poco tempo per stare insieme. "
-" Stai bene? "
Valery alzò le spalle, sorridendo giuliva com'era solita fare. Era bellissima, come sempre. Vederla ancora una volta era qualcosa di emozionante, anche se non era davvero lì con lei.
-" Va tutto bene. Viktor è dolcissimo, mi tratta come una principessa. "
-" Tu sei una principessa. Te lo meriti. "
Valery rise in modo cristallino e dolce, le carezzò una guancia e giocò con i suoi capelli ormai corti. 
-" Che accidenti hai combinato?! "
-" Li ho tagliati. Erano diventati orrendi. Scusa, ma erano davvero da eliminare. "
-" Ti stanno bene, mi piaci. "
-" Grazie... "
-" Con la lotta te la cavi bene, eh? Hai sempre avuto un talento naturale... "
Le ragazze ridacchiarono, ripensando a tutte le risse in cui Allison era stata partecipe. Lo sguardo di Valery si fece improvvisamente malizioso, quello che metteva ogni volta che c'era un bel ragazzo in questione. 
-" E il tuo allenatore? È un bocconcino niente male... "
-" Valery! È soltanto il mio compagno di cella... "
-" Sai benissimo che non è così. "
concluse la sorella maggiore, facendo un tenero occhiolino; Allison si arrese : non sarebbe cambiata mai.
Una luce in lontananza attirò la loro attenzione; Val sorrise e le carezzò di nuovo il viso.
-" È ora? "
chiese Allison, e sua sorella rispose semplicemente annuendo.
-" Ti voglio bene sorellona... Presto tornerò a casa, promesso... "
Valery la strinse forte tra le braccia, come faceva sempre; percepì il suo calore, si rifugiò nei suoi capelli, respirò il suo profumo. Per un attimo, pensò che fosse davvero lì con lei.
-" Ti voglio bene anch'io sorellina... Ti sto aspettando. "
La luce le investì e poi tutto tornò buio.
 
Si svegliò tranquillamente, senza sussultare nè saltare sul materasso. Aprì gli occhi e si ritrovò nella sua cella, avvolta nel suo piumino, a pochi centimetri dal ritratto di Valery; sorrise guardandolo, ripensando al piacevole sogno appena fatto. Le aveva dato speranza, le aveva infuso un minimo di prospettive per il prossimo futuro. Sua sorella la stava aspettando, tutti a casa l'aspettavano. E presto sarebbe ritornata.
-" Almeno oggi ti sei svegliata tranquillamente... "
La voce assonnata di Duncan la fece sobbalzare. Se ne stava disteso sulla schiena, il petto nudo e un braccio penzoloni fuori dalla branda; i suoi occhi luccicavano nella penombra, la fissavano con apatica e stanca dolcezza. 
-" Scusa, non volevo svegliarti... "
-" Non sei tu che mi svegli. "
Percepì nel suo sguardo una nota di amarezza e capì immediatamente di cosa stava parlando. Evidentemente, non era l'unica in quella cella ad avere degli incubi così spaventosi da togliere il sonno. 
Si meravigliava ogni volta di scoprire queste piccolezze sul Lupo Cattivo, il ragazzo dalla scorza dura ma dal cuore nobile tormentato da mille demoni. Molto spesso si trovava così vicina a lui, nonostante la distanza, e questo la faceva sentire molto meno sola, come se finalmente avesse trovato un'altra anima e non l'ennesimo manichino. Sentiva questo ormai da molto tempo, da quando Trent aveva abbandonato quella grande gabbia di cemento, non sostituendolo, affatto, bensì consolandola, aprendo una piccola, minuscola breccia nel suo cuore, una breccia grande quanto una voragine.
-" Da quanto sei sveglio? "
-" Da quando hanno spento le luci. "
Come lo capiva...
-" Vuoi ascoltare un po' di musica? "
gli chiese, e lui sembrò illuminarsi. 
-" Davvero? "
-" Certo. "
Allison saltò prontamente giù dalla sua branda, frugò sotto il materasso e trovò il suo magico MP3 e le cuffiette e si diresse a grandi passi verso il letto di Duncan; salì qualche piolo sulla scaletta e gli porse l'aggeggio un po' scassato. Il ragazzo le sorrise con stanca dolcezza e le sfilò delicatamente dalle dita fine l'MP3, sfiorandole leggermente la pelle. Rimase come ipnotizzata da quel contatto, senza saperne davvero il perchè. Semplicemente quel ragazzo aveva un modo di toccarla che nessun altro aveva. 
Fece per andarsene, ma lui le afferrò piano il polso, bloccandola all'istante. La sua mano era calda, molto più di pochi secondi prima, e riuscì anche a scorgere un certo rossore sulle sue guance. 
-" Ehm... V-vuoi ascoltare anche tu? N-non mi va c-che tu te ne stia lì, da sola... "
Una tenerezza furibonda la investì come una dolce onda di bassa marea insieme ad una grande quantità di imbarazzo, ma non imbarazzo di vergogna, bensì quello derivato dalla timidezza. Si sentì le guance andare a fuoco e per poco temette di sciogliersi; all'improvviso, la cella era diventata un bollitore.
-" Uhm... O-okay... "
Duncan la lasciò, cercò qualcosa tra le coperte -la canottiera- e se l'infilò sopra la testa, poi alzò il piumino, invitando Allison con un cenno della testa. Goffa come non mai, sgusciò sotto il braccio e la coperta del ragazzo, ritrovandosi in una nicchia di calore e odore di muschio bianco che su di lui restava sempre particolarmente impresso e che lo caratterizzava, con una nota di amara mascolinità e acqua. Stava accoccolata sul bordo della branda, a distanza di sicurezza, come se un contatto con Duncan avesse potuto bruciarla. Non aveva mai dormito con un ragazzo e non pensava che il primo sarebbe stato il suo compagno di cella, nonchè allenatore, un bellissimo giovane dal fisico prestante e i penetranti occhi acqua marina. 
Si infilarono una cuffietta ciascuno e fu il ragazzo a scegliere la canzone, Dear God degli Avenged Sevenfold; tenne il volume basso, così che potessero parlarsi senza alzare troppo la voce e svegliare tutti, rischiando una severa punizione.
Duncan si sentiva una fiamma ardente ed incontrollabile; da anni non aveva una ragazza nel letto e ritrovarsi lì con Allison era qualcosa di addirittura sconcertante. Si sentiva vivo come mai prima di allora, come se nulla al mondo potesse essere migliore di avere accanto a sè quella piccola tigre. Aveva pensato bene di vestirsi un minimo, per metterla più a proprio agio, eppure se ne stava ancora sul bordo della branda; evidentemente, non era abituata a dormire con dei ragazzi. Per fortuna.
-" Hai paura? "
le chiese, e i suoi occhioni azzurri saettarono nei suoi con riverenza. Sperava con tutto sè stesso in una risposta negativa.
-" N-no... Perchè me lo chiedi? "
-" Stai sul bordo del materasso e quasi non respiri. Non ti faccio nulla se ti avvicini, okay? Sono un ragazzo, non un animale. "
Ho i miei dubbi, pensò maliziosamente Allison, ma rispose all'invito, avvicinandosi pian piano e raggiungendo l'area di calore del corpo del ragazzo; un brivido le corse lungo la spina dorsale, come se una dolce carica elettrica l'avesse attraversata.
Entrambi si voltarono a fissare il soffitto, ascoltando in silenzio le canzoni che si susseguivano.
-" Dove ti sei fatto tutti quei tatuaggi? "
domandò Allison dopo lunghi minuti, e Duncan si voltò verso di lei, guardandola con apatica dolcezza. Si perse in quelle magnifiche iridi che luccicavano anche nel buio, le iridi che l'avevano terrorizzata e salvata, quelle che nella notte la,osservavano combattere i suoi demoni.
-" Qui. Quando sono arrivato, c'era un ragazzo che ogni tanto ne faceva qualcuno. Penso sia stato il mio migliore amico di sempre. "
-" Davvero? E ora dov'è? "
-" È stato giustiziato due settimane prima che tu arrivassi. "
Un martello colpì Allison in pieno petto, facendola improvvisamente sentire mille chili più pesante. 
-" M-mi dispiace tanto... "
Duncan ebbe la forza di sorriderle con dolce stanchezza, ma quel sorriso si cancellò quando vide una lacrima scivolarle sulla guancia.
-" Hey, hey, perchè piangi? "
-" S-scusami... Sono empatica... Sento le emozioni delle persone che mi circondano... "
Allison ridacchiò nervosamente, asciugandosi la pelle con il dorso della mano. Si sentiva un po' stupida, ma anche rassicurata dalla sua premura. Lo trovava molto dolce.
-" E tu? Che mi dici della ragazza di cui hai fatto il disegno? "
-" Quella... è mia sorella. "
Un sorriso malinconico si dipinse immediatamente sul suo viso, guardando in direzione della sua branda e individuando immediatamente il ritratto di Valery. Era strano come ora non soffrisse nel parlare di lei; forse era ancora una volta il potere di Duncan, quella sconosciuta capacità di scacciare ogni singolo demone ed incubo dalla sua vita, anche se solo per pochi, magnifici attimi.
-" Ti manca molto, vero? "
-" Sì, mi manca infinitamente... Ogni giorno spero sempre di svegliarmi e trovarla accanto a me, nella mia stanza, che mi dice 'Buon giorno tesoro mio'. Voglio tornare a casa solo per lei. E tu? Hai fratelli o sorelle? "
Duncan sorrise, voltandosi verso di lei e puntellandosi su un gomito; la guardava dall'alto, troneggiando teneramente su di lei.
-" Un fratello, Dean. Adesso dovrebbe avere... dodici anni, ne compirà tredici il prossimo novembre. "
-" Scommetto che è un tesoro. "
-" Aspetta di vederlo giocare a football... "
Entrambi risero di gusto, rilassando quell'iniziale atmosfera di timidezza. 
-" Da quanto tempo sei qui? Se posso chiedere... "
-" Quasi due anni. Mi manca ancora un anno per uscire... "
-" Tre anni di condanna? Che diamine hai fatto, bad boy? "
Anche se il ragazzo rise, Allison percepì una chiara nota di amarezza. Sapeva quant'era difficile parlare di certe cose e si pentì immediatamente di avergli chiesto una cosa del genere.
-" Scusa, non volevo... "
Duncan la interruppe con un silenzioso gesto della mano e un caro sorriso, che la ipnotizzò senza grande sforzo.
-" Non sono mai stato un tipo a posto... Una sera, avevo più o meno la tua età, ho fatto una gran bella cretinata : ho detto di sì ad un tipo che mi ha offerto uno spinello. Da lì ho cominciato a spacciare, oltre a fumare, ma non è durata molto. Durante una perquisizione a scuola, i cani hanno trovato l'erba nel mio armadietto e, ovviamente, sono risultato positivo ai test. Ed eccomi qui, anche se questo non è stato l'unico crimine per cui avrei potuto essere condannato... "
Ascoltò quasi affascinata la storia di quel misterioso ragazzo, sentendosi sempre più vicina a lui. Non riusciva ad immaginarselo due anni più giovane, con la testa bacata e uno spinello in mano. Non era il Duncan che aveva conosciuto, quello dal cuore d'oro protetto da una corazza di ferro che solo lei aveva saputo smontare, nonostante non ne fosse consapevole.
-" Ora però sei cambiato. "
Il ragazzo rise amaramente, stendendosi nuovamente a fissare il soffitto.
-" C'è un motivo se mi chiamano "il Marcio" . "
-" C'è un motivo se ora sono qui e non nel mio letto ad avere incubi su un ragazzo che mi ha stuprata nelle docce. "
Il coraggio e la naturalezza con cui disse quelle parole lasciarono il ragazzo sconvolto; lo guardava con un sorriso dolce come il miele e gli occhi pieni di gratitudine, come se fosse stato un angelo e non un demone, un eroe e non il reietto che non era altro. Lo guardava come se avesse potuto valere qualcosa. Un'emozione potente si diffuse nel suo corpo, come se qualcuno gli avesse iniettato una dose di Paradiso in vena.
-" Ti ho mai ringraziato per quello che hai fatto? "
-" Sì... Non ce n'era bi... "
-" Grazie di nuovo. Senza di te, probabilmente non sarei qui. "
Per la prima volta dopo anni e anni, una lacrima tentò di affiorare ai suoi occhi, ma la scacciò indietro con forza, cercando di scacciare anche l'immensa felicità nel sentirsi dire che per qualcuno lui era importante. Che per lei era importante. 
Si schiarì la voce, ritornando minimamente alla sua consueta apatia.
-" E tu? Chi hai picchiato per essere condannata ad aggressione di terzo grado? "
-" L'ex fidanzato di mia sorella. L'aveva insultata e presa in giro per troppo tempo, non potevo permettere che continuasse. Nessuno può farle del male. "
Duncan sorrise alla nobiltà nel crimine della sua piccola tigre, carezzandole una ciocca di capelli con un dito. Sei così piena di buoni propositi, piccola tigre... Non meriti di stare nella merda con noi, pensò, sentendo di nuovo quelle orrende voci nella sua mente. 
Quando tornò a guardarla in volto, i suoi occhi erano già nascosti sotto le palpebre, un dolce sorriso disegnato sulle labbra rosee e il respiro calmo che vibrava lieve sulla sua pelle; nonostante il viso fosse ancora pesto dall'incontro di alcuni giorni addietro, restava sempre bellissima, una dolce ragazzina che non avrebbe dovuto essere lì, nè ad Alkalie Lake, nè tanto meno nel suo letto, accanto a lui. 
Le sfilò dolcemente la cuffietta e poggiò l'MP3 sul comodino, oltre la sua figura, poi si levò la canottiera e si sistemò per bene sotto la coperta, osservandola e carezzandola delicatamente di quando in quando. Mai aveva passato una notte tanto bella in vita sua.
 
Il sole era già alto nel cielo quando le sbarre della cella cigolarono rumorosamente insieme alle sirene di sveglia; il cielo era turchese e gli uccellini cantavano allegri nei campi fuori da Alkalie Lake, mentre la luce penetrava nelle celle dalle finestre opache e lontane, preannunciando una meravigliosa giornata. Tutto sembrava magicamente essere tornato alla vita dopo i giorni di pioggia che avevano preceduto quella splendida mattinata.
Allison aprì gli occhi con calma, svegliandosi lentamente dall'ameno sogno che stava facendo nel sonno più profondo che ricordasse. Tutta la notte aveva sognato i più bei ricordi della sua vita e i più cari; nessun incubo o demone l'aveva tormentata e questo era quasi pari ad un miracolo. Si sentiva serena e riposata e dopo qualche secondo si ricordò perchè.
Un piacevole e caldo peso gravava sulla sua vita e sulla schiena e quando si voltò un poco vide Duncan ancora beatamente addormentato che l'abbracciava come un peluche, con la testa poggiata dolcemente contro la sua scapola; i capelli corvini le solleticavano la pelle e il suo respiro calmo la facevano rabbrividire piacevolmente, mentre le sue enormi braccia muscolose le circondavano il corpo. Arrossì dalla testa ai piedi, sentendo il suo corpo surriscaldarsi nonostante l'aria fresca della cella, eppure non avrebbe voluto alzarsi per nulla al mondo e non avrebbe nemmeno voluto svegliare Duncan. Era fantastico... 
-" Duncan? Hey? "
gli sussurrò, carezzandogli pian piano il braccio tatuato, tracciando i contorni del grande lupo sotto l'orbe del mondo; in risposta ottenne solo un mugugno pigro ma felice.
-" Dobbiamo alzarci... "
Il ragazzo mugugnò ancora, stavolta leggermente e falsamente irritato, e la strinse più forte a sè, facendola arrossire e surriscaldare ulteriormente; Allison deglutì a vuoto : faceva davvero caldo lì sotto, soprattutto ora che si era accorta che la canottiera era dispersa sopra il piumino e non più addosso a Duncan. Ogni parte dei loro corpi era a contatto; il petto di lui le sfiorava la schiena, le gambe muscolose di lui solleticavano dolcemente le sue; le loro braccia s'incontavano amorevolmente.
Finalmente il Lupo Cattivo si decise a svegliarsi; si stiracchiò discretamente, evitando di infastidirla e di lasciarla andare e facendole un po' di solletico, poi borbottò qualcosa di inequivocabile.
-" ... 'anculo riforma... di 'erda... "
Allison rise in modo cristallino a quelle imprecazioni, poi rotolò agilmente giù dalla branda, liberandosi malvolentieri dall'abbraccio del Lupo Cattivo e atterrando in piedi, stiracchiandosi per bene e mettendo in mostra il suo corpo piccolo ma affatto sgradevole, ben proporzionato e sinuoso.
-" Hey, tigre... Grazie... "
Sorrise dolcemente a Duncan, il quale la guardava sporto dalla branda con uno sguardo e un sorriso dolcemente assonnati, quasi ubriachi. 
-" Quando vuoi. "
E se ne andò, lasciando il ragazzo in Paradiso ancora per qualche minuto.
   
 
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