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Autore: EcateC    03/11/2017    5 recensioni
Oggi voglio proporvi un argomento ostile, una di quelle cose che tutti sappiamo ma che fingiamo di non sapere: il tempo che scorre, i personaggi che invecchiano.
Siamo nell'anno 2068. Sono passati cinquant'anni da quando Joker ha liberato Harley Quinn da Belle Reve, e in questo mezzo secolo sono successe tantissime cose, molti personaggi sono morti, altri sono vivi, altri ancora, purtroppo, stanno per morire nella loro lussuosa villa in cima alla collina.
Ma Joker e Harley? Che n'è stato di loro?
Ce lo racconterà direttamente quest'ultima in un questo brano autobiografico... Pronti a fare il tifo per lei?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Harley Quinn, Joker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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La nuova protettrice di Gotham

 

 

 

Sto masticando una gomma alla menta da circa tre ore. Ora è diventata una specie di sassolino insapore, ma dato che ho finito il pacchetto, devo accontentarmi e tenerla per forza in bocca. Se no con cosa faccio le bolle? Con la saliva? Non mi sembra il caso.

Anche perché il luogo in cui mi trovo sembra di alto livello. Sono seduta nella sala d’attesa più lussuosa e sofisticata che abbia mai visto, e ve lo giuro, ne ho viste tante. È una sorta di ospedale privato costruito all’interno di un palazzo privato, roba forte. Sapevo che lui fosse ricco, ma non credevo che lo fosse così tanto…

Sì, perché non sono io a stare male. Stranamente io sto bene, per una volta non sono io quella infortunata.

Ho solo accompagnato Puddin’ a fare una visita di cortesia per un amico che abbiamo in comune e che ora sta praticamente per schiattare.

Joker e Harley che fanno visita a un moribondo… Strano, vero? Beh, questo moribondo è un po' speciale e presto capirete il perché.

-Harl?-

Ah, per la cronaca, io e quell’essere che mi ha appena chiamato e che sta fumando esattamente sotto il cartello ‘vietato fumare’ , ci siamo lasciati. E non è una delle tante volte in cui ci lasciamo e poi ci rimettiamo insieme, questa volta è per sempre,  p e r   s e m p r e.

Siamo infatti seduti ai lati opposti della sala, io con le braccia conserte, Joker col muso lungo.

-Non ti parlo-  gli rispondo infatti, voltando il viso dall’altra parte.

Lo sento ridere e ringhiare come un leone. No, no, no, non ci parlo con lui. È uno stronzo.

-Per mille diavoli, Harley, non mi fare arrabbiare…-

Lui naturalmente crede che stiamo ancora insieme. Non riesce ad accettarlo! Chiamasi sindrome della possessività amorosa, una delle tante che ha.

-Ho detto che non ti parlo- ribadisco, continuando a guardare dalla parte opposta, con le braccia conserte, tono perentorio e viso sollevato in alto.

-Ma vaffanculo-

“Ma vacci te” penso senza dirlo, non voglio che scoppi una rissa come l’altra volta. Anche perché sono sempre io quella che si fa più male dei due, alla fine.

Lo sento grugnire, borbottare, imprecare, sospirare una, due, tre volte… Lo conosco, sta cercando di attirare la mia attenzione. Una volta ho visto un documentario sui macachi, fanno dei versi simili a quelli quando vogliono attirare l’attenzione delle femmine.

-Harl?-

Per l’appunto.

-Baby?-

No, Puddin’ non ti guardo. Preferisco sfogliare una rivista sui motori che guardare te, anche se ignorare lui è come dichiarare guerra a tutti gli alieni collerici dell’universo. Non quelli verdi e carini, per intenderci.

Ma passano altri dieci minuti e Puddin' continua a fissarmi imperterrito… Non capisco perché non si muove e non entra nella camera del nostro amico. Perché continua a guardare me? Cosa vuole da me? Pensa che il fatto che io sia venuta ad accompagnarlo sia una forma di perdono da parte mia? Pensa questo!? No, questa volta non lo perdonerò, non dopo che mi ha buttato fuori da un'auto in corsa. Forse è teso… Anzi, senza il forse, è proprio teso.

Sta soffrendo per il nostro vecchio amico malato. Povero il mio budino triste.

Perché sapete, gli esseri umani invecchiano, anche quelli che sembrano i più forti e i più belli del mondo. Ed è una fregatura, perché se tu fai tanto di affezionarti a uno di loro, sai già che prima o poi dovrai dirgli addio. Solo noi meta-umani siamo geneticamente modificati per non cambiare d’aspetto. Possiamo morire, ma non invecchiamo, almeno non fisicamente. E vi assicuro che non è così favoloso come sembra… Io ad esempio dovrei avere ottant’anni e vi dirò, anche se non sembra, me li sento tutti sul groppone, dal primo all’ultimo.

-Harl?-

Ancora. Ma non capisce che non gli voglio parlare!?  Non ci parlo con lui, fosse l’ultimo uomo sulla terra, giuro sulla mia pistola che non gli parlerò mai, mai!!!

-…Che hai fatto ai capelli?-

Oh, cuore mio, l’ha notato!

-Li ho tagliati- gli rispondo in via del tutto eccezionale, con indifferenza. No, perché non mi importa che il mio ex abbia notato che mi sono tagliata i capelli, no, no, no, no.

-Stanno bene-

-Grazie, Puddi- gli rispondo, questa volta per educazione. Okay, questa risposta è l’ultima.

-Ti piace la mia giacca nuova?- continua a chiedermi, alzandosi in piedi. E va bene… Gli do solo una guardata veloce, ma veloce! Mooooolto veloce.

-Carina- gli dico solamente, cercando di non sorridere davanti all’ennesima giacca viola che si è comprato. No, Harley, non gli sorridere, non farlo, non farlo per nulla al mondo, non dopo tutto quello che ti ha fatto.

-Yves Saint Laurent- si preoccupa di precisare, rimettendosi a sedere con le gambe aperte e un sorriso soddisfatto. Perché poi gli uomini si siedono sempre con le gambe aperte? Vorrei chiederglielo… Ma no, no. Taci, Harley, taci!

Devo trovare un modo per non parlargli. Solo che è difficile per me stare zitta, soprattutto quando sono sola con Puddin' nella stessa stanza.

Oh, ecco la mia buona stella! C’è il distributore automatico del caffè proprio nell’angolo di fronte. Ottimo, per distrarmi vado alle macchinette a prendermi un caffè, santo caffé. Mi alzo quindi con disinvoltura, ma sapere di avere gli occhi di Puddin’ fissi addosso non mi mette esattamente a mio agio. Diavolo, ma come fa Ivy a camminare con dei tacchi così alti? Se mi inciampo ora faccio veramente una figura di merda. Ti prego, buona stella di Harley, non farmi inciampare davanti a Puddin'.

-Dove credi di andare, anzi, di barcollare, zuccherino?- mi domanda infatti, minaccioso.

-Non sto barcollando-

-Stai barcollando-

-No- rimbrotto.

-Sì- rimbrotta lui.

-No-

-Sì-

-No-

-No...-

-Sì!- ARGH! Accidenti ci casco sempre!

-Vado a farmi un caffè! Posso?- gli rispondo sfinita, facendogli una smorfia. Lui ride, naturalmente, e mi controlla a vista. Dannazione!

Comunque arrivo incolume alla macchinetta e provo il numero 14, Caffè al ginseng con il cioccolato. Metto le mani in tasca e… Sorpresa! Non ho neanche una monetina. Mi sembra ovvio, ciao, buona stella di Harley, sei licenziata.

-Puddi hai 50 cent?- mi trovo costretta a chiedere.

-Come,come,come?- esclama compiaciuto, porgendo l’orecchio come se non avesse sentito.

-Dai, Puddin! 50 centesimi!-

-Sempre dietro a chiedere dei soldi, eh, mia piccola slot machine?- finge di brontolare, ma almeno tira fuori la grana. Che poi, ‘grana’… Mi lancia la moneta e io la prendo al volo.

-Grazie, ‘more. Cioè…- inconscio matto! Inconscio da legare! -Grazie, Mista’ J-

-Hm-

Passa qualche minuto, io bevo il caffè -che, per inciso, fa schifo- e inganno il tempo facendomi una treccina con la parte rossa dei miei capelli. Sì, perché adesso ho i capelli metà rossi e metà neri, sono carini, ma credo che prima o poi tornerò al mio colore naturale, ossia al biondo, rosa e azzurro.

-Harl?-

-Puddin’, ho detto che non parlo con te-

-Era buono il caffè?- continua, come se non avessi aperto bocca. Tipico suo, le cose gli scivolano addosso e non lo tangono, come se avesse una memoria a breve termine. Esemplificando, prima tenta di strangolarmi e poi mi chiede se può usare il mio spazzolino da denti, così, come se niente fosse successo. È totalmente imprevedibile e distruttivo, come un ciclone.

-No, faceva schifo- gli rispondo, tanto ormai il voto che avevo fatto di non parlargli è andato a quel paese -Il Ginseng, intendo. Non prendere mai il ginseng perché fa schifo-

-E se crepa mentre siamo dentro?- mi domanda, in modo del tutto inaspettato.

Corrugo le sopracciglia e sgrano gli occhi. Ma di chi sta parlando?

-Ma chi? Il ginseng? Come fa a morire il ginseng?-

Mista’J fa un verso infastidito -No, piccola stupida, non il ginseng, lui-  Fa segno con la testa verso il corridoio. Ahhh, ok, ora ha più senso.

-Ma no, figurati. Non siamo riusciti a ucciderlo in tutti questi anni, deve morire proprio adesso?-

Insomma, sarebbe una vera carognata.

-Sarebbe da lui-

-No, vedrai che non morirà oggi. Magari morirà domani che noi non ci siamo-

-Speriamo-

È tutto così strano. Passi la vita per raggiungere un risultato, fai di tutto per averlo e poi, quando lo ottieni, ti senti svuotato e privo di stimoli. Puddin’ si è sentito proprio così, ha passato l’ultimo cinquantennio a combattere per scoprire l’identità di Batman, e ora che l’ha scoperta… Beh, è triste. Oltre al fatto che è triste perché non sto più con lui, naturalmente.

Toh, un’infermiera tremante e sparuta esce dalla camera del nostro amico. Ha la faccia coperta dal cappellino bianco e il capo rivolto verso il basso. Poverina, non ci guarda dalla paura. Sarà sicuramente terrorizzata a causa nostra.

-Ciao, io sono Harley- le dico amichevolmente, per farle presente che non abbiamo intenzione di ucciderla -Carine le tue calze, dove le hai prese?-

Mi riferisco alle calze di lana a pois rossi che sta indossando in quel momento. Puddin’ tira fuori la lingua e simula l’espressione del vomito, che beota.

-Ai… Ai grandi ma-magazzini, quelli vicino al…. Al cinema, non so se…-

-Oh, sì, sì ho capito!- le rispondo subito -Quelli che hanno il pinguino con le borse di fronte all’entrata?-

-Eh, s-sì, quelli- balbetta l’infermiera. Poveretta, è ancora terrorizzata a morte e la colpa non può che essere di Puddin’, io non faccio così paura alle persone. Suvvia, la gente adora Harley Quinn! Ad Halloween un sacco di ragazze si traveste da me!

-Comunque ora potete entrare- continua l’infermiera, tremebonda -Lei e il signor…-

-Sua Altezza Serenissima il Re di Gotham- l’anticipa Puddin’, alzandosi in piedi e facendo un inchino -E vuoi sapere che fine farai se chiami gli sbirri, Pippi?-

-Puddi, dai è mia amica, non la minacciare- intervengo io, stancamente.

-Zitta, Harleen. Lasciami lavorare-

COME MI HA…?!? Ora lo uccido, giuro che lo uccido.

-Non.chiamarmi.Harleen- gli ringhio selvaggiamente, lanciandogli contro la prima cosa che mi capita in mano, ovverosia il mio braccialetto con i ciucci colorati. Ma è come se avesse beccato un muro di pietra, il mio bracciallettino lo colpisce sulla schiena e cade a terra in una perfetta linea orizzontale, morto. Puddin’ non si è manco degnato di voltarsi, cammina velocemente e io lo sto seguendo a ruota, barcollando come una cretina e sbraitando sul fatto che per nessuna ragione al mondo lui debba usare il mio nome di battesimo. Io non l’ho mai chiamato Jack, anche se so perfettamente che si chiama così, ed è giusto, perché fa male il nome vero, tanto male.

-È qui dentro- esclama Mr. Napier, fermandosi all’improvviso. Io naturalmente gli finisco addosso.

-Harl, è qui dentro-

Si gira verso di me, in una muta ricerca del mio sostegno. Cerca sempre me quando è in difficoltà per qualcosa, e ve lo garantisco, le volte in cui è in difficoltà sono tante.

-Mbhé, che facciamo? Entriamo, no?- la prendo alla leggera, alzando le spalle come se dovessimo fare una rapina e non l’estremo saluto al nostro miglior nemico -Forza, Puddi love, non farti pregare-

-Harley- Puddi si arena davanti alla porta, come una pietra.

-Dimmi-

-Harley-

-Puddi?-

-Harley. Se mi chiami ancora Puddi love, ti infilo la pistola lì dove sai tu-

-Okay- gli sorrido e apro la porta, trascinandolo dentro con me.

-…Ma questa volta ti farà male, baby. Molto, molto male-

Tsè, questa frase l'ho già sentita. Mettimi alla prova, cowboy...

Scommetto che affacciarlo al dolore mentre sogna di farmi certe cose con una pistola, sia d’aiuto per i suoi nervi. Immagino che mi debba un favore.

Comunque entriamo dentro la stanza. C’è un forte odore di medicinale che fa venire il voltastomaco e un letto enorme con le sbarre, attaccato a dei macchinari complessi. Su quel letto è disteso lui, o ciò che ne rimane.

-Oh, accidenti- esclama faticosamente, appena ci vede -Avevo detto chiaramente alla direzione che non volevo pagliacci nel mio ospedale-

A titolo informativo, non sto piangendo. Mi è solo entrato un elefante in un occhio.

-Ciao, nonnetto- lo saluta Puddin’, avanzando verso di lui -Allora? Le tiriamo o no queste cuoia?-

È triste da dire, ma io e Mistah’ J siamo gli unici che siano mai andati a far visita a Batsy. Non c’è niente da fare, più gli uomini hanno potere e più sono soli.

-Manca poco, Joker- gli risponde, sollevandosi sul letto -Ancora poco e finalmente toglierò il disturbo-

Povero, mi si stringe il cuore a vederlo così. E dire che sembrava imbattibile, una roccia.

-Guarda, ho già comprato i fiori per il tuo funerale- continua Mista’J, porgendogli i fiori spruzzini. Come Batsy si avvicina, dai fiori parte un getto d’acqua che gli bagna la faccia. Puddin’ scoppia a ridere e io con lui.

-Dannazione- impreca il vecchietto, asciugandosi la faccia -Quanto vi detesto, neanche sul letto di morte mi risparmiate-

-Dai, Bruce, pensa che tra un meno di un mese sarai morto!- intervengo io, per prenderlo in giro. Naturalmente butto tutto sullo scherzo perché è quello che so fare, come Puddin’. In realtà mi fa male sapere che non ci sarà più.

-Già, così i miei nipoti smetteranno col conto alla rovescia e si divideranno finalmente l’eredità- esclama, col suo solito umore nero -Mentre voi metterete a ferro e fuoco l'isola, immagino-

-Oh, non essere così catastrofico, Batsy- ridacchia Puddin’, la sua risata è contagiosa -Gotham è l’unica parte del mondo che non voglio distruggere!-

Come dice questo, a Pippi l’infermiera cade quasi la siringa di mano.

-No, anche l’Italia!- gli chiedo io, dimenticandomi di essere arrabbiata con lui -È così carina a forma di scarpa!-

-E va bene, zuccherino, anche l’Italia-

-E Parigi, la città degli innamorati-

E delle Louboutin.

-Harley, non è il momento di fare la lista dei paesi da salvare- mi redarguisce Puddin’, irritato -Tranquillo, Batsy, farò in modo che la tua assenza sia pianta e compianta in tutto il mondo-

Ma il pipistrello ride, o forse tossisce, non si capisce.

-Grazie, ma preferirei essere ricordato in un altro modo- esclama invece, purtroppo per me. 

-In quale altro modo?-

-Come colui che ti ha fermato una volta per tutte- gli risponde e Puddin’ assottiglia lo sguardo -No, non ho cattive intenzioni. C’è solo una cosa che vi vorrei chiedere, soprattutto a te, Joker. Avvicinati-

Oh-ho.

Sento puzza di momento cruciale strappa lacrime. Anche Puddin’ ha compreso la solennità del momento e cosa fa? Guarda me. Mi guarda negli occhi con la bocca aperta e la testa inclinata verso il basso. Io annuisco e gli faccio cenno di ascoltarlo.   

Io, la stupida, la svampita, la scema che inspiegabilmente diventa la sua ancora di salvezza.

-Ne abbiamo passato tante noi due, Joker- comincia a parlare Basty, e l’elefante che avevo nell’occhio si è riprodotto, sono diventati due -Ci siamo scontrati non so quante volte, abbiamo combattuto ovunque, in ogni modo, ma ogni volta era come la prima. L’adrenalina che provavo quando ti sfidavo, la voglia di mettermi alla prova e di spingermi oltre il limite non li ho mai provati con nessun altro. Sei stato un degno avversario-

Oddio. Mica gli dirà che lo ama, vero!?

-…Ma ora, ti prego, posa l’ascia di guerra. Smetti di combattere questa battaglia contro l’ignoto, contro un destino che tu reputi troppo ingiusto ma che in realtà si è dimostrato fin troppo comprensivo, con te- Batsy guarda me. Per una frazione di secondo, ha guardato verso di me -Hai avuto un privilegio che in pochi possono ritenere di avere-

-Quale privilegio? Harley sarebbe il privilegio?- Mista’J mortifica il mio nome come se fossi una nullità -Oh è molto carina, ma ti assicuro che come rompe le palle lei, non le rompe nessu… -

-Una seconda possibilità- lo interrompe, pazientemente -Non sprecarla, così non morirai solo come sto facendo io-

-Ma tu non sei solo, Batsy- la voce mi esce fuori dalla bocca, non posso controllare l'emozione -Ci siamo noi qui con te-

-I miei nemici giurati? Gran bell’affare, Quinn-

-Mi dispiace, amico- gli risponde Puddin’, come se io non avessi detto niente -E tutto molto commovente, ma non puoi chiedermi questo. Sono geneticamente modificato per ricoprire questo ruolo, sono il Joker, sono il Re di Gotham. Non puoi chiedermi di abdicare-

Bruce sorride, sicuramente se lo aspettava.

-E allora non mi lasci altra scelta… Diana?-

Ricordate l’infermiera di prima? Quella che sembrava sparuta e tremante…? Ecco, non lo è affatto.

Costei si avvicina verso di noi e c'è un che di minaccioso nel modo in cui si muove. Posa la siringa sul piatto e con un gesto molto teatrale, getta il cappellino per aria e si libera del camice, esibendo una chioma di capelli neri e un fisico… Accidenti, che fisico pazzesco. E che bel costumino! Oh, no... Questa copiona mi ruberà le ragazzine per la notte di Halloween, me lo sento.

Pure Puddin’ fa un fischio d’apprezzamento, io gli tiro una gomitata dritta tra le costole. Comincio seriamente ad odiare l'ex infermiera Pippi.

-Joker, Harley, vi presento Wonder Woman, la nuova protettrice di Gotham- esclama Batsy, mentre questa qui ci guarda come se ci volesse mangiare -Vi consiglio di stare attenti con lei, picchia forte-

-Ma piacere, Wonder Woman!- soggiunge Mista'J, senza preoccuparsi di me, che sto per dare in escandescenze -Scommetto che non devo chiedere delucidazioni a proposito del Wonder, hai due motivi piuttosto evidenti lì davanti!-

-PUDDIN!-  gli urlo contro, parandomi davanti a lui, al limite della sopportazione umana.

-Oh, sì- gli risponde questa Wonder Cosa -Intenderai le mie polsiere. È risaputo che non ho nessuna pietà per chi fa del male ai terrestri-

-I terrestri! Già l’adoro!- ridacchia Puddin’ applaudendo come una ragazzina isterica, e a me parte un gancio destro. Così, in automatico, il pugno ha fatto di testa sua e non ha risposto ai miei comandi.

Puddin’ si piega in due, tenendosi il naso sanguinante tra le mani.

-Zuccherino, cosa diavolo credi di fare!!!- sussurra tra i denti, ma non abbastanza piano da non farsi sentire.

-Smettila di fare il vecchio bavoso!- gli rispondo io, e giuro che devo tenermi il braccio fermo perché lo prenderei a mazzate in faccia.

-Cosa?! E tu smettila di comportarti come una mogliettina isterica, dato che… Toh! Non stiamo neanche più insieme!-

-Sì, che stiamo insieme, idiota!- sbotto, scalpitando per terra come un’ossessa.

-E da quando!?-

-Da adesso!!!- decido di punto in bianco e gli do un bel bacio in bocca.  Per marcare il mio territorio, per far sapere a quella lì che Puddin' è mio, e sarà sempre e soltanto mio.

 

-Ma fanno sempre così?-

-Sì, Diana. Di continuo-

 

 


 

 

 
Note
Alla luce degli ultimi tragici avvenimenti, ho voluto mettere in chiaro una cosa molto importante, che probabilmente spaventa tutte noi fan sfegatate : il tempo che passa, i personaggi che invecchiano.
Ebbene, signore e signori, sono lieta di comunicarvi che Joker e Harley NON invecchiano e NON muoiono di vecchiaia. Perché? Perché non sono del tutto umani, perché l’acido ha cambiato i loro connotati e li ha ‘pietrificati’, ’gelati’, resi immutabili. Secondo voi, Joker e Harley si abbronzerebbero di una virgola se stessero sotto il solleone delle 13.30, il 15 agosto, a Milano Marittima, a Francavilla Fontana o a Corigliano Calabro? No! perché sono immutabili.
O almeno, così ho deciso io, ehehe ;)
Batman invece, che è un essere umano al 100%, subisce l’invecchiamento cellulare. Qui ha tipo 90 anni, è malato e gli unici che lo vanno a trovare sono proprio i due pagliacci, perché tanto sappiamo tutti che in fondo in fondo Batman e Joker si divertivano a darsi la caccia vicendevolmente.
Niente, ci tenevo a fare questa precisazione e spero che questa storia vi sia piaciuta! Ho messo il rating alto per le parolacce, scusate, sono brutte ma ci stavano troppo bene ;)
Un bacio, Ecate.

P.S Ma sapevate che 'DC' sta per "Detective Comics"?! Io no, me l'ha detto una mia amica e sono rimasta così :O
   
 
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