Era un sogno.Se ne rendeva conto.

Ma che sogno meraviglioso.

Una delle avventure più belle che avesse mai vissuto,o immaginato.

Magia.Cavalli.Soldati.Ladri.Cavalieri e principesse,eroi,streghe,creature delle Favole.

Avrebbe giurato di star dormendo da giorni,o mesi.

Erano davvero un susseguirsi di fantasie e combattimenti interminabili.

Di solito i sogni finiscono sul più bello.

Raramente le storie finiscono.

E quella storia,finalmente,continuava.

Gli venne un dubbio che non fosse sveglio,oppure che fosse morto,e quello fosse il Paradiso.

Ed ogni piccola parte di quello stesso sogno gli portava alla mente un ricordo di gioventù,quando viaggiava solitario per le terre della Spagna,e quando viveva di ruberie ed omicidi nella foresta di Molto Molto Lontano.Quando aveva salvato il suo primo padrone.Shrek.Un orco.

Non aveva mai avuto un padrone,Gatto.Nessuno che lo teneva legato.

Ma con Shrek non era un legame da carcere,era un’amicizia così forte che nemmeno volendo avrebbe potuto evitare di volergli bene.E sì,valeva anche per il caprone con le orecchie da coniglio.

Si rese conto,pochi minuiti prima dell’alba,che però quel sogno stava finendo,

così com’era finita la sua vecchia vita,piena di spensieratezze,priva di problemi.

Si rese conto che quel sogno conteneva davvero tutte le sue più belle storie.

Chissà,magari avrebbe potuto persino farne un libro.

Qualcosa di piccolo e caldo gli stava tormentando l’orecchio da un po'.

Era qualcosa di davvero fastidioso,ma allo stesso tempo lo faceva sorridere.

Aprì un occhio,verso destra,ovvero da dove proveniva quella linguetta.

“Papà!PAPÀ!”sentì chiamarsi.

Gatto spalancò entrambi gli occhi,sussultando,a causa dell’entusiasmo di quella voce.

Era un micino che gli stava parlando.

Aveva due grandi occhi blu,il pelo rosso e senza strisce,il petto bianco come le zampine.

“Papà,è ora di alzarsi!”insistette,tirandolo per una zampa.

Il povero felino dovette arrendersi e tirarsi su,stiracchiarsi e sbadigliare,mentre guardava sua figlia allontanarsi e raggiungere i suoi tre fratellini,tre micini gemelli dal manto grigio ,le strisce scure e gli occhi verdi.

Un sorriso orgoglioso si aprì sul suo volto.

Kitty,che dormiva nella cuccia proprio attaccata alla sua,lo seguì,mentre scesero dal mobiletto,per uscire coi piccoli.

Mentre si vestivano,Gatto si accorse di non trovare più il suo cappello.

Mentre si girava e rivoltava sul posto,un bacio della sua innamorata lo colse di sorpresa.

La micia glielo spiaccicò sulla testa,per poi,con uno sguardo ammiccante ed innamorato,intimargli di seguirla.

I cinque gatti uscirono dalla casa,mentre il povero papà Gatto stava implorava loro di aspettarlo.

Quella scena si ripeteva ogni mattina,non c’era mai praticamente nulla di diverso.

Ma ogni volta era come se fosse la prima.

Forse erano loro la sua più grande avventura.