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Autore: clarisss95    04/11/2017    2 recensioni
(Basato sulla 1x10 della serie)
Clary ha lasciato il mondo parallelo, ma ciò non vuol dire che le vicende degli altri non continuino.
Alec è un ragazzo gay fiero che organizza dei party.
I Sizzy sono dei nerd che stanno insieme.
Magnus è una persona timida e innocente che fa tarocchi in televisione.
I Clace sembrano i perfetti fidanzati.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5


Alec avvertì il rumore dello scarico.
Ancora? Dannazione!
Si coprì la testa con il cuscino, eppure quel rumore c'era ancora. 
Buttò il cuscino dall'altra parte della stanza e sbuffò, prendendo il telefono. Si sorprese quando notò che vi erano due messaggi. 

Jace 9:45
"Buon giorno raggio di sole, ho conosciuto il tuo Magnus ieri"

Clary 10:00
"So che Jace ti ha scritto, quindi volevo dirti che è vero, ieri abbiamo conosciuto il famoso Magnus Bane. Mi sembra parecchio carino e tranquillo. Adesso che ci penso, è davvero il tuo tipo!"

Alec 10:45
"Vaffanculo Jace. Non è il mio Magnus. E poi...che vuol dire che l'avete conosciuto?"

Alec 10:47
"Fray quante volte ti devo ripetere di non sputtanare le mie cose? Ma cazzo... avete parlato di me?"

Jace 10:48
"Avevo intenzione di mandare una gru per svegliarti. L'ho conosciuto ieri al bar, era con Clary"
Jace 10:48
"Dimenticavo quanto fossi dolce appena sveglio"

Alec 10:49
"Mi stai dicendo che Magnus e Clary erano fuori insieme? E da quando sono amici?"

Clary 10:49
"Calmati, Alec. Jace ha fatto due più due, sai bene che ti conosce meglio di me. E comunque per rispondere alla tua domanda no, non volevo metterlo ancor più in imbarazzo."

Alec 10:50
"Si, ho notato che si tiene spesso alla larga dalle persone"

Jace 10:50
"Non lo so, comunque sembra uno a posto. Anzi, forse troppo strambo per i tuoi gusti. Non ha parlato un granché"

Alec 10:51
"E' timido, Jace, tu dovresti saperlo."

Clary 10:53
"Sai, sono rimasta piacevolmente sorpresa della sua conoscenza. Sembra una persona leale e degna di fiducia. Se davvero vuoi provarci con lui...non rovinare tutto come al solito"

Jace 10:53
"L'ho notato. Comunque se ci tieni davvero, non rovinare tutto come al solito"

Alec osservò lo schermo. 
I suoi migliori amici erano per caso in simbiosi? Adesso mandavano insieme i messaggi, oltre a farsi le carezze e tutte quelle cose là?
Non aveva tempo di pensare a loro. 
Doveva fare qualcosa.
Voleva fare qualcosa.
Doveva capire Magnus Bane.
Aveva deciso di lasciar passare qualche giorno, poi l'avrebbe cercato. Sapeva dove quell'uomo si nascondeva, dopotutto.



Izzy osservava annoiata il computer. 
Non c'era niente di nuovo. 
Era spettinata, indossava gli occhiali e aveva una giacca vecchia, forse di suo fratello, ma non le importava. Stava male, era sicura che tutti se ne accorgessero: Raj, con il quale non parlava mai, le aveva gettato uno sguardo e aveva fatto un passo in avanti, come per voler fare conversazione, e poi si era tirato indietro scuotendo la testa. Faceva pena pure a lui. 
La verità era che le mancava Simon. Le mancava come l'aria, erano passati tre giorni e lei non ce la faceva già più, lo voleva. Era la sua altra metà, e lo sapeva. Lo sapeva fin dal principio. Fin dal loro primo bacio. Non aveva sentito le farfalle svolazzare, aveva sentito il muro di mattoni che si era creato intorno a lei rompersi. Simon era quello giusto e ovviamente avrebbe scelto sempre lui al posto degli altri. Ma come poteva fare a dimostraglierlo, se lui nemmeno la calcolava?
Guardò il ragazzo in questione entrare nel suo studio, con un cipiglio sul volto. 
- Valentine mi ha assegnato il compito di trasportare dei server dall'altra parte della città, alla ditta Genious. Vuoi venire?
La ragazza parve sorpresa:  - Sono stata la tua prima scelta?
- Certo che no - disse Simon, serrando gli occhi - Ho chiesto a Raj, ma aveva da fare. E sai che con Duffer non ci vado d'accordo. Così...
Izzy annuì, seppur delusa: - Va bene. 
Simon fece per andarsene ma lei lo fermò, prendendolo per la mano.
- Simon ti amo - sputò d'un fiato. Non gli e l'aveva mai detto - Ti amo tantissimo, e ti giuro che in un futuro verrei a vivere con te. Ma non adesso. Abbiamo solo diciannove anni... - mormorò. Non lo guardava negli occhi perché aveva paura di non vederci niente. - Sei l'unica persona che scegliere sempre. Sei l'unica persona che amerei per sempre.
Sentì la mano di Simon scivolarle sul viso, per portarlo alla sua altezza. Si guardarono. E il ragazzo accennò un sorriso: - Sono stato uno stronzo. Ho reagito in maniera esasperante. Mi dispiace.
- Non importa...
- Quando avremo l'età giusta andermo a vivere insieme. 
- Si - fece Isabelle, ed i due si scambiarono un bacio.




Quando Magnus vide Alexander Lightwood entrare nel suo studio, pensò si trattasse di un'allucinazione. 
Erano passati due giorni da quando aveva buttato il suo numero di telefono nella spazzatura, e quella notte l'aveva perfino sognato, e il sogno era stato anche piacevole. Ma non era la realtà. Per questo quando lo vide appoggiarsi al tavolo e sedersi sulla sedia di fronte a lui si toccò una guancia, facendo scaturire nell'altro un sorriso. E che sorri...
Magnus no, gli disse una voce nella sua testa, riprenditi. 
- C-che ci fai tu qua? - gli domandò, cercando di stare calmo. 
Ma la voce lo tradì. 
Alec non lo perse di vista un'istante: - Tu cosa credi? Sono qua per farmi leggere le carte. 
- Ma se nemmeno ci credi... - mormorò Magnus.
Adesso si che era strano. Raphael gli aveva detto che il moro era un tipo scettico che non credeva in niente, eppure era venuto là. Magnus non era certo un idiota. 
- Se sei venuto qui per me.... - iniziò, venendo subito bloccato. 
Infatti il ragazzo di fronte a lui aveva alzato una mano, il volto stretto in una morsa seria: - Voglio che mi leggi le carte. Non sei...non lo fai ogni giorno? 
L'uomo dalla pelle ambrata non ebbe il coraggio di ribattere. 
Cos'è, lo stava mettendo alla prova? Ebbene, accettava la sfida. 
Annuì, prendendo il mazzo di carte e posizionandole sul tavolo. 
- Pescane tre - gli disse. 
- Come mai solamente tre? 
- Dicono che il tre sia il numero perfetto. E segna i tre momenti più belli della vita: la nascita, l'adolescenza e l'età adulta. Tre carte per tre constatazioni future. 
- Interessante.... - disse Alec, prendendone una a caso.
Magnus aveva notato che non guardava il mazzo ma teneva gli occhi fissi sul suo volto. Improvvisamente si sentì a disagio e non vide l'ora di terminare quella cosa. 
Quando Alec scelse le tre carte, Magnus girò la prima: - Bellezza - esclamò. 
Alec fece un mezzo sorriso, sentendosi lusingato. Anche le carte lo amavano. 
Magnus girò l'altra carta e aggrottò la fronte.
- Che c'è? - domandò Alec, sporgendosi. 
- Questa è la carta della solitudine. 
- Cosa vuol dire? 
- Vuol dire... - Magnus deglutì - Che forse avrai a che fare con essa.
- Intendi dire che rimarrò solo? - Alec iniziò a ridere - Un paio di carte non possono guidare la mia vita!
Magnus si sentì offeso: - Allora perché sei qui a fartele leggere?
- Perché non mi hai richiamato? - gli domandò Alec.
Quindi è per questo... - Ho perso il numero - disse Magnus velocemente.
Ma Alec non la bevette: - Quindi l'hai gettato nella spazzatura. - Il ragazzo sembrò tranquillo mentre parlava - Vuoi uscire con me qualche volta? Potremmo prenderci un drink e parlare, solo questo. 
Magnus rimase stupito dalla naturalità con la quale gli era uscita quella domanda - Perché? - fu solo capace di chiedere.
- Perché... te l'ho detto. Vorrei ancora parlarti, se me lo concedi. 
- Io.... non sono....cioé, non lo so...
Alec lo fece azzittire sollevando un dito e portandolo accanto alla bocca, ma non toccando le sue labbra: - Per prima cosa ti riscrivo il mio numero. Non voglio affrettare le cose. Ma non farmi aspettare nemmeno tanto. In ogni caso saprò dove cercarti. 
Alec trafficò con un foglio, gli fece un occhiolino e poi andò via, mentre Magnus tornò a respirare guardando il numero. Accanto ad esso c'era la carta che non era stata ancora girata. 
Spinto dalla curiosità, la volto e ne rimase pietrificato.
L'incontro del Destino. Non era possibile.... non era possibile, aveva sbagliato.
Deglutì più volte, incapace di fare altro. 
L'ultima volta che aveva fatto le carte gli avevano detto lo stesso.




angolo autrice
Mi dispiace per il ritardo immane! Ma purtroppo con l'università e le altre cose, il tempo non lo si trova quasi mai! Vi prometto che aggiornerò ogni qualvolta potrò. Mi fa piacere che seguiate così in tanti questa storia, sono contenta che vi piaccia e spero abbiate gradito anche il capitolo di oggi.
Alla prossima.

   
 
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