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Autore: Hao Sakura    05/11/2017    3 recensioni
[1737 Words]/[Linguaggio abbastanza scurrile]/[Presenza di OC -Idate non di mia proprietà-]
Spesso decidere da che parte stare non è semplice, soprattutto se hai paura del giudizio degli altri. E voi cosa scegliereste? Prendere le difese di qualcuno, od unirvi alla massa?
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- Sinceramente, credo spetti a lei decidere da che parte stare, non pensate? -
Tutti si ammutolirono, alcuni mormorii si levarono tra il gruppo, come un coro di chiesa. Tanti, tantissimi occhi si posarono sulla sedicenne dai capelli rosa e gli occhi castani [...]
Voleva sprofondare, percepiva tutte quelle iridi di diverso colore trapanarle il petto; volevano che scegliesse loro, lo sapeva. [...] Ma, quale decisione lei voleva? Desiderava davvero restare con Idate, oppure era solo un’impressione della sua fragile e rotta mente?
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Broken Mirror'
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Nota che troverete anche nell'angolo autriceIdate non è un personaggio di mia proprietà, appartiene all'autrice Kira03, che mi ha gentilmente dato il permesso di scriverci sopra. Detto ciò, buona lettura!


 

Because, among all, I chose you
 
 

<< Idate-Sama, Idate-Sama! >>
La voce allegra e squillante della bambina richiamò all’attenzione l’albino; questo si voltò verso la più piccola, accennando un sorriso.
<< Quante volte ti avrò ripetuto che puoi chiamarmi semplicemente “Idate”? >>
Una punta ironica si poté percepire nel suo tono, mentre attraverso le lenti a contatto color cremisi scrutava la piccola dai capelli rosa, che ora lo fissava con un sorriso a trentadue denti. Si avvicinò cautamente a lei e le scompigliò la chioma con fare affettuoso.
Sakura rise, i suoi occhi vivaci brillarono di una luce infantile e gioiosa. Sentire la sua voce le dava una calma profonda, ma allo stesso tempo riusciva ad emozionarla per il tono estremamente dolce.
Nonostante il terreno fosse coperto da strati di ghiaccio e nell’aria aleggiasse una brezza gelida, come il cucuzzolo più innevato di un alto monte, lei non sentiva freddo nemmeno con quel misero straccio, oramai ridotto ad una casacca sporca e grigia. Il suo sguardo curioso si posò su Idate, che le mise una mano sulla testa, carezzandola lentamente.
<< Idate-Sama… >>
Sakura non riuscì a bearsi nemmeno di quelle carezze, troppo occupata a formulare la domanda che le ronzava in testa da quando lo aveva incontrato. Come un’àncora di salvezza, quell’uomo l’aveva soccorsa. E da lì non s’erano più separati, aveva deciso di restargli accanto.
<< Mh? Dimmi pure. >>
La sua voce all’apparenza gentile, ma in realtà senza traccia apparente di tatto, sovrastò quel silenzio funebre che appena creatosi. Trapassata da finti occhi rossi, la piccola deglutì, probabilmente per la piega che aveva preso la situazione, e percepì la gola incredibilmente secca. Quelli che per lui erano pochi minuti di esitazione, a lei sembrava un’eternità di tempo speso tutto assieme alla ricerca delle parole giuste.
Balbettò qualcosa d’incomprensibile, torturandosi le mani per l’incredibile ansia; il più grande inarcò un sopracciglio, probabilmente esasperato da quella situazione fuori luogo, tuttavia mise in atto un’espressione falsamente paziente e disposta ad ascoltarla, quando in realtà avrebbe voluto semplicemente girarsi e far finta di nulla.
<< E-E-Ecco… Noi non ci lasceremo mai, vero? Resterà sempre al mio fianco? >>
Idate per un momento si sentì spiazzato da una domanda lievemente percettibile, appena trasformata in una frase tutta unita e pronunciata alla stessa velocità della luce.
Sakura sentì le viscere contorcersi in movimenti innaturali mentre attendeva una risposta, con il bosco innevato a fare da palcoscenico a tutto. Il gelo nell’aria era diventato ossigeno, gli alberi nudi, spogli e piegati dalla forza dell’inverno fungevano da spettatori. Era come se tutta la foresta avesse gli occhi su di loro.
L’albino sospirò, incastonando lo sguardo in quello della bambina in maniera seria.
Le bocche di entrambi s’incurvarono all’insù nello stesso istante, come sincronizzate tra loro.
Sakura lo abbracciò di botto, lasciandosi avvolgere dal calore che emanava, finalmente poté rilassare i muscoli che fino a prima erano stati tesi ed attenti, pronti a cogliere il minimo segnale di parola sbagliata od errore; venne ricambiata dalla stretta forte e protettiva di due braccia calde ed affettuose.
<< Io resterò fino a quando tu lo vorrai. >>
 
 
 
- Dieci anni dopo, Attualità
  
<< Manipolatore, sei solo un bastardo manipolatore! >>
<< Dillo che in realtà vuoi usarla solo per i tuoi sporchi scopi! DILLO! >>
Non ce la faceva più a sentire tutte quelle accuse, le loro voci ormai le ronzavano in testa come un nido d’api.
Si guardò attorno, postata dietro ad Idate, con la testa dolente per le urla ed i pensieri confusi ed in subbuglio.
Era davvero sbagliato quello che stava facendo?
Poteva quello che considerava un padre essere come lo descrivevano?
Ci pensò su, ma non riuscì a trovare una risposta.
Anche se, a dir la verità, non le importava niente di quegli insulti.
Lei gli voleva bene, avrebbe fatto tutto per lui.
<< Ti diverti così tanto ad ingannare la gente, vero? >>
Quell’affermazione uscì velenosa e tagliente, come la lama di un coltello. Hebi l’aveva pronunciata di getto, senza pensare, eppure l’odio che provava per lui era immenso. Si era scoperto geloso, possessivo e per nulla disposto ad accettare che lei stesse così tanto con l’uomo che odiava tanto, mentre lui si era ritrovato evitato.
Era conosciuto per la sua poca pazienza nascosta da una maschera di apparente apatia e calma, lui era come un fiume: tranquillo e placido, ma sempre pronto a scatenare una tempesta. A scoppiare e straripare, distruggendo chiunque si mettesse contro di lui.
E ciò che più lo faceva arrabbiare era che gli toccassero Sakura, il sangue del suo sangue.
Idate si limitò a fissarlo con nochalance, il suo sguardo carico d’indifferenza; tenne stretta la ragazza -ora sedicenne- a sé con fare possessivo, tanto per provocarlo un altro po’.
<< Sei un pezzo di merda! Lasciala stare, non meriti di avere nessuno dalla tua parte! >>
L’uomo assottigliò lo sguardo verso Kasumi, la ragazza che aveva pronunciato quelle parole così crude, ma che per niente lo avevano scalfito. Oh, poverini, erano solo vittime di false testimonianze e nemmeno se ne rendevano conto; tuttavia sapere di avere almeno una persona dalla sua parte lo faceva stare meglio.
Pensavano di metterlo alle strette, volevano togliergli pure Sakura.
Non gli sarebbe cambiato molto, ma di certo non voleva le mettessero in testa delle cose del genere sul suo conto.
Tutti sapevano la verità, anche lei, di quello che era.
Eppure era riuscita a non odiarlo nonostante le sue brutte azioni.
<< Sinceramente, credo spetti a Sakura decidere da che parte stare, non pensate? >>
Tutti si ammutolirono, alcuni mormorii si levarono tra il gruppo, come un coro di chiesa.
Tanti, tantissimi occhi si posarono sulla sedicenne dai capelli rosa e gli occhi castani, come se aspettassero un vitale verdetto, questa sentì i loro sguardi sottopelle, i loro respiri sul suo collo.
Voleva sprofondare, percepiva tutte quelle iridi di diverso colore trapanarle il petto; volevano che scegliesse loro, lo sapeva.
Tuttavia una gran confusione le attanagliava il petto, glielo lacerava e cercava di indirizzarla nella direzione che lei sapeva di non voler prendere.
Ma, quale decisione lei voleva?
Desiderava davvero restare con Idate, oppure era solo un’impressione della sua fragile e rotta mente?
Si sentiva nuda, privata di tutto: i polmoni bruciavano, era diventato difficile persino respirare. Era lei quella messa alle strette, mentre Idate accanto a lei sembrava abituato a situazioni del genere.
<< Sakura… Resta con noi, dalla parte buona. Insieme, tutti uniti potremmo allontanarlo, a nessuno verrebbe più fatto del male! >>
Kasumi fissò la sua amica con serietà negli occhi, come se ogni sua espressione si fosse spenta improvvisamente, non sembrava nemmeno più provare emozioni umane.
<< E’ un assassino. >>
Continuò ancora, senza pietà, in maniera spietata, senza tracce di delicatezza nella voce.
Sakura sgranò gli occhi, tentando di scacciare quella verità appena abbattutasi su di lei come una frana di montagna; si sentì come se avesse appena ricevuto uno schiaffo in pieno viso, gli occhi le si umidirono: avrebbe voluto negare tutto con una bugia, un urlo che si rifiutava di uscire. Le sarebbe bastato un “No” secco.
Perché la verità doveva fare sempre così male?
Voltò lo sguardo verso un Idate apatico, questo la fissò a lungo negli occhi.
Glielo si leggeva nello sguardo, anche se non aveva pronunciato parola. A loro non servivano parole, capivano tutto con poco.
Si ricordò della sua frase pronunciata anni prima: “Io resterò fino a quando tu lo vorrai.”
Le rimbombò in testa come un disco rotto.
Si voltò verso il gruppo di persone davanti a loro, ancora una volta erano davanti ad un palcoscenico e loro due erano gli attori principali.
Si ricompose, tornando fredda e seria come poco prima; avanzò di un passo verso di loro, allontanandosi da Idate, che si trovava dalla parte opposta.
Come qualcuno che doveva decidere della sua rovina o della sua salvezza, lei doveva decidere da quale parte stare.
Dentro di sé sapeva già quale fosse la sua scelta, ma non riusciva a muoversi. Si sentiva oppressa, provata, condizionata e privata di pensiero; perché era così stupida?
Idate cominciò a pensare fosse diventata una situazione ridicola, sospirò, girando i tacchi esasperato, e s’incamminò per una direzione indefinita, pur di restare lontano da loro, un minimo ci aveva sperato che avesse un pizzico d’intelligenza in più; Sakura si sentì incredibilmente sciocca.
Perché non l’aveva seguito?
Perché se ne stava ferma?
In quel momento mandò a farsi fottere la sua voce interiore che le diceva di restare immobile.
Si voltò e corse nella sua stessa direzione, affiancandolo.
Non si era nemmeno curata degli sguardi sconcertati degli altri, non le importava più.
<< Non pensavo avresti fatto questa scelta. >>
Si ritrovò ad ammettere lui, non degnandola di uno sguardo e continuando imperterrito per la sua meta pressoché inesistente.
Lei si ritrovò a ridacchiare divertita, mentre stringeva la mano dell’albino nella sua e si accorse di averla calda, contrariamente a quella del più grande, che per la prima volta l’aveva accolta coperta da freddo gelido; probabilmente la situazione di poco fa aveva fatto loro quest’effetto.
<< Sta mentendo, di nuovo. Che bugiardo che è! >>
Idate rise alla sua reazione, ricambiando la stretta della sua mano; l’altra gonfiò le guance indispettita. In quel momento sembrava come se non fosse successo nulla, preferivano godersi quel momento di risate insieme.
<< Dovresti conoscermi ormai. >>
Rispose in modo ovvio, ridendo, alla sua accusa; la ragazza sospirò, certa che non sarebbe cambiato mai. Ma infondo le andava bene così, lui era tutto per lei.
Ci teneva come una figlia tiene al proprio padre.
Un vento forte ed invernale cominciò a soffiare, nonostante questo, chi per un motivo, chi per un altro, non sentivano il benché minimo freddo. Nemmeno un brivido che percorresse la loro pelle.
<< Comunque… Ti voglio bene, Sakura. >>
La sopraccitata si girò verso di lui, esterrefatta, fissandolo con incredulità; era sbiancata e sembrava aver appena visto un fantasma.
Gli occhi completamente sgranati: non riusciva a crederci.
Era la prima volta che glielo diceva di sua spontanea volontà, che ci fosse qualcosa sotto?
<< E’ un’altra bugia? >>
Quella domanda prima solamente pensata, venne fuori automaticamente dalla sua bocca. Il tempo parve bloccarsi per un istante nello stesso momento in cui Idate sorrise.
Sentì qualcosa nel petto smuoversi, si sentiva più leggero in qualche modo; guardò la sedicenne negli occhi con dolcezza, le sue iridi fintamente rosse venivano incorniciate dai suoi capelli albini.
<< Prova ad indovinare, piccoletta. >>




Angolo Autrice

Salvess a tutti!
Ero sparita da un po', I know it. Ma sono ritornata!
E non è un capitolo delle long, ma un'altra One Shot partorita dalla mia mente, che felicità, vero? (Mi sa che per Natale le avrò aggiornate :D)
No, okay, scherzi a parte.
Volevo scrivere da tempo una storiella così, che tra l'altro è dedicata alla mia amatissima e preziosa Kira. 

Inoltre, ribadisco come sopra: Idate non è mio, né di mia creazione. Appartiene all'autrice sopraccitata sopra -Kira03- che mi ha gentilmente dato il permesso di scrivere sul suo bellissimo -e soprattutto fighissimo- OC, Idate; i crediti di tutto ciò che lo compone sono suoi e solo suoi. And, sì, mi sento onorata ad aver appena scritto su di lui, era da tempo che volevo farlo. :"3
Ringrazio Kira per avermi aiutata a scegliere il titolo ed il genere, lì ero proprio alla deriva. T^T
Mi sono ispirata ad alcuni dialoghi delle nostre role private per scrivere questa storia, ed alla canzone " King" di Lauren Aquilina -vi consiglio di leggere mentre la ascoltate, la canzone è molto commuovente.-, spero possa avervi strappato un sorriso. x3
Alla prossima!
One kiss

Hao Sakura
   
 
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