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Amburgo,
novembre
Col senno di poi, Paul incolpò le giacche di
pelle. Prima, nei giorni delle giacche bianche sportive e dell’accompagnamento
con l'asse da bucato nelle squallide sale di chiesa, non aveva mai avuto questo
problema. Allora John era stato solo John, con le sue lunghe gambe e le sue
espressioni di concentrazione feroce, tutto di lui era giovane e in qualche
modo incompiuto. Ma ora -- Cristo. Paul sapeva che non era la pelle, o almeno
non solo. Era il modo in cui John
l'indossava, tutto sogghignante e facendo lo spaccone, il modo in cui la sua
mascella e le sue spalle ti affrontavano. I suoi capelli, pettinati all’indietro
dal suo viso, e i suoi fianchi stretti; la potenza grezza nella sua voce
rock-and-roll e i nuovi muscoli delle sue braccia.
Paul lo voleva.
Era tutto quello che sapeva. Era un desiderio così impetuoso e puro da
diventare intransitivo, autosufficiente; non sembrava un oggetto diretto, ma
solo la brama stessa, dal sapore ferroso nella parte posteriore della gola di
Paul. Guardando John in questi giorni, la sensazione era scaturita in lui,
rendendo il suo respiro più corto e i suoi pugni contratti e il suo intestino
aggrovigliato. Voleva qualcosa.
Voleva John, e avrebbe dovuto essere incomprensibile.
Eppure,
in qualche modo, sembrava naturale dover arrivare a questo. Dopo tutto, Paul
aveva voluto John dal momento in cui erano stati presentati. Voleva la sua
approvazione, la sua ammirazione, la sua amicizia, la sua attenzione, il suo
tempo. E adesso che John gli aveva dato tutte queste cose, c'era solo una
voglia rimasta, poiché John si era trasformato in questo Teddy
boy robusto e bellissimo, con il profilo affilato e gli occhi assonnati. Paul
aveva sempre desiderato tanto quanto riuscisse a ottenere di John, e Amburgo
aveva abbattuto le barriere in quell'ultima cosa.
Curiosamente,
non aveva paura. A Liverpool, forse, l'avrebbe avuta. Ma qui, mentre loro due
stavano spalla a spalla nell'oscurità, ascoltando le grida e le risate lontane della
Reeperbahn, tutto era diverso. Qui, erano creature
notturne e le scie di fumo di sigaretta si arricciavano insieme nell'aria
fredda, e non c'erano regole.
Anche
nel freddo di novembre, John era caldo. John era sempre caldo; bruciava e Paul riuscì
a sentire il suo calore dove si toccavano sul fianco e sulla spalla, la
rassicurante massa umana. Le loro gambe erano incrociate, le loro posizioni si
specchiavano l'una nell'altra, le sigarette nelle mani opposte. Non parlavano.
Soltanto l'uno con l'altro potevano stare così, senza parlare, ricavando
comodità dalla tranquillità condivisa.
Alla
fine, la cicca di John si spense. Paul guardò gli abili movimenti delle sue
dita mentre la buttava via e frugava nella giacca per un'altra.
"Hai
da accendere?" Chiese John intorno alla nuova sigaretta. Si chinò, Paul si
sentì tirare lo stomaco più intensamente, formicolando nelle ossa del viso. Il
gusto di ferro nella gola di Paul cresceva, come se John, magnetico, lo stesse
tirando fuori. Paul lanciò il mozzicone della sua sigaretta e sollevò il suo
accendino.
"Grazie."
Mormorò John, mentre la fiamma si accendeva. Adesso era molto vicino, le loro
fronti quasi si sfioravano.
"Prego."
Disse Paul. John aspirò, la punta della sigaretta brillò rossa nell'oscurità, e
dopo Paul, senza nessun pensiero consapevole, prese la sigaretta dalle labbra
di John ed eliminò gli ultimi cm di distanza e lo baciò.
La
bocca di John si aprì, leggermente umida. La sua esitazione solo momentanea,
prima che la sua mano salì per tenere la nuca di Paul. Il fumo uscì dalla sua
bocca ed entrò in quella di Paul, vagando pigramente, fino a quando John espirò
forte e Paul inghiottì in risposta, succhiando il bruciore nei suoi polmoni.
Egli
tossì; John si ritirò e lo studiò per un momento, con gli occhi scintillanti.
Ma fu solo un attimo, subito dopo le mani di John impugnarono i risvolti di
Paul, schiacciandolo contro i mattoni, e la sua bocca fu di nuovo sull'altra,
determinata e calda.
Non
sembrava affatto un primo bacio. La lingua di John si strofinò leggermente
contro il palato della bocca di Paul e Paul lo incontrò in modo sfrontato,
stringendo i capelli di John e piegando ad angolo la sua testa, così da far
allargare le mascelle l'una contro l'altra, il bacio immediatamente sporco e
profondo. Sembrava che John stesse esplorando dopo che la cosa incerta in Paul
li aveva connessi, la pressione nel fondo della sua gola che gli faceva desiderare
questo da John, il forte bacio bagnato e il peso caldo del corpo di John su
Paul. John era più grande di lui, più forte. Fece scivolare un ginocchio tra le
sue cosce, spostò le sue mani sul suo viso, e così furono ancora più vicini,
mordendo l'uno la bocca dell'altro, e fu quasi, quasi abbastanza; quasi
l'oggetto del desiderio.
"Paul,"
disse John contro la sua bocca. Paul lo baciò ancora, e ancora, piccoli baci fino
a quando John si arrese e si spinse ancora più vicino. Cristo, se John sapeva
baciare. Paul non era mai stato baciato in questo modo, fermamente, in modo
possessivo, la lingua di John scopava la sua bocca in spinte irregolari. Paul
gemette, stringendosi alle spalle di John, le scapole come ali sotto la pelle.
L'aria
fu uno shock freddo sulla bocca di Paul quando John si ritrasse. Paul lo sentì
per un attimo, e poi la testa di John si abbassò, affondando i denti nel
tendine della sua gola, e Paul ansimò, la testa si inclinò indietro
involontariamente.
"Cazzo,"
balbettò, i fianchi sobbalzarono, e John rise e lo baciò ancora, forte,
succhiando la sua lingua. Con le ragazze c'era sempre una certa zona sconosciuta,
una certa quantità di paura e finzione, ma qui con John -- Paul sussurrò, e
John spinse la coscia contro la protuberanza del suo membro e il desiderio si
impennò, e diventò tangibile, crescendo in Paul mentre John lo baciava. Questo,
era questo; le mani di John nei suoi capelli e la lingua nella sua bocca e Paul
non avrebbe mai pensato di voler essere schiacciato su un muro di mattoni
sporchi dal suo migliore amico, ma sapeva di volere John, tutto di John, e
adesso lo aveva. Era questo; lo aveva.
Quando
John si avvicinò, entrambi stavano ansimando. Il loro respiro era sospeso bianco
nell'aria, e gli occhi di John erano aperti su Paul, neri per la lussuria, la
sua espressione così sincera da farlo rabbrividire dalla testa alla punta dei
piedi. Non c'era paura. Era solo John. Solo loro due insieme.
"Andiamo
dentro." Il retro delle nocche di John strisciò languidamente sopra la
protuberanza del membro di Paul, che deglutì con difficoltà, stringendo le dita
dei piedi nei suoi stivali.
"Ti
sfido", disse.
NOTE
della TRADUTTRICE:
Hello, come state? Questa
è l’ultima traduzione di Obsti…
Qui l’autrice scrive
il pov di Paul ed è molto interessante e forse un po’
insolito, in tante altre abbiamo letto quello di John. Non è una ff rossa, ma è comunque molto sentita e sensuale.
Ringrazio moltissimo
Kia: nonostante i mille impegni, sei riuscita a
trovare un po’ di tempo per betare la storia.
Dedico questa
traduzione ad Ale: Amburgo per te è un periodo molto importante perché qui i
nostri Dolcini erano così felici e inseparabili… <3
Come ho scritto all’inizio,
è l’ultima traduzione… sono rimaste un paio di os; ma
non so se riuscirò a tradurle.
Spero tanto che
questa vi piaccia; grazie a tutte quelle che mi hanno aiutato e sostenuto e a
tutte quelle che hanno letto.
Paola