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Autore: cin75    05/11/2017    5 recensioni
Dalla storia:
"“Possiamo parlarne dentro? In questo momento mi sento tanto in una puntata di Desperate Housewives e vorrei davvero evitarlo.”
Jensen in un primo momento non capì, poi spostò lo sguardo verso la strada e vide alcuni dei suoi vicini, chi per strada con il cane, chi dietro la finestra con aria curiosa ma che comunque fissavano loro.
“Ok! Entra!” ordinò spostandosi e lasciandolo entrare. “Ma hai cinque minuti!, poi sparisci. ” concluse chiudendo la porta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La clinica privata in cui Jensen lavorava era stata sempre un porto sicuro per lui. Quando litigava, anche a distanza di chilometri, con la sempre apprensiva e preoccupata madre; o quando Misha, il suo fraterno amico, nonché direttore sanitario, gli comunicava dell’ennesimo appuntamento alla cieca con l’ennesimo sconosciuto che gli aveva procurato.

E allora , Jensen, andava allo studio. I suoi pazienti erano di poche parole e tranne che per qualche scambio di opinione sui vari schemi di gioco, niente sfiorava la sua sfera personale.

E già! perché Jensen era un medico sportivo e i suoi clienti erano tutti giocatori più o meno famosi che erano talmente soddisfatti del lavoro che Jensen faceva che le loro società non lesinavano sulle fatture.

 

Ma un giorno, quella sorta di Santuario medico , smise di essere tale, per diventare un vero e proprio Inferno. Almeno per Jensen.

E quell’inferno aveva il nome e l'aspetto di Jared Padalecki. Chirurgo ortopedico. Uno davvero in gamba, da quello che gli aveva detto Misha quando lo aveva assunto.

Quello che Misha non gli aveva detto era come era fatto Jared.

 

Giusto per avere un’ idea per chi è interessato alla storia!!

 

Jared aveva gli occhi chiari e dolcissimi. Le iridi di un colore misto tra ambra oro e verde chiaro. Alto circa uno e novanta, se non di più. Capelli lunghi quasi alla spalla. Due spalle talmente larghe che se le porte della clinica fossero state più strette non ci sarebbe passato. Un fisico che definirlo statuario sarebbe offensivo. Questo solo per ciò che riguardava l’aspetto fisico.

Insomma!, era straordinariamente bello e affascinante.

E poi, come se non bastasse, Jared era indiscutibilmente competente e in gamba e professionale. E indiscrezione che Misha volle sottolineare solo a Jensen: Jared era dichiaratamente gay!

E cosa anche più paradossalmente frustrante, Jared si era rivelato anche meravigliosamente gentile e amichevole, tanto che non aveva voluto una festa di benvenuto ma aveva insistito ad organizzare lui la festa a casa sua

 

Ecco la situazione in cui si trovava adesso il nostro povero Jensen.

 

Jensen ci andò, facendo buon viso a cattivo gioco. Misha ci andò, ridendo discretamente dopo aver intuito quello che stava capitando all’amico e sbuffando dei frustrati “Sei patetico!” a Jensen ogni volta che gli ripeteva “Fatti avanti! Buttati!” e Jensen invece gli ringhiava contro dei rabbiosi “Fottiti! Sembra che tu lo abbia assunto per torturare me!

 

Ma , come si dice, il tempo passava.

Jared si faceva il suo nome all’interno della clinica assicurando sia a lui che alla clinica stessa altri prestigiosi pazienti. Jensen , odiandosi, a volte si ritrovava a sospirare quando lo vedeva passare nei corridoi o quando solo Jared gli diceva un semplice e timido “Ciao!” a cui Jensen quasi di sfuggita rispondeva solo con un imbarazzato cenno della testa per poi chiudersi nel suo studio, lasciandosi dietro un Jared decisamente perplesso nonché impacciato , a causa di quella situazione bizzarra e un tantino adolescenziale.

Misha era l’unico che se la rideva per quella situazione tragicamente comica.

 

“Ok! Quanto credi di poter andare avanti così!?” fece il moro affacciandosi alla porta dell’ufficio di Jensen.

“Che intendi?!” chiese innocentemente Jensen, facendo cenno all’amico di accomodarsi.

“Jared? Hai presente?!”

“Non so a cosa ti riferisci!” continuò tranquillo.

“Andiamo, amico!!” esclamò frustrato Misha, cadendo con la schiena nella poltrona di fronte alla scrivania di Jensen. “Lui ti piace e credimi da come ti guarda nemmeno tu gli sei indifferente. Anzi!!” sottolineò con enfasi. “Quindi perché non la smettete di fuggire come verginelle quando vi incrociate nei corridoi e vi saltate addosso in qualche ripostiglio o in una delle stanzette dei medici in puro stile Grey’s Anatomy!!?”

“Uno: quello che proviamo o che tu credi che proviamo, se esistesse sul serio, sarebbe solo affare nostro. Due: noi non sfuggiamo come verginelle. Sono io quello che fugge, lui rimane lì dov’è!” fece quasi dispiaciuto. “Tre: non ci salteremmo mai addosso qui dentro soprattutto con te nei paraggi!” spiegò con decisione e un pizzico di sarcasmo Jensen.

“Jensen ti voglio bene, ma una cosa a tre proprio non mi andrebbe, quindi potete saltarvi addosso quando e quanto vuoi!” ribattè con la stessa ironia l’amico

“Non intendevo quello, scemo. Ma ti conosco e di certo saresti capace di aprire la porta e scattare una foto come ricordo o magari a futuro ricatto!” gli fece presente.

“Questo è vero!” ammise orgoglioso l’altro. “Comunque!! A parte gli scherzi…”

“Misha, no!” provò a fermarlo il medico.

“No, lo dico io, Jensen. Ascolta! Davvero, ti voglio bene e…davvero, so che Jared ti piace. Lo vedo.”

“Misha, ci sono passato. Mi sono scottato e per adesso la ferita brucia ancora. Ma non sarò ipocrita con te perché ti voglio bene anche io.” ammise sorridendo al sorriso sincero dell’altro. “E’ vero! Jared mi piace. E tanto! Ma …non lo so. Io vorrei….magari…io ho…”

“Paura?!”

“Anche !, e voglio capire prima le cose come stanno, ok?!”

Misha gli sorrise ancora, anche se dopo quelle parole, si sentì amareggiato a ricordare in che modo Jensen era stato male dopo la sua ultima storia. Si ritrovò ad odiare di nuovo furiosamente quel figlio di buona donna traditore che aveva fatto soffrire Jensen.

“Ok! Ma tu devi promettermi una cosa.”

“Cosa?!”

“Sabato , Jared, dà un piccolo rinfresco a casa sua. Per festeggiare la conferma del contratto. Vieni anche tu. Sul serio. E non fare come le altre volte che dicevi di si, ma nemmeno ti facevi vedere!” lo rimproverò Misha.

“So della festa ma non so se….”

“Senti! Hai detto che vuoi vedere le cose come stanno. Se non vieni , non potrai vederlo, no?!” lo rimproverò amichevolmente, Misha.

Jensen ci pensò su. Tamburellò un attimo con la penna sulla scrivania e poi guardò di nuovo il ragazzo di fronte a lui che con una mano sul petto lo incoraggiava con un supplichevole ma divertito:“Ti prego!!”

“Ok! Hai vinto. Ma non ti assicuro di rimanere fino alla fine. Sono comunque reperibile!” acconsentì comunque.

 

Quando il fatidico sabato arrivò, Misha per andare sul sicuro, passò dall’appartamento di Jensen e quando il biondo se lo ritrovò alla porta lo guardò decisamente divertito.

“Ma davvero? Sei passato a prendermi, Mish?!”

“Ci puoi giurare che sono passato a prenderti o col cavolo che saresti venuto!” lo rimproverò l’amico tirandolo per farlo uscire di casa.

“Niente fiori o cioccolatini? Ti presenti a mani vuote per il nostro primo appuntamento?!” lo provocò Jensen.

“Sì!! Simpatico. Risparmia le romanticherie per il tuo principe azzurro!” rispose a tono Misha e si girò quando si rese conto che Jensen non gli era più accanto. Vide una strana serietà, forse preoccupazione, sul volto dell’amico. “Che c’è?!” chiese stranito.

“Per favore, Mish. Niente stronzate lì dentro!” sembrò volerlo avvisare. Jensen sapeva che a Misha piaceva scherzare e che anche quando lo faceva sulla sua disastrosa vita privata lo faceva senza malignità, anzi lo faceva per cercare di farlo reagire e guardare avanti. Ma adesso, lui non era ancora pronto a nessuna battuta.

Misha comprese il timore dell’amico.

“Andiamo, Jens. Non sono così stronzo!”

“Lo so, sono io che sono un casino. Perciò fammi prima ….”

“Sì, sì….vedere come stanno le cose! Ho capito!” finì per lui, Misha. “Ora muoviti, però. Altrimenti Rich e Rob finiranno tutto quello che c’è sul buffet prima del nostro arrivo!” e prendendolo per la camicia se lo tirò dietro.

 

Misha bussò alla porta di casa di Jared, sorridendo alle rissate che già sentiva provenire dall’interno e quando la porta si aprì , si ritrovò il volto altrettanto sorridente di Jared.

“Misha, finalmente. Mi chiedevo dove fossi anche perchè non riuscivo più a tenere lontano dal buffet Rich e Rob.”

“Cavolo!! Lo sapevo!” disse frustrato e poi sbirciando ancora verso la persona che stava ancora fuori e che Jared ancora non vedeva esclamò un seccato: “Visto! Che ti dicevo?!” e volò via.

Jared sorpreso, fece un passo verso l‘uscita della porta. Jensen ne fece uno verso l’entrata. I due si ritrovarono uno di fronte all’altro. Occhi negli occhi. Entrambi , al momento, senza parole.

 

“Ciao, Jensen!” fece. Dio!, come sono patetico!!

“Ciao, Jared. Congratulazioni per il contratto!” si ritrovò a rispondere automaticamente , Jensen. Dio!, come sono patetico!!

 

Jared allungò la mano in segno di saluto e Jensen, per non sembrare troppo impacciato ( o patetico o peggio, maleducato) porse immediatamente la sua e ricambiò il saluto.

Ma chissà perché, una volta che le loro mani si strinsero, nessuno dei due, si ritrasse. Rimasero fermi così, sotto l’uscio dell’appartamento di Jared, per infiniti momenti. Mano nella mano. Il pollice di Jared che pudicamente carezzava il dorso della mano di Jensen. Le dita di Jensen , che a quella leggera carezza, si stringevano intorno alla mano di Jared.

“Speravo venissi! Lo speravo davvero!” sussurrò, Jared, dopo quella che era sembrata un eternità.

“Mi fa piacere essere venuto!” rispose Jensen con altrettanta discrezione, quando all’improvviso la voce tipica di Misha non li riportò alla realtà. Con la birra in mano, il giovane direttore si mise tra loro e i festeggianti, quasi a volerli coprire.

“Ok! Ragazzi. Sono state le presentazioni ufficiali più eccitanti a cui io abbia assistito. Se avessi le ovaie al posto degli attributi, sarei incinto adesso. Ma ora che ne dite di spostarvi dalla porta, prima che Miss Pettegolezzo..” disse indicando Felicia, la receptionist della clinica. “…non vi metta gli occhi addosso facendo di voi il gossip del mese?!”

A quel sottile avvertimento i due sciolsero le loro mani e ricomponendosi , Jared fece cenno a Jensen di entrare e Misha , con nonchalance, chiuse la porta. Non che avessero problemi con la loro sessualità, ma non volevano dare adito e vita a qualcosa che loro per primi dovevano ancora capire. “Ti porto da bere, ti va?” chiese con un grosso sorriso, il neo associato.

“Sì, grazie!” fece Jensen che rimase a fissarlo.

“Allora? Come vanno le cose?” si sentì chiedere da Misha, poco dopo.

Jensen si voltò a guardarlo e sorrise, compiaciuto. “Diciamo che iniziamo bene!”

“Grandioso!”

“Si, ma cerca di non preparare già il viaggio di nozze, ok!?” scherzò Jensen, ripensando a come Misha partisse in quarta ad ogni sua relazione. A volte faceva quasi concorrenza all’apprensione di sua madre nel volerlo vedere accasato. Anzi, a volte, era quasi sicuro che i due fossero in combutta!!

“No, ma almeno fammi organizzare il primo appuntamento!!”

“Scordatelo!” e se lo lasciò alle spalle andando incontro a Jared che avanzava con le due birre.

 

Nel corso del formale e discreto festeggiamento, i due medici , parlarono senza più avere corridoi da prendere o uffici in cui nascondersi. Sembravano finalmente a loro agio.

Poi, Jared, dovette allontanarsi per non lasciare da soli gli altri suoi invitati, ma ciò che Jensen vide qualche minuto dopo, dopo ave ricercato di nuovo la presenza del giovane medico, sembrò spezzare quello che credeva essere cominciato bene.

Jared che poggiava la mano sul fianco di Matt, il radiologo della clinica e poi quella stessa mano la spostava senza troppa vergogna tra il collo e la spalla del ragazzo che più che lieto, accettava quel tocco.

Matt, anche lui gay. Ma non era impegnato? Anzi, no. Era decisamente fidanzato e conviveva, quindi perché quegli atteggiamenti con Jared? E perché Jared stava decisamente flirtando con lui?

Che avesse frainteso ogni cosa di Jared? Di quel suo discreto interessamento? Di quella stretta di mano? Di quello sguardo che si erano scambiati?

Dio!! era davvero diventato così ingenuo quando si trattava di relazioni ?

 

Decisamente confuso, Jensen, posò la birra che aveva tra le mani e si avviò verso l’uscita, prontamente fermato da Misha.

“Starai scherzando?!” lo rimproverò l’amico. “Vuoi davvero andare via ?”

Jensen sembrò fulminarlo con lo sguardo e Misha intuì che qualcosa era successo.

“Che succede , Jens?”

“L’ennesima fregatura, Mish. Ecco che succede!” ringhiò indicando discretamente Jared ancora accanto a Matt.

“Ascolta, forse…”

“Senti, fammi un favore. Dì che mi hanno richiamato per un consulto, ok!?”

“Jensen, aspetta!!” provò ancora a fermarlo.

“Misha, no. Volevi che venissi e che vedessi come potevano andare le cose. Beh! sono venuto e ho visto. Ora, posso andarmene.” e liberandosi dalla presa di Misha, uscì dall’appartamento.

Misha per un po’ rimase a fissare la porta che si chiudeva e subito dopo veniva raggiunto da Jared che sembrava decisamente preoccupato.

“Se ne è andato?!” chiese stranito, Jared.

 

   
 
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