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Autore: Irizar Elwell    05/11/2017    0 recensioni
Dopo i fatti accaduti a Dallas, Chris è decisa una volta per tutte a riportare la normalità nella sua città adottiva, riportare indietro sua sorella Sam, i suoi amici Paul e Mandy e salvare Nigel. A che prezzo però? intraprenderà un viaggio in altre dimensioni per salvare i suoi amici, ma riuscirà a non perdere se stessa?
365 giorni per adempiere ad una promessa che mette in gioco tutto quello per cui ha sempre combattuto.
La seconda parte di White Hands, inizia ora..
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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I suoi occhi mi scrutano, quasi vitrei. Immobili. Esanimi. Baba Jaga è qui, davanti a me. Una sola parola, una sola domanda o risposta sbagliata e lei mi porterà via la vita. Improvvisamente la mia attenzione viene rapita da un suono strano. Sembra ferro. Calpestio ritmato, a modo suo. E poi dei nitriti in sotto fondo che fanno da eco. Dei cavalli! La Baba Jaga sembra quasi immobilizzata, si limita a guardarmi. Le sue iridi saltellano da me ai cavalieri che pian piano si fanno ai miei occhi sempre più nitidi. I loro drappi svolazzano al vento. Il primo è di colore bianco, il cavaliere del giorno. A seguire con fierezza su un cavallo bianco, come del resto gli altri due, galoppa fiero mentre al suo fianco il cavaliere rosso, mandante del sole, a petto in su, fiero e orgoglioso, mi guarda truce. Ed infine a seguire a questa lenta e insolita parata, il cavaliere nero: il cavaliere della notte, che con un ritmo cadenzato e quasi evanescente chiude la coda, inseguendo gli altri due. Devora mi ha messo in guardia in precedenza. “signorina Christine, probabilmente vi si presenteranno tre cavalieri, tutti in groppa a dei cavalli bianchi. Uno si issa fiero e con sguardo freddo, portando con se un drappo bianco, il secondo su un drappo rosso non smetterà mai di guardarvi dalla sua apparizione, ed infine il cavaliere nero. Esso rappresenta la notte, e come potete immaginare porterà stretto in pugno uno stendardo color pece. Fate attenzione a loro. Si avvicineranno, cercheranno di prestarvi aiuto, e se vi serve, di portavi da Baba Jaga. Ma se scambierete anche solo una parola con loro tre...Anche una sola parola, e lei potrà uccidervi o peggio ancora... torturarvi!” le sue parole mi ronzano nella mente. Intimorita le avevo chiesto, in questo caso, quale fosse stato il modo migliore per superare questo tranello, restando integra, e possibilmente viva. So che da quando ho deciso di intraprendere questo viaggio, ho praticamente messo la firma su una sentenza di morte. Ma quanto può non valerne la pena, se alla fine, l'alternativa è il nulla? “ignorali” mi sussurra la voce dell'evanescenza al mio fianco. “come?” ripeto, più a me stessa per essermi resa conto di aver effettivamente capito o perché non ha assolutamente senso una risoluzione del genere per me. “quando ti si avvicineranno, ignorali. Tieni lo sguardo basso. Non guardarli mai in volto. Per loro sarà un gesto di rispetto e se non parlerai sarà riconosciuta la loro autorità. Ti ignoreranno e svaniranno nel nulla. Non devi fare assolutamente nulla. Sospiro. Mi fermo e cerco di concentrarmi. Non fare assolutamente nulla non è la prima cosa che ti viene in mente quando sei in un mondo sconosciuto e dove ogni cosa può portare al collasso della tua realtà. Vorrei scappare. Vorrei scappare via, lontano e tornare indietro. Sistemare le cose con mia madre, non trasferirmi a Dallas e cancellare tutto quello che mi è successo. Cancellare Paul, Mandy, Sam, cancellare quello che sono diventata. Cancellare me. E sì, lo farei. Lo farei per far tornare tutto com'era. Abbasso lo sguardo quando gli zoccoli dei cavalli si arrestano perfettamente distanti tra loro,davanti a me. Chiudo gli occhi e mi concentro. Decido di contare, per concentrarmi su un qualcosa di logico. Per non far capire a lor che ho timore. Che non sono del tutto sicura della scelta che faccio e non so se fidarmi delle parole di Elanua. Primo passo. Uno.. Secondo passo. Due.. Terzo passo. Tre.. Quarto passo... Uno dei cavalli nitrisce. Il mio cuore si ferma. Per un istante. Poi l'insieme dei passi prende velocità trasformandosi in un suono sempre più evanescente. Ce l'ho fatta! Avanzo ancora di qualche metro, prima di riprendere a respirare con regolarità. Sono molto più sollevata e so di star sorridendo. Davanti a me si apre un sentiero che s'inoltra ancor di più nella già fitta vegetazione. Non sarà un tranello della strega? Penso. Ed Elanua intercettando i miei pensieri risponde di conseguenza: “un regalo degli alberi, non sono molti quelli che arrivano fin qui” il suo sguardo si incupisce. Non dico nulla, avanzo lentamente con lei che si pone a qualche centimetro in avanti. Sembra così triste. È appena un'evanescenza ora, posso distinguere appena i lineamenti del viso che fumano al vento. “hai mai conosciuto uno spettro di buon umore, cara? Lo siamo tutti, è il peso della morte.” La guardo interrogativa. La mia curiosità non sembra infastidirla, anzi sembra ben disposta a parlare. Accenna un sorriso, rallentando di colpo l'andatura. Mi fermo anche io, non capisco. Elanua inizia a girarmi intorno, non lo avevo mai notato prima, forse perché non mi si è mai avvicinata così tanto, o forse perché è lei a decidere di farsi toccare, mi solletica la pelle con la sua essenza. È color cristallino, sembra sia formata da una scia di piccoli diamanti. “perchè sei venuta da me?” le chiedo incantata, sono completamente rapita dai suoi movimenti vaporosi. Aspetta qualche secondo prima di rispondere, ed in quei secondi ho avuto l'impressione che stesse decidendo se mentirmi o meno. “si tratta di mio figlio” il tono è affranto, ma non aggiunge altro, ed io non chiedo oltre. Continuiamo a camminare nel bosco, il sentiero sembra interminabile. Non so nemmeno se questa sia la strada giusta, ma tanto non ho molte alternative. Qualcosa mi bagna il naso. Mi asciugo con la manica della maglietta che si macchia di rosso. Immediatamente guardo il cielo,nuvoloso, nulla di particolare. Continuo ad avanzare, senza farci troppo caso, ma anche Elanua mi guarda stranita. Sento ancora una goccia, due, tre...alzo il cielo ed improvvisamente una pioggia di sangue c'investe violentemente. “non ti fermare, corri” mi suggerisce, ma non riesco a muovermi. Resto immobile a fissare il cielo, il sangue. Perché piove sangue? “è lei, sta arrivando!” urla preoccupata Elanua poco prima di svanire colpita da una luce bluastra. “chi osa, entrare nei miei domini?” è la prima volta che sento la voce della strega. Echeggia nell'aria, ma di lei non c'è forma. Mi guardo intorno, ma non serve a nulla quando due mani mi afferrano il collo. “chi sei tu?” chiede guardandomi fissa negli occhi. Porto le mie mani sulle sue cercando istintivamente di allentare quelle tenaglie. “non riesco a respirare” Squittisco agitando le mani. La presa si allenta e io riprendo a respirare. Mi guarda senza batter ciglio. “allora?” chiede impaziente. “mi chiamo Christine” dico cercando di non guardarla per troppo tempo. Non devo farmi uccidere da lei, ma farmi aiutare. Questo è quello che devo tenere bene in mente se voglio restare viva. “perchè sei qui?” minaccia alitando fetore. “mi serve il tuo aiuto” rispondo questa volta però sostenendo il suo sguardo. Voglio farle capire che sono disposta a qualsiasi cosa per risolvere questa situazione. Lei mi guarda attentamente, sembra che mi stia studiando. Poi lentamente con l'indice indica il mio sterno e si avvicina. “non toccarla Yaga” imperativa compare tra me e lei Elanua in una nube rossastra. La sua voce è demoniaca e la gentilezza e la delicatezza che hanno sempre accompagnato la sua essenza non danno cenno di esserci ora. “chi è questa ragazza?” chiede ad Elanua, spostando continuamente lo sguardo da me a lei. “la senti anche tu questa energia, vero?” annuisce e tra le due sembra esserci uno sguardo d'intesa. Ciò non mi rende per nulla tranquilla. Inizio a chiedermi, forse troppo tarsi, se posso davvero fidarmi di Elanua. “non puoi prenderla. Ha il marchio” ricomincia l'essenza. È seria. Solo le sue labbra si muovono, per il resto sembra una statua. “quello non è un problema, mi basterà sapere a chi appartiene” Lei sghignazza e alla strega ciò sembra non piacergli per nulla. “io non credo. Guarda il suo marchio, non è una comune entità” Baba Jaga sposta il suo sguardo su di me avvicinandosi quel tanto che Elanua le permette e stacca un mio capello. Lo annusa, lo guarda attentamente, lo lecca e alla fine lo lascia libero al vento. “fidati di me” sussurra l'essenza guardandomi con la coda dell'occhio. Ma che sta succedendo? Di cosa parlano? Che cosa vuole la strega da me? “cosa vuoi?” chiede infine. “riporta la mia realtà nel passato, cancellando la memoria di coloro che...” mi zittisce portandosi un dito alle labbra. “e tu cosa mi daresti in cambio?” sorride maliziosa. “cosa vuoi?” “te” resto in silenzio. “farò quello che mi chiedi all'unica condizione di avere la tua anima. Da quando rimetterai piede nella tua realtà ad un anno, ti impegni a diventare mia. Sono più che sicura che sei molto squisita. Continuo a non dire nulla. Non guardo nemmeno Elanua. “al trecentosessantacinquesimo giorno verrai qui e io ti divorerò, l'unica cosa che devi fare è farti togliere il marchio. Trova tu il modo. Se non rispetterai la scadenza o ti tirerai indietro io restituirò la memoria ai tuoi amici e li ucciderò uno ad uno, davanti a te, poi ucciderò le loro famiglie, gli amici delle loro famiglie e gli amici degli amici. Fin quando qualsiasi persona tu abbia incontrato nella tua vita anche solo accidentalmente morirà a causa tua e tu sarai mia schiava per l'eternità. Ovviamente...” estrae una piccola daga dalla manica della tunica color terra che indossa. “è un contratto” un patto di sangue. Prendo la daga in modo meccanico. La mia mente è vuota. Le parole della strega mi rimbombano nelle orecchie come un fastidioso ronzio perpetuo. Apro il palmo della mano destra e con la sinistra pigio la lama fino a sanguinare. Lei fa lo stesso con la sua mano sinistra e afferrando la mia preme le due ferite in modo da far fondere il nostro sangue. Sento una specie di scarica elettrica e istintivamente ritraggo la mano. La ferita sembra cauterizzata. La guardo stupita e lei ridendo soddisfatta improvvisamente mi spinge. Cado per terra, ma quando mi guardo intorno lei non c'è più. Sono esattamente distesa sull'erba. Dove mi avevano condotta Devora e Davis. Sono tornata alla mia realtà. “un anno” la sua voce mi risuona nelle orecchie. Mi alzo un po' stordita. Sono sola. È logico. Se ha cancellato la memoria a tutti Devora e Davis non mi hanno mai conosciuta. “Elanua?” la chiamo ad alta voce varie volte. Che sia sparita anche lei? “non posso più essere visibile, ma sono qui Chris, i poteri della strega su di me non hanno effetto” annuisco e lentamente mi metto seduta. La testa mi gira vorticosamente ed ho un po' di nausea. “hai fatto una cosa davvero nobile, per quel che posso cercherò di aiutarti” sento un calore sulla guancia. Una carezza? Sorrido appena confusa. Mi alzo traballante e pian piano mi avvio verso la città.
   
 
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