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Autore: Orfeo_kun    05/11/2017    0 recensioni
"Era ovvio che stesse guardando lui e non te.
Che stesse guardando avanti. Lo sguardo fisso verso qualcuno che non eri tu. Qualcuno alla quale cercavi disperatamente di somigliare senza alcun risultato degno di nota."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Choromatsu Matsuno, Ichimatsu Matsuno, Karamatsu Matsuno, Osomatsu Matsuno
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo
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Lies_

Uno sguardo fugace prima di tornare a fissare con scarso interesse la lavagna.
Chissà cosa speravi di ottenere con quell’ occhiata veloce.
Era ovvio che stesse guardando lui e non te.
Che stesse guardando avanti. Lo sguardo fisso verso qualcuno che non eri tu. Qualcuno alla quale cercavi disperatamente di somigliare senza alcun risultato degno di nota.
Ma questo in fondo non era importante.
Non lo era affatto visto che potevi comunque averlo.
Quindi no, non era importante che stesse guardando qualcuno che non eri tu.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.

Al suono della campanella ti voltasti verso di lui.
Ancora una volta non venisti ricambiato.
Il suo sguardo era ancora puntato su qualcuno che non eri tu.
E nel mentre i vostri sguardi ancora una volta non riuscivano a incontrarsi, fuori dall’aula qualcuno guardava te.
Ma tu eri troppo preso da quella situazione per evitare che anche tuo fratello minore facesse la tua stessa fine.
Quindi facesti finta di non vederlo mentre ti lanciava un ultima occhiata prima che se ne andasse
Erano due sentimenti diversi quelli tuoi e di Ichimatsu.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.

A pranzo riuscisti a non guardarlo.
O così credesti.
Stavi fissando il tuo piatto vuoto quando da sotto il tavolo ti sentisti sfiorare una gamba.
Una carezza.
Il suo palmo risalì la tua gamba. Le sue dita si strinsero attorno al tuo interno coscia.
Allora tu sorridesti e ti voltasti verso di lui.
Lo guardasti, lui non guardava te ma qualcun altro.
Ma prima che tu ti potessi sentire morire per l’ennesima volta, accadde.
Per la prima volta si voltò verso di te.
I vostri sguardi si incrociarono.
Ti sorrise in quel modo malizioso che tu tanto amavi.
Quindi non importava che continuasse a massaggiarti in segreto la coscia mentre il suo sguardo, i suoi pensieri e il suo cuore erano rivolti a un'altra persona.
Tu eri felice perché finalmente vi eravate guardati.
Eri felice perché potevi comunque averlo.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.

La fine delle lezioni, stavi raccogliendo le tue ultime cose per poi dirigerti al tuo amato club di teatro.
Ti voltasti verso il suo posto già vuoto.
Ovviamente.
Se ne era andato con lui. Lo stava sicuramente accompagnando in biblioteca o in qualsiasi altro posto.
Non era poi così importante dove, perché in ogni caso sarebbe stato lontano da te.
Uscisti dalla classe.
Ichimatsu ti stava aspettando per accompagnarti al tuo club prima di tornare a casa, ma tu non lo guardasti.
Gli volevi bene sì, ma non lo amavi.
Facesti la strada con lui, in silenzio.
Lo guardasti solamente quando ti trovasti la porta della sala di teatro.
Ti girasti verso di lui. Uno sguardo. Un sorriso. Un saluto e una promessa di rivedervi a casa prima di cena.
Poi se ne andò e tu non indugiasti a guardare la sua schiena curva allontanarsi.
Ti voltasti nuovamente verso.
Allungasti la mano per girare la maniglia ma non ci riuscisti.
Un'altra mano era stata più veloce della tua.
Ti sentisti tirare per il cappuccio della felpa.
Non ti spaventasti perché sapevi esattamente chi fosse.
E di colpo ti ritrovasti con le spalle contro il muro.
Ma andava bene.
E andava bene davvero perché a bloccartici altri non era che lui.
Un bacio veloce a fior di labbra.
Ne seguì un altro più irruento.
Uno sfiorarsi di labbra. Morsi. Sangue e una promessa di rivedersi a casa. Stavolta non per una semplice cena, ma per continuare ciò che avevate saggiato.
Po se ne andò e tu stavolta indugiasti a guardare la sua schiena retta allontanarsi.
Rimanesti ancora qualche secondo lì, a riprendere fiato.
Lui ti voleva.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.

Un leggero russare spezzava il silenzio in cui regnava la stanza.
Tu dormivi in quel freddo buio che vi avvolgeva.
Poi ti sentisti scuotere.
Apristi gli occhi e ci mettesti qualche secondo a mettere a fuoco la figura che chinata sopra di te ti aveva svegliato.
Lo guardasti e non avesti bisogno di chiedere niente.
Piano uscisti dalle coperte e silenziosamente ve ne andaste entrambi dalla stanza.
Lui davanti e tu dietro.
Lo seguisti in quella fredda notte di fine novembre.
Aveva bisogno di te.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.

Il freddo gelido del bagno aveva lasciato spazio al calore generato dai vostri corpi.
Il silenzio gelido del bagno aveva lasciato spazio ai tuoi gemiti sommessi e ai suoi ringhi contro il tuo collo.
Il tuo viso, le tue mani e il tuo petto nudo erano schiacciati contro la parete spoglia del bagno.
Lui era dietro di te. Contro di te.
C’erano state carezze.
C’erano stati baci.
C’erano stati morsi, pelle contusa e graffiata.
C’era stato del sesso ma non amore.
Quello non c’era stato.
Lui non pensava a te mentre ti possedeva.
Pensava a lui. E questo lo sapevi.
Ma un giorno saresti riuscito a diventare il suo ragazzo ideale.
Saresti riuscito a farti amare come meritavi.
Saresti riuscito a farti amare come amava lui.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.


Un leggero russare spezzava il silenzio in cui regnava la stanza.
Rientraste silenziosamente nella stanza e piano ti infilasti sotto le coperte.
Un leggero tepore ti avvolse gentilmente le membra stanche.
Ti girasti su un fianco e il tuo sguardo si posò su Ichimatsu.
Dormiva, ma le sue ciglia erano imperlate di lacrime e il suo viso era bagnato di quelle che già erano scese.
Ti voltasti velocemente dall’altro lato ripetendoti che non era colpa tua.
Perché in fondo che colpa potevi avere tu che tanto eri innamorato di qualcun altro.
Un giorno ti avrebbe amato. Te lo meritavi.
Eri la persona giusta per lui come lui lo era per te.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.


Uno sguardo fugace prima di tornare a fissare con scarso interesse la lavagna.
Chissà cosa speravi di ottenere con quell’ occhiata veloce.
Era ovvio che non stesse guardando te.
Al suono della campanella ti voltasti verso di lui.
Ancora una volta non venisti ricambiato.
E nel mentre i vostri sguardi ancora una volta non riuscivano a incontrarsi, fuori dall’aula qualcuno guardava te.
Non era cambiato niente.
Era rimasto tutto invariato. Immutabile come il tempo.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.
Perché qualcosa era cambiato.
Ti alzasti dalla tua sedia e ricambiasti lo sguardo di Ichimatsu.
Lo vedesti sussultare sul posto.
La cosa ti fece piacere.
Un sorriso. Una tua mano sulla sua spalla. E delle parole sussurrate all’orecchio.
Ti allontanasti con la promessa di rivedervi nuovamente.

A pranzo eravate seduti accanto tu e Ichimatsu.
Ti guardava, lo sentivi.
Ma tu non guardavi lui.
Non lo amavi, ma questo non t’impedì di accarezzargli la gamba da sotto al tavolo mentre il tuo sguardo era rivolto a qualcun altro.
Ti voltasti verso di lui e con fare ammiccante gli sussurrasti qualcosa all’orecchio.
Dopo di che ti alzasti da tavola e con un sorriso ti congedasti dagli altri.
Ichimatsu si alzò subito dopo e con l’insicurezza che lo caratterizzava ti seguì.

Il freddo gelido del bagno del vostro liceo aveva sostituito il calore della mensa.
Il silenzio gelido del bagno del vostro liceo aveva sostituito le chiacchiere dei vostri fratelli.
Presto però il silenzio del bagno venne rotto dai gemiti sommessi di tuo fratello e il freddo dal calore dei vostri corpi.
Ringhiavi contro il suo collo mentre il suo viso, le sue mani e il suo petto erano schiacciati contro il muro.
Tu gli stavi dietro mentre non gli usavi alcuna premura. Mentre prendevi da lui qualcosa che non ti apparteneva.
C’erano state carezze.
C’erano stati baci.
C’erano stati morsi, pelle contusa e graffiata.
C’era stato del sesso ma non amore.
Quello non c’era stato.
Tu non pensavi a lui mentre prendevi la sua verginità.
E Ichimatsu lo sapeva.
Ma voi non eravate uguali.
Non lo eravate affatto perché lui non si raccontava bugie.
Sapeva di essere un sostituto e che non avrebbe mai potuto essere il tuo ragazzo ideale.
Ma questo tu non potevi saperlo.
O quanto meno era questo che ti raccontavi in quell’ enorme groviglio di bugie.


Era passato un giorno e da vittima diventasti carnefice.
Diventasti il carnefice di qualcuno che ti amava esattamente come Osomatsu era diventato il tuo.
Ma questo andava bene.
Sarebbe stata una cosa temporanea. Il tempo che Osomatsu si rendesse conto di chi fosse il ragazzo più giusto per lui.
Perché tu lo amavi e non avresti mai ammesso che forse non eravate fatti l’uno per l’altro.
E mentre tu continuavi a vivere in quell’ enorme groviglio di bugie che ti raccontavi, gli altri continuavano a vivere nel mondo reale.

Un giorno però anche tu ti sei svegliato e hai deciso di vivere nel mondo reale.
Ma ormai era troppo tardi.
Quando ti sei svegliato era cambiato tutto.
Ti sei guardato intorno e ti sei accorto che Osomatsu alla fine aveva smesso di usarti. Non aveva più avuto bisogno di farlo.
Ma non era andata come ti eri sempre raccontato tu, Karamatsu.
Osomatsu si era finalmente messo con Choromatsu. E tu eri contento per loro.
E lo eri davvero perché liberandoti di tutte quelle bugie ti accorgesti che i tuoi sentimenti con il tempo erano mutai.
Svegliandoti ti sei accorto dei sentimenti nati nei confronti di Ichimatsu.
Ma ormai è troppo tardi.
Troppo tardi per questi nuovi sentimenti.
Troppo tardi per delle nuove bugie.
Che bugie puoi raccontarti per giustificare Ichimatsu che non c’è più?
Quando ti sei svegliato era già cambiato tutto.
Nel momento in cui ti sei svegliato ti sei reso conto di essere vuoto.
Ma ormai è troppo tardi per tornare a vivere in groviglio di bugie, Karamatsu.

Angolo del perdono-
AHHHHHHHHHHHHHHH ALLA FINE HO DECISO DI PUBBLICARE.
In realtà c'è molto poco da dire.
Mi piace far suicidare personaggi che amo e far soffrire come cani i miei bimbi speciali.
Devo ammettere che sono abbastanza soddisfatta di come è risultata questa fic nonostante Ichi doveva essere un personaggio deciamente più marginale mentre l'OsoKara doveva risaltare maggiormente. 
Ma amen, a cuor non si comanda.
In realtà non ho idea di quanti errori ci siano, perciò nel caso fatemeli notare---
E niente, non ho altro da aggiungere... 
Alla prossima 
   
 
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