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Autore: EdSheeran    05/11/2017    7 recensioni
Dal testo:
"I soldati erano belli e dannati, i tipici ragazzi per cui uno come Derek dalla mente e il cuore da infermiere avrebbe potuto facilmente perdere la testa."
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note iniziali: Salve a tutti. Questa è una mini-long (avrà solo due capitoli e basta) che proprio non ho potuto non scrivere dopo aver visto il film Pearl Harbor (non guardatelo se siete deboli di cuore e dalla lacrimuccia facile!), perché dopo averlo visto tutto ciò a cui riuscivo a pensare era a Derek!Infermiere e Stiles!Soldato, e quindi ho dovuto buttare giù qualcosa, anche qualcosa di stupido ed inensato come questo.

Vi avverto che non c'è un tempo preciso in cui ho ambientato la storia, perché come ho detto è qualcosa che ho voluto prendere molto alla leggera, diciamo solo che forse è ambientata in un passato abbastanza recente(?), e quindi vi chiedo di farmi passare scelte come la presenza di una canzone che non è poi così vecchia ma che ho voluto mettere perché amo e perché mi ha ispirato quella scena..
Insomma ciò che sto cercando di dirvi è che se siete pignole e non vi va di leggere una storia ambientata un pò a casaccio allora questa storia non fa per voi, ecco.


Dedico anche questa storia alle mie ciccine bellissime Fefi e Rach che amo tantissimo.  <3




TOTAL ECLPISE OF THE HEART








Derek si sedette sul primo posto libero che trovò, lasciandosi cadere elegantemente sul seggiolino nonostante fosse esausto per la corsa spericolata effettuata poco prima. Sapeva che salutare le sue sorelle gli avrebbe sottratto molto tempo, ma mai avrebbe pensato che gli avrebbero fatto quasi perdere il treno, e di proposito per giunta! Perché "È troppo pericoloso, rimani qui con noi!"
 
 
Amava le sue sorelle, erano tutto ciò che gli rimaneva della sua famiglia, ma nemmeno loro sarebbero riuscite a fargli cambiare idea sulla decisione che aveva preso una volta compiuti vent'anni, anche se in fondo sapeva di aver preso quella decisione già molto tempo prima, quando era solo un bambino che si ritrovava ad aprire la porta di casa ad un perfetto sconosciuto nel giorno del suo ottavo compleanno, aspettandosi di ritrovare suo padre ma trovando solo un tenente che avvisò sua madre della morte del soldato Hale.
 
 
Non era morto in campo o pilotando il suo aereo, era morto in infermeria, perché  a quanto pareva non avevano potuto fare di più.
 
 
Beh, ora che Derek si era arruolato per assistere i soldati colpiti in guerra, avrebbe dato tutto se stesso per far sì che nessun famigliare del paziente assistito da lui sentisse mai quelle parole.
 
 
 
Alzò gli occhi al cielo ed estrasse il libro di medicina avanzata dal borsone quando vide in lontananza i ragazzi del suo corso attraversare il vagone ed incamminarsi senza saperlo verso di lui, parlando e ridendo ad alta voce nemmeno fossero al mercato.
 
Sollevò il libro per nascondere il viso dietro alla copertina, e sperò con tutto se stesso che non lo avessero visto. Non che non volesse avere a che fare con loro, ovviamente, gradiva molto la loro presenza quando dovevano lavorare insieme, un po’ meno quando doveva subirsi le loro chiacchiere insensate su cose che non tanto gli interessavano.
 
 
 
 
-Hey guardate, c'è Derek!-urlò uno di loro, e Derek si trattenne a stento dallo sbattersi il libro in faccia.-Ciao Derek! Grazie per avermi tenuto il posto!-
 
 
 
 
Derek osservò il ragazzo riccioluto, Isaac era il suo nome, che spostava il suo borsone dal posto accanto al suo e lo poggiava a terra (cosa che Derek odiava, perché in questo modo il suo borsone sarebbe entrato in contatto con il pavimento sporco e lurido del vagone) per poi sedersi accanto a lui e posargli un braccio sulle spalle come se fossero grandi amici.
 
 
 
 
 
-Stai davvero leggendo un libro di medicina? Andiamo, Derek! Dovresti essere al settimo cielo anche solo per leggere un libro!-
 
 
 
 
 
 
Derek inarcò un sopracciglio e guardò male sia Isaac che gli altri che presero posto davanti a lui.-E per cosa dovrei essere emozionato? Sto andando a fare il mio lavoro, il lavoro per cui mi sono preparato tutto questo tempo.-
 
 
 
 
 
 
Isaac e gli altri alzarono gli occhi al cielo davanti la sua risposta seria e calcolata.
 
 
 
 
 
-Ma non andiamo mica solo per lavorare, andiamo anche per conoscere gente nuova, uomini intrepidi ed affascinanti...i soldati!-esclamò Isaac, facendo sospirare gli altri ragazzi.-Non dirmi che non sei almeno curioso di sapere come sia un soldato in carne ed ossa!-
 
 
 
 
 
-Esattamente come noi, solo più ammaccati e più stupidi.-rispose Derek, sollevando il mento.
 
 
 
 
-Il fatto che siano arruolati non significa che siano anche stupidi.-disse Nolan, l'altro infermiere.
 
 
 
 
-Soltanto uno stupido sceglierebbe di intraprendere una carriera così pericolosa e di mettere a rischio la propria vita come se non contasse niente.-rispose Derek, la sua voce piena di risentimento e sofferenza per via di una vita passata a compiangere il padre.
 
 
 
 
 
-Proteggono la nostra vita e quella di tante altre persone con la loro! Dovresti essergli riconoscente!-
 
 
 
 
 
-Ho deciso di lasciare la mia famiglia per prendermi cura di loro ed assicurarmi che non muoiano, direi di stare dimostrando abbastanza riconoscenza.-ribatté Derek.-Ora se non vi dispiace vorrei tornare al mio libro.-annunciò prima di nascondere nuovamente il viso dietro al suo libro per uscire definitivamente da quella conversazione.
 
 
 
 
-Io non vedo l'ora di conoscerli, di uscire con un bel soldato e passare l'ultimo suo giorno di permanenza lì a fare sesso sfrenato che ricorderà durante tutto il periodo in cui andrà in missione!-esclamò Isaac dopo un po’, facendo applaudire gli altri ragazzi.
 
 
 
 
 
Derek sospirò rassegnato. Lui non si sarebbe mai concesso a nessun soldato, perché sebbene riuscisse a rimanere impassibile con i suoi colleghi, niente poteva assicurargli che non si sarebbe innamorato di un soldato se gli avesse permesso di avvicinarglisi troppo. Dopotutto ammetteva che i soldati avessero un certo fascino, con le loro uniformi scolpite sui loro fisici statuari, i loro occhi che avevano visto tanto ma che in un certo senso trasmettevano solo paura e malinconia.
 
Sembravano quasi dei bambini troppo cresciuti, dei bambini che venivano mandati a fare gli adulti in posti orribili.
 
 
I soldati erano belli e dannati, i tipici ragazzi per cui uno come Derek dalla mente e il cuore da infermiere avrebbe potuto facilmente perdere la testa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
La prima settimana filò abbastanza liscia, i medici e le dottoresse erano davvero esigenti e non esitavano a comandare lui e i suoi colleghi come se fossero i loro schiavetti personali, però era tutto molto emozionante, era eccitante per Derek mettersi finalmente alla prova e sentirsi utile per la prima vera volta da quando aveva intrapreso la strada della medicina.
 
 
La prima volta che ebbe a che fare con i soldati fu dopo due settimane, quando la prima truppa dell'esercito arrivò per fare una visita di controllo che gli avrebbe confermato se avessero potuto continuare la carriera di militare o meno.
 
 
 
E fu durante la terza giornata di visite che Derek conobbe Stiles. Il soldato che gli avrebbe cambiato l’esistenza per sempre.
 
 
 
Stiles era un giovane militare dal sorriso sghembo e dal naso con la punta all'insù, non stava fermo un attimo, sembrava perennemente in agitazione, ed adorava importunare gli altri soldati e gli infermieri.
 
 
Fu odio a prima vista.
 
 
Derek non sopportava come solo la presenza di quell'individuo facesse esaltare così tanto Isaac e gli altri infermieri, che parlavano di lui come se fosse un dio sceso in terra.
 
 
Era un semplice ragazzo che amava fare lo sbruffone e creare disagi a gente che stava cercando di fare il proprio lavoro, e Derek cercava di stargli il più lontano possibile.
 
 
 
Finché, purtroppo, non fu Stiles a trovare lui.
 
 
 
 
 
-È questa la stanza dei vaccini?-domandò il soldato con voce squillante, sbattendo ripetutamente i pugni sulla porta aperta quasi temesse di non essere udito da tutti.
 
 
 
 
 
Gli altri infermieri ridacchiarono sebbene non avesse detto niente di divertente, Derek non sollevò nemmeno lo sguardo e continuò a montare la siringa per la prossima iniezione.
 
 
 
 
 
-Si, prego entri pure, signor Stilinski.-disse Isaac, incamminandosi verso la porta con fare civettuolo.
 
 
 
 
 
Nolan fu subito accanto a lui per mettersi in mostra a propria volta, spingendo il collega da parte con una spallata.-Prego, da questa parte!-esclamò a voce alta.
 
 

 
 
 
-No, da questa parte!-ribatté Isaac, dandogli a propria volta una spallata.
 
 
 
 
 
 
Derek alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, domandosi come facessero i suoi colleghi a dimenticarsi così velocemente di quella cosiddetta cosa chiamata dignità davanti al primo ragazzo che gli si parava davanti.
 
 
 

 
Il soldato, Stilinski, ridacchiò entrando nella stanza, e Derek dovette ammettere che avesse una bella risata calda, peccato che non dovesse capitargli spesso di ridere in guerra.
 
 
 
 
 
-Come si nota che non siete voi a dovervi infilare un ago nel didietro.-ironizzò il soldato, e Derek si sentì i suoi occhi addosso.-Ho visto i miei colleghi continuare a camminare nonostante fossero stati sparati ad una gamba, ma zoppicare poco fa per via di queste iniezioni. Ammetto di non essere molto entusiasta per la cosa.-
 
 
 
 
 

Derek si voltò e fissò lo sguardo direttamente sull’altro soldato che aveva i pantaloni già abbassati e stava aspettando il proprio turno per l'iniezione, e cercò di ignorare Stilinski quando questi si avvicinò a lui e continuò a fissarlo. Infilò l'ago della siringa sull'area esterna e superiore della natica dell’altro soldato con un colpo secco e calcolato, strappandogli un verso strozzato e facendo sobbalzare Stilinski nello stesso momento.
 
 
 
 
 
-Caspita, che colpo preciso.-fischiò ammirato.-Lo fai spesso?-
 
 
 
 
 
-Cosa? Fare iniezioni o subirmi uomini che si vantano di essere sopravvissuti alla guerra ma che poi piagnucolano quando vedono un ago?-domandò Derek atono, sempre senza guardare in sua direzione.
 
 

 
 
 
Stilinski ridacchiò alla sua risposta e lo seguì anche quando Derek si allontanò per preparare un'altra siringa.-Sei forte, infermierino.-
 
 
 
 
 
Derek lo guardò male per quel nomignolo, poi riprese a montare la siringa.-Le serve qualcosa??-domandò poi, stizzito, quando si accorse che l'altro lo stesse ancora guardando.
 
 
 
 
-Si. Un appuntamento con te.-rispose il soldato, e Derek vide Isaac e Nolan alle sue spalle spalancare gli occhi emozionati.
 
 
 
 
-Mi scusi?-domandò scioccato ed anche un po’ indignato.
 
 
 
 
Sapeva che non fosse una cosa nuova che i soldati uscissero con gli infermieri e le infermiere durante la loro permanenza in un posto per farsi gli ultimi accertamenti, anzi, era una cosa che succedeva praticamente regolarmente, ma ciò non implicava di certo che tutti gli infermieri volessero esser fonte di piacere e di sfogo per i soldati! Derek era lì semplicemente per fare il proprio lavoro, ed il fatto che quel soldato ci stesse provando in quel modo superficiale come se desse per scontato che tanto Derek avrebbe abboccato era a dir poco spregevole.
 
 
 
 
 
 
-Sei libero stasera, infermiere dalla mano micidiale?-gli domandò Stilinski, distendendo il viso in un ghigno seducente e poggiandosi con non chalance al carrellino porta oggetti con il gomito.-Oh cazzo!-imprecò quando il carrellino slittò in avanti, facendolo cadere a terra.
 
 
 
 
 
 
 
Derek si passò una mano sulla bocca, incredulo per ciò che aveva appena visto, e guardò male Isaac e Nolan che stavano sghignazzando senza ritegno.
 
 
 
 
 
 
-Sta bene?-domandò esasperato.
 
 
 
 
 
 
 
-Sto benissimo!-esclamò il soldato, rimettendosi velocemente in piedi e cercando invano di sistemare gli oggetti che aveva rovesciato appoggiandosi al tavolino .-Benissimo.-ripeté sorridendo.-Allora? Passo a prenderti stasera?-gli domandò rivolgendogli nuovamente quel sorriso furbo.
 
 
 
 
 
 
 
Derek lo fissò seriamente negli occhi, domandandosi mentalmente perché succedessero tutte a lui che cercava con molto sforzo di non dare mai nell'occhio, dopodiché capì che l'unico modo per togliersi di torno quell'individuo insistente fosse porlo in una posizione scomoda.
 
 
 
 
 
 
-Si abbassi i pantaloni.-ordinò, quindi.
 
 
 
 
 
 
Stilinski sobbalzò sorpreso e lo guardò spaesato per qualche secondo prima di sorridergli nuovamente.-Non perdi tempo, vedo. Mi piace.-ghignò.
 
 
 
 
 
 
Derek roteò gli occhi.-È qui per l'iniezione, giusto?-gli domandò vedendolo annuire.-Bene, facciamo così: Se non esalerà nemmeno un piccolo lamento per l'iniezione, allora uscirò con lei, altrimenti mi lascerà in pace. Va bene?-
 
 
 
 
 
Stilinski ci pensò per qualche istante, e quando vide lo sguardo spazientito di Derek mormorò un "accetto" spaventato ma determinato.
Tutti, infermieri e soldati, li stavano guardando divertiti ed interessati, e Derek già odiava quel ragazzo per avergli assicurato settimane di prese in giro da parte dei suoi colleghi.
 
 
 
Deglutì quando il soldato si abbassò i pantaloni, rivelando lunghe e robuste gambe bianche cosparse di nei, con in cima un sedere piccolo e tondo....
 
 
 
Aveva un bel sedere, questo Derek glielo concesse.
 
 
 
 
 
Strinse le labbra tra loro e passò velocemente l'ovatta imbevuta di disinfettante sul gluteo destro del soldato che rabbrividì e si schiarì la voce, visibilmente agitato.
 
 
 
 
 
-Puoi solo farmi un favore? Potresti contare ad alta voce fino a tre prima di farmi la siringa? Sai, vorrei prepararmi per l'impatto e-NGH!- imprecò a bocca chiusa quando Derek, dopo aver alzato per l'ennesima volta gli occhi al cielo, infilò l'ago con un colpo secco.
 
 
 
 
Tutti rimasero in silenzio, alcuni si pretesero persino in loro direzione per cercare di captare meglio anche il più flebile suono emesso dal soldato.
 
 
 
Derek iniettò il medicinale ed estrasse l'ago dal muscolo dell'altro, continuando a fissarlo in attesa di un lamento.
 
 
Il soldato rimase fermo per ancora qualche secondo, i muscoli delle gambe erano tesi e contratti e dimostravano che avesse effettivamente provato dolore, dopodiché si piegò in avanti e si sollevò i pantaloni senza emetter fiato, e poi si girò verso di lui e lo guardò con gli occhi lucidi per il dolore e il viso tirato in una smorfia sofferente.
 
 
 
 
 
-Allora? Passo a prenderti stasera?-gli domandò con voce forzata per non mostrarsi dolorante.
 
 
 
 
 
Derek si guardò intorno, non sapendo cosa fare per uscire da quella situazione. Tutti gli rivolsero occhiate divertite e complici che gli ricordavano di aver appena perso ad un patto e che quindi non potesse più tirarsi indietro.-C'è un pub vicino al molo, ogni sera fanno delle serate di ballo. Io e i miei colleghi ci andremo.-disse notando come Nolan e Isaac si guardarono straniti. Loro andavano sempre a ballare di sera, Derek invece rimaneva ogni volta nel dormitorio a leggere.-Lei e i suoi amici potrete unirvi a noi.-annunciò altezzoso, come se volesse fargli capire che gli stesse facendo un gran favore concedendogli la sua presenza.
 
 
 
 
 
Il volto sofferente di Stilinski trasformò in un'espressione gioiosa in un secondo.-Ci saremo. Allora...-sussurrò avvicinandosi e sollevandogli una mano.-A stasera, infermiere che mi ha completamente distrutto una natica.-
 
 
 
 
Questa volta anche Derek stesso dovette trattenersi dal ridere. Quel ragazzo era ridicolo.-A stasera, soldato impertinente.- sussurrò, arrossendo quando questi sorrise e gli baciò il dorso della mano.
 
 
 
 
Stilisnki continuò a guardarlo anche mentre indietreggiava verso l'uscita, zoppicando appena,  e Derek chiuse gli occhi e sospirò quando lo vide finire nuovamente contro il carrellino che non aveva visto. Il soldato ridacchiò imbarazzato per l’ennesima figuraccia e poi sgattaiolò via dalla stanza, non senza aver prima mandato uno sguardo infastidito agli altri soldati, suoi colleghi, che stavano cercando di non ridere di lui senza successo.
 
 
 
Derek si permise di scoppiare a ridere soltanto quando l’altro se ne fu andato, e Isaac e Nolan furono subito accanto a lui per urlare emozionati.
 
 
 
-Oddio Derek! Grazie a te abbiamo tutti un appuntamento con i soldati!-esclamò Nolan.
 
 
 
 
-Si, e se mi togliete quel pazzo da mezzo ve ne sarò riconoscente.-sospirò Derek, tornando a svolgere il proprio lavoro per non mostrarsi troppo entusiasta per la cosa, sebbene il suo cuore non avesse ancora smesso di rallentare da quando il soldato gli aveva parlato per la prima volta.
 
 
 
 
 
 
-Ma perché non ti piace? È così sexy e sfacciato. Ti ha messo gli occhi addosso da quando è entrato qui.-disse Isaac con tono malizioso.
 
 
 
 
 
-È un pagliaccio.-sbuffò Derek.
 
 
 
 
 
-Un pagliaccio che ha resistito al dolore di una puntura pur di uscire con te.-gli ricordò Nolan.
 
 
 
 
 
-Poverino, stava morendo!-rise Isaac coprendosi il viso.-Perché non provi a dargli una possibilità? Potrebbe essere divertente!-
 
 
 
 
 
 
 
Derek scosse la testa e continuò ad armeggiare con le siringhe e i medicinali.-Sono qui per lavorare non per divertirmi.-
 
 
 
 
 
Isaac e Nolan alzarono gli occhi al cielo.-Beh intanto hai perso il patto e stasera dovrai stare cin lui che ti piaccia o no. Non hai scampo.-ghignò Nolan facendo ridacchiare Isaac.
 
 
 
 
 
Derek sospirò e guardò il proprio riflesso contro il vetro della finestra. In che guaio si era cacciato? Lui ad un appuntamento con un soldato? Non sapeva nemmeno come ci si comportasse in certe situazioni, e sapeva cosa cercavano i soldati in quei casi.
 
 
 
Beh, Derek si sarebbe presentato perché era pur sempre una persona di parola, ma su una cosa non c'erano dubbi: Mr Stilinski sarebbe rimasto a bocca asciutta.
 
 
 



***
 
Quando giunsero al molo, Derek si sentiva come un animale in trappola che veniva trascinato per le catene al suo macello. In quel caso la trappola era il patto che aveva perso, e le catene che lo stavano trascinando alla sua morte erano le braccia di Isaac e Nolan che stavano camminando velocemente verso il pub da cui usciva la melodia di un sassofono, e che ogni tanto gli rivolgevano uno sguardo esilarato per poi scoppiare a ridere. Lo avevano persino costretto a vestire in modo elegante perché a detta loro lui sarebbe stato capace di presentarsi con gli abiti ancora sporchi del sangue dei pazienti solo per spaventare il soldato ed allontanarlo da sé, il che era assurdo…perché Derek non era capace di pensare a stratagemmi così elaborati e geniali, e si maledisse per non averlo fatto.
 
 
 
 
-Potreste smetterla di gridare? State attirando l’attenzione di tutti, maledizione.-imprecò Derek quando vide una coppia di vecchietti mandargli uno sguardo infastidito quando Nolan ed Isaac urlarono una frase indicibile.
 
 
 
 
 
-E perché non dovremmo attirare l’attenzione? Questa è la nostra serata!-urlò Nolan.
 
 
 
 
 
-Si va a scopareeee!-urlò di nuovo, Isaac, mandando un bacio a degli operai che urlarono la loro approvazione sollevando le bottiglie di birra in loro direzione.
 
 
 
 
 
-Oh santo Dio.-mormorò Derek, preoccupato della fine che avrebbe fatto quella sera.
 
 
 
 
 
 
Quando giunsero davanti al pub c’erano più maschi che femmine, il che era comprensibile perché sebbene non ci fosse nessuna insegna era palese che quello fosse più un locale gay che etero, e ciò fece imbarazzare Derek ancora di più perché la maggior parte degli uomini andavano lì per trovare qualcuno con cui passare la notte, e non gli piaceva il modo in cui alcuni di loro stavano adocchiando lui e i suoi due colleghi. Almeno la compagnia dei soldati avrebbe tenuto alla larga quei maniaci vecchi e balordi.
 
 
 
 
 
 
-Allora? Dove sono??-domandò Nolan, guardandosi intorno con fare impaziente e saltellando sulle punte dei piedi.
 
 
 
 
 
 
Derek si guardò intorno a propria volta, stringendosi nel cappotto quando un uomo gli passò accanto e gli regalò un occhiolino malizioso. Disgustoso.-Non lo so, forse non hanno trovato il pub. Pazienza, ci abbiamo provato, torniamo a casa.-rispose velocemente, girandosi di spalle pronto per tornare a casa, ignorando le suppliche dei suoi amici.
 
 
 
 
 
 
Tuttavia riuscì a malapena a fare cinque passi prima di sbattere contro qualcuno che lo afferrò per gli avambracci per non farlo cadere.-Mi scusi.-borbottò sollevando lo sguardo sullo sconosciuto e sobbalzando quando si rispecchiò in due familiari occhi ambrati.
 
 
 
 
 
Il soldato Stilinski era lì in piedi davanti a lui, gli stava ancora tenendo le mani poggiate sulle braccia e gli stava sorridendo raggiante. Era strano vederlo senza l’uniforme, sembrava quasi un ragazzo qualunque con quel semplice cardigan bordeaux dall’aria elegante ed incredibilmente calda e soffice, quei pantaloni scuri e non troppo attillati e delle scarpe lucide e nere.
Indossava anche un borsalino nero sulla testa, e Derek avrebbe voluto non trovarlo così maledettamente attraente. Eppure dovette ammettere che se non avesse saputo che fosse un soldato e che quindi probabilmente non lo avrebbe rivisto mai più, Derek avrebbe seriamente potuto innamorarsi di lui.
 
 
 
 
-Hey, sei davvero venuto!-esclamò il soldato per farsi sentire da sopra al fracasso della gente che parlava e rideva intorno a loro.
 
 
 
 
 
Derek si rabbuiò e si scostò appena per farsi togliere le mani di dosso.-Certo che sono  venuto, sono un uomo di parola, io.-borbottò guardandosi intorno con fare impacciato.
 
 
 
 
 
 
Era abituato a guardare negli occhi gente sconosciuta o che comunque conosceva da poco per via del suo lavoro, eppure nessuno lo aveva mai fatto sentire così agitato come faceva l’altro.
 
 
 
 
Stilinski sorrise ed abbassò la testa, sembrando anche lui abbastanza impacciato, il che era ridicolo perché cos’aveva da vergognarsi lui? Era un soldato, sembrava così sicuro e fiero di sé, mica come Derek che cercava di concentrarsi solo nel proprio lavoro per non pensare a quanto fosse solitaria e patetica la propria vita sociale.
 
 
 
 
 
-Beh, allora concedimi di essere almeno sorpreso per quanto tu sia bello ed elegante stasera.-sussurrò il soldato, sollevando lo sguardo su di lui e guardandolo ammaliato.
 
 
 
 
 
 
Derek si allisciò il cappotto e si schiarì la voce nervosamente. Cos’avrebbe dovuto dire? Avrebbe dovuto ricambiare il complimento? Ma se lo avesse fatto poi l’altro avrebbe potuto pensare che lui fosse interessato e che quindi quella sera avrebbero fatto…cose, e no grazie.
 
 
 
 
 
 
-Sono stato costretto dai miei colleghi a vestirmi in questo modo. Non l’ho fatto per lei.-chiarì quindi, in modo abbastanza altezzoso.
 
 
 
 
 
Stilinski sorrise in modo divertito e si piegò in avanti per potergli sussurrare all’orecchio.-Allora ricordami di ringraziare i tuoi amici, più tardi.-disse facendolo deglutire nervosamente.-E basta con questo lei, non sono poi così vecchio ed ho un nome.-
 
 
 
 
-Io uso il lei con chi non conosco. Ed è questo che siamo e che continueremo ad essere, io e lei. Sconosciuti.-chiarì Derek.
 
 


 
 
-Non puoi definire “sconosciuto” qualcuno di cui conosci il nome.-ghignò Stilinski che non sembrò affatto offeso dal suo comportamento acido.-E a proposito, io sono Mieczyslaw Stilinski, ma gli amici mi chiamano Stiles.-
 
 
 
 


 
Che fortuna, Derek non avrebbe mai saputo pronunciare quel nome strambo quasi quanto chi lo possedeva. Avrebbe voluto dirgli di essere disinteressato, ma il suo cuore aveva iniziato a battere inspiegabilmente più forte al solo pensiero di poter dare un nome al giovane uomo che gli stava davanti.
 
Forse si trattava di una semplice extrasistole.
 
 


 
-Derek. Hale.-borbottò a bassa voce, legando con riluttanza la propria mano con quella del soldato per non mostrarsi sgarbato.
 
 
 
 
 

Stiles sorrise e strinse maggiormente la presa.-Lo sapevo già.-sussurrò, e Derek non ne fu stupito.
 
 
 
 
 
-Ciaooo! Eccovi qui!-esclamò Isaac, intromettendosi tra loro e separando inconsapevolmente le loro mani.-Dove sono i tuoi amici, soldato Stilinski?-domandò ridacchiando in modo civettuolo.
 
 
 

 
-Vi prego, chiamatemi Stiles.-li supplicò il soldato, sorridendo ad Isaac e a Nolan prima di farsi da parte(scegliendo di posizionarsi affianco a Derek, fin troppo vicino).-Ed i miei colleghi sono proprio qui, pronti per voi.-annunciò indicando un piccolo gruppetto di uomini, alcuni giovani altri un po’ più vecchi di loro, che gli sorrisero e li salutarono con troppo entusiasmo.
 
 
 
 


 
-Sono qui per tutti noi??-domandò Nolan, portandosi indietro il ciuffo di capelli e sorridendo maliziosamente.
 
 


 
 
Stiles ridacchiò e si schiarì la voce con fare leggermente nervoso.-Beh, non proprio per tutti. Qualcuno è già preso.-sussurrò a bassa voce, tanto che Nolan non sembrò nemmeno sentirlo, ma Derek che gli stava vicino lo sentì e si voltò verso di lui, arrossendo quando lo beccò con gli occhi fissi su di lui.
 
 
 
 
Questo era ridicolo. Derek non era affatto già preso, non poteva essere definito “già preso” perché prima di tutto non era un oggetto che si poteva prendere a proprio piacimento, e poi era lì soltanto per aver spiacevolmente perso ad un patto, non perché fosse realmente interessato a quell’individuo. Tutto qui.
 
 
 
 
Sollevò un sopracciglio e mise su l’espressione più indignata possibile, e senza nemmeno degnare Stiles di uno sguardo si avvicinò ai suoi amici e li prese sottobraccio per usarli come scudo.-Allora? Entriamo? Sto congelando.-disse in finto tono allegro.
 
 
 
 
Isaac e Nolan gli mandarono un’occhiata risaputa, capendo che stesse cercando di allontanarsi dall’altro, però fortunatamente non dissero niente e concordarono sulla sua idea di entrare nel pub, non mancando ovviamente di invitare gli altri soldati a seguirli.
Derek era stato in quel posto solo una volta da quando si erano trasferiti lì, e si sentiva come un pesce fuor d’acqua in quel posto pieno di gente allegra e in vena di ballare e di festeggiare, non c’era nemmeno una singola persona che sembrava spaesata come lui, anzi, tutti sembravano a proprio agio e felici di essere lì. Evidentemente nessuno si trovava in quel posto per aver perso ad una stupida scommessa.
 



 
-Volete qualcosa da bere?-domandò uno dei soldati, anche se i suoi occhi erano fissi su Isaac. Aveva occhi e pelle di colore scuro, e una matassa esagerata di capelli sulla testa…Derek lo avrebbe trovato quasi carino se non avesse avuto la mascella così evidentemente storta.
 
 
 
 
-Certo che si, bambolo.-ghignò Isaac, tirandolo per la cravatta verso il bancone del bar e lasciando Derek scoperto da un lato.
 
 
 
 
 
 -Posso accompagnarti al bancone?-domandò un altro soldato dai capelli corti, le labbra carnose e l’aspetto da cattivo ragazzo, fissando Nolan.
 
 
 
 
 
Nolan guardò Derek con titubanza, e Derek scosse impercettibilmente la testa e spalancò gli occhi come per dirgli “Non osare lasciarmi da solo!”, e per un attimo parve provare pena per lui. Però poi non resistette davanti all’occhiolino malizioso che gli rivolse il soldato, e quindi lasciò andare Derek per andare con lui verso il bancone.
 
 
Prima di lasciarlo solo Nolan gli sussurrò all’orecchio un semplice “Rilassati e divertiti, Derek. Siamo in compagnia di soldati, non di gente cattiva”. Il che era assurdo, perché i soldati potevano essere definiti cattivi da un altro punto di vista, per esempio da quello delle loro vittime!
 
E adesso lui era solo a fissare i suoi amici parlare e ridere con altri due uomini, a sentirsi un vero imbecille mentre avvertiva gli occhi di Stiles bruciargli sulla pelle. Infatti non passò molto prima che il soldato si piazzasse davanti alla sua visuale con un ghignetto fin troppo compiaciuto.
 
 
 
 
-I tuoi amici ti hanno lasciato da solo nelle mie grinfie?-domandò con tono ironico.
 
 
 
 
 
 
Derek si permise di provare almeno un po’ di vergogna per com’era stato palesemente sgarbato con l’altro, e gli mandò uno sguardo dispiaciuto che tuttavia durò poco, perché poi riflettendoci bene capì di non avere  torto.-Beh, cosa si aspettava che facessi? Io non la conosco, non avevo intenzione di uscire con lei, dunque è normale che voglia tenermi a debita distanza.-disse incrociando le braccia al petto.
 
 
 
 
 
-Vedo che continui a darmi del lei.-sorrise Stiles.-Quindi proprio non mi permetterai di farti godere la serata?-
 
 
 
 
 
Derek lo studiò attentamente e cercò di capire se per “farti godere la serata” intendesse qualcosa di sconcio, però l’altro ricambiò lo sguardo con un sorriso tranquillo e leggermente speranzoso, quindi Derek arrivò alla conclusione che forse stesse solo esagerando e l’altro volesse davvero passare una semplice e divertente serata in sua compagnia.
 
 
 
 
Sospirò arrendevole e porse la mano al soldato, sollevando appena il mento con fare altezzoso.-Le concedo di offrirmi da bere, Mieczyslao Stilinski.-
 
 
 
 
 
-E’ Mieczyslaw.-lo corresse l’altro, prendendogli la mano con delicatezza e facendo un piccolo inchino.-E ti ringrazio per avermi concesso un tale onore.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo aver quasi svuotato del tutto il secondo drink, Derek si sentì finalmente più rilassato e propenso a godersi la serata senza permettere ai propri pensieri di rovinargliela. I soldati non erano poi così male, anzi erano a dir poco spassosi e da quando lui e i suoi amici avevano acconsentito ad accomodarsi sui divanetti appartati insieme a loro, non avevano smesso un secondo di farli ridere con racconti esilaranti.
 
Derek stava anche lacrimando tanto che stava ridendo, ed era da una vita che non gli capitava di divertirsi così tanto.
 
 
Stiles non aveva lasciato il suo fianco nemmeno per un secondo, decidendo di sedersi accanto a lui anche sui divanetti, tenendo poggiato il braccio sullo schienale cosicché fosse in leggero contatto con le sue spalle, e Derek non aveva fatto più niente per allontanarlo da sé.
 
 
 
 
 
 
-E Stiles non aveva allacciato bene i pantaloni, così alla prima lezione di sparo si ritrovò in mutande al primo colpo!-esclamò Scott, il soldato dalla mascella storta, facendo ridere tutti i presenti.
 
 
 
 
 
 
Derek si coprì il viso rosso per le risate e si voltò verso Stiles che stava guardando Scott come se lo avesse appena tradito in modo imperdonabile.
 
 
 
 
 
 
-Il sergente ci guardava male perché non voleva che ridessimo, ma era impossibile non farlo. E dunque grazie a Stilinski siamo stati puniti tutti quanti.-disse Gabe, continuando a guardare Nolan come se volesse mangiarselo.
 
 
 
 
 
 
-Certo, prendiamo in giro Stilinski e non ricordiamoci di tutte le volte in cui ha preso punizioni al posto vostro per coprirvi.-borbottò Stiles.
 
 
 
 
 
 
-Eh, su questo non posso obiettare. Stiles ci ha salvato la vita davvero tante volte, sia in campo che in accampamento.-disse Scott, sollevando la bottiglia in direzione dell'amico.
 
 
 
 
 
 
Derek non voleva sentirsi ammaliato nel sentire quei racconti, perché sapeva che i soldati si salvassero spesso la vita a vicenda visto che i colleghi diventavano quasi una seconda famiglia, però era comunque un atto nobile rischiare la propria vita per salvare quella di qualcun altro, ed era sicuro che suo padre avesse fatto lo stesso tante volte quando era ancora in vita.
 
 
 
 
Guardò Stiles seriamente negli occhi, e questi lo guardò a propria volta senza dire una parola, non c'era bisogno che gli dicesse quanto fosse colpito della cosa visto che era sicuro che i suoi occhi stessero parlando per lui.
 
 
Era assurdo pensare che il ragazzo che gli stava seduto accanto con tranquillità avesse rischiato di morire quasi ogni giorno per salvare se stesso ed i suoi amici.
 
 
 
 
-E voi? Non avete nessun racconto divertente da rivelarci?-domandò Jackson, un altro soldato.
 
 
 
 
 
Derek si rilassò e prese un altro sorso della sua bevanda, perché sapeva di non aver combinato niente di eclatante da poter essere messo in imbarazzo, dopotutto lui si limitava soltanto a fare il proprio lavoro, mica come Isaac e Nolan che erano talmente distratti ed imbranati da combinarne di tutti i colori.
 
 
 
 
-E Derek? Lui non ha combinato qualcosa di scandaloso?-domandò Stiles ad un certo punto, interrompendo i racconti imbarazzanti e divertenti di Nolan ed Isaac.
 
 
 
 
Derek lo guardò indignato e gli diede una gomitata offesa.-Certo che no, sono una persona seria a lavoro.-borbottò.
 
 
 
 
 
-A dir la verità io e Nolan all’inizio credevamo che Derek avesse una relazione con il nostro superiore, però poi abbiamo capito che è il motivo per il quale il dottore preferisce lui a noi probabilmente è perché lui fa tutto ciò che  gli dice, mentre noi siamo un pochino più svogliati.-
 
 
 
 
 
 
Derek tossì per via del drink finitogli di traverso.-Scherzate!? Credevate davvero che avessi una storia con il dottor Deaton??-domandò scandalizzato.
 
 
 
 
 
-Beh, ha il suo fascino.-ammise Nolan.
 
 
 
 
 
Derek si schiaffò una mano sul viso, incredulo.-Voi due vi fareste andar bene chiunque abbia un pene.-
 
 
 
 
 
-Assolutamente si. Viva il pene!-urlò Isaac, sollevando il proprio bicchiere.
 
 
 
 
 
I soldati ovviamente urlarono a propria volta e brindarono con lui, eccetto Stiles che invece si era schiaffato una mano sul viso proprio come Derek e stava ridendo esilarato.
 
 
 
 
 
-Oddio, amo questa canzone! Isaac, andiamo a ballare!-esclamò Nolan, afferrando l’amico per il polso e trascinandolo verso la pista da ballo senza che questi potesse neanche rispondere.
 
 
 
 
 
 
Alcuni soldati andarono con loro lasciando a Derek e Stiles più spazio sui divanetti, eppure quest’ultimo scivolò più vicino a Derek quando lui provò a sedersi un po’ più lontano.
 
 
 
 
 
-I tuoi amici sono dei veri pazzi scatenati.-ridacchiò Stiles guardandoli ballare in modo sensuale con i suoi colleghi.
 
 
 
 
 
-Sì, e sono così anche a lavoro.-borbottò Derek, guardandolo di sottecchi.-Può andare a ballare con loro se vuole.-gli concesse.-Non è mica costretto a rimanere qui ad annoiarsi in mia presenza.-
 
 
 
 
Stiles rise e si rilassò maggiormente contro lo schienale, non mancando di poggiare il braccio un po’ di più sulle sue spalle.-Nah, sto bene qui con te e non mi sto affatto annoiando. Più che altro sono sorpreso di come prendi così seriamente il tuo lavoro, non che ci sia niente di male eh, assolutamente. Però credo che dovresti anche permetterti di rilassarti almeno qualche volta.-
 
 
 
 
 
Derek abbassò lo sguardo sul suo bicchiere vuoto e deglutì a disagio.-Non ho scelto di fare questo lavoro per rilassarmi ma per salvare vite. Ed è quello che ho intenzione di fare.-
 
 
 
Stiles stava per dire qualcosa ma Nolan ed Isaac lo afferrarono per i polsi e lo trascinarono con sé sulla pista di ballo, urlandogli “Balla soldato Stilinski! Balla!” e ridendo quando questi per accontentarli prese a ballare prima con uno e poi con l’altro. Derek si permise di osservarlo attentamente, e di lasciare i propri occhi vagare dalle sue spalle larghe illuminate ad intermittenza dalle luci del locale che variavano colore a tempo di musica, ai muscoli delle sue braccia lunghe e forzute che si contraevano ad ogni presa e movimento, fino a scendere sulle sue gambe agili e slanciate. Aveva davvero un bel fisico per essere un soldato, non era eccessivamente muscoloso come lo erano alcuni di loro, con quei fisici quasi sproporzionati che a lui poco attiravano, no. Stiles Stilinski aveva il fisico asciutto ma muscoloso al punto giusto, uno di quei fisici che facevano sentire Derek come un ragazzo in preda agli ormoni, il che era ciò che era davvero…visto che aveva appena vent’anni, eppure era sempre stato così concentrato con gli studi e poi con il lavoro da essersi quasi dimenticato di essere effettivamente solo un ragazzo con dei bisogni.
 
 
Sorrise quando partì la canzone  “Just Can't Get Enough” cantata da delle ragazze vestite in abiti succinti e con le reggicalze in bella vista che fecero fischiare quasi tutti i presenti nel pub, e rise quando Stiles gli mandò uno sguardo disperato perché Isaac e Nolan non lo lasciavano andare. Derek avrebbe tanto voluto aiutarlo, anche perché un po’ si sentiva stupidamente geloso di quelle attenzioni che i suoi amici gli stavano riservando, ma non voleva osare troppo e non sapeva nemmeno come salvarlo dalle grinfie dei suoi amici un po’ troppo brilli per pensare lucidamente.
 
 
Spalancò gli occhi quando vide il soldato riuscire a separarsi dai suoi amici e camminare verso di lui con le braccia protese e le dita delle mani che si flettevano in un muto invito. Scosse violentemente la testa e fece leva con i talloni quando Stiles ignorò i suoi “Nonononono” e lo spinse comunque verso di sé, costringendolo ad avanzare verso la pista da ballo.
 
 
 



 
-Andiamo, non vedo perché dovrei lasciare un bel ragazzo come te da solo su quel divano invece di invitarlo a ballare.-sorrise Stiles, posandogli una mano dietro alla schiena, circondandogli metà busto con il braccio, e sollevandogli l’altra mano con quella libera.
 
 
 
Derek si guardò intorno con fare impanicato, arrossendo per la troppa vicinanza con il corpo del soldato.-E’ che..io..non so ballare.-ammise imbarazzato.
 
 
 
 
 
-Davvero?-domandò Stiles sembrando solo divertito e non meno interessato.
 
 
 
 
 


-Sì. Cioè, so ballare..ma quando devo ballare in coppia con qualcuno finisco sempre per calpestargli i piedi e-Oddio! Ecco, visto? Le ho appena calpestato un piede, mi dispiace tantissimo e-Oh! L’ho fatto di nuovo, accidenti!-
 
 
 
 
 
-Hey, hey.-sussurrò Stiles, sollevandogli il mento con due dita e stringendoselo maggiormente contro quando Derek provò ad allontanarsi da lui.-Rilassati. Sono un soldato, ricordi? Ho sopportato tante atrocità, e farsi calpestare i piedi da un bellissimo ragazzo impacciato non può farmi che piacere.-
 
 
 


 
Derek lo guardò incertamente, e quando vide il suo sorriso sincero e genuino gli venne quasi spontaneo ricambiarlo e ridacchiare imbarazzato. Provò a seguire il ritmo della musica e di ricordarsi quei passi che non metteva in atto da anni, e fu un vero disastro ma Stiles non sembrò importarsene né fargliene una colpa, anzi sembrava sinceramente contento di stare ballando con lui.
 
 
 


 
-Visto? Sei capace.*-sussurrò Stiles ad un certo punto, accarezzandogli la guancia con un dito.
 
 
 
 
 
Derek nemmeno si era accorto di non stargli più calpestano i piedi e di aver memorizzato il ritmo dei passi, e sorrise appena, sentendo il suo cuore battere così forte da rimbombargli nelle orecchie più della musica. Cos’era quella strana sensazione? Era felice e non ne sapeva nemmeno il perché, sentiva la pelle andare a fuoco negli stessi punti in cui le dita del soldato lo stavano sfiorando da sopra ai vestiti, e non riusciva a distogliere lo sguardo dal viso dell’altro. Era come stregato, e all’improvviso tutto ciò che non era Stiles era scomparso, la gente che gli stava ballando intorno era solo una piccola sfumatura ai margini di quel piccolo mondo in cui sembravano essere stati risucchiati negli occhi dell’altro.
 
 
 
Derek era così ubriaco di quegli occhi ambrati che non si allontanò quando Stiles avvicinò il viso al suo fino a sfiorargli delicatamente il naso con il proprio, e tremò quando sentì il suo respiro sfiorargli il viso e le sue mani stringerlo in una stretta un po’ più disperata e tremante. Le loro labbra stavano quasi per incontrarsi in un dolce bacio, il primo vero bacio di Derek, quello che stava ancora aspettando di ricevere da qualcuno di importante…
 
 
Peccato che proprio in quel momento il suo piede finì nuovamente su quello di Stiles, che sobbalzò sorpreso, e quel piccolo momento di distrazione fu abbastanza da rompere quel momento magico e riportarli alla realtà come uno schiaffo dato all’improvviso.
 
 
Derek sbatté le palpebre e si guardò confusamente intorno, arrossendo quando vide che i suoi amici e gli altri soldati si fossero seduti nuovamente sui divanetti e li stessero guardando con ghignetti compiaciuti ed emozionati.
 
 
Cosa stava facendo?? Era davvero così stupido da mandare al diavolo il suo piano di non farsi coinvolgere in qualcosa che non avrebbe saputo gestire solo per due semplici occhi ambrati??
 
 
 
 
-Io..vorrei tornare a casa, se non le dispiace.-mormorò allontanandosi dal soldato.
 
 
 
 
 
Stiles lo guardò agitato.-Ma come? Ci stavamo divertendo così tanto.-
 
 
 
 
 
-Sono stanco e domani devo lavorare. La prego di non insistere.-deglutì Derek, incrociando le braccia al petto e guardando ovunque fuorché Stiles.
 
 
 
 
Il ragazzo afflosciò le spalle e sospirò rassegnato.-Bene, ti riaccompagno al dormitorio.-sussurrò avviandosi verso l’esterno senza degnarlo di uno sguardo, facendogli capire di esserci rimasto male.
 
 
 
 
 
Derek sospirò a propria volta e si avvicinò ai suoi amici che lo stavano guardando scioccati per com’erano finite le cose.-Io torno al dormitorio. Non fate tardi e non mettetevi nei guai, per favore.-disse soltanto.
 
 
 
 
 
-Ma come? Cos’è successo?-domandò Isaac.
 
 
 
 
-Niente.-
 
 
 
 
-Derek.-lo chiamò esasperatamente.
 
 
 
 
-Buonanotte ragazzi.-sussurrò voltandosi di spalle per andarsene.
 
 
 
 
 
 
-Derek!-lo chiamò Nolan, facendolo bloccare e  girare verso di lui.
 
 
 
 
 
-Si?-
 
 
 
 
 
Nolan aprì la bocca per dirgli qualcosa ma poi sembrò ripensarci e gli sorrise furbamente.-Niente, buonanotte!-
 
 
 
 
 
 
Derek si corrucciò ma alzò comunque una mano in sua direzione e si avviò verso l’esterno, sperando di trovare ancora Stiles e che l’altro non lo avesse lasciato lì come uno scemo. Si tranquillizzò quando lo individuò vicino ad una macchina azzurra senza tettuccio e gli si avvicinò lentamente, sentendosi in colpa per come adesso il viso dell’altro sembrasse incupito e privo di vitalità come lo era stato pochi istanti fa.
 
 
Aspettò che l’altro finisse il sigaro che stava fumando, non volendo sembrare sgarbato, e lo guardò di sottecchi, sentendosi morire un pochino ogni volta che posava lo sguardo su quelle labbra che per poco non aveva tastato. Gli sarebbe piaciuto essere come i suoi amici e lasciarsi andare, intraprendere qualsiasi cosa avesse voluto Stiles da lui, che si trattasse di una semplice scopata o di una relazione, ma lui non era così. Aveva visto sua madre cadere in depressione dopo la morte di suo padre e ripetere mille volte a lui e alle sue sorelle di non innamorarsi mai di nessuno perché quando poi l’amore finiva, per un motivo o per un altro, era un po’ come morire.
E lui aveva dannatamente paura di innamorarsi di un soldato esattamente come aveva fatto sua madre e ritrovarsi un giorno distrutto quanto lo era stata lei nel giorno del suo ottavo compleanno. Poteva quasi rivederla cadergli in ginocchio davanti agli occhi e piangere disperata, lui era così piccolo, non capiva cosa stesse succedendo, sapeva solo che vederla piangere gli aveva fatto perdere tutta la voglia che aveva di festeggiare il proprio compleanno.
 
Quindi ok, Stiles poteva essere arrabbiato con lui, ne aveva tutto il diritto, ma Derek non avrebbe cambiato idea nonostante si sentisse vuoto più che mai. Odiava il solo pensiero di non poter scegliere di affidarsi a l’unico ragazzo che era riuscito ad attrarlo così tanto solo perché questi fosse un soldato che adesso era lì, vivo e bellissimo, davanti a lui ma che tra qualche mese avrebbe potuto morire in battaglia e fare ritorno rinchiuso in una bara.
 
E Derek poi cos’avrebbe fatto?
 
 
No, non poteva permettere al suo cuore di affezionarsi a qualcun altro che poi lo avrebbe lasciato per sempre. Non avrebbe permesso a Stiles di infliggergli lo stesso dolore inflittogli da suo padre.
 
 
 
 
-Senti..so che ti ho deluso e mi dispiace.-iniziò a parlare, perché in fondo una spiegazione gliela doveva.-Ho provato a non uscire con te e a farti capire che non c’era speranza che potessimo condividere qualcosa, ma tu hai insistito e….-sbuffò e si passò una mano sul viso.-Mi dispiace davvero tanto se ci sei rimasto male, ci sono rimasto male anch’io, sai? Se tu non fossi un maledetto soldato probabilmente a quest’ora ti starei già riempiendo di baci e mi starei vergognando per la mia insolenza, però purtroppo lo sei e non voglio affezionarmi ulteriormente a te solo per poi piangere la tua possibile morte.-
 
 
 
 
Stiles sollevò la testa ed il cappello gli scoprì i suoi bellissimi occhi ora fissi su di lui.-Adesso mi dai del tu?-domandò sorpreso.-E comunque è questo il problema? Hai paura di innamorarti di me solo perché potrei morire in battaglia?-
 
 
 
 
-Sì, mi sentirei stupido a scusarmi dandoti del lei.-borbottò Derek.-E si, è questo il problema. So che c’è gente in grado di affrontare una relazione con un soldato ma non io. Io non ci riuscirei.-
 
 
 
 
 
Stiles inspirò un’ultima volta dal sigaro prima di gettarlo ai propri piedi e calpestarlo.-Lo sai, Derek, che domani potresti morire finendo sotto ad un atuomobile?-gli domandò, prendendolo di sorpresa.-O che ne so, ti potrebbe cadere un vaso in testa mentre cammini per strada com’è successo ad un mio conoscente.-
 
 
 
 
-Non capisco.-si corrucciò Derek.-Mi stai augurando di morire?-
 
 
 
Stiles scoppiò a ridere.-No, sto cercando di farti capire che la morte è imprevedibile ed è sempre dietro l’angolo, non è presente solo in guerra. Quindi scusami se ti offendo ma il tuo pensiero è stupido.-
 
 
 
 
-Stupido??-domandò Derek, piazzandoglisi davanti e sollevando la testa per poterlo guardare negli occhi visto che l’altro era più alto di lui.-Mio padre era un soldato ed è morto, e mia madre da quel giorno non è stata più la stessa ed ha tentato anche il suicidio, quindi scusami se ho paura di fare la sua stessa fine.-
 
 
 
 
Stiles abbassò la testa, sembrando almeno dispiaciuto delle sue parole.-Nemmeno mio padre è più stato lo stesso dopo la morte di mia madre, che è morta per via di una malattia…la guerra non c’entrava niente.-
 
 
 
 
 
Derek rimase in silenzio a quella risposta, non sapendo cosa ribattere per far valere il proprio punto di vista. Sapeva che Stiles in realtà avesse ragione e che si potesse morire in mille altre circostanze, però ciò non gli impediva di temere di innamorarsi comunque di lui e di poterlo perdere un giorno. E nel caso Stiles volesse solo una scopata da lui, Derek non poteva concedergli nemmeno quella nonostante avesse tanto voluto, perché non c’era una sola parte del suo corpo che non fosse attratta dal soldato e non gli sarebbe dispiaciuto perdere la sua verginità con lui, però lui non era il tipo da “una botta e via”, non poteva andare a letto con qualcuno senza poi finire irrimediabilmente per provare dei sentimenti per lui.
 
 
 
 
-Torniamo al dormitorio?-gli domandò Stiles, cacciando un paio di chiavi dalla tasca dei pantaloni.
 
 
 
 
 
 
Derek annuì e sollevò un sopracciglio quando Stiles aprì lo sportello proprio della macchina azzurra alla quale si era appoggiato, non aspettandosi una macchina simile da un soldato, ma salì senza fare storie ed allacciandosi la cintura per precauzione. Stiles non allacciò la cintura e mise in moto la macchina, facendo rombare il motore un paio di volte ed attirando l’attenzione delle persone presenti fuori dal locale prima di partire con una sgommata rumorosa.
 
Non guidava in modo spericolato, però Derek era quasi sicuro che stesse superando i limiti di velocità di quelle strade e dovette tenersi al manico della portiera per non sbandare sul sedile ad ogni curva nonostante fosse assicurato dalla cintura. Era una bella sensazione stare su una macchina priva di tettuccio, perché in quel modo l’aria fresca della notte ti scompigliava i capelli e ti faceva sentire quasi libero e ribelle, qualcosa che Derek non era mai stato, e sebbene si sentisse la pelle delle guance screpolarsi per il freddo non smise di sorridere nemmeno per un secondo, attirando l’attenzione di Stiles che lo guardò e sorrise a sua volta, forse fiero di starlo facendo divertire.
 
 
 
 
-Questa macchina è meravigliosa!-esclamò Derek, rilassando il capo sul poggiatesta, chiudendo gli occhi e alzando le braccia al cielo.-Sembra quasi di volare.-
 
 
 
 
 
Stiles ridacchiò e Derek si sentì i suoi occhi fissi addosso.-Sai cosa rende tutto ancora più magico? Questo.-disse, azionando lo stereo e spingendo la cassetta al proprio interno.
 
 
 

 
 
Derek sorrise nel sentire le note di una canzone che aveva già sentito da qualche parte e la canticchiò a bassa voce, continuando a mantenere gli occhi chiusi…aprendoli solo quando Stiles lo fece sobbalzare sorpreso perché iniziò a cantare la canzone a sua volta, però a voce fin troppo alta. Scoppiò a ridere perché Stiles era davvero un pessimo cantante sebbene sembrava che si stesse impegnando seriamente a raggiungere le note più alte.
 
 
 
 

-Turn around.-cantò Stiles, guardandolo pieno di aspettativa.
 
 


-Every now and then I get a little bit lonely and you're never coming round.-cantò Derek, sebbene le parole gli uscissero storpiate per le risate.
 
 
 


-Turn around.-cantò ancora, Stiles.
 
 
 
 

-Every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears.-continuò Derek, sfiorandosi le guance con le dita alla parola “tears” per recitare la canzone.
 




 
-Turn around.-rise questa volta, Stiles.
 
 



 
 
-Every now and then I get a little bit nervous that the best of all the years have gone by.-cantò Derek drammaticamente, guardando Stiles con finta aria struggente.
 
 
 


 
-Turn around.-lo guardò a sua volta, Stiles.
 



 
 
-Every now and then I get a little bit terrified and then I see the look in your eyes.-sussurrò Derek, deglutendo nel specchiarsi in quegli occhi bellissimi.
 
 



 
 
-Turn around bright eyes.-sussurrò Stiles.
 
 
 
 




-But every now and then I fall apart.-disse Derek.
 




-Turn around bright eyes.-
 
 


 
 
-Every now and then I fall apart.-cantò Derek sorridendo pieno di aspettativa per il ritornello.
 
 
 



-And I need you now tonight, and I need you more than ever, and if you only hold me tight we'll be holding on forever.-cantarono insieme, e Derek si abbracciò da solo continuando a mimare le parole della canzone.- And we'll only be making it right 'cause we'll never be wrong together . We can take it to the end of the line, your love is like a shadow on me all of the time. I don't know what to do and I'm always in the dark, we're living in a powder keg and giving off sparks.- cantarono a squarciagola, e Derek alzò di nuovo le braccia al cielo e sorrise.-I really need you tonight, forever's gonna start tonight, forever's gonna start tonight.-
 
 


"Once upon a time I was falling in love
But now I'm only falling apart
And there's nothing I can do
A total eclipse of the heart
Once upon a time there was light in my life
But now there's only love in the dark
Nothing I can say
A total eclipse of the heart"
 
 
 

Derek e Stiles lasciarono che il resto della canzone risuonasse da sola e smisero di cantare quasi all’unisono, Derek perché troppo preso dalle risate e Stiles troppo incantato a guardarlo ridere sotto alle luci dei lampioni della strada.
 
 


 
 
 
-Non avevo mai cantato a squarciagola su una macchina.-ammise Derek.-E’ una sensazione magnifica.-
 
 
 
 


 
-Visto? C’è tanto che potresti fare se solo ti rilassassi di più.-disse  Stiles.
 
 


 
 
 
Derek abbassò le braccia e forzò un sorriso.-Eh, non ho proprio la possibilità di fare tutto ciò che vorrei perché non saprei con chi farlo. Isaac e Nolan mi farebbero solo finire nei guai ed hanno già provato tutto ciò che io ancora non ho sperimentato.-
 
 
 


 
 
Sapeva cos’avrebbe risposto Stiles a quel punto, forse lo aveva detto di proposito, perché in fondo un po’ si stava già innamorando di quello sconosciuto dagli occhi quasi dorati e dal sorriso gentile, e se non fosse apparso come un pazzo si sarebbe picchiato da solo per aver ceduto così facilmente.
 
 
 


 
-Potresti provarle con me queste cose.-si propose, infatti, Stiles.-Non mi dispiacerebbe passare altre serate come questa, specialmente se posso sentire ancora la tua risata strana.-
 
 
 
 
 


Derek arrossì e colpì il braccio del soldato con un pugno.-Hey! La mia risata non è strana!-
 
 


 
 
-Hai una risata con il risucchio. Sembri quasi un maialino.-gli disse Stiles, guardando divertito la sua espressione oltraggiata ed offesa.-E’ davvero carina, non avevo mai sentito nessuno ridere così.-
 


 
 
 
 
Derek sapeva di avere una risata ridicola ed odiava il suono che faceva il suo naso in quei momenti, e forse era anche per questo che cercava di non ridere con altre persone, però nessuno l’aveva mai definita carina prima d’ora.  
 
 



 
-E comunque no, grazie. Non ci saranno altri appuntamenti.-borbottò sentendosi incredibilmente combattuto su ciò che era giusto fare e su ciò che voleva davvero fare.
 
 


 
 
 
 
Stiles sorrise come se si fosse aspettato proprio quella risposta ed accostò giusto davanti al viale che conduceva ai dormitori degli infermieri.-E’ adorabile la tua convinzione che io mi arrenda così facilmente.-
 
 
 


 
 
 
Derek sbuffò e si slacciò la cintura per potersi girare verso di lui e guardarlo negli occhi ora che potevano fissarsi senza rischiare un incidente.-Ed è adorabile la tua convinzione che io sia così ingenuo. Credi davvero che io non sappia tu cosa voglia da me?-gli domandò alzando gli occhi al cielo dinnanzi al suo sguardo perplesso.-Avrò anche solo vent’anni ma non sono nato ieri, so come vanno le cose tra infermieri e soldati, e so che tu ti aspetti che io faccia come i miei colleghi ed apra le gambe solo perché sei un soldato affascinante che potrebbe morire e non scopare mai più, quindi dovrei sentirmi tipo..onorato per essere la fonte del tuo piacere, ma non è così che andrà tra noi. Vedi, io non sono come gli altri infermieri, io sono qui davvero per poter fare la differenza e salvare quante più vite possibile, non per farmi scopare dal primo viso carino che incontro.-
 
 
 
 
 

Stiles ghignò divertito, anzi, sembrava proprio in procinto di scoppiargli a ridere in faccia e la cosa lo fece solo incazzare il doppio.-Derek, per quanto ammetto che mi piacerebbe fare l’amore con te, posso assicurarti che hai completamente frainteso le mie intenzioni. Credi davvero che se avessi voluto soltanto scopare mi sarei interessato proprio all’infermiere più complicato e riservato del reparto?-gli domandò bonariamente.-Come tu non sei come tutti gli altri infermieri, io non sono come tutti gli altri soldati. Il sesso mi interessa, ovviamente, ma non è la cosa più importante, non è quello che cerco in questo momento con te.-
 
 
 
 
 


Derek si corrucciò e lo guardò scetticamente.-E allora cosa vuoi da me?-
 
 
 
 


 
Stiles fece spallucce e deglutì nervosamente.-Normalità, credo.-ammise.-Vorrei sentirmi un ragazzo normale in questi mesi di permanenza qui, vorrei fare le cose che fanno solitamente i ragazzi della mia età che non hanno intrapreso la carriera di militare. Mi piacerebbe avere appuntamenti con un bel ragazzo come te, andare al mare, prendere un gelato, cantare canzoni in macchina…cose del genere.-
 
 
 
 


 
Oh…davvero voleva solo quello? 
Derek ammetteva di essere impressionato, non credeva che un soldato avrebbe mai potuto fargli una proposta del genere. Stiles aveva voglia di normalità ed aveva scelto proprio lui per provare ad essere come tutti i ragazzi comuni con una vita migliore della loro.
 
 
 



-Se accettassi…-mormorò notando come gli occhi di Stiles brillarono di aspettativa.-Dovrei fidanzarmi con te? Rendere la cosa seria?-
 
 
 
 


 
-No, se non vuoi.-rispose Stiles.-Ed ho capito che non vuoi visto ciò che è successo a tuo padre. Non voglio costringerti a legarti a me, ok? So che è spaventosa l’idea di fidanzarsi con un soldato e non sono così ipocrita da pretendere amore eterno, però vorrei almeno avere l’opportunità di crearmi dei bei ricordi di questo posto, dei ricordi normali a cui poter aggrapparmi quando sarò in missione e mi sembrerà di stare gettando via la mia vita.-
 
 


 
 
 
Derek guardò Stiles titubante, sentendo il suo cuore quasi supplicarlo di accettare quell’offerta e di concedersi a propria volta una normalità che non aveva mai avuto perché troppo preso da come riscattare la morte di suo padre. Sarebbe stata una buona idea accettare di creare dei ricordi con Stiles? E se avesse finito per innamorarsi definitivamente? Non avrebbe sofferto comunque poi, nel caso della sua morte?
 

Ma tanto a chi voleva darla a bere? Se avesse rifiutato, sarebbe stato comunque in pensiero per Stiles e si sarebbe sentito disintegrato al solo pensiero di saperlo morto.
 

Si era già innamorato profondamente di lui, era quasi come se Stiles gli avesse fatto un’iniezione e fosse entrato nelle sue vene in pochi secondi, ed ora non avrebbe potuto fare niente per liberarsi di lui. Quegli occhi ambrati lo avrebbero perseguitato per sempre a prescindere da quale sarebbe stata la sua decisione.
 
 

 

-Non sei obbligato a rispondermi adesso, puoi prenderti del tempo per pensarci.-disse Stiles quando Derek non ruppe il silenzio.-Posso aspettare..-sussurr con  la voce che si incrinò appena, perché entrambi sapevano che non fosse vero e che quella non fosse una frase che avesse detto spesso. Non avevano molto tempo a disposizione…e un soldato non può aspettare nessuno, sono gli altri che aspettano lui. Sempre.
 
 

 
 
-Ok, ci penserò.-sussurrò Derek.
 
 

 
 
-Grazie.-gli sorrise Stiles, e Dio..lo aveva davvero ringraziato per così poco? A Derek fece una tenerezza assurda.
 
 
 

 
-Mh, prego.-mormorò a disagio.
 
 
 
 

 
E adesso? Avrebbero dovuto salutarsi con un bacio? O forse era una cattiva idea sebbene Derek desiderasse sentire quella bocca perfetta su di sé da quando si erano quasi baciati durante il ballo?
 
 
 
 


-Allora..io vado.-sussurrò aprendo la portiera ma continuando a guardare Stiles che fece ricadere lo sguardo sulle sue labbra.-Buonanotte…grazie per il passaggio e per la bella serata.-
 
 


 
 

 
Stiles annuì e deglutì.-Non c’è di che, quando  vuoi.-sussurrò, e prima che Derek potesse scendere dalla macchina si sporse in avanti e gli baciò l’angolo della bocca, arrossendo un po’ quando si separò di lui e fissando la strada davanti a sé.-Buonanotte.-disse dopo essersi schiarito la gola.
 
 
 
 


Derek si sforzò di non sfiorarsi il punto da poco baciato e scese dal veicolo, avvicinandosi verso il dormitorio e ripetendosi mentalmente “Non voltarti, non voltarti, non voltarti e non tornare indietro da lui”, tuttavia quando arrivò davanti alla porta si ricordò di un dettaglio fondamentale: Le chiavi del dormitorio le aveva date a Nolan.
 
 
 


 
 
-Maledizione!-imprecò a mezzavoce, voltandosi  verso Stiles che fortunatamente era ancora lì e tornando da lui.
 
 
 
 


-Cosa c’è?-gli domandò preoccupato quando Derek salì di nuovo in macchina e si afflosciò contro il sedile con uno sbuffo.
 
 

 
 
 
-Sono chiuso fuori. Le chiavi le ha Nolan.-
 
 
 
 
 


-Oh, ma che peccato.-disse Stiles in tono fin troppo compiaciuto.
 
 
 
 
 

Derek si voltò verso di lui e lo guardò male.-E’ inutile che gongoli così tanto, il nostro appuntamento è comunque concluso.-
 
 
 

 
 
-Quindi cosa facciamo? Ci fissiamo senza parlare?-domandò Stiles, divertito.
 
 
 

 

-Esatto.-
 
 

 
 

 
 

Due ore più tardi.

 
 

-Ok, lo faccio, però non prendermi in giro!-
 
 


 
-Non lo farò, giuro.-
 
 
 

 
Derek guardò Stiles in un muto avvertimento ed afferrò il sigaro che l’altro gli stava porgendo, tenendolo tra le dita con incertezza. Non aveva idea nemmeno di come si reggesse un maledetto sigaro.
 
 
 

 
-Inspira lentamente, trattieni per un paio di secondi e poi espira con calma.-lo istruì Stiles, osservandolo divertito.
 
 


 
Derek si portò la punta del sigaro alla bocca cercando di non pensare al fatto che poco prima si trovasse nella bocca di Stiles e che quindi potesse essere definito un bacio indiretto, inspirò e subito dopo dovette cacciare via il sigaro e tossire fino a farsi lacrimare gli occhi. Stiles scoppiò a ridere e sbatté la mano contro il volante, stringendo l’altra sulle gambe di Derek che aveva posato sul suo grembo tra una chiacchiera e l’altra.
 
 

 
 
-Ti avevo detto di inspirare piano!-
 
 


 
-Ho inspirato piano!-tossì Derek.-E’ questo coso che è difettoso.-
 
 


 
 
-Certo, certo.-sorrise Stiles, allungando una mano per riprendersi il sigaro e sollevando entrambe le sopracciglia, sorpreso e divertito, quando Derek se lo riportò alla bocca e cercò di inspirare più lentamente.
 
 
 
 


 
Era ancora pessimo, a Derek non piaceva molto il gusto del tabacco, però questa volta riuscì ad espirare il fumo senza tossire e farsi lacrimare gli occhi.


 
 
 
-Ecco fatto. Adesso puoi spuntare “fumare un sigaro” dalla lista delle cose normali che ancora non hai fatto.-sorrise Stiles.
 
 
 
 
 
Derek si rilassò contro il sedile e prese un altro tiro, fissando attentamente Stiles e sentendosi avvampare dall’interno quando notò il suo sguardo palesemente ammaliato fisso sulle sue labbra chiuse intorno al sigaro.
 
 
 
Alla fine la noia aveva fatto cedere Derek che aveva preso a parlare con Stiles. Avevano parlato per ore senza nemmeno rendersene conto, passando da argomenti seri come il perché delle loro scelte sull’intraprendere carriere così tose, la guerra in generale, la morte dei loro cari, ad argomenti più leggeri come i loro sogni nascosti e i momenti più imbarazzanti che avevano vissuto. Stiles era davvero divertente e profondo, era diverso da qualsiasi altro uomo Derek avesse incontrato fino a quel momento, e sapeva stare  al gioco. Non si arrabbiava quando Derek gli rispondeva in modo fin troppo brusco, non se l’era presa quando lo aveva chiamato “vecchio” quando aveva ammesso di avere ventinove anni, e non  aveva nemmeno approfittato di lui quando, preso da un moto di coraggio, aveva poggiato i piedi sulle sue gambe. Era rispettoso, divertente, intelligente, con la voce così calma che riusciva a cullarlo e dal sorriso più bello del mondo.
 
 
Derek lo guardava con una finta aria di superiorità ma in realtà era già incredibilmente e totalmente cotto di lui.
 
 
 
 


Quando Nolan ed Isaac tornarono al dormitorio erano ancora leggermente sbronzi e camminavano in modo strano, sembrando incredibilmente felici e soddisfatti e facendo un gran casino con le loro risate sguaiate. Si ammutolirono quando videro Stiles seduto sul sedile della macchina e lo salutarono confusamente quando lui agitò una mano in loro direzione.
 
 
 
 


-Divertiti?-ghignò Stiles.
 
 

 
 
-Tu non sai quanto.-rise Isaac prima di tornare serio.-Derek?-domandò preoccupato.
 
 
 


 
Derek si issò dalla sua posizione quasi totalmente sdraiata, togliendo i piedi dalle gambe di Stiles, ed arrossì quando i suoi amici lo guardarono scioccati..forse pensando che stesse facendo chissà cosa calato in quel modo.
 
 
 
 


-Non è come sem-
 
 



 
-Oooooooooooooh!!-ghignarono all’unisono Nolan ed Isaac, interrompendolo.
 
 
 
 

 
-Hai capito il nostro Derek. Finalmente è passato al lato oscuro!-ghignò Nolan.
 
 
 
 
 


Derek si schiaffò una mano sul viso e poi li guardò autoritario.-E’ tardi. A letto, tutti e due.-ordinò, e Nolan ed Isaac si lamentarono ma ubbidirono come bambini, barcollando verso il dormitorio.
 
 
 
 
 
Si voltò verso Stiles per poterlo salutare ed arrossì quando si ritrovò il suo viso incredibilmente vicino.
 
 
 
 

 
-Questo è mio.-sussurrò Stiles, sfilandogli il sigaro dalle dita senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.-Allora? Cos’hai deciso di fare?-
 
 


 
 
Derek deglutì e si impose di non distogliere lo sguardo dal suo.-Accetto. Ti aiuterò a vivere una normalità.-disse, sentendosi morire davanti al suo sorriso.-Ma sappi che non cadrò nella tua trappola. Non riuscirai a farmi innamorare perdutamente di te e non sentirò la tua mancanza quando partirai. Questa cosa tra noi inizierà adesso e finirà non appena lascerai questo posto.-
 
 
 
 
 

Stiles sorrise e si leccò le labbra.-Vedremo.-  
 
 
 

 
 
-Buonanotte, Mieczysleo.-ghignò Derek, scendendo dalla macchina ed incamminandosi verso il dormitorio.
 
 


 
 
-E’ Mieczyslaw!-urlò Stiles.
 
 
 
 
 

“Lo so” avrebbe voluto dire ma non lo fece. Entrò all’interno del dormitorio e si poggiò alla porta quando la chiuse alle proprie spalle, mordicchiandosi il labbro inferiore e sorridendo.
 
 
 
Per quanto potesse suonare assurdo e strano quel nome, ormai gli era entrato in testa e nel cuore e non avrebbe potuto dimenticarlo nemmeno volendo, non avrebbe potuto sostituirlo con nessun altro.
 
 
E forse già quello avrebbe dovuto metterlo in guardia…
E che vrebbe dovuto fargli capire che Mieczyslaw Stilinski avrebbe cambiato la sua vita per sempre.






Note finali: 

-Visto? Sei capace.-sussurrò Stiles ad un certo punto, accarezzandogli la guancia con un dito.=> Questa scena e questa citazione appartengono alla mia picci Fefi.

E la scena in cui Derek caplesta il piede a Stiles prima del bacio appartiene invece all'altra mia picci Rach.


Ringraziate loro per queste due perle! <3

 
 
  
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