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Autore: Nhyra_Moon    06/11/2017    0 recensioni
disse.
esclamai, passandomi una mano fra i capelli.
disse guardandomi negli occhi.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Questa é la mia prima storia.
 Ditemi se vi piace.
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CAPITOLO 1




-muoviti ragazzina devi andare a scuola- disse il mio patrigno dal piano inferiore.

Mi alzai dal letto dolorante, le ferite sulla schiena e sull'addome facevano malissimo.

Andai in bagno, e mi specchiai, c'erano molte ferite da dive usciva ancora sangue, e alcuni tagli erano slabbrati, uno spettacolo rivoltante.

Mi chiamo Luna Nyteh, ho sedici anni, ho i capelli neri con alcune ciocche blu e viola, spesso raccolte in treccine, e gli occhi color argento.

Cominciai a pulire le ferite con uno straccio bagnato, sussultando dal male ogni volta che toccavo le ferite, poi con le mani tremanti mi fasciai le ferite.

Ritornai in camera e mi vestiti, con una maglietta nera con le maniche lunghe, un paio di jeans neri, una felpa lunga ovviamente nera e delle Vans rigorosamente nere.

Presi il mio zaino, il cellulare e le cuffie che misi in tasca, e scesi al piano di sotto.

Corsi subito fuori da quella maledetta casa.

Dopo dieci minuti di strada, arrivai a scuola.

Andai in classe e mi sedetti al banco più lontano dagli sguardi dei miei compagni.

Arrivò  la prof e i miei compagni andarono a sedersi al proprio posto.

-oggi con noi ci sarà un nuovo alunno- disse la prof di inglese appoggiandosi alla cattedra.

Entrò un ragazzo muscoloso cin i capelli neri e gli occhi celesti, devo ammetterlo era molto carino.

Abbassati lo sguardo, come ormai ero abbituata a fare.
-lui é Aaron Blake, puoi sederti vicino a Luna- continuò la prof, indicandomi con un gesto della mano.

Lui si sedette vicino a me, mettendo lo zaino a terra.

La lezione cominciò, mentre io prendevo appunti, sentivo lo sguardo del mio compagno di banco, sempre puntato su di me.
Cosa che mi metteva a disagio, bon mi piace essere osservata, non chiedermi il perché, non lo so nemmeno io.

La campanella suonò, per il cambio dell'ora.

Adesso c'era chimica, sarà un'ora molto lunga.

Presi la mia roba ed uscii dalla classe.

Qualcuno mi fermò per il polso, subito mi immobilizzai all'istante, se era Carl ero morta, mi girai, e per fortuna non era il bulletto della scuola, era il nuovo ragazzo Aaron se non mi sbaglio.

-scusa, tutto bene?-chiese.

-si tutto bene, cosa volevi?-chiesi.

-non so dove si trova l'aula di chimica-disse.

-ci devo andare anche io, ti accompagno?-chiesi.

-si grazie-disse.

Mi avviai insieme a lui all'aula di chimica.

-ancora in ritardo signorina Liteh- disse severo il prof.

-scusi prof-dissi sedendomi al mio posto.

Ovviamente Aaron si mia vicino a me.

La lezione continuò, anche se il prof continuava a tenermi d'occhio.

Provai a controllare con la mano le fasciature, sentii le mani bagnate da qualcosa.

Titlrai via la mano, ed era sporca di sangue.

Mi pulii la mano con un fazzoletto, senza farmi vedere dal mio compagno, dovevo andare in infermeria.

Alzai la mano.

-mi scusi prof, non mi sento tante bene, posso andare in infermeria?-chiesi.

Lui mi guardò qualche secondo.

-vai- disse.

Non me lo feci ripetere due volte, mi alzai dal banco e uscii dall'aula, con lo sguardo di Aaron, del prof e della classe contro.

Andai in infermiera.

Bussai alla porta.

E dopo pochi secondi, la signora Marta mi aprì.

-entra cara- disse cortese facendomi entrare.
Mi fece sedere sul lettino.

-puoi alzare la maglia?- chiese, aveva già capiti tutto.

Alzai la maglietta, facendomi vedere le bende sporche di sangue.

-é successo di nuovo?-chiese.

Io annui.

Mi tolse le bende.

Io strinsi i denti per non urlare dal male 
-questo invece per cosa?-chiese.

Sospirai.

-era ubriaco-dissi.

Cominciare a disinfettare le ferite.

Strinsi ancora di più i denti.

Porca puttana bruciava tantissimo.

Mi guardò la ferita che avevo sul fianco.

-qui devi farti mettere dei punti, cara, ma io non sono specializzata per questo, devi andare all' ospedale- disse.

Io la guardai stupita, lui non era mai arrivati a tanto.

-tieni questo-mi porse un biglietto-chiedi del dottor Santini, e dagli il biglietto, lui capirà.-disse.

Lo presi ed annuii.

Lei mi fasciò di nuovo le ferite con una garza nuova.

-sai dive si trova l'ospadale?-chiese.

-si-risposi.

-bene, se parti adesso dovresti arrivare in tempo.- disse guardando l'orologio.

Misi a posto la maglietta e presi lo zaino.

-grazie- dissi, per poi uscire.

I corridoi erano vuoti, per fortuna.

Uscii dall'Istituto, e mi incamminai verso l'ospedale.
Mi infilai le con ffie nelle orecchie, e feci partire una playlist a caso.

Dopo una mezzoretta passata a camminare arrivai all'ospedale.

Entrai e andai al bancone.

Dietro c'era una donna, con i capelli biondi e gli occhi grigi.

-mi scusi, devi incontrare il dottor Santini, é possibile?-chiesi.

-si certo, seconda porta a sinistra.- disse indicando il reparto a destra.

-grazie-la ringraziai.

Andai nel reparto che aveva indicato la donna.

Contai le porte a sinistra, e mi fermai davanti alla porta con di fianco il numero tre.

Bussai.

-avanti-disse una voce dietro la porta.

Aprii la porta e la richiusi  dietro di me.

-ciai, siediti-disse gentilmente l'uomo.

Aveva i capelli castani, e gli occhi azzurri.

Mi sedetti sulla sedia davanti alla scrivania.

-allora cosa é successo?-chiese.

Presi il biglietto dalla tasca della giacca.

-mi hanno dato un biglietto per lei.- dissi porgendogli il figlio.

Lo prese, e lo lesse.

-capito, vieni siediti sul lettino.- disse alzandosi dalla sedia.

Lo seguii e mi sedetti sul lettino.

-bene, alza la maglietta.- disse.

Alzai la maglia fin sotto il seno.

Tirò via la fasciatura che si era di nuovi sporcata.
Guardò le ferite, come per analizzarle.

-le ferite stanno guarendo, ma questa è profonda, ci vogliono i punti.-disse.

Io annui.

Mi fece stendere sul lettino, con la maglia alzata.

Prese una siringa, chiusi gli occhi, non mi piacevano gli aghi, soprattutto se devono entrare nella mia pelle.

Lui iniettò qualcosa nelle vene.

-ti ho anestetizzato la ferita per il dolore.- mi spiegò.

Io rimasi con gli occhi chiusi.

Sentii l'ago entrare nella mia pelle, ma non sentivo dolore, sentivo solo la sua presenza, era inquietante.

Quando finì, mi disinfettò la ferita e mise la garza.

-hai perso molto sangue, ti conviene rimanere in osservazione-disse.

-non posso, il mio patrigno mi ha detto di tornare prima da scuola- dissi.

-é stato lui?-chiese.

Io non risposi.

-sentì se é stato lui me lo devi dire, questa ferita é molto grave, da quanto continua questa cosa.- chiese.

-otto anni- dissi abbassando la testa.

-otto anni sono sono tanti, secondo me dovresti denunciarlo, potrebbe andare oltre a questo- disse preoccupato.

-ci penserò-dissi.

-bene ma adesso dovresti veramente rimanere in osservazione.-disse.

Io annui.

-fai piano quando ti alzi, i punti potrebbero tirare un pò-mi informò.

Riuscii a mettermi seduta, in effetti i punti tiravano ma davano più fastidio che altro.

Mi alzai e mi sistemai la maglia.

Mi porse un biglietto.

-dai questo al bancone all'entrata-disse.

Presi il biglietto, mi sto veramente stufando di fare il postino.

Annui.

Mi fece uscire, e andai di nuovo al bancone.

Diedi alla tizia del bancone il biglietto, lei lo lesse e chiamò un'infermiera.

Le disse qualcosa all'orecchio, poi la donna venne da me.

-ciao io sono l'infermiera Sasha, seguimi- disse con un accento straniero.

Io la seguii fino all'ascensore.

Salimmo fino al terzo piano.

C'erano un mare di stanze cin dei letti, in alcuni c'erano anche delle persone e dei bambini, ecco perché odio gli ospedali.

Mi condusse davanti ad una camera, in fondo al corridoio.

-starai qui per la notte-disse aprendo la porta.

Era una stanza, più o meno uguale alle altre, solo che c'era solo un letto.

Cominciai a sentirmi debole, davanti alla mia visuale cominciarono a ballare dei puntini neri, le gambe mi cedettero e tutto divenne nero.....

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Questo é il primo capitolo della mia prima storia.

Spero vi sia piaciuto, e che non ci siano troppi errori grammaticali.

Alla prossima.....
   
 
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