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Autore: Sky_Goth_15    06/11/2017    0 recensioni
Tornando a casa dopo un'intera giornata di lezione nell'antica armeria,Teddy Thaur si ritrova a risolvere un problema di cuore da lui stesso creato
Ho scritto queste cose perché non sapevo cosa scrivere nell introduzione, spero che questa ff vi piaccia. Buona lettura.
P.s
Ho scelto come protagonisti principali Teddy e Lay perché li shippo tantissimo :)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Patata, Ezechiele Zick, Lay Mamery, Teddy Thaur
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era calato il buio,nell'antica armeria si era concluso il torneo dei domatori, il cui Teddy ne era vincitore. Era arrivata l'ora di tornare a casa,ed ognuno dei domatori stava già andando via. Teddy si avvicinò a Lay, cercando di attirare la sua attenzione, anche se lei sembrava giù di morale: "visto Lay,ho vinto, ho battuto quello sfigato di Bobby" disse Teddy, sorridendole. Lay le rispose con un tono freddo e distaccato e si allontanò.Teddy rimase a guardarla,cercando di capire il perché di tanta tristezza,si riavvicinò e la bloccò per un polso: le chiese cosa c'era che non andava, lei però continuava ad avere quel tono freddo e distaccato: "non c'è nulla che non va,adesso lasciami andare",Teddy allora la lasciò andare,con la rabbia e la delusione che crescevano dentro di lui: " sei sempre la solita! Io voglio solo aiutarti e tu mi prendi a pesci in faccia! Ne ho abbastanza di te!". Lay a quel punto non disse più nulla e andò via. Il giorno dopo,al solito orario di lezioni, tutti erano in classe,eccetto Lay. Non si era presentata all'armeria,e nessuno aveva sue notizie. Teddy guardava il banco accanto a lui,quello su cui lei ci si sedeva,si era già reso conto che non era venuta per quanto accaduto il giorno precedente. Non portava rancore,anzi,era pentito dell'atteggiamento avuto nei suoi confronti,si sentiva vuoto dentro,l'aveva trattata male,e ciò lo faceva sentire ancora più vuoto,voleva rimediare,ma non aveva il coraggio di presentarsi a casa sua. Chiese a Zick ed Elena se avevano sue notizie,ma nemmeno loro sapevano nulla,tra l'altro, Elena disse di averle telefonato,ma che non aveva avuto sua risposta. Terminate le lezioni, Teddy si fece coraggio e andò a casa sua. Bussò alla porta, sperando fosse proprio lei ad aprire, invece fu sua madre ad aprire la porta. "Teddy, che ci fai qui a quest'ora?" le chiese,allora lui rispose che era andato lì per parlare con Lay,chiedendole se fosse in casa. La signora rispose che sua figlia non era in casa,disse che era uscita senza dirle dove andava. Teddy iniziò a preoccuparsi,e si mise a cercarla: cominciò a girare per la città,impiegandoci diverse ore, ma niente, nessuna traccia, aveva girato per quasi tutta la città a vuoto,allora,si rassegnò e tornò a casa, dato che aveva anche iniziato a piovere. Dopo tre ore,esattamente alle undici di sera,bussarono alla porta, Teddy era in camera sua, sdraiato nel suo letto con le cuffiette,quindi non sentì bussare. Sua madre aprì la porta,e si trovò davanti Lay,che era fredda come il ghiaccio per via del maltempo e con la testa abbassata,che perse i sensi e crollò. La madre di Teddy,notando che la ragazza non aveva un bell aspetto, la prese e la portò in casa,chiamando Terrence,suo marito. Al piano di sopra, Teddy levò le cuffiette per un attimo,e sentì i genitori che parlavano delle attuali condizioni di Lay,allora scese le scale senza farsi vedere,notandola priva di sensi sul divano. Dopo qualche minuto,quando ormai era arrivata l'ora di andare a dormire, Teddy scese nuovamente di sotto, e senza fare confusione, prese Lay e se la portò in camera sua. Arrivato in camera,chiuse la porta e la poggiò sul letto,aspettando che si svegliasse. Non smetteva di fissarla, non riusciva a crederci che fosse uscita di casa con quel tempaccio per lui,nonostante lui l'avesse trattata male,non desiderava altro che scusarsi con lei e dirle cosa provava,ma dopo mezz'oretta,si addormentò vicino a lei,abbracciandola. Era ormai notte fonda,più o meno le tre,e nel mentre Teddy dormiva come un ghiro,Lay riaprì gli occhi. Si alzò, massaggiandosi la testa e chiedendosi dove fosse, e non appena girò lo sguardo e notò Teddy accanto a lei,capì di trovarsi a casa sua. Anche lui riaprì gli occhi,e notandola si pietrificò, riprese a sentirsi vuoto,ma prese coraggio e le parlò. Lay chiese cosa ci faceva a casa sua a quell'ora, e per giunta sul suo letto,allora Teddy le raccontò cos'era successo,per poi pietrificarsi nuovamente. Anche Lay si pietrificò: entrambi non sapevano cosa dire,guardavano altrove,senza guardarsi negli occhi,ripensavano a ciò che era successo, e poco prima che Teddy riprendesse a parlare, gli occhi di Lay divennero lucidi. Lui la vide,e la abbracciò più forte che poteva: "mi dispiace, sono stato un idiota, non volevo trattarti in quel modo.." disse, sempre più triste. Lay ricambiò quel forte abbraccio,chiamandolo idiota, anche se "idiota" non era detto con cattiveria,ma con amore. L'abbraccio durò per molto,fin quando Lay non le diede un pugno sulla spalla,asciugandosi le lacrime: "sei un idiota" disse ridendo, Teddy allora le diede un bacio sulla guancia,dicendo che il suo insulto lo avesse preso per un "ti amo"anche se in fin dei conti voleva dire proprio ti amo. E dopo un bel bacio serio,si addormentarono entrambi l'uno accanto all'altro, abbracciati strettamente.
   
 
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