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Autore: Caroline94    07/11/2017    0 recensioni
Stavano succedendo cose strane da un pò di tempo a quella parte e non si poteva dire che non fossero abbastanza intelligenti per capire che Tsuna e la sua compagnia di squinternati fossero coinvolti in qualcosa di grosso. A rafforzare quella teoria vi era il fatto che, a quanto avevano scoperto, anche alcuni di loro erano spariti nei giorni precedenti facendo parlare molto Namimori: il caso degli "studenti scomparsi" era ancora un mistero sebbene, al loro ritorno, avevano raccontato di essersi persi durante un pic-nic.
Si, come no!
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chikusa, Chikusa Kakimoto, Chrome Dokuro, Ken, Ken Joshima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: La storia è ambientata nel periodo dell'Arco del Futuro: dal primo viaggio nel tempo, alle Prove per l'eredità e il ritorno.
Lo dedico alla mia Onee-chan, che oggi compie gli anni.
Enjoy!❤









C'era più silenzio del solito alla vecchia sede della Kokuyo. Non che di solito ci fosse chissà quale baccano, ma oramai anche quei rari scambi di battute che si potevano udire di tanto in tanto per i corridoi deserti si erano affievoliti divenendo semplici parole smozzicate qua e là. E ciò iniziava a risultare parecchio pesante.
"Non è ancora tornata" mormorò Chikusa. La sua figura longilinea era poggiata all'ampia vetrata che dava sulle rovine del parco, esattamente sul cancello d'entrata.
"Lo avevo notato" fu la risposta sprezzante: Ken non si era scomposto minimamente, steso sul divano a giocare con la Nintendo come faceva di solito.
"Non dovremo andare a cercarla" domandò lui, aggiustandosi gli occhiali con la punta delle dita in un movimento oramai automatico. Ken ci mise qualche secondo a rispondere.
"Conosce la strada, può tornare benissimo da sola" tagliò corto.
"È questo il punto" obbiettò Chikusa "Non torna."
Ken smise di muovere le dita sulla console: Chrome era sempre tornata, anche quando la lasciavano indietro per un motivo o per un altro. Lei tornava, sempre. Dopotutto, dove altro avrebbe potuto andare? Con chi altro avrebbe potuto essere? Rokudo l'aveva affidata a loro: loro dovevano badare a lei per quanto seccante fosse, e lei doveva stare con loro così che potessero interagire con Rokudo.
Non potevano allontanarsi gli uni dagli altri per troppo tempo, questo era un dato di fatto.
Eppure erano quasi tre giorni che la ragazza non si faceva viva. Era scomparsa all'improvviso, senza dire niente a nessuno e senza che nessuno se ne accorgesse, e non era più tornata. Tre giorni potevano sembrare pochi... ma per loro erano tanti.
"Meglio così, una seccatura in meno" sbottò infine il biondo.
Chikusa sospirò. "Mukuro-sama non ne sarà contento" commentò.
"Se le fosse successo qualcosa Mukuro-san lo saprebbe" lo interruppe l'altro "Non vedo perché ti preoccupi tanto."
Chikusa sospirò un "Non capisco proprio quale sia il tuo problema" prima di uscire dalla stanza.
Nessuno fiatò più.


Ken iniziava seriamente a credere che ci fosse qualcosa che non andava in quella marmocchia. Qualcosa di grosso.
Ringhiò impercettibilmente mentre passava in rassegna tutte le stanze del Kokuyo, con la voglia di prendere a calci qualcosa sempre più viva dentro di lui: perché era normale sparire per giorni, tornare per poche ore e poi sparire nuovamente!
Ma quello era troppo! Acosto di essere sgridato da Rokudo gliene avrebbe cantate quattro quando sarebbe tornata.
Sempre che fosse tornata.
Sospirò, lasciandosi cadere sul divano della sala cinema con uno sbuffo, alzando poi gli occhi verso il soffitto dove un foro circolare faceva bella mostra di sé. Avevano capito fin da subito che c'era qualcosa che non andava, a partire da quando Chrome era tornata, due notti prima, in lacrime. Calmarla era stata dura, continuava a mormorare cose come "Non voglio" e "Non ne posso più" e sembrava che Rokudo o non volesse entrare in contatto con lei o non potesse.
Poi c'era stato l'incontro con la Famiglia Vongola al completo, il giorno prima, e la successiva sparizione dell'intero edificio di Kokuyo. Cosa fosse successo restava ancora un mistero per loro, però era stato un sollievo scoprire che Chrome (non si sa come, quando o perché) fosse tornata quella di prima.
Già... poi si erano svegliati quella mattina e avevano scoperto che la ragazza era sparita di nuovo. Tutto ciò che era rimasto era quel buco nella parete, sicuramente causato da uno dei Vongola per chissà quale assurdo motivo.
Stavano succedendo cose strane da un pò di tempo a quella parte e non si poteva dire che non fossero abbastanza intelligenti per capire che Tsuna e la sua compagnia di squinternati fossero coinvolti in qualcosa di grosso. A rafforzare quella teoria vi era il fatto che, a quanto avevano scoperto, anche alcuni di loro erano spariti nei giorni precedenti facendo parlare molto Namimori: il caso degli "studenti scomparsi" era ancora un mistero sebbene, al loro ritorno, avevano raccontato di essersi persi durante un pic-nic.
Si, come no!
Non si sarebbero stupiti affatto di scoprire che i componenti della Famiglia Vongola fossero spariti di nuovo; se era così allora stavano per forza affrontando qualcosa riguardante la Mafia, altrimenti perché portarsi via tutti i Guardiani?
E perché radunare tutti gli Arcobaleno lì, la sera prima?
Infine, l'ultimo pezzo del puzzle: il ragazzo che avevano visto uscire furtivamente da Kokuyo, prima della prima sparizione di Chrome. Uno strano ragazzino delle superiori, con i capelli rossi e gli occhiali che portava con sé un borsa blu dall'aria losca. Adesso che ci pensava, quel tizio poteva benissimo essere coinvolto in tutta quella storia se non fosse che non lo avessero mai visto in compagnia dei Vongola.
Forse si trovava lì per caso o per curiosità.
Si prese la testa tra le mani, con un lamento: troppi pensieri complicati, troppe domande e troppi buchi... letteralmente! Gli sarebbe scoppiato il cervello prima di poter anche solo arrivare ad una soluzione. Si abbandonò sul divano con un sospiro, lasciandosi avvolgere dal silenzio.


Era pomeriggio inoltrato. Il silenzio copriva ogni angolo della sede, rotto solo dallo sgranocchiare continuo proveniente dalla sala cinema: Ken stava sfogando la sua frustrazione sulle patatine, squartandole senza pietà.
"Ken."
"Cosa?!"
"Mastica in silenzio."
"Sono incazzato!"
"Incazzati in silenzio, allora."
"Si può sapere cosa significa questa storia? Crede di poter fare quello che le pare?!"
Chikusa sospirò: "Tonererà, calmati."
"Ma non è questo il punto!" sbraitò lui "Può anche non tornare per quel che mi interessa, mi da semplicemente fastidio il suo comportamento menefreghista!"
"Ken..."
"Potremmo anche avere la grazia di essere informati, eh!"
"Ken...!"
Fu in quell'istante che successe: un terremoto fece tremare l'edificio, mettendoli in allerta; pochi secondi dopo un fascio di luce attraversò il soffitto e Chrome apparve rimbalzando sul divano, stupita, sotto lo sguardo basito di entrambi.
La ragazza si guardò brevemente intorno, come se cercasse qualcosa.
"Oh. Quanto tempo sono stata via?" domandò, con naturalezza, rivolta ad entrambi.
Chikusa la fissò in silenzio, a bocca semiaperta; Ken boccheggiò qualche istante poi sbatté le palpebre. "Ripensandoci... non lo voglio sapere" ammise, sotto lo sguardo interrogativo della ragazza.
E forse era meglio così.
   
 
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