Note: La storia è ambientata nel
periodo dell'Arco del Futuro: dal primo viaggio nel tempo, alle Prove per
l'eredità e il ritorno.
Lo dedico alla mia Onee-chan, che oggi compie gli anni.
Enjoy!❤
C'era più silenzio del solito alla vecchia sede della Kokuyo. Non che di
solito ci fosse chissà quale baccano, ma oramai anche quei rari scambi di
battute che si potevano udire di tanto in tanto per i corridoi deserti si
erano affievoliti divenendo semplici parole smozzicate qua e là. E ciò
iniziava a risultare parecchio pesante.
"Non è ancora tornata" mormorò Chikusa. La sua figura longilinea era
poggiata all'ampia vetrata che dava sulle rovine del parco, esattamente sul
cancello d'entrata.
"Lo avevo notato" fu la risposta sprezzante: Ken non si era scomposto
minimamente, steso sul divano a giocare con la Nintendo come faceva di
solito.
"Non dovremo andare a cercarla" domandò lui, aggiustandosi gli occhiali con
la punta delle dita in un movimento oramai automatico. Ken ci mise qualche
secondo a rispondere.
"Conosce la strada, può tornare benissimo da sola" tagliò corto.
"È questo il punto" obbiettò Chikusa "Non torna."
Ken smise di muovere le dita sulla console: Chrome era sempre tornata,
anche quando la lasciavano indietro per un motivo o per un altro. Lei
tornava, sempre. Dopotutto, dove altro avrebbe potuto andare? Con chi altro
avrebbe potuto essere? Rokudo l'aveva affidata a loro: loro dovevano badare
a lei per quanto seccante fosse, e lei doveva stare con loro così che
potessero interagire con Rokudo.
Non potevano allontanarsi gli uni dagli altri per troppo tempo, questo era
un dato di fatto.
Eppure erano quasi tre giorni che la ragazza non si faceva viva. Era
scomparsa all'improvviso, senza dire niente a nessuno e senza che nessuno
se ne accorgesse, e non era più tornata. Tre giorni potevano sembrare
pochi... ma per loro erano tanti.
"Meglio così, una seccatura in meno" sbottò infine il biondo.
Chikusa sospirò. "Mukuro-sama non ne sarà contento" commentò.
"Se le fosse successo qualcosa Mukuro-san lo saprebbe" lo interruppe
l'altro "Non vedo perché ti preoccupi tanto."
Chikusa sospirò un "Non capisco proprio quale sia il tuo problema" prima di
uscire dalla stanza.
Nessuno fiatò più.
Ken iniziava seriamente a credere che ci fosse qualcosa che non andava in
quella marmocchia. Qualcosa di grosso.
Ringhiò impercettibilmente mentre passava in rassegna tutte le stanze del
Kokuyo, con la voglia di prendere a calci qualcosa sempre più viva dentro
di lui: perché era normale sparire per giorni, tornare per poche ore e poi
sparire nuovamente!
Ma quello era troppo! Acosto di essere sgridato da Rokudo gliene avrebbe
cantate quattro quando sarebbe tornata.
Sempre che fosse tornata.
Sospirò, lasciandosi cadere sul divano della sala cinema con uno sbuffo,
alzando poi gli occhi verso il soffitto dove un foro circolare faceva bella
mostra di sé. Avevano capito fin da subito che c'era qualcosa che non
andava, a partire da quando Chrome era tornata, due notti prima, in
lacrime. Calmarla era stata dura, continuava a mormorare cose come "Non
voglio" e "Non ne posso più" e sembrava che Rokudo o non volesse entrare in
contatto con lei o non potesse.
Poi c'era stato l'incontro con la Famiglia Vongola al completo, il giorno
prima, e la successiva sparizione dell'intero edificio di Kokuyo. Cosa
fosse successo restava ancora un mistero per loro, però era stato un
sollievo scoprire che Chrome (non si sa come, quando o perché) fosse
tornata quella di prima.
Già... poi si erano svegliati quella mattina e avevano scoperto che la
ragazza era sparita di nuovo. Tutto ciò che era rimasto era quel buco nella
parete, sicuramente causato da uno dei Vongola per chissà quale assurdo
motivo.
Stavano succedendo cose strane da un pò di tempo a quella parte e non si
poteva dire che non fossero abbastanza intelligenti per capire che Tsuna e
la sua compagnia di squinternati fossero coinvolti in qualcosa di grosso. A
rafforzare quella teoria vi era il fatto che, a quanto avevano scoperto,
anche alcuni di loro erano spariti nei giorni precedenti facendo parlare
molto Namimori: il caso degli "studenti scomparsi" era ancora un mistero
sebbene, al loro ritorno, avevano raccontato di essersi persi durante un
pic-nic.
Si, come no!
Non si sarebbero stupiti affatto di scoprire che i componenti della
Famiglia Vongola fossero spariti di nuovo; se era così allora stavano per
forza affrontando qualcosa riguardante la Mafia, altrimenti perché portarsi
via tutti i Guardiani?
E perché radunare tutti gli Arcobaleno lì, la sera prima?
Infine, l'ultimo pezzo del puzzle: il ragazzo che avevano visto uscire
furtivamente da Kokuyo, prima della prima sparizione di Chrome. Uno strano
ragazzino delle superiori, con i capelli rossi e gli occhiali che portava
con sé un borsa blu dall'aria losca. Adesso che ci pensava, quel tizio
poteva benissimo essere coinvolto in tutta quella storia se non fosse che
non lo avessero mai visto in compagnia dei Vongola.
Forse si trovava lì per caso o per curiosità.
Si prese la testa tra le mani, con un lamento: troppi pensieri complicati,
troppe domande e troppi buchi... letteralmente! Gli
sarebbe scoppiato il cervello prima di poter anche solo arrivare ad una
soluzione. Si abbandonò sul divano con un sospiro, lasciandosi avvolgere
dal silenzio.
Era pomeriggio inoltrato. Il silenzio copriva ogni angolo della sede, rotto
solo dallo sgranocchiare continuo proveniente dalla sala cinema: Ken stava
sfogando la sua frustrazione sulle patatine, squartandole senza pietà.
"Ken."
"Cosa?!"
"Mastica in silenzio."
"Sono incazzato!"
"Incazzati in silenzio, allora."
"Si può sapere cosa significa questa storia? Crede di poter fare quello che
le pare?!"
Chikusa sospirò: "Tonererà, calmati."
"Ma non è questo il punto!" sbraitò lui "Può anche non tornare per quel che
mi interessa, mi da semplicemente fastidio il suo comportamento
menefreghista!"
"Ken..."
"Potremmo anche avere la grazia di essere informati, eh!"
"Ken...!"
Fu in quell'istante che successe: un terremoto fece tremare l'edificio,
mettendoli in allerta; pochi secondi dopo un fascio di luce attraversò il
soffitto e Chrome apparve rimbalzando sul divano, stupita, sotto lo sguardo
basito di entrambi.
La ragazza si guardò brevemente intorno, come se cercasse qualcosa.
"Oh. Quanto tempo sono stata via?" domandò, con naturalezza, rivolta ad
entrambi.
Chikusa la fissò in silenzio, a bocca semiaperta; Ken boccheggiò qualche
istante poi sbatté le palpebre. "Ripensandoci... non lo voglio sapere"
ammise, sotto lo sguardo interrogativo della ragazza.
E forse era meglio così.