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Autore: _Akimi    07/11/2017    4 recensioni
[Russia - Centenario della rivoluzione 1917-2017]
"San Pietroburgo è sporca un po’ ovunque, non di quel genere di rifiuti di cui ci si può sbarazzare responsabilmente.
No, San Pietroburgo è macchiata di sangue, di sofferenze, e nasconde nella terra ossa e scheletri senza nome.
Eppure è bellissima - sì, ecco come la vede Ivan: è sublime nel suo dolore, ammaliatrice nella sua eleganza e incantevole con il passare dei secoli."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bandiera Rossa

San Pietroburgo, 7 Novembre 2017

Un altro scatto, un sorriso in miniatura sullo schermo di chissà quale ultimo modello di smartphone e infine un piccolo ringraziamento - in inglese, solitamente.
Un biascicato Thank you per mostrarsi cortesi, e i turisti nemmeno si accorgono di avere davanti ai loro occhi una delle più grandi nazioni al mondo.
Sì, avete ragione, forse Russia ci mette del suo, avvolgendosi nella sua lunga sciarpa e vagabondando nella piazza come un bimbo alla scoperta di un mondo sconosciuto, ma l’atmosfera a Mosca negli ultimi mesi si è fatta greve e non sopporta più i lunghi silenzi del suo presidente.
Non vuole essere Russia, almeno per un giorno, anche se oggi non è un 7 novembre qualsiasi e vi sono così tanti ricordi nella sua mente che si spingono tra di loro per tormentarlo, per riportare alla luce eventi di cento anni fa.
Lui li combatte, almeno tenta di imprigionarli nella parte più remota della sua testa, ma poi è il cuore a ribattere; lo sente pulsare più velocemente non appena alza lo sguardo, rimanendo folgorato da tanta spietata bellezza.

San Pietroburgo è sporca un po’ ovunque, non di quel genere di rifiuti di cui ci si può sbarazzare responsabilmente.
No, San Pietroburgo è macchiata di sangue, di sofferenze, e nasconde nella terra ossa e scheletri senza nome.
Eppure è bellissima - sì, ecco come la vede Ivan: è sublime nel suo dolore, ammaliatrice nella sua eleganza e incantevole con il passare dei secoli.
È una città che lo ha sempre portato a combattere con i propri demoni, ma in ogni sua strada e piazza riconosce parti di sé stesso che diverse forze politiche nel tempo hanno cercato di fargli dimenticare.
Nella Neva trova il riflesso degli anni passati: riconosce le divise imperiali e lo sfarzo delle feste di palazzo; rivive il sacrificio della Domenica di Sangue e riecheggiano in lui infuocate parole di un lontano Aprile.
Ed è in quel momento, alzando gli occhi lucidi sulla facciata del Palazzo d’Inverno, che Ivan sente di aver ospitato nella propria patria uno degli eventi più grandi della storia dell’umanità.
Il solo pensiero lo fa diventare piccolo e impotente; è intimorito nel percepire su di sé sguardi di fantasmi di quel passato che, ormai senza meta, si fermano a guardarlo nel centro della piazza.
Lenin che lo saluta sistemandosi sulla testa il suo berretto, Trockij inforca la montatura dei suoi occhiali e sul suo viso non scompare la sua solita espressione severa.
Attorno a loro tutte le altre figure che Ivan trova ancora familiari: uno sfuggente Kerenskij, gli insoddisfatti Zinov’ev e Kamenev e i lineamenti rigidi dell’Uomo d’Acciaio.

E Ivan pensa a quello che ha perso, dopo quella rivoluzione; i tempi erano cambiati in fretta e insieme ai lussuosi balli assieme a lo zar Nicola, ricorda i corpi inermi della famiglia a Ekaterinburg.
Però di quella violenza rimembra anche le glorie che lo hanno reso fiero del proprio paese, dei valori forse ingenui della rivoluzione, dell’uguaglianza e del grido di forze troppo a lungo soppresse.
Ripensa alla rivoluzione, sì, e all’esempio che ha dato al mondo, di quelle idee universali che - ormai è certo - vanno oltre al tempo e allo spazio.
Si pente di molti suoi silenzi e disattenzioni, di quelle volte che si allontanato troppo a lungo dal suo popolo; ma dopo un lungo secolo di storia, ha la forza di affermare:
 
Io ero Russia in quel momento, io c’ero ed ero nel cuore di ogni piccolo, grande rivoluzionario.

 
 
Note:
-San Pietroburgo: città che è stata teatro della Rivoluzione d'Ottobre, il 7 novembre 1917 i rivoluzionari occupano il Palazzo d'Inverno dove i ministri del governo provvisorio si arrendono senza spargimenti di sangue
La città è stata fondata nel 1703 ed è legata al mito di città "maledetta" per due motivi principali: il primo perché è simbolo delle riforme europizzanti volute da Pietro I e secondo, perché nel bonificare e nel lavorare alla costruzione molti lavoratori sono morti.
-Domenica di sangue: Uno degli eventi fondamentali della rivoluzione del 1905, una manifestazione pacifica venne organizzata da Pope Gabon davanti al Palazzo d'Inverno, lo zar rispose facendo uccidere i manifestanti dalle guardi reali.
-lontano Aprile: Lenin ritorna dopo il suo esilio in Russia con le sue "Tesi d'Aprile."
-Zinov'ev/Kamenev: A novembre 1917, Zinov'ev e Kamenev erano contrario ad una rivolta armata, ma attraverso una votazione dei Soviet furono la minoranza e quindi l'attacco venne organizzato.
-L'uomo d'Acciaio: Stalin
Ekaterinburg: L'anno successivo viene sterminata interamente la famiglia dello zar Nicola II (lui aveva abdicato nel marzo del 1917) ad Ekaterinburg; da lì è nata la leggenda della principessa Anastasia.

 
  
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