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Autore: Texta    07/11/2017    1 recensioni
Oneshot su una delle mie coppie preferite dal cartone Steven Universe, la Jaspis (Jasper e Lapislazzuli), ispirata da una delle mie canzoni preferite, "Love will tear us apart" dei Joy Division (1980), e ambientata durante il periodo di prigionia sottomarina delle due gemme.
Dedicata alla Luna della mia vita @Spiritromba.
Durante la lettura, consiglio l'ascolto della canzone, dopo la lettura, consiglio la lettura del testo della canzone, che ho indirettamente citato nella storia in più occasioni
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Jasper/Diaspro, Lapis Lazuli/Lapislazzuli
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le onde si infrangevano calme sulla spiaggia, i gabbiani strillavano, le famiglie giocavano a racchettoni sulla spiaggia e Beach City si stava godendo una meravigliosa giornata di sole. Nessuno degli ignari bagnanti aveva la più pallida idea della tempesta in corso migliaia di metri sotto i loro piedi.
Infatti, sul fondo dell'oceano, Jasper e Lapislazzuli continuavano la loro convivenza forzata, iniziata ormai un mese addietro. 
Jasper era, come sempre, di cattivo umore e faceva la stessa cosa che faceva tutti i giorni: cercava di liberarsi dalle catene imposte da Lapis con tutte le sue forze, grugnendo e borbottando quelli che probabilmente erano insulti verso la gemma vestita di blu. Lapis, al contrario, appariva ancora più calma del solito: non faceva assolutamente nessun movimento, né per fermare, né per assecondare la forzuta soldatessa e i relativi strattoni che sentiva tra le mani appoggiate sulla catena, collegata alle manette di Jasper. 
La catena era stata forgiata da Lapis stessa quando aveva deciso di usare i propri poteri idrocinetici per tenere a bada il pericolo rappresentato dalla massiccia gemma che ora si trovava dietro di lei, ma che all'epoca era fusa con lei in Malachite. Ricordare Malachite provocava in Lapis sensazioni contrastanti: la sua parte razionale le aveva spiegato più volte che fondersi con il quarzo era stato un gesto sgradevole, ma necessario per il bene dei suoi amici, in quanto, se non fosse stata ingannata, Jasper avrebbe continuato a ferire Steven e le altre Crystal Gems, che non erano riuscite a sconfiggerla; quella fusione era stato il gesto più altruistico che ci si potesse aspettare da una come lei, con cui le aspettative di buone azioni erano sempre molto basse. 
Però, a dirla tutta, non era la parte razionale a decidere, quando si trattava di fusione: il legame fra le gemme che intendono fondersi dev'essere sincero e veritiero affinché la danza funzioni. Ricordava ancora la sensazione delle braccia forti del quarzo che le prendevano la mano, e la facevano girare con una dolcezza inaspettata da una gemma così consumata dalla rabbia; mentre compiva quei piccoli giri guardava la gemma sul naso della sua compagna di fusione illuminarsi, e ricordò di aver pensato, almeno per un istante, che quei colori, nonostante il ghigno malefico sulla bocca di Jasper, iluminassero la faccia della gemma di una tonalità meravigliosa. 
Ma ora, quegli istanti non si sarebbero mai più ripetuti, e la routine della prigionia ormai aveva morso entrambe come una serpe, il cui veleno le consumava giorno dopo giorno. Malachite non avrebbe mai più rivisto la luce, ormai Jasper e Lapis avevano preso strade diverse, e, nonostante fossero insieme, a pochi metri l'una dall'altra, ventiquattr'ore al giorno, le loro emozioni non crescevano né cambiavano, come una pianta che prende troppo poco sole. 
Lapis interruppe per un attimo il flusso dei suoi pensieri, accorgendosi che gli strattoni alla catena erano improvvisamente cessati. 
Infatti, Jasper si era ormai stancata di tentare, soprattutto dopo i pensieri che le erano spuntati in mente negli ultimi minuti. 
Ignaro del fatto che Lapis stesse pensando lo stesso, anche il quarzo si era infatti ritrovato a rimuginare su Malachite, quella creatura così perfetta che lei e Lapis avevano creato soltanto un mese prima. Non era affatto la prima volta in cui pensava alla loro fusione, in realtà lo faceva praticamente ogni notte, quando, con Lapis già addormentata, piangeva in silenzio, nel sonno, tormentata dai ricordi, che mettevano a nudo i suoi fallimenti come soldato fedele all'Homeworld: farsi ingannare così, come un Rubino da quattro soldi? Come aveva fatto ad abbassare la guardia così facilmente, anni di addestramento non le avevano insegnato nulla? Ricordava ancora le urla della sua prima insegnante riguardo all'esigenza, per un perfetto soldato, di avere un cuore di pietra e di non lasciarsi distrarre da nulla. 
Chissà come avrebbe reagito l'istruttrice se avesse saputo che quella che una volta era la sua allieva migliore si era lasciata andare alla follia della fusione, per di più con una gemma che conosceva appena...
In quei momenti, però, era come se l'addestramento e l'istruttrice non fossero mai esistiti. 
Mentre faceva volteggiare l'esile gemma coi capelli blu, infatti, ogni suo ricordo non aveva spazio nella sua mente; esisteva soltanto lei, le ossa che riusciva a sentire sotto i polsi magari mentre le teneva le mani, il gentile solletico del fiocco sul retro del suo abito, e lo scintillio dei suoi occhi, dove non aveva visto traccia del doloroso inganno che avrebbe subito di lì a poco: aveva visto una luce viva, che l'aveva fatta volare in alto nell'aria, lontano da quel campo di battaglia, e l'aveva fatta sentire leggera e senza peso, una sensazione mai provata prima. 
Ma l'unica cosa nell'aria, ora, era il risentimento, come aveva capito già da tempo la soldatessa, che, ormai consumata da esso, lasciò la catena con un grugnito e, mettendosi a sedere sulla sabbia del fondo, su cui prima stava in piedi, iniziò a fissare la sua carceriera e compagna di prigionia.
Lapis fluttuava nell'acqua un paio di metri sopra di lei, con la gonna che, in preda alle correnti, si muoveva impetuosa, simile alle vele di una nave. Lo stesso movimento toccava al fiocco, che Jasper riusciva a vedere, visto che l'altra le dava le spalle. Ricordava ancora la sensazione che l'aveva travolta mentre la teneva in mano, perché le spalle di Lapis erano così piccole e sottili che entravano in una sola delle sue enormi mani; e, se si concentrava a sufficienza, poteva percepire la gemma blu incastonata in mezzo alle sue scapole, e la sua assenza di rugosità, piacevole al tatto. 
Sentendo lo sguardo del quarzo su di lei, la gemma blu si girò, e scese galleggiando nell'acqua, simile ad un angelo, fino ad incontrare lo sguardo della soldatessa, uno sguardo dove, in mezzo ad un velo di tristezza, quasi coperta, poteva ancora vedere l'attrazione che, in quei magici momenti come Malachite, le aveva legate. 
E che, nonostante tutto, nei meandri del loro cuore, c'era ancora.
Intuendo dallo sguardo della esile gemma i suoi pensieri, e realizzando che, tanto quanto i suoi, erano rivolti al tempo trascorso fuse insieme, Jasper, dopo molto tempo passato solo fra grugniti e imprecazioni a denti stretti, parlò, e le parole sgorgarono come se fossero state rinchiuse per anni. Riferendosi a Malachite, chiese: 
"Qualcosa di così perfetto non poteva funzionare più, vero?".
Lapislazzuli resse il suo sguardo, e lentamente posò una mano tra il mento e il collo di Jasper, che poté sentire di nuovo il tocco leggero e incerto di quelle dita. 
Senza scomporsi, la gemma dagli occhi blu avvicinò le proprie labbra sottili e azzurre alle labbra carnose e arancioni di Jasper, fino a toccarle. Chiusero entrambe gli occhi, ma fu un bacio rubato e veloce quanto la loro passione.
Staccandosi dal quarzo, Lapis, con uno sguardo sia dolce che freddo, guardò Jasper, prima di abbassarsi e incastrare l'estremità delle catene nella sabbia, fino in profondità, in modo che la prigioniera non si potesse liberare. 
Lanciandole un ultimo sguardo penetrante, Lapislazzuli lasciò a Jasper un ultimo monito: 
"Non saranno le catene, è l'amore che ci lacererà definitamente".
Jasper si ritrovò a fissare la gonna di Lapis fluttuare sempre più in alto, fino a vederla volare fuori dall'acqua, chiedendosi se il gusto provato sulle labbra della gemma durante il bacio fosse quello della disperazione.
   
 
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