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Autore: MonicaX1974    09/11/2017    0 recensioni
Raccolta di storie brevi che parlano d'amore ispirate ad una canzone.
Potete trovare la raccolta completa su Wattpad, intitolata Decibel
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Questa riunione è stata un inferno. Non credo di essere mai uscito da questa sala conferenze così nervoso come lo sono oggi. Avrei voluto prendere tutti i fogli che la segretaria dell'amministratore delegato aveva messo davanti ad ognuno di noi, e strapparli in faccia a quell'idiota di Jeff dell'ufficio marketing, ma probabilmente avrei trovato più soddisfazione se glieli avessi infilati in qualche posto nascosto. Oggi era più indisponente del solito.

Cammino dritto verso la mia meta, ignorando Jeff, almeno credo si chiami così, che mi sta chiamando con insistenza da quando ci siamo alzati da quelle scomodissime sedie, e sono talmente veloce che quasi non vado a sbattere contro qualcuno che sta uscendo proprio dal mio ufficio nel quale non vedo l'ora di rifugiarmi.

"Oddio, scusami!" Ogni sentimento di rabbia e di odio scivola via quando riconosco la sua voce e la vedo proprio a pochi centimetri da me. Succede sempre.

"Non fa niente Kate, mi stavi cercando?" Quando lei mi è vicina, riesce a farmi stare bene, basta la sua sola presenza. 

E anche questo succede sempre.

"In realtà ero qui perché ti ho preso quelle." Si volta e indica la mia scrivania sulla quale troneggia un vassoio con due croissant dall'aspetto squisito. Sono sicuro che siano le mie preferite, mi conosce troppo bene.

"Sei per caso passata dalla sala riunioni?" Le sorrido per farle capire la mia gratitudine, perché so che se mi ha comprato quei croissant lei era a conoscenza del fatto che io ne avessi assoluto bisogno.

"Già, e ho notato che tirava una brutta aria. Ho pensato che un paio di croissant ti avrebbero tirato su di morale." Mi sorride quando sta ormai per lasciare il mio ufficio senza nemmeno aspettare una risposta da parte mia. Non è un gesto insolito da parte sua, ma ogni volta che fa qualcosa per me come questa che ha fatto oggi, resto sempre sbalordito e mi lascia senza parole, perché lei sa sempre.

"Grazie Kate." Le dico anche se lei non può più sentirmi ormai.

Credo di non aver mai trovato un'amica migliore di lei. C'è sempre per me, in ogni momento. Sa sempre quando sono giù di morale, mi capisce al volo, le basta anche solo il tono di voce leggermente diverso, che ha già capito se c'è qualcosa che non va o se è tutto a posto. Non mi nega mai il suo aiuto o la sua presenza. Sa ascoltare se ho bisogno di parlare, e sa restare in silenzio quando non ne ho voglia. Sa ridere, ed insieme ridiamo davvero tanto. Kate è straordinaria.

"Brant, ma mi senti quando ti parlo?" Jeff, sempre se si chiama Jeff, entra con la sua solita strafottenza senza aver nemmeno bussato.

"Non ti avevo sentito Jeff." Lo vedo con la coda dell'occhio alzare gli occhi al cielo, ma non m'importa. La mia attenzione adesso è tutta per quei due croissant spolverati di zucchero a velo che mi stanno aspettando in mezzo a scartoffie e contratti.

"Quando imparerai che mi chiamo Joseph!" Possibile che non ha ancora capito che non ho problemi ad imparare i nomi, è che proprio non m'importa di imparare il suo.

"Beh, volevi qualcosa?" Mi siedo, iniziando a pregustare quel croissant. Quando se ne va Jeff?

"Sì, hai dimenticato questi in sala riunioni." Mi porge dei fogli ai quali presto la minima attenzione, quella poca che riesco a dedicargli in questo momento perché sono completamente concentrato sui croissant, gli sorrido più falsamente che posso e lo guardo uscire dal mio ufficio con un'aria decisamente contrariata, ma ancora non m'importa perché quando affondo i denti in quella bontà tutto scompare e resta solo Kate nei miei pensieri.

Nell'ultimo periodo abbiamo avuto molte più occasioni per stare insieme, o forse sono io che l'ho cercata più del solito. Il fatto è che l'ho vista un po' triste ultimamente, e anche se non me ne ha parlato, sono sicuro che ci sia qualcosa che non va, forse è a causa di Jason, ma non posso esserne sicuro dato che lei non me ne parla. Sto cercando di farla distrarre, mi sto impegnando in tutti i modi per riuscire a ricambiare la sua amicizia, ma mi sembra di non fare abbastanza perché ogni volta che il sorriso scompare dal suo viso mi sento decisamente in difetto nei suoi confronti.

"Dio, che stupido!" Dico a voce alta. Improvvisamente penso che mi ha portato due croissant, non uno, ma due, avrei dovuto dirle di stare qui con me e mangiarlo insieme mentre avremmo criticato quell'idiota di Jeff.

Poso a malincuore la mia brioches sul piccolo vassoio, mi pulisco con il tovagliolino che Kate non ha dimenticato di lasciarmi, ed esco dal mio ufficio, avviandomi verso la sua scrivania dove la trovo concentrata a lavorare davanti al monitor del suo computer.

"Ciao Brant." La voce di Megan attira come sempre l'attenzione di tutti i presenti nel piccolo open space, anche quella di Kate che alza subito il viso verso di me.

"Ciao Megan." Mi posiziono davanti alla scrivania di Kate e saluto anche lei. "Ciao Kate, potresti venire un attimo nel mio ufficio?" Sono uscito con Megan un paio di giorni fa, ma le voci di una storia tra me e Kate non si sono mai placate. Non riesco e non voglio stare lontano da lei, e i nostri colleghi si sono fatti le loro teorie su di noi. Teorie sbagliate, ovviamente, io e Kate siamo ottimi amici niente di più anche se le persone continuano a credere il contrario, ma non m'importa nemmeno di questo.

"Ok." E, mentre lei si alza per seguirmi, non posso evitare di guardare ancora una volta Megan. Le ho messo gli occhi addosso da quando ho iniziato a lavorare qui, e riuscire ad uscire con lei è stata un'impresa. Sono sicuro che non ci sarei mai riuscito senza l'aiuto di Kate.

Kate e Megan sono in buoni rapporti, e ha dovuto darmi più di una dritta perché riuscissi a convincere Megan ad uscire con me. Devo dire che fisicamente sono simili, occhi scuri e capelli scuri e lunghi, ma il loro stile è completamente diverso. Kate è semplice, ma non per questo poco curata o banale, mentre Megan è decisamente appariscente e non puoi non notarla quando entri in una stanza.

Arrivati nel mio ufficio, mi sposto per farla entrare, le indico la sedia, poi chiudo la porta alle nostre spalle. Le chiacchiere su di noi aumenteranno ora. Ma, come sempre, non m'importa. Non m'importa nemmeno se queste voci arriveranno a Jason, quello che è il suo fidanzato da troppo tempo.

Gliel'ha regalato lui l'anello che lei porta al suo anulare sinistro, lo stesso anello che indossava già quando l'ho conosciuta. Kate ha sempre avuto solo splendide parole per quello che sembra essere il fidanzato perfetto, almeno sulla carta. Anche la maglia che indossa oggi gliel'ha regalata lui, una maglia che non mi piace per niente, ma lei la indossa spesso.

"Che succede? Problemi con Megan?" Mi osserva con attenzione ed io sorrido mentre scuoto la testa. Probabilmente crede che io l'abbia chiamata per avere qualche altro consiglio.

"No, nessun problema, ma non potevo mangiare da solo." Allungo il vassoio verso di lei che adesso sorride mentre prende un croissant con un tovagliolo.

"Potevi chiamare Megan." Ma già sta addentando anche lei quella meravigliosa brioche.

Le compra al bar dall'altro lato della strada rispetto a dove lavoriamo noi. Un paio di mesi fa abbiamo fatto colazione lì per la prima volta e quando le ho detto che non avevo mai mangiato croissant più buoni di quelli, mi ha promesso che ad ogni momento negativo avrebbe sempre corrisposto l'acquisto di una di quelle brioche. Dev'essere scesa a comprarli ripensando a quella promessa.

"Sai che non avrebbe accettato. La linea, e bla bla bla, e poi è con te che volevo condividerla." A volte ho sentimenti contrastanti per Kate, ma durano non più di un attimo. Lei è la mia migliore amica, la migliore di sempre, e non farò niente per rovinare quest'amicizia. Niente. "Ma, a proposito di Megan. Ti ha raccontato niente dell'altra sera?" Ho portato Megan a ballare proprio dove Kate mi aveva suggerito. Mi è sembrato che le cose siano andate bene, dopotutto la serata è finita nel suo appartamento, ma sentirne la conferma da Kate è sempre bene per me.

"Sto odiando questo lunedì mattina perché non ha parlato d'altro da quando ha preso posto alla sua scrivania. Devi aver fatto decisamente colpo." Sembra contenta per me, e non so perché la cosa mi provoca un certo fastidio.

"E tu? Che hai fatto sabato sera?" Non sono tornato a casa sabato sera, sono rimasto da Megan e non sono sicuro di volere che Kate lo sappia, ma probabilmente lo saprà. Non l'ho chiamata come faccio quasi ogni domenica, e non le ho nemmeno scritto dato che sono stato preso da Megan tutto il giorno.

"Sono uscita con Jason." Il suo tono di voce non mi piace per niente.

"Va tutto bene tra te e Jason?" Mi fa cenno di sì con la testa mentre mastica l'ultimo boccone del croissant, ma la sua espressione dice decisamente il contrario e, inspiegabilmente, mi sento in colpa per come ho passato il mio week end, e per non averla chiamata. "Perché mi stai mentendo Kate?" Il mio croissant è finito in due bocconi e ora osservo lei che si sta passando il tovagliolo sulle labbra per pulirsi dallo zucchero a velo. Ma perché diamine sto osservando le sue labbra?

"Non ti sto mentendo, va tutto bene, sono solo stanca. Stanotte non ho dormito un granché, sono andata a dormire con il mal di testa, ero convinta che mi passasse e invece ho dovuto alzarmi per prendere un analgesico, ma poi non sono più riuscita ad addormentarmi." So che sono bugie, ma non posso insistere adesso.

"Ok... Senti, stasera devo passare a ritirare gli occhiali da sole, sai quelli a cui si era rotta la stanghetta?" Sta ridendo perché sono sicuro che si sta ricordando perfettamente la scena. "Kate stai forse ridendo?"

"No. Perché?" Non posso trattenermi e rido anch'io. Adoro vederla ridere.

"Forse perché hai una vaga idea del come mai si siano rotti gli occhiali?" Le chiedo, ma lei continua a sorridere.

"Sì, ma solo vaga." Si alza, mette il tovagliolo sul vassoio poi si volta e fa per andarsene, ma la fermo quando è ormai sulla porta.

"Esco alle sei e passo a ritirarli, vieni con me?" Perché gliel'ho chiesto? Perché sono un egoista, la voglio con me, so che mi dirà di sì qualunque impegno abbia, e non m'importa se lei ha da fare qualcosa.

"Sì." Mi sorride ancora ed esce chiudendo poi la porta.

Resto per un attimo fermo, seduto su questa sedia a ricordarmi di quando quegli occhiali si sono rotti.

Un pomeriggio di due settimane fa ero da solo a casa, avevo voglia di vederla, e le ho scritto chiedendole se poteva accompagnarmi a comprare il lampadario nuovo per il bagno. Che scusa del cazzo, ma ha funzionato. Kate mi ha detto sì. A dire la verità me lo dice sempre. Jason-fidanzato-perfetto mi odierà, ma chi se ne importa.

Passo a prenderla, e andiamo a fare un pallosissimo giro all'Ikea, Kate ha voluto andare lì e oltre al mio indispensabile lampadario per il bagno, lei ha pensato di comprare un migliaio di utilissime cose per casa sua riempiendo la macchina di sacchetti. Alla fine, il giro che credevo si rivelasse pallosissimo solo perché eravamo all'Ikea, è stato una gran bel pomeriggio, soprattutto quando ho iniziato a prenderla in giro per le sue assurde compere e vederla ridere con me era tutto quello di cui avevo bisogno per sapere che per lei ero un buon amico. Quell'amico che ti fa stare bene quando sa che ne hai bisogno, e lei ne ha indubbiamente bisogno anche se non vuole ammetterlo.

Ad ogni modo, per aiutarla a caricare i sacchetti in macchina, invece di indossarli, ho posato gli occhiali sul sedile del guidatore e, una volta che abbiamo finito, mentre lei andava a riporre il carrello, io mi sono seduto dimenticando di aver posato gli occhiali sul sedile. Quando ho sentito il crack, ho chiuso gli occhi trattenendo il respiro, ma sapendo benissimo cosa fosse appena successo. Nel momento in cui Kate si è avvicinata all'auto, si era persino preoccupata nel vedermi quell'espressione sul viso, ma quando ho tirato fuori gli occhiali da sotto il mio sedere, e gliel'ho mostrati, non ha smesso di ridere per tutto il tragitto del ritorno.

È stato uno dei pomeriggi più belli che abbiamo passato insieme. Jason come al solito aveva del lavoro da finire e lei era sola. È una cosa che succede troppo spesso nell'ultimo periodo ed io non ho intenzione di lasciarla a deprimersi nel suo appartamento. Lei c'è sempre per me ed io voglio esserci per lei.

Devo rimettermi al lavoro se voglio finire per l'ora di pranzo, ma la vibrazione nella tasca della mia giacca mi distrae dalle mie buone intenzioni. Prendo il cellulare e sorrido. Il telefono è quello di Kate, l'ho preso poco fa quando sono andato alla sua scrivania, così, quando non lo troverà, verrà di nuovo da me per riaverlo. Probabilmente dovrei smettere di alimentare tutte le chiacchiere su me e Kate, ma non m'importa dello stupido gossip che si fa alle macchinette del caffè di questa società.

Non dovrei leggere il messaggio che è appena arrivato sul suo cellulare, ma quando ho letto che il mittente era Jason, non ho potuto evitare di dare una sbirciatina.

Torno presto stasera. Ti ...

È tutto quello che riesco a leggere senza sbloccare il display. Non voglio conoscere il seguito di quello che ha scritto. Poso il telefono sulla scrivania, accanto alla tastiera del computer, e mi metto a lavorare con una strana sensazione allo stomaco, ma non faccio in tempo a capire di cosa di tratta, perché Megan entra nel mio ufficio.

"Disturbo?" Sorride mentre si affaccia dalla porta che dà sul corridoio.

"Entra." Le sorrido a mia volta mentre cammina verso di me su quei tacchi alti che fanno ondeggiare il suo corpo in maniera sinuosa e provocante.

"Stavo andando a prendermi un caffè, ti va di farmi compagnia?" Non dovrei fare questa pausa, sto perdendo troppo tempo stamattina, ma il suo invito sottintende altro, lo capisco dalla sua espressione, e non mi va di dirle di no. In questo momento Megan è la distrazione perfetta.

"Certo che mi va." Mi alzo per raggiungerla e mi ferma quando sono ad un passo da lei posandomi una mano al centro del petto senza mai smettere di guardarmi negli occhi.

"E ti va anche se ci vediamo stasera dopo cena?" Anche in questo caso è assolutamente chiaro quello che vuole, perché è la stessa cosa che voglio io.

"Mi va anche questo." Poi mi bacia facendo risvegliare parti del mio corpo che dovrebbero rimanere innocue e dormienti finché resto in ufficio.

Ci avviamo poi alle macchinette del caffè, e cerco di concentrare i miei pensieri sulla signora Wesley, la segreteria attempata dell'amministratore delegato, per far addormentare di nuovo quella parte di me che dovrebbe dormire. Passiamo davanti a Kate che sta ancora lavorando, e mi sorride quando mi vede insieme a Megan. Credo sia felice per me, mentre io provo uno strano senso di colpa nei suoi confronti. Forse perché io ho tutto quello che voglio e lei invece sembra che stia attraversando un periodo non felice, ma non me ne preoccupo adesso perché sono impegnato a leggere il suo labiale.

Il mio telefono.

Si è accorta che gliel'ho preso prima, e mi sta chiedendo di restituirglielo. Non le ho mai reso facile niente, e non inizierò certo adesso.

Dopo.

Le rispondo allo stesso modo in cui lei mi ha parlato, così che nessuno possa sentire. Non che ci sia qualcosa di male sotto, è solo che il sequestro del suo telefono è una cosa nostra, mia e sua e non voglio che nessuno ne sappia qualcosa.

Kate mi sorride scuotendo la testa, rassegnata ormai al fatto che non la spunterà mai con me. Il suo sorriso è una delle cose più belle della mia giornata, perché quando la vedo sorridere so di aver svolto bene il mio ruolo di amico.

Infilo le monetine nella macchinetta e porgo il primo caffè a Megan, poi ne faccio un altro per me, e non so cos'abbia stamattina, ma mi sta mangiando con gli occhi. Fino a poche settimane fa, ho fatto fare i salti mortali a Kate per riuscire a fare colpo su Megan, ora sembra che non abbia occhi che per me, non che mi dispiaccia, sia chiaro, in realtà la cosa mi piace parecchio, era quello che volevo da quando l'ho conosciuta, è solo che mi devo ancora abituare all'idea che piaccio a lei tanto quanto lei piace a me.

"Possiamo vederci da me? Non ho voglia di uscire e poi..." E poi non riesco più a sentire nient'altro di quello che dice perché l'unica cosa che riesco a fare è ricordare l'altra sera a casa sua e le immagini di noi due nel suo letto annebbiano la mia mente. "Brant?" Megan mi richiama, sventolandomi una mano davanti alla faccia.

"Scusa ero sovrappensiero..." Devo tornare a lavorare o questa giornata non finirà mai. "Ora devo andare, ma ci vediamo dopo." Il vestito che indossa, mi obbliga a mantenere gli occhi su di lei e sul suo corpo. È davvero bella e non sono l'unico a pensarla così qui dentro.

"Grazie per il caffè, ricambierò il favore più tardi." Sorride maliziosa, e si allontana mentre io resto un attimo davanti alla macchinetta del caffè cercando di riprendere padronanza del mio corpo. Quella ragazza accende troppo le mie fantasie.

Lancio poi un'occhiata a Kate quando passo di nuovo davanti alla sua scrivania, ma sembra non notarmi perché è ancora intenta a lavorare, mi dirigo quindi nel mio ufficio e resto sorpreso quando la vedo entrare subito dopo di me, proprio mentre sto per sedermi alla scrivania.

"Il mio telefono." Kate allunga la mano nella mia direzione aspettando che le riconsegni l'oggetto che le ho sequestrato prima. Il suo sorriso mi fa capire una volta di più che questo gioco la diverte, quindi non c'è motivo perché io smetta di farlo.

"Ecco, ti è arrivato un messaggio." Le dico mentre prendo il cellulare dalla scrivania per metterlo nella sua mano ancora tesa verso di me.

Kate sblocca il telefono e legge con attenzione le parole di quell'idiota troppo fortunato.

La logica mi suggerisce che dovrebbe sorridere per aver letto le belle parole del suo impeccabile fidanzato, e il fatto che non lo faccia è un'ulteriore conferma che le cose tra loro non stanno andando affatto bene.

"Leen, è tutto a posto?" Alza lo sguardo su di me, e forza un sorriso che ovviamente fa solo per farmi stare tranquillo.

"Sì, è tutto ok. Ora devo andare." Si gira per tornare alla sua scrivania, ma non voglio lasciarla andare così, non senza rivedere ancora il suo sorriso.

"Kate..." Sta per uscire dal mio ufficio, ma si ferma voltandosi a guardarmi. "...ti aspetto alle sei nel garage." Voglio ricordarle il nostro appuntamento, voglio che sappia che quando le prometto qualcosa la mantengo, voglio rassicurarla che non è sola e che può contare su di me. Sempre.

"D'accordo." Stavolta il suo sorriso è sincero ed io mi sento un po' meglio.

Riprendo a lavorare, riuscendo finalmente a tenere lontane le distrazioni. Non ho potuto nemmeno scendere per fare la pausa pranzo perché dovevo recuperare il tempo perso, ma ovviamente non mi sono preoccupato perché sapevo che Kate non mi avrebbe mai lasciato senza mangiare. Non ho nemmeno bisogno di chiederglielo, lei sa già quando ho bisogno di qualcosa, ed è tornata dalla sua pausa con un sacchetto per me. Tramezzini, una bottiglietta d'acqua e una porzione di macedonia. Il perfetto-idiota-Jason dovrebbe sapere chi sta trascurando.

La mia coscienza è pulita almeno su questo perché quando ho detto a Kate che non c'era bisogno che si disturbasse così tanto per me, la sua risposta è stata a cosa servono gli amici se non ad aiutarsi nel momento del bisogno?

A quel punto ho potuto solo dirle grazie, e continuo a dirglielo ogni volta che lei fa un gesto simile per me.

Guardo l'orologio dopo essermi immerso nel lavoro per troppe ore di seguito, e vedo che sono quasi le tre del pomeriggio. Ho decisamente bisogno di una pausa, mi serve del caffè, ma se passo davanti alla scrivania che Kate e Megan condividono dovrò chiedere ad entrambe di unirsi a me, ed io in questo momento voglio solo lei, quindi le scrivo.

Mi serve della caffeina.

Finché aspetto che mi risponda, prendo la chiamata in entrata sul telefono aziendale, ma i miei occhi restano fissi sul display, in attesa che si illumini.

Due minuti.

Non mi ha detto di no. Mai. Nemmeno una volta. A volte mi chiedo cos'ho fatto di buono per meritare di averla sempre con me, ogni volta che la voglio con me.

Passo di nuovo davanti alla loro scrivania, ma nessuna delle due è al proprio posto, spero solamente che Megan non sia con Kate perché ho voglia di avere cinque minuti solo con lei. E, quando entro nella sala caffè, sorrido perché mi sta già porgendo il mio caffè.

"Potrei sposarti Kate." Le dico scherzando, ma sembra che le mie parole le abbiano creato del disagio. La sua espressione è cambiata in un attimo. "Leen, mi stai facendo preoccupare oggi. Cosa c'è che non va?" Un attimo sorride felice e l'attimo dopo sembra sull'orlo del pianto.

"Niente Brant, davvero, sono solo stanca. Allora... i tuoi occhiali sono finalmente pronti?" Sta cambiando discorso, a quanto pare non vuole confidarsi. Non posso insistere, non qui almeno, ma quando più tardi usciremo di qui, non avrà più scuse e dovrà dirmelo.

"Sì, sono pronti per essere rotti di nuovo." Ride e so che è la risata più bella che abbia mai sentito. "Allora... programmi per stasera?" Improvvisamente la curiosità di sapere cosa le abbia scritto l'irreprensibile fidanzato, prende il sopravvento.

"Esco con Jason. E tu?" Sorseggia il caffè aspettando la mia risposta. Più guardo la maglia che indossa e più la detesto, potrei comprargliene io una nuova, magari per il suo compleanno, o magari senza un reale motivo, solo per il piacere di vederla sorridere e sapere di essere stato io a renderla felice.

"Esco con Megan." Kate mi sorride poi si volta per buttare il bicchierino vuoto nel cestino, e mi si avvicina.

"Portale dei fiori, i suoi preferiti sono le rose, rosse per la precisione." Per un attimo, per un solo e brevissimo attimo, mi è sembrato strano e sbagliato parlare di Megan con Kate, ma poi mi sono detto che lei è la mia migliore amica, non mi giudicherà mai e sarà sempre al mio fianco, ed ogni cosa è tornata al suo posto.

"Come farei senza di te." Mi avvicino e le lascio un bacio sulla guancia, butto poi anch'io il mio bicchierino del caffè, e torno al lavoro dopo averla riaccompagnata alla sua scrivania e averla salutata.

Kate mi capisce, mi sostiene, mi aiuta, mi incoraggia. Abbiamo legato sin dal primo momento. Parlare con lei mi fa stare sempre bene, talmente bene che non ho mai voluto rinunciare a vederla ogni volta in cui ne ho sentito il bisogno o, se non potevo vederla, almeno scriverle, nemmeno quando sapevo che era con Jason.

Il pomeriggio scorre lento, ma il pensiero dei miei due appuntamenti dopo il lavoro, mi ha dato l'energia necessaria ad affrontare anche la telefonata di quel cliente incontentabile che chiama almeno una volta a settimana per lamentarsi anche del tempo.

Quando finalmente arrivano le sei, spengo velocemente il computer, sistemo i fogli sparsi sulla scrivania, spengo anche le luci, ed una volta chiusa la porta dell'ufficio mi reco all'ascensore per arrivare al garage. Né Kate, né Megan sono più alla loro scrivania, a dire la verità non c'è quasi più nessuno negli uffici, a parte Roger che credo viva lì ormai.

Le porte dell'ascensore si aprono e quando mi dirigo verso la mia auto, vedo Kate appoggiata alla portiera intenta a digitare qualcosa sul suo cellulare.

"Ciao Kate." Lei alza lo sguardo e mi sorride senza dire niente. "Ci sono problemi?" Indico il telefono che ha ancora in mano.

"No, nessun problema. Possiamo andare." Posa il telefono in borsa, poi si volta e appoggia la mano sulla maniglia dello sportello, aspettando che io prema il tasto del telecomando per aprire l'auto, e quando lo faccio lei sale immediatamente.

Faccio il giro e salgo anch'io, ma prima di mettermi la cintura mi giro verso di lei. "Kathleen Cooper?" Si volta lentamente a guardarmi e vorrei riuscire a vedere di nuovo il suo sorriso. "Adesso puoi dirmelo, non siamo più in ufficio. Cosa c'è che non va?" Lei mi guarda stranita, come se non sapesse ciò di cui sto parlando, e allora insisto. "Ci sono problemi con Jason?" Lei scuote subito la testa in senso di negazione. "Sai che posso parlargli io se vuoi." E subito immagino la scena di me e il perfettino a discutere su quanto sia meravigliosa Kate, e su quanto lei meriti molte più attenzione di quante gliene stia dando lui. A sentire Kate, Jason è un fidanzato eccezionale, non si è mai lamentata di lui nemmeno una volta, eppure io non vedo sul suo viso della mia migliore amica tutta questa perfezione.

"No Brant, non c'è nessun problema, ti ho già detto che sono solo stanca. Davvero, devi credermi." Stavolta sembra più convincente e penso che forse sono io che voglio vedere problemi dove non ce ne sono. Forse la mia mente li immagina perché così posso provare ad esserle d'aiuto come lei lo è per me.

Forse è così.

Forse.

"D'accordo, non te lo chiederò più." Le sorrido anch'io adesso, e mi sembra di vederla più serena.

Usciamo dal garage sotterraneo e mi immetto in strada diretto al negozio dove dovrò ritirare gli occhiali da sole mentre continuo a raccontarle di stamattina e della riunione infernale che mi aveva reso di cattivo umore. Parlare con lei è così liberatorio perché mi sento libero e riesco ad essere veramente me stesso.

"Sapevo che quei croissant al cioccolato erano quello che ti serviva. Sono passata davanti alla sala riunioni e quando ti ho visto discutere così animatamente ho capito che il cioccolato era l'unica soluzione possibile." Rido alle sue parole ripensando a me stesso e alla mia voce alterata durante quella discussione.

"Jeff quando ci si mette, è davvero esasperante e, quando il mio responsabile ha iniziato a dargli retta, non ho più capito niente." Ero in preda alla rabbia e non so cosa mi abbia trattenuto dal rompergli il naso.

"Immagino che ti abbia ricordato che non si chiama Jeff." Kate ride sempre quando sbaglio i nomi, e devo ammettere che alcune volte l'ho fatto di proposito, solo per vederla ridere, solo per il piacere di essere stato io a farla ridere.

"Certo che me l'ha ricordato, ma tu credi che lo chiamerò con il suo nome?" Non posso guardarla ancora perché sono alla guida, ma sono certo che stia sorridendo. L'hai fatta sorridere ancora, ben fatto Brant.

A quel punto, le nostre chiacchiere sono diventate più leggere e abbiamo cominciato a ridere senza tregua. Ascoltare il suono della sua risata mi ha fatto sentire realizzato perché so che anch'io sono un buon amico per lei come lei lo è per me.

Abbiamo ritirato gli occhiali e passato circa un'ora senza pensieri, ora che la sto riportando a casa e la vedo sorridente, mi sento meno in colpa ad uscire con Megan più tardi.

"Ci vediamo domani, ora scappo che Jason sarà sicuramente già arrivato. Ciao Brant." Non mi dà nemmeno il tempo di rispondere che è già scesa dall'auto non appena ho parcheggiato sotto casa sua.

"Ciao Leen." La saluto comunque anche se non può più sentirmi mentre la guardo entrare nel portone del suo condominio.

Riparto in direzione di casa mia dove ceno velocemente con qualche avanzo del giorno precedente, e mi fiondo subito sotto la doccia per prepararmi alla mia serata con Megan.

Quando raggiungo nel suo appartamento la ragazza mora dagli occhi verdi che ho tanto desiderato nell'ultimo periodo, sorrido pensando che se sono qui lo devo anche a Kate perché è lei che mi ha aiutato a farmi notare da Megan che prima di uscire con me sembrava avesse occhi solo per quel tale dell'ufficio acquisti, di cui ovviamente non ricordo mai il nome.

"Ciao Brant." Megan mi accoglie con un bicchiere di vino in mano, ed il suo tono di voce è solo il preludio di quello che succederà fra queste pareti, che credo non sia troppo diverso da quello che è successo l'altra sera dopo che siamo stati a ballare.

"Ciao Megan." Tolgo il cappotto e lo poso sul divano mentre lei sta chiudendo la porta.

Quando la osservo mentre si porta quel bicchiere di vino alle labbra, mentre indossa un vestito troppo striminzito per essere chiamato tale, e il suo gesto unito alla sua espressione risvegliano quella parte di me che può essere risvegliata al di fuori dell'ufficio e, anche se durante il resto della serata, flash delle immagini di Kate apparivano improvvisamente nei miei pensieri, ho affondato in Megan ogni preoccupazione, ogni dubbio, annebbiando il mio cervello e il mio cuore.

Quando mi sono svegliato stamattina, mi sono sentito come una barca alla deriva. Forse per l'alcool di ieri sera o forse perché semplicemente sento che mi manca qualcosa.

Sono nudo in questo letto, e al mio fianco c'è la donna con cui ho desiderato uscire negli ultimi mesi, ed anche lei è completamente svestita. Non desideravo altro, credevo che dopo essere riuscito a conquistarla, avrei raggiunto un adeguato stato di soddisfazione, ed invece non è stato così.

Mi alzo raggiungendo il mio telefono che ho lasciato ieri sera in cucina e lo accendo. Nessuna notifica, nessun messaggio, nessuna chiamata persa, chissà cosa credevo di trovare. Infilo i boxer che ho lasciato sul divano, poi mi siedo restando a fissare il display.

Dovrei chiamarla? Dovrei scriverle? Ho un dannato bisogno di parlare con lei, ma forse non è il caso di telefonarle alle sette di mattina, sicuramente Jason avrebbe da ridire e non voglio crearle problemi. Decido quindi di scriverle un messaggio.

Sei sveglia?

Non so cosa aspettarmi, ma le mie labbra si piegano decisamente all'insù quando la vedo online dopo pochi secondi aver inviato il messaggio.

Sto prendendo il caffè.

Stai bene Brant?

La immagino nel suo pigiamone grigio, quello che si è comprata nella nostra ultima sessione di shopping, con i capelli tirati su con la prima pinza che le è capitata tra le mani, e senza un filo di trucco.

Passo a prenderti tra mezz'ora.

I nostri colleghi sono abituati a vederci arrivare insieme al lavoro. Probabilmente Megan non apprezzerà, ma io ho bisogno di Kate in questo momento.

Ti aspetto.

Mi aspetta. Kate mi aspetta.

Ed io non rinuncerò mai a lei, perché io sono un disastro e Kate è la mia cura.




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SPAZIO ME

Sorpresaaaaa!

Il capitolo nasce perché avevo voglia di scrivere ancora di loro due,
e l'occasione è arrivata tramite la raccolta di Decibel che trovate qui 
https://www.wattpad.com/story/101754521-decibel

L'idea è di Moonlight92, in base alla canzone del mese,
scriviamo storie brevi facendoci ispirare dalle parole della canzone scelta.
Questo mese, per la mia infinita gioia, è toccato a Therapy degli All Time Low, che io adoroooooo

Questo capitolo racconta un po' di Kate e Brant prima dell'inizio di questa storia, prima che si perdessero di vista.
Racconta della loro amicizia, anche se stavolta ho privilegiato il punto di vista di Brant.

Eeeee niente, buona lettura.

   
 
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