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Autore: Aliseia    09/11/2017    3 recensioni
Come uno che annega Tristan boccheggiò e tentò di prendere aria. «E non voglio cambiare… Non voglio il tuo perdono. – Gli occhi si allargarono come in cerca di luce – Stai lontano da me… Io sono il piccolo mostro di sempre. »
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Tristan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Part Des Anges'
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Fandom: The Originals
Genere: Romantico - Introspettivo
Personaggi: Elijah Mikaelson, Tristan De Martel; 
Pairing: Tristan/Elijah
Note: Un altro dei miei domestic tales. Poiché oggi è il compleanno del nostro Little Monster. The Real! One… and the Dreamy One. <3 <3
Dediche: Questa storia è dedicata come sempre alle mie Strix. Ognuna di loro troverà agevolmente riferimento alle proprie storie. Non ho bisogno di linkarvi qualche cosa in particolare… leggetele tutte! Loro sono Myky30 e Abby da Edoras.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me ma a Lisa Jane Smith, Julie PlecMichael NarducciDiane Ademou-John, nonché agli altri autori della serie e a chi ne detiene i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
 
 
 
 
Will You Still Love Me Tomorrow
 
Tonight you're mine completely
You give you love so sweetly
Tonight the light of love is in your eyes
But will you love me tomorrow?

Is this a lasting treasure
Or just a moment's pleasure?
Can I believe the magic of your sighs?
Will you still love me tomorrow?

Tonight with words unspoken
You say that I'm the only one
But will my heart be broken
When the night meets the morning sun?

I'd like to know that your love
Is love I can be sure of
So tell me now, and I won't ask again
Will you still love me tomorrow?

The Shirelles
 
 
 
 
La sua rabbia era pura come il suo sguardo. Si agitò nella stretta dell’altro, ribellandosi all’abbraccio. «Cosa ci fai ancora qui? Non ti voglio intorno a me, torna a New Orleans! Da quelli che ami…» La sensazione di essere andato troppo oltre gli serrò la gola. «Io non sono come loro… Io non sono “buono”. Non sono come lei.»
L’altro immediatamente lo lasciò, respingendolo con la mano aperta che premeva sul petto. Non parlava, ma i suoi occhi facevano male.
Come uno che annega Tristan boccheggiò e tentò di prendere aria. «E non voglio cambiare… Non voglio il tuo perdono. – Gli occhi si allargarono come in cerca di luce – Stai lontano da me… Io sono il piccolo mostro di sempre. Crudele, ambizioso… invidioso dei tuoi affetti.» Finalmente libero abbandonò le braccia lungo il busto. «Il piccolo mostro che ti eccita e che ti fa dannare… ma nessun incanto dura per sempre. Ricordi? Ogni incantesimo ha una via di fuga…. Persino la Serratura… Persino questa cosa che provi per me.» Senza guardarlo oltre gli voltò le spalle e raggiunse lo studio blu.
Finalmente solo si buttò sul letto, sfinito. Gli occhi enormi e spalancati nell’oscurità.
Sapeva però che l’altro era ancora in casa. Anche se probabilmente era rimasto immobile nel corridoio, il braccio sollevato per sostenersi al muro, in una posa assorta (in posa… gli pareva di vederlo). Due solchi profondi tra gli occhi, le labbra serrate e pallide di rabbia.
Tra poco avrebbe sentito sbattere una porta… E fu così. Ma non era quella che aspettava.
Come per un temporale la porta dello studio blu si spalancò all’improvviso, cedendo al calcio imperioso del suo Sire.
«Non osare.» sibilò Tristan con un mezzo sorriso.
«Vieni di là, allora.»
«Non ne ho voglia.»
«Tu non vuoi che ti porti di là di peso…»
«Tu non farai una cosa tanto ridicola…»
«Dipende… Vuoi che lo faccia?»
«Oh sì – Tristan alzò la voce in modo teatrale – Voglio che sia una giornata indimenticabile…» finì sospirando con aria beffarda. Quando si sentì sollevare emise un verso a metà tra divertimento e frustrazione. «Non puoi fare sul serio…»
«Non voglio prenderti sul serio.» rispose Elijah con freddezza.
Il Sire lo trasportava come se avesse tra le braccia una piuma, il peso di un bambino. Quasi con curiosità Tristan mollò un inutile pugno sui pettorali sodi. Poi riversò indietro la testa, i riccioli che si scompigliavano in quel breve tragitto.
Senza troppi complimenti Elijah lo lasciò cadere sul letto grande, dove le ombre del crepuscolo si allungavano come onde blu sulla seta marezzata della coperta.
Tristan sollevò lo sguardo insolente sul proprio creatore. «Il messaggio è chiaro, mio signore. È questo che vuoi? – con lenta malizia cominciò a sbottonare la camicia – Sono qui, a tua disposizione.»
Elijah non parlò. Nella penombra del pomeriggio la sua sagoma si stagliava oscura e un po’ minacciosa. «Perché no?» rispose con calma. Si spogliò con una rapidità che costrinse Tristan a fare altrettanto.
Quando la pelle bollente aderì alla sua, Tristan chiuse gli occhi, godendo del calore che scioglieva il gelo nel suo petto.
Non prese neanche troppe iniziative, voleva solo sentire la passione e il desiderio del suo signore.  E, stranamente, quell’inedita passività eccitò i suoi sensi oltre le previsioni, e dove avevano cominciato solo per gioco e per sfida, finirono sconvolti e senza fiato. Con Tristan che tremava abbracciato al suo Sire, scosso da un violento orgasmo e da chissà cos’altro. Il viso affondato nella spalla dell’amante, le mani aggrappate alla sua schiena con le dita conficcate così profondamente da fargli forse anche un po’ male.
Bruscamente Elijah si liberò dal suo abbraccio. Aveva una mano stretta con forza intorno al suo collo. «Ora posso tornare alle mie occupazioni – sibilò con rabbia – dopo aver goduto di sesso e bugie.»
Tristan si agitò, ma senza allontanarsi da lui. «Io sono sempre sincero…»
«Eppure menti, e hai un’opinione talmente sbagliata di me da sfiorare il delirio.»
«Ti è sempre piaciuto darmi del pazzo.» disse Tristan con una smorfia.
«Cosa dovrei dire di uno che mi ha aspettato per mille anni? Di uno che ha sofferto l’inferno, ed è rimasto integro e presente a se stesso… Per amore di una sorella malata… senza smettere di desiderare, combattendo per riavere… l’uomo che lo aveva condannato?»
«Che è uno stupido.» rispose Tristan con gli occhi lucidi.
«Probabile – confermò Elijah scuotendo la testa con una risata amara – Un pazzo forte e quasi invincibile… sicuramente uno che sa amare.» Lo sguardo ardente cercò gli occhi azzurri, Elijah non riusciva ad aggiungere altro.
«Non ti perdonerò.» mormorò Tristan.
Elijah annuì. «Non ti lascerò più andare.» rispose dopo un po’ con la voce soffocata da qualche cosa a cui non voleva dare un nome, ma che tremava nella sua gola come una voglia di pianto.
Fu Tristan a soccorrerlo affinché non dovesse mortificarsi tanto, e le sue labbra morbide e le sue mani intorno al viso chiusero quella commozione in un lunghissimo bacio senza spiegazioni.
Rimasero ancora così per tutta la sera, senza più parlare. Ma avevano prenotato al ristorante per la cena, e alla fine dovettero abbandonare l’improbabile nido.
Nel sollevarsi Tristan vide il pacchetto sul comodino. Sorrise, premette le labbra su quelle di Elijah, ruvide di barba. «Dopo.» sussurrò.
«Dopo.» concesse Elijah, non volendo ancora rivelare cosa aveva comprato per il compleanno del suo amato.
Erano due gemelli di platino e zaffiri, in un minuscolo scrigno azzurro che conteneva anche un biglietto. L’atto di proprietà di una piccola casa sul mare, a l’Îsle de Riou, davanti a Marsiglia.
Un altro incredibile candido nido incastonato tra le scogliere.
Bianco e azzurro. Ancora.
Comunque niente che potesse rivaleggiare con quella pelle setosa e con quegli occhi.
Elijah ricambiò il bacio, sentendosi molto fortunato.
 
 
 
  
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