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Autore: nikita82roma    10/11/2017    7 recensioni
Una One Shot dedicata al terzo anniversario di matrimonio dei Caskett.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ricordo come se fosse ieri la prima volta che ci siamo visti: avevi la barba di qualche giorno, l’espressione un po’ annoiata ma lo sguardo vispo di chi è pronto per una nuova avventura, la penna in mano pronta a firmare l’ennesimo autografo ed una maglietta blu piuttosto attillata devo dire, che metteva bene in mostra i tuoi bicipiti ed il tuo petto, non ti offendere, decisamente più in forma di oggi. Non era proprio il look che ti aspetti da uno scrittore di successo intento a firmare le copie di un suo libro, ma tu non sei come tutti gli altri, non lo sei mai stato. Ti ho guardato per tutto il tempo mentre ero in fila con la mia copia di “Storm's Last Stand” stretta quasi avessi paura di perderla nell’attesa. Seguivo ogni tua mossa, guardavo il tuo sorriso che era sempre un po’ più grande quando avevi davanti qualche ragazza carina e mi mordevo il labbro pensando a come avresti sorriso anche a me, concedendomi il lusso di togliermi la divisa che già da qualche tempo portavo ed essere in quel pomeriggio solo una ragazza di poco più di vent’anni con i sogni e le debolezze di tutte le ragazze della mia età, quando riuscire a conquistare un’autografo ed un sorriso era il massimo e ti sembrava di avere un tesoro inestimabile. Mi hai sorriso, un sorriso senza la malizia riservata ad altre, un sorriso dolce, uno dei tuoi. Hai chiesto il mio nome, ed io ho balbettato “Katherine, no, no Kate. Solo Kate” e tu hai sorriso ancora e poi hai scritto qualcosa, coprendo con la mano per non farti vedere, hai chiuso il libro e me lo hai restituito, senza che io potessi leggere. Avevo il cuore in gola perché volevo leggere e quando hai sfiorato la mano dandomi indietro il libro ho pensato che era il tocco più gentile che avessi mai ricevuto, anche se sapevo che era del tutto involontario. Mi hanno fatto andare via e sono rimasta in un angolo a guardarti ancora. Ripetevi ininterrottamente lo stesso gesto con pazienza e gentilezza. Ho aperto il libro curiosa di vedere quello che avevi scritto. “A Katherine, no a Kate, solo Kate”. Ho sorriso e ti ho guardato ancora una volta prima di uscire da lì. Non ho mai letto quel libro. L’ho sempre tenuto dentro una scatola, in fondo ad un cassetto. Ne avevo comprata un’altra copia, perché quella doveva rimanere intatta, non si doveva rovinare ed invece eccolo qui, vicino a me, quasi del tutto distrutto, per lo più bruciato o illeggibile. Nel frontespizio annerito si vede appena la tua scrittura adesso, vittima anche lui insieme a tante altre cose, dell’esplosione del mio appartamento, tanti anni fa ormai. Non so perché lo avevo tenuto, recuperato dall’ammasso di cenere, messo in una nuova scatola, nonostante fosse ormai del tutto rovinato, puzzasse terribilmente di bruciato e se solo te lo avessi chiesto avresti firmato qualsiasi altra copia dei tuoi libri, anche solo per poi potermi prendere in giro.

Se qualcuno quella sera, quando ero uscita dalla libreria con il mio prezioso tesoro avesse detto a quella ragazza che mi avresti dedicato una serie intera di libri lo avrei preso per pazzo. Se mi avessero detto che quell’affascinante scrittore si sarebbe innamorato di me, forse mi sarei messa a ridere mentre le farfalle facevano capriole nel mio stomaco, ma se mi avessero detto che io mi sarei innamorata di te, beh, in quel momento a quello avrei creduto, ciecamente.

Ti ho odiato in alcuni momenti dopo che ci siamo conosciuto, mi hai esasperato, alcune volte avrei veramente voluto spararti o almeno picchiarti, ma una parte di me non ha mai smesso di guardarti come quella ragazzina che aspettava in fila per avere una firma sul suo libro, nemmeno quando hai scritto l’ultimo libro di Nikki Heat, dentro di me c’è sempre una parte che ti guarda così, anche adesso, ogni volta che apro un tuo libro, ritorno quella ragazzina lì e tu sei sempre lo scrittore affascinante e sorridente, anche se con qualche chilo in più. In questi anni sei stato la mia più grande forza e la mia più grande debolezza, la mia roccia ed il mio punto debole, dove chi voleva colpirmi sapeva che ero più vulnerabile, perché non posso più immaginare la mia vita ed il mio mondo senza di te. Tu mi hai fatto crescere come donna ed hai saputo farmi tornare quella bambina capace ed emozionarsi per le piccole cose, di andare oltre sorrisi tesi di circostanza e di ridere con gli occhi e con il cuore. Hai reso i miei giorni più leggeri, la mia vita più colorata, mi hai insegnato ad amare, ad amarti e ad amarmi un po’ di più.

Ed ora siamo qui, sono passati tre anni da quel giorno e ti amo immensamente, come allora, anzi anche di più. Non è cambiato nulla eppure è cambiato tutto. Abbiamo attraversato eventi che avrebbero potuto distruggere chiunque, avrebbero potuto far vacillare qualunque coppia, ma noi no, noi siamo sempre qui, più uniti che mai. Sono passati tre anni e mi sembra ieri e se ci ripenso mi tremano le gambe per l’emozione, proprio come quel pomeriggio. Ti sposerei ancora mille volte, ti sposerei sempre. Se chiudo gli occhi sento il tuo abbraccio, la musica, le tue parole. Era tutto perfetto e lo è ancora. Perché tre è il numero perfetto. Tre come gli anni che siamo sposati. Tre come tra poco saremo noi due.

Ti Amo.

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