Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: K Witch    10/11/2017    1 recensioni
"Ci sono situazioni, momenti, che non ti aspetti. Sentimenti che non vuoi provare. Persone che non vuoi incontrare.
Qualcuno, però, si mette sempre in mezzo, senza motivo, senza una ragione apparente, ma si intromette. Si prende la responsabilità di “ravvivare” la tua vita, perché, secondo lei o lui, non la stai sfruttando a pieno. Quel tipo di persona, è normalmente quello che si definisce migliore amica o amico. "
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ci sono situazioni, momenti, che non ti aspetti. Sentimenti che non vuoi provare. Persone che non vuoi incontrare.

Qualcuno, però, si mette sempre in mezzo, senza motivo, senza una ragione apparente, ma si intromette. Si prende la responsabilità di “ravvivare” la tua vita, perché, secondo lei o lui, non la stai sfruttando a pieno. Quel tipo di persona, è normalmente quello che si definisce migliore amica o amico.

Il problema sorge, quando sei una ragazza di diciassette anni, che fortuna o sfortuna, si ritrova ad avere non solo una migliore amica, ma anche un migliore amico, i quali non concordano quasi mai su niente; visto che la prima è una femminista convinta e il secondo un playboy di prima categoria, ma stranamente quando si tratta di “farmi vivere la vita come si deve”, si trovano sempre fastidiosamente d’accordo. Attualmente, sono disperata, perché non solo, devo sopportare questi due, che stanno decidendo come mi devo vestire, devo anche andare, questa sera stessa, in discoteca per il compleanno di un nostro amico, che ha affittato una sala in un locale, in centro. Questo vuol dire, non solo che ci sarà un sacco di gente e di solito quando c’è un sacco di gente c’è anche una determinata persona che non desidero incontrare, ma che dovrò pure incontrare quella persona con un vestito che di sicuro mi farà sentire a disagio in modo estremo.

Come appena scritto, i miei due più cari amici, tirano fuori quel meraviglioso vestito rosa, corto, attillatto, con uno scollo a barca, non troppo profondo, ma abbastanza per farmi sentire a disagio, che non ho mai indossato. E ovviamente quella santa della mia migliore amica ha deciso di abbinarlo ad un paio di tacchi, che di certo, non ha trovato nel mio armadio.

Sospiro. Scuoto la testa e mi rifiuto categoricamente di indossarlo.

E infatti, non l’ho indossato.

Alla fine, ho dovuto fare un compromesso, gonna a tubino e maglia larga, mezze maniche, ma elegante, tutto in nero, e ho dovuto mettere i tacchi, ma meno alti di quelli che volevano farmi indossare all’inizio. I capelli mi hanno permesso di tenerli sciolti. Mi sono truccata leggermente solo gli occhi.

I miei due accompagnatori, invece sono uno spettacolo. Lei, Caterina, una mezza tappa(altezza 153 cm), ovviamente, ha indossato dei tacchi vertiginosi di color rosso fuoco e il vestito che ha scelto è elegante, ma non troppo, rosso e nero, scollo a cuore, senza maniche. Trucco da professionista, il suo hobby, infatti, è quello di guardare video su Youtube e trovare il make-up perfetto per ogni occasione. Non sono abbastanza brava per descriverlo, quindi mi limiterò a dire, che mette in risalto i suoi occhi neri e il rossetto che ha abbinato è di colore rosso vivo.

Lui, Matteo, è come sempre uno schianto, capelli ingellati, biondi, occhi verdi. Ha indosso una camicia verde, ovviamente per far risaltare il colore raro dei suoi occhi, abbinata con una giacca di pelle nera. Lui è il classico bello e dannato, almeno apparentemente.

Neanche il tempo di chiedere a loro due se posso scappare o nascondermi in bagno fino a che la serata non finisce, che mi trascinano al bar, ordinano dei cocktail, per loro due ovviamente, perché io non bevo. O almeno, cerco di non bere.

Appena hanno preso e pagato andiamo sulla pista da ballo e loro due si scatenano, attirando l’attenzione della fauna intorno a loro, io mi limito a muovermi, probabilmente in modo anche molto goffo, in ogni caso, non passa molto tempo che lo vedo.

Lui, l’essere che cerco di evitare da esattamente tre anni, ma che puntualmente non riesco mai, per un unico e triste motivo: abbiamo la stessa cerchia di conoscenze. Per non parlare poi di tutte le altre orrende coincidenze: le nostre mamme si conoscono, frequentiamo la stessa palestra, prendiamo lo stesso autobus, sua cugina è mia cugina, ma io e lui non siamo cugini, fortunamente. Su una cosa però il destino a voluto essere clemente, non andiamo alla stessa scuola. Questo penso sia un fatto meraviglioso.

Lui è, come posso dire, carino, molto carino a dire il vero, occhi calamitanti(Si può dire?), fisico niente male, non ha chissà che muscoli, ma non ne è nemmeno sprovvisto. È conosciuto praticamente da tutti. È poliglotta, sua mamma è mezza tedesca e mezza russa, suo padre è mezzo italiano e mezzo francese. Insomma, conosce molte lingue. Fa paura, ma è così. A detta di molti, è simpatico e gentile. A detta mia, è solo fastidioso.

È successo tre lunghi anni fa: io per sbaglio, durante una festa, feci molte figure non molto belle, gli versai addosso una bibita gassata, parlai male dei francesi non accorgendomi che lui era esattamente dietro di me e per concludere, dissi alla ragazza con cui stava per sparire in una camera da letto, che l’avevo visto baciarsi pochi minuti prima con una sua amica.

Possiamo dire, che quella volta bevvi. E tanto.

Caso vuole, che da quel giorno, me lo ritrovai sempre in giro, perché appunto si scoprì che avemmo una cugina in comune e anche un quartiere, per cui non mi liberai più di lui. Il nostro rapporto è quel tipo di relazione che si definisce un cataclisma, per come la vedo io. Perché le brutte figure, per non chiamarle in un modo peggiore, non sono finite quella sera, ma ne sono accadute tante altre, troppe.

Il fato ha voluto però che lui non mi calcolasse mai, che non se la prendesse eccessivamente con me, mai. Almeno fino a qualche mese fa, dove, per caso, senza nessuna premeditazione, durante il matrimonio della suddetta cugina io entrai in una delle camere con mio zio, per farmi fare una bella foto stile tumblr e lui fosse lì, proprio in quella stanza, con la figlia del precedentemente detto zio/fotografo. Il quale, naturalmente non fu affatto felice di vedere sua figlia, di vent’anni fare un pompino ad uno di diciasette, oltre che per il fatto che non poteva denunciarlo visto che il minorenne era il ragazzo e non sua figlia, ma anche perché non eravamo solo noi due lì presenti, per fare la foto, ma anche qualche altra persona che voleva una foto professionale, tra cui il ragazzo della sopra detta ragazza.

Da allora, se prima eravamo civilmente conoscenti, che non si salutano né parlano se non quando sono costretti, adesso la situazione è leggermente degenerata, come per esempio, il fatto che lui dopo quell’incidente mi abbia presa per un braccio e mi abbia urlato tutta la sua frustrazione per tutte le cose accadute tra noi due. Per poi respirare, tornare di un colore normale(era diventato tutto rosso, come il cappello di babbo natale) e dirmi che dovevo stargli lontano.

Io annuii, convinta, perché non ci tenevo assolutamente a ri-incontrarlo, ma la vita è crudele, ed è accaduto il più brutto di tutti i fatti, ci siamo ritrovati nella stessa palestra e nella stessa compagnia, per cui in seguito avevamo deciso semplicemente di ignorarci a vicenda e fare finta che nulla fosse accaduto. Il problema è arrivato quando durante una serata tra amici, ci siamo tutti allegramente messi a bere, una cosa tira l’altra e siamo finiti noi due, in una stanza da soli, abbiamo parlato, litigato, riso, e in conclusione ci siamo baciati e probabilmente avremmo fatto anche altro, se non fosse stato(sia ringraziato il cielo) per Matteo, che convinto di poter usare quella stanza per procreare con un’altra del gruppo, ha aperto la porta e ci ha fatti rinsavire. Da allora, cioè due settimane, lo evito come la peste più nera. Lui invece,ho notato cerca di parlarmi, ma io sono per la fuga, come in questo momento. Lui il famigerato creatore di ogni mio male, mi ha vista, si sta avvicinando. Mi guardo intorno, in cerca di uno spiraglio tra tutti quei corpi, che non sia vicino a lui e all’ultimo lo trovo, scanso malamente i miei due fauturi di ogni male, Cate e Matte, che mi insultano per gli spintoni, e scappo. Mi fermo solo quando arrivo al bagno delle ragazze.

Non entrerà mai qui.

O almeno così pensavo per circa due ore, ma a un certo punto sento ragazze urlare indignate, e la porta si apre, mostrando in tutto il suo fascino Daniele Lucca, che ovviamente non poteva evitare di sfoggiare quello sguardo esasperato.

<< Sai, non ci credo che sei davvero rimasta qua dentro per più di due ore per non parlarmi >> apre il discorso, il grande saccente.

Sbuffo.

<< Intanto, non sono due ore, ma un ora e – guardo l’ora sul telefono – cinquantotto minuti. - manca poco che rida – poi, non mi stavo nascondendo, semplicemente trovo il bagno incredibilmente rilassante. >> dico, per niente convinta.

<< Rilassante? Un bagno? Ti rendi conto che quello che hai appena detto non ha senso? >>

<< Chi sei tu per dire che non ha senso? >>

Mi guarda per un lungo minuto.

Io ricambio lo sguardo, qualche volta guardando anche altrove.

<< Sai che c’è? Fa lo stesso adesso parliamo, possibilmente in un altro posto però. >> afferma guardandosi intorno e notando che le diverse ragazze o lo guardano indignate o per spogliarlo con gli occhi.

<< Eh, mi dispiace, ma io devo andare in bagno e non ci sono ancora riuscita. >>

<< Non ti credo. >>

Non mi lascia nemmeno ribattere che mi prende per un polso e mi trascina fuori, mentre tutte quelle ragazze ignorano il mio richiamo di aiuto: << HELP! Mi sta sequestrando aiutatemi >> ma non mi filano di striscio probabilmente pensano abbia qualcosa che non va, cosa probabilmente nemmeno troppo sbagliata.

Arriviamo in uno dei pochi angoli del locale in cui si riesce a parlare ad un tono di voce normale e riuscire a sentirsi reciprocamente.

<< Allora… >> inizia lui, per poi essere subito interrotto dalla mia augusta persona.

<< Io mi siedo. >> e mi siedo.

Lui mi guarda sbattendo le ciglia un paio di volte evidemente scioccato dalla mia infantilità.

<< Allora… >> ricomincia, per poi essere nuovamente interrotto.

<< Sai, credo che dovremmo proprio tornare dagli altri, ci staranno cercando, ormai è da più di due ore che non torniamo. >>

<< E chi sa di chi è la colpa >>

<< Se tu non mi avessi seguita e fatto il mastino per tutto questo tempo.. >>

<< Se tu non fossi scappata.. >>

<< Se tu non mi seguissi.. >>

<< Se tu mi parlassi.. >>

<< Io ti parlo >>

<< No, tu non parli, dici tante cose, ma non vuoi ascoltare o parlare con me a proposito di… >>

<< Si, è vero. Non voglio parlarne, perché eravamo ubriachi, completamente andati. Non eravamo in noi, per cui propongo di evitare di parlarne, di ricordarlo o simili, così da non aggiungere quella serata alle altre cinquanta mila figure poco carine che la sottoscritta ha fatto. >> concludo, parlando a macchinetta.

Lui mi guarda, mi studia, almeno credo. Io attendo. In seguito annuisce.

<< Come vuoi. >>

<< Perfetto! >> sorrido felice alzandomi, lui fa lo stesso e mentre mi muovo per ricongiungermi con i miei amici e scappare da questo affascinante ragazzo, il destino vuole che inciampi, mi appigli a lui e ci cada addosso.

Io sopra lui sotto.

Lui mi tiene la vita.

Io tengo stretta la sua giacca.

I nostri volti sono troppo vicini.

I nostri occhi si stanno guardando da troppo vicino.

Vedo lui avvicinarsi lentamente al mio viso e accade, io mi scanso, facendogli anche male credo, perché per alzarmi, penso di avergli messo il ginocchio sopra una coscia e il gomito appena sotto le costole.

E scappo, urlando uno “scusa”.

 

Raggiungo i miei amici e dico loro che me ne vado, loro troppo ubriachi non mi calcolano nemmeno troppo, fortunamente, e vado.

Esco dalla discoteca e sospiro.

Daniele, è così bello, così carino e ha una voce così sexy.

Devo stargli il più lontano possibile. Lui mi piace, ma non voglio complicazioni e attualmente lui sarebbe solo una complicazione, troppo grande.

Insomma, è un playboy, è un donnaiolo, è decisamente sbagliato per me.

Il problema più grande è che lo sogno ogni notte, e non riesco a togliermelo dalla testa.

Chissà come sarebbe ora, se tre anni fa non gli avessi versato addosso il mio drink.

Chissà come sarebbe, se non avessimo la stessa compagnia.

Chissà come sarebbero i miei sentimenti adesso, se non lo avessi mai incontrato, se non di sfuggita al matrimonio di mia cugina.

Di una cosa sono certa, non avrei questo continuo malessere, questo continuo desiderio di averlo vicino e sapere che se anche fosse così non riuscirei a fidarmi, per il semplice fatto che lui, lo sanno tutti, è uno che gioca. Gioca tanto. Troppo. E io non sono il tipo di persona a cui piace giocare con i sentimenti, sopratutto se sono i miei.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: K Witch