Fanfic su attori > Cast Star Wars
Ricorda la storia  |      
Autore: Evola Who    10/11/2017    1 recensioni
Una giornata normale della città delle stelle, ovvero , Los Angeles.
Una ragazza sta facendo shopping sulle strade di Beverly Hills, finché non incontra un vecchio amico. Ma loro non sono due persone normali.
Ma Carrie Fisher e Harrison Ford...
[Carrison]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Carrison '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Attenzione! Questa è una storia di pura fantasia! Quello che è successo in questa storia non è mia successo! E' solo una storia di puro divertimento. E non vuole offendere nessuno. 

Buona lettura. 
 

Why Didn't It Work? 

 



Marzo 1980, Los Angeles, mattina.

Era una mattina calda a Beverly Hills, Carrie era in centro per fare un po' di shopping.

Aveva finito di registrare "Star Wars: L'impero colpisce ancora", che sarebbe uscito nel giugno di quell'anno. Quindi, voleva godesi gli ultimi due mesi di calma prima di iniziare il tour promozionale per il film.

Indossava un semplice vestito, senza spalline, leggero, bianco con i fiori rossi, dei sandali con le zeppe rosse, i capelli corti e scuri le arrivavano fino alle spalle, e portava con sé una borsa di pelle marrone, tenendola sotto al braccio.

Stava camminando tranquilla con tre buste a mano, finché non sentì qualcuno dietro di lei chiamare il suo nome.

Si girò, rimase sorpresa e disse, sorridendo: "Harry!" vide l'amico e collega Harrison Ford, che era solita chiamarlo simpaticamente Harry.

Indossava una camicia blu, con le maniche arrotolate, dei pantaloni marrone scuro, delle scarpe eleganti e gli occhiali con la tipica montatura alla Clark Kent. Aveva i capelli più corti a differenza di qualche mese prima.

Si fermò davanti a lei dicendo con un sorriso: "Come stai?".

"Bene. Tu?" rispose Carrie, ricambiando il sorriso.

Era felice di rivederlo, l'ultima volta che si erano visti erano negli studi inglesi di Borehamwood, dopo le fine delle riprese. Si sarebbero aspettati di rivedersi quell'estate, durante il tour promozionale.

"Bene, non c'è male" rispose Harrison, tranquillo "Vedo che stai facendo shopping" guardò le buste di Carrie.

"E tu sei ancora alto" rispose Carrie, riferendosi alla loro differenza di altezza di quasi trenta centimetri, anche se con i suoi sandali con la zeppa arrivava più o meno all'altezza del suo petto.

Harry rise, dicendo: "Beh, su questo fatto non posso farci niente".

"Beh, almeno questa volta non sono in piedi in una scatola per parlarti" risero entrambi.

Quando smisero di ridere, Carrie domandò: "Allora? Come mai Los Angeles? Pensavo che fossi ormai tornato a New York".

"Sì, ma il mio agente mi ha chiamato per dei presunti nuovi lavori".

Lei rimase sorpresa: "Davvero? Che tipo?" domandò.

"Beh... sono solo dei progetti, nulla di che. Ma, se vuoi, ne possiamo parlare davanti in un caffè" guardò in basso, massaggiandosi la il collo "Se hai tempo".

Carrie sorrise per la sua offerta, ci pesò e poi disse: "Sì, perché no?".

Dopo qualche minuto...

Erano dentro ad una caffetteria, seduti ad un tavolo in fondo al locale, bevendo le loro tazze di caffè, seduti uno di fronte all'altra.

"Allora? Che nuovi progetti ti hanno offerto?" chiese lei, incuriosita.

"Beh... è un film che forse inizieremo l'anno prossimo. Un film di avventura con George Lucas e Steven Spielberg alla regia".

"Su serio? È fantastico!" esclamò Carrie, stupita.

"Beh, per ora è solo un progetto. Non c'è ancora un titolo ufficiale. Forse non si farà neanche" spiegò, senza entusiasmo.

"Sì, ma lavorerai con Spielberg. E poi, ti stai facendo un bel curriculum" rispose Carrie, sorridendo e cominciò ad elencare: "'Heroes', 'Forza 10 da Navarone' e 'Apocalypse Now'" sorrise.

"Ho solo avuto una piccola parte in quel film" spiegò Harrison.

"Certo, un piccolo ruolo in un film di Francis Ford Coppola, insieme a Marlon Brando" disse, guardandolo: "Sono anche piccoli ruoli, ma non devi sottovalutarli in questo ambiente. Poi, non esistono piccoli ruoli ma...".

"Piccoli attori" concluse Harrison e si sorrisero.

"Beh, anche tu hai avuto una bella esperienza cinematografica. Hai lavorato con Warren Beatty in 'Shampoo'".

"Ti prego, non avevo nemmeno diciott'anni e ho detto solo una battuta" spiegò ridendo.

"Ovvero?" chiese lui con sfida.

Carrie ricambiò lo sguardo di sfida e recitò quella battuta: "Ti va di scopare?"

Si guardarono dei occhi sfidandosi e risero.

Quando smisero di ridere, Carrie disse: "Comunque, ho appena finito di girare un altro film".

"Davvero? Quale?" chiese lui, stupito.

"Ho avuto un piccolo ruolo in un film musicale/demenziale di John Landis".

"John Landis?" disse lui, confuso.

"Il registra di 'Animal House'.'" rispose Carrie, sorridendo con aria fiera.

Harrison rimase stupito: "Su serio? Hai lavorato con il registra della miglior commedia scolastica?".

"E non solo, ma anche lavorato con John Belushi e Dan Aykroyd."

L'attore rimase a bocca aperta e disse, sorpreso: "Hai lavorato con due geni dello show 'Saturday Night Live'?".

Carrie rise per la sua reazione e disse: "Beh, tu hai lavorato con Coppola insieme al Padrino".

Harrison rise per la sua frase mentre lei beveva il suo caffè. Era bello rivedersi in privato dopo mesi di riprese.

"Adesso che fai?" domandò lui, con tono calmo.

"Niente di che" rispose Carrie, posando la tazza sul tavolo.

"Prima stavo facendo shopping per mia madre" rispose, indicando le tre buste appoggiate sul pavimento vicino a lei.

"Sono andata a ritirare i suoi vestiti fatti su misura dalle sue boutique preferite. Stasera parte per Las Vegas per fare i suoi spettacoli e starà via per tutto il weekand".

"Tua madre fa ancora spettacoli?" domandò Harrison, un po' sorpreso.

"Beh, da quando Hollywood non vuole più produrre musical e commedie romantiche e vuole attrici più giovani, lei vuole continuare a lavorare e cantare facendo i suoi spettacoli serali dal vivo. Credo che sia un po' colpa mia se è finita a fare questi show" rise.

L'amico sorrise e chiese: "E tu vai a vederla?".

Carrie guardò la sua tazza mezza piena e con il dito accarezzò il bordo, dicendo: "No, la aiuto solo con i vestiti e i bagagli. Orami conosco i suoi spettacoli da quando avevo dieci anni, talvolta mi ha anche "costretta" a cantare nei suoi show. No, non vado a vederli. Ma se ha bisogno di qualcuno che l'accompagni o l'aiuti, lo faccio volentieri" prese un sorso del suo caffè.

Harrison sorrise, Carrie aveva parlato dei rapporti tra lei e sua madre. Era molto legata a lei, anche se avvolte voleva allontanarsene.

"Una volta avevo pensato a chiedere a Mark se un giorno voleva vedere uno spettacolo di mia madre insieme alla sua famiglia. Ma ho pensato che non sarebbe stato carino chiedere ad un uomo spostato con un bambino piccolo di andare in un night club" rise, trascinando con sé anche Harrison "A proposito di famiglia, come sta Mary?".

Lui la guardò con aria inespressiva, dicendo: "Abbiamo divorziato".

Carrie rimase sorpresa, sapeva che Harrison e sua moglie avevano dei problemi, ma non si aspettava che avrebbero divorziato.

"Abbiamo chiesto il divorzio dopo le riprese del film, ed è stato abbastanza complesso".

Lei guardò in basso con aria triste, dicendo: "Mi dispiace".

"Sono cose che capitano. Succede" disse lui, facendo spallucce "Ma mi dispiace per i miei figli. Già mi hanno visto lontano per parecchio tempo e ora questo... vorrei essere un buon padre presente...".

Rimasero in silenzio, sentendosi un po' a disagio dopo questa notizia.

"Beh... capisco. I miei divorziarono quando io avevo tre anni e mio fratello due" disse Carrie, interrompendo il silenzio e appoggiando i gomiti sul tavolo con gli occhi tristi.

Lui la guardò e la ascoltò.

"Il problema è che i miei genitori non sono persone comuni, bensì Debbie Reynolds e Eddie Fisher. La fidanzatina d'America e il cantante più affasciante del mondo" fece un breve sorriso amaro, che si spense subito "Gli studios li amavano e, fin da piccola, io stessa ero in copertina in tutte le riviste. Quando mio padre lasciò mia madre, i giornalisti e i paparazzi andarono a nozze con questa notizia. Infatti i miei primi ricordi di vita sono i paparazzi che circondavano mia madre...".

Harrison la guardò con interesse, Carrie stava parlando di fatti per lei personali, ma noti a tutti, con aria del tutto inespressiva e con gli occhi pieni di malinconia mentre carezzava il bordo della tazza.

"Ma a mio padre è andata molto peggio. Ha lasciato mia madre per mettersi con Elizabeth Taylor, dopo cinque anni lei lo ha lasciato a sua volta per sposarsi con Richard Burton. A questo punto mi chiedo se quei cinque anni di matrimonio ne siano valsi la pena" fece un sospiro profondo, continuando a guardare in basso.

Harrison si sentì a disagio dopo quel dialogo, ma non voleva andare via, era da un po' che non la vedeva, voleva dimostrare di essere un amico e di starle vicino.

Ma fu lei a rompere il silenzio, dicendo: "Sai? A volte mi domando che cosa sarebbe successo se fossi nata in una famiglia...".

"Normale?" finì lui, immaginando quello che Carrie avrebbe potuto dire.

"Comune" lo corresse lei, senza guardarlo.

L'attore rimase sorpreso dalla sua affermazione.

"Per me questa vita è normale. Sono nata in questo ambiente e ci sono abituata, ma so che non è una vita comune" spiegò, alzando gli occhi verso di lui "Come sarebbe stata la mia vita se mio padre fosse stato un comune lavoratore e mia madre una casalinga? Cosa sarebbe accaduto se io e mio fratello fossimo stati due bambini nati e cresciuti in periferia? Come sarebbe stata la mia vita? Una vita più tranquilla?".

"Magari più noiosa" rispose Harrison con tono sarcastico, facendo un sorriso ironico.

Carrie lo guardò con aira sorpresa.

"Ascolta, so che hai avuto una vita un po'... 'movimentata', ma sei crestuta bene, hai una madre che ti vuole bene e stai diventando una icona cinematografica senza l'aiuto del tuo cognome! Insomma, penso che...".

"Sono stata in clinica" lo interruppe lei con aria inespressiva.

L'attore la guardò con aria confusa, pensando che non avesse capito bene: "Cosa?".

"Sono stata in una clinica per disintossicarmi dalla droga. E mi sono unita agli alcolisti anonimi" spiegò lei, facendo spallucce.

Harrison rimase sconvolto da questa notizia, non sapeva cosa dire o fare.

"Io... io non immaginavo che tu avessi questi problemi".

"Sul serio?" chiese lei, sorpresa "Nessuno sapeva che mi facevo di coca durante le riprese? Non ti sei mai chiesto perché certi giorni non potevo venire sul set? Che cosa pensavi?" lo guardò con aria seria.

"Pensavo che stessi male. O almeno, così mi dicevano" ripensò a quando chiedeva il perché dell'assenza di Carrie sul set.

"Invece, ero via per la mia astinenza" spiegò Carrie, e guardò in basso sospirando.

"E... da quanto tempo hai cominciato?" chiese Harrison con tono serio.

Ora che Carrie aveva confessato voleva sapere di più riguardo a quella storia.

"Da qualche anno, da quando abbiamo registrato quell'orribile speciale di natale per la televisione. Ma avevo già comitato a fumare l'ebra a 14 anni insieme a mio fratello" fece un piccolo sorriso che si spense subito "Poi mi sono buttata anche sull'alcol, finché ho dovuto chiedere aiuto prima di uccidermi senza saperlo" guardò in basso con aria piena di vergona.

Harrison rimase impressionato dalla sua storia e di come aveva raccontato tutto quasi con indifferenza, come se non le importasse più nulla. Non la giudicava, non gli sembrava giusto farlo. Capiva che, forse, voleva essere consolata. Gli aveva confidato una cosa così personale e non erano tanto legati.

"Ascolta, so che è stato un periodo molto difficile, anzi, non riesco nemmeno ad immaginarmi, ma hai chiesto aiuto, ed è il primo basso per guarire; hai dichiarato una cosa così personale con...".

"Mi hanno diagnosticato una malattia mentale" lo interruppe di nuovo lei.

Harrison la guardò con aria perplessa e Carrie spiegò: quando era in cura per la sua dipendenza era stata a colloquio con uno psichiatra che, alla fine, le aveva diagnosticato il disturbo bipolare dell'umore.

"Disturbo bipolare?" chiese lui, perplesso.

"In pratica è una malattia mentale. È una cosa molto complessa e me l'hanno spiegata più o meno così: il mio umore, il mio stato mentale e fisico sono una montagna russa senza fine. Ci sono dei periodi in cui sono di ottimo umore, mi sento alla grande, fisicamente sono piena di energie e emotivamente sono la donna più felice e ottimista del mondo, in pratica una specie di Wonder Woman" fece un piccolo sorriso che si spense subito e continuò "Ma poi ci sono periodi durante i quali mi sento molto giù. Sono triste, stanca e senza la voglia di vivere. In pratica, uno stato di depressione molto forte" guardò di nuovo in basso.

"In pratica la mia vita ora è così. Una cazzo di montagna russa emotiva senza fine. Se non la curo o non la tengo sotto controllo, potrei farmi male da sola o a qualcuno che mi sta attorno o peggio..."

Si mise le mani sulla testa con espressione malinconica. Harrison la guardò con aria sorpresa ma triste: non si sarebbe mai aspettato che Carrie avesse vissuto un periodo così nero e che le fosse stata diagnosticata una malattia così complessa. Si anche chiedeva come fossero passati da un saluto e un invito a un caffè da due amici che si incontrano per caso, a delle confessioni così personali e serie.

"Mi dispiace" mormorò Harrison.

"Ti dispiace? Ti dispiace?!" disse lei, sbattendo le mani sul tavolo con tono arrabbiato.

L'attore rimase sorpreso e quasi sconvolto da quella reazione che non si sarebbe affatto aspettato.

"Non sai dire altro? 'Mi dispiace' per tutta la merda che mi sono creata da sola?! Dimmi, ti dispiaceva quando siamo andati a letto per la prima volta? E quando mi hai detto che ero solo un gioco? Un cazzo di gioco durato per tre fottuti mesi!".

"Ehi!" rispose lui con lo stesso tono "Ti avevo spiegato che in quel periodo il mio matrimonio era già in crisi e che tu eri una distrazione, ma ti rispettavo! E sì, mi sentivo in colpa per quello!".

"E tu ti sei mai chiesto come mi sentivo io?".

Harrison rimase confuso, si ricordava di quel periodo, si sentiva in colpa ma non troppo. E non si era mai domandato come potesse sentirsi Carrie.

"Perché? Come ti sentivi?" domandò, con tono più calmo.

"Secondo te?" rispose lei, con tono calmo ma irritato, tenendo le braccia conserte e le gambe accavallate.

"Una ragazza di diciannove anni che ha una relazione con un collega più grande di quattordici anni, sposato e con figli. Secondo te? Come potevo mai sentirmi?" lo guardò con aria infuriata.

Lui capì, guardò in basso e disse: "Scusami, non potevo capire. Mi dispiace se ti ho fatto sentire o stare male per causa mia".

Lo sguardo di Carrie si addolcì, come la sua voce mentre diceva: "No, scusami tu. Ti ho parlato della mia malattia, tu ti sei dispiaciuto e io ti ho urlato contro per una cosa che è successo anni fa".

Appoggiò le braccia sul tavolo e aggiunse: "Mi dispiace".

"Lo so" rispose Harrison, sincero "Immagino che per te non sia un periodo facile".

"Non solo per questo" rispose Carrie, sospirando "È solo che, da quando ho parlato di questa malattia, ho ricevuto solo 'mi dispiace'. Per non parlare della reazione di mia madre, che si è messa a piangere, dicendo che è colpa sua, mentre io cercavo di consolarla, sentendomi in colpa" fece una piccola ristata.  

Harrison fece un sorriso per quella risata.

"So che me lo dici perché sei veramente dispiaciuto e che non puoi fare niente. Ma sono stufa di sentire e vedere gente che è dispiaciuta per me. Per una volta, vorrei sentire qualcosa di diverso da 'mi dispiace'" guardò in basso.

"E che cosa vorresti sentire?" domandò dolcemente Harrison.

"Non lo so. Delle frasi di incoraggiamento, che potrò farcela, che riuscirò ad andare avanti, insomma, della speranza che potrò accettare questa malattia, un giorno" guardò in basso con aria triste.

Harrison appoggiò la mano sopra la sua, dicendo: "Ma tu ce la farai".

Carrie alzò la testa di scatto, guardandolo con aria sorpresa.

"Capisco che nella vita ci saranno dei momenti buoni e, credimi, ne ho avuti anche io. Certo, non posso capire o immaginare i problemi di una malattia mentale così complessa, ma questo non cambia il mio giudizio su di te" lo disse con un tono dolce, accarezzando il dorso della sua mano.

Carrie lo guardò sorpresa e lui continuò: "Per me sarai sempre la ragazza divertente, simpatica, spiritosa, con una vita straordinaria. Hai affrontato di tutto e affrontai anche questo. A modo tuo, al modo di Carrie Fisher" fece un sorriso sincero.

Carrie lo ricambiò. Con l'altra mano prese la sua tazza di caffè, la alzò e disse: "Allora, al modo di Carrie Fisher".

"Al modo di Carrie Fisher" ripeté Harrison, alzando la sua tazza e facendo un piccolo brindisi; dopodiché finirono i loro caffè.

Quando appoggiarono le tazze vuote sul tavolo, guardarono le loro mani che si intrecciavano con un sorriso sereno.

"Grazie" disse lei sincera.

"Di nulla".

Rimasero in silenzio, guardando le loro mani legate l'una all'altra.

"Perché non ha funzionato?" chiese Harrison, rompendo il silenzio.

Carrie lo guardò con aria perplessa.

"Perché la nostra storia non ha funzionato? Perché non è potuta andare avanti?" continuò, guardandola con occhi malinconici.

"Perché non poteva funzionare" rispose lei, con aria inespressiva. Lui rimase un po' perplesso.

"Andiamo, Harrison, a quel tempo io avevo diciannove anni. Ero ancora una ragazzina. Tu invece eri sposato con figli. Per te erano solo un gioco quei tre mesi, insomma, era una storia che non poteva funzionare" spiegò Carrie, guardandolo negli occhi.

"Poi, ti immagini i titoli dei giornali se la nostra relazione fosse andata avanti?" con voce ironica aggiunse: "'Carrie Fisher, figlia di Debbie Reynldos e Eddie Fisher, sta insieme al collega Harrison Ford, di quattordici anni più grande'" entrambi risero.

"Oppure, 'L'attore Harrison Ford lascia moglie e figli per la figlia d'arte Carrie Fisher di quattordici anni più giovane'" aggiunse l'amico con lo stesso tono ed entrambi risero.

Si guardarono, Harrison era contento di vedere Carrie sorridere dopo tutti i discorsi e i dialoghi di prima.

"E se ci provassimo?" disse Harrison senza pensarci.

Carrie rimase quasi spaventata da quella frase e mormorò: "Cosa?".

"Se provassimo di nuovo a stare insieme?" ripeté serio.

"Non funzionerebbe" disse subito Carrie, togliendo la mano da quella di Harrison e guardando in basso "Non poteva funzionare prima e non funzionerà adesso" aggiunse, con tono frettoloso.

Harrison rimase confuso dal suo gesto e deluso della sua risposta.

"Scusa" disse lei, alzandosi "Ho altri giri da fare e poi devo aiutare mia madre per stasera"

Prese le sue buste, prese la sua borsa di pelle, tirò fuori il suo portafoglio e gettò un dollaro sul tavolo, dicendo: "Pago la mia parte", quindi salutò di fretta il collega e si incamminò verso la porta.

Harrison rimase confuso dal suo comportamento e dalla sua fuga. Così si alzò e la chiamò. Carrie si girò e lo guardò con aria perplessa.

"Ti va di cenare con me questa sera?" chiese un po' nervoso.

Lei lo guardò perplessa, ma lui continuò: "Resterò qui a Los Angeles per un paio di giorni prima di ritornare a New York. Visto che ci rivedremo fra qualche mese... mi piacerebbe cenare con te. Solo come amici/colleghi" guardò in basso.

Carrie ci pensò e disse: "Sì. Perché no?" sorrise.

Harrison la guardò con aria stupita e lei spiegò che davanti alla caffetteria si trovava un ristornante Italiano dove aveva un tavolo prenotato sotto il nome di Debbie Reynolds.

Così concordarono di ritrovarsi davanti al ristorante alle 8:30 di sera.

"Allora a stasera, principessa" disse Harrison, con un sorriso beffardo.

Carrie rise, dicendo: "A stasera, canaglia" si guardarono sorridendo e lei uscì della caffetteria.

Harrison era felice che aveva accettato il suo invito. Non vedeva l'ora che arrivasse quella sera.

Carrie pensò che fosse solo un errore, uno stupido errore, e sapeva come sarebbe andata a finire.

Ma pensò a tutti gli altri errori precedenti e si disse: "Beh, almeno sarà un errore meno distruttivo e dannoso del solito. In più, avrò una scusa per comprami un nuovo vestito per me".

Sorrise e non vedeva l'ora di rivederlo quella sera. 

--------------------------------

Note:

La mia prima Carrison! 
Ed ho già una serie in corso :)

Ma spero che questa storia

vi sia piaciuta! :D

E forse chi sarà un

seguito della cena... ;)
Grazie per aver letto
la mia storia e spero
di leggere qualche recesione.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who