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Autore: rora02L    11/11/2017    4 recensioni
Tratto dal testo:
"Rivide per un attimo quel prato ricoperto dai petali dei ciliegi, gli occhi scintillanti di Naruto e le sue braccia strette a lei, mentre si baciavano così dolcemente che Hinata aveva creduto fosse un sogno. Come un sogno, sei svanito. Sei andato via. Deglutì, cercando di non pensare al dolore che quel distacco le aveva provocato. Lo aveva pregato di non andarsene, di non lasciarla perché lo amava. Non era servito."
AU Modern: Naruto cameriere, Hinata ragazza ricca.
Partecipante al Contest Au is the only way indetto da meryl watasesul forum di Efp.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I Find My Way Back to You.




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La musica del piano risuonava candida e delicata, come una voce sussurrata, per la stanza di quel ristorante di alta classe, frequentato solo dalla crema di Konoha che poteva permettersi tanto sfarzo. Il lampadario di vetro era ampio e scintillava, riflettendo la luce delle timide candele che, come degli spettatori, assistevano mute ai dialoghi dei clienti del Midnight. Le pareti erano color tortora, il pavimento in marmo bianco dalle striature nere e grigie, mentre i tavoli erano fatti di un pregiato mogano, coperto da tovaglie di lino bianche orlate d’oro. Niente in quel ristorante era fuori posto.
Naruto inspirò a fondo, sistemandosi una ultima volta la chioma bionda, tenuta indietro da tre chili di gel che aveva messo prima di venire a lavoro: era il suo primo servizio al Midnight. Si impose di fare il bravo, Iruka aveva fatto di tutto per convincere la titolare, una certa Tsunade dai modi molto focosi ed irascibili. Non poteva deluderlo di nuovo e perdere l’ennesimo lavoro. Doveva tutto ad Iruka, lui lo aveva adottato quando ancora non aveva memoria.
Raddrizzò il papion pece, in contrasto col suo completo bianco da cameriere. Spalancò le porte della sala, entrando per prendere le ordinazioni col suo taccuino. Nel mentre, ripeteva come un mantra la presentazione del locale: “Buona sera, gentili clienti, benvenuti al Midnight. Sarò il vostro cameriere per questa serata che, io e lo staff, speriamo resti impressa nei vostri cuori. Prego, se volete ordinare.” Mimò il gesto di dare i menù al cliente immaginario, stringendone un paio al petto e dirigendosi con passo spedito verso la sua zona, quella più vicina al piano scuro.
I suoi primi clienti furono una coppia anziana, vestiti di tutto punto: la donna era ingioiellata talmente tanto che distoglieva l’attenzione dalla sua coda argentata e dal suo viso rugoso, mentre l’uomo era più sobrio e scherzava con la sua ospite, che doveva essere la moglie. Naruto si impettì e si irrigidì, pronto a prendere la sua prima comanda: “C-cosa posso portarvi questa sera?”
L’uomo sciorinò in fretta la loro ordinazione e Naruto la scrisse in fretta e furia sul blocco, per poi ricontrollarlo una volta congedandotisi: “Due antipasti di mare freddi, un rombo ai ferri con aromi d’oriente e patate al curry, una trota salmonata al sapore d’Arabia e un quarto di rosso…”
Alzò gli occhi azzurri dal taccuino, deciso a darsi una calmata, non poteva condurre il servizio in quel modo tutto il tempo, i clienti si sarebbero lamentati della sua rigidità. Annuì, più a sé stesso che ad altri.
Sentì la porta d’oro massiccio del locale aprirsi e vide entrare un uomo dai lunghi capelli bruni sbiaditi e legati da una coda, dall’aria distinta e vestito con gran classe. Tenne la porta aperta, per far entrare qualcuno che Naruto ipotizzò essere una donna.
Rimase incantato da quella visione, accompagnata dalle dolci note del piano, che sembrava stessero dando omaggio a tanta bellezza. Un paio di tacchi neri smaltati fecero capolino, mostrando delle gambe flessuose e bianche come la neve. La ragazza era coperta da un vestito viola scuro, impreziosito da scintillanti pietre e da un velo delicato che scendeva a nascondere la schiena scoperta. Portava i capelli neri cadenti su una sola spalla, gli occhi erano lilla e contornati da un leggero trucco nero, come le labbra scure. La giovane teneva stretta una borsetta coordinata all’abito e sorrideva mesta.
Il tempo per Naruto si fermò in quel momento: restò imbambolato dove si trovava, in mezzo al salone e sotto il trionfale lampadario, incapace di continuare il suo lavoro. Restò a fissare la giovane, ricordando il suo nome con una stretta al cuore: Hinata. Lei si voltò lentamente verso la sala ed i suoi occhi lilla si fermarono appena notarono quel cameriere rimasto a guardarla, senza curarsi di altro. Hinata sobbalzò, ricordando bene quel volto dolce, quei capelli biondi solitamente così selvaggi e liberi, quella pelle color biscotto che così spesso aveva desiderato toccare e quegli occhi, quei pezzi di cielo che Naruto doveva aver rubato per farla innamorare.
Arrossì impercettibilmente e distolse lo sguardo, consapevole che il padre, che era lì con lei, disapprovava da sempre la loro relazione. Si domandò cosa fare, mentre con la coda dell’occhio vedeva Naruto andare in cucina, con i pugni stretti e lo sguardo basso.
Hinata si lasciò accompagnare ad un tavolo per tre con il padre, mentre pregava che quella testa matta di Naruto non facesse una qualche stupidaggine: era da un anno che non lo vedeva, ma la sensazione che aveva provato la prima volta che si erano incontrati non era mai svanita.
Mentre leggevano il menù, la mora ripensò alla sola storia d’amore che aveva avuto nella sua vita, a quell’unico bacio disperato che si erano dati lei ed il ragazzo.
Rivide per un attimo quel prato ricoperto dai petali dei ciliegi, gli occhi scintillanti di Naruto e le sue braccia strette a lei, mentre si baciavano così dolcemente che Hinata aveva creduto fosse un sogno. Come un sogno, sei svanito. Sei andato via.
Deglutì, cercando di non pensare al dolore che quel distacco le aveva provocato. Lo aveva pregato di non andarsene, di non lasciarla perché lo amava. Non era servito. Un cameriere ,dall’aria svogliata e dai capelli bruni raccolti in una coda alta e sparata, chiese loro sbrigativamente cosa volevano ordinare. Hinata si ricordò allora che non aveva proprio deciso che cosa prendere, ma il padre rispose: “Come vede, stiamo aspettando un ospite. Ordineremo quando sarà arrivato.”
Il giovane ragazzo annuì e si allontanò garbatamente. Tornò in cucina, dove venne preso per le spalle da Naruto, che lo trascinò nel retro del locale senza dargli modo di ribellarsi: “L’hai vista? Shikamaru, è lei, vero?”
Vedendo l’agitazione dell’amico, Shikamaru alzò un sopracciglio, sentendo odore di guai nelle vicinanze: “Sì, quindi? Naruto, dovresti averla dimenticata da tempo. Non farmi entrare a far parte di un qualche stupido piano per riaverla.”
Il biondino sapeva che le parole del suo migliore amico erano vere, sapeva anche che lasciare Hinata era stata una decisione sua. Ma non lo aveva fatto perché non la amava, anzi. La amava fin troppo per renderla infelice e stare con un fallito come lui l’avrebbe portata lontana dalla sua famiglia.
Gli Hyuga erano i fondatori di una azienda d’armi all’avanguardia, tanto che la Hyuga Corporation aveva commerci in tutto il globo. Hinata era la diretta discendente e futura erede di quell’impero, basato sulla tecnologia e sulle armi, date agli eserciti di tutto il pianeta.
Mentre lui chi era? Solo Naruto Uzumaki, orfano dalla nascita e senza nobili natali, ora cameriere con un monolocale vicino al Midnight. Sposare lui avrebbe portato Hinata a perdere ogni cosa: la sua famiglia, che l’avrebbe ripudiata, la sua eredità e tutto ciò che la giovane conosceva. Si era ripromesso di tornare da lei non appena avesse avuto un lavoro stabile e redditizio, in modo da essere un valido spasimante.
Sapeva che Hinata era corteggiata da molti ricchi giovani di buona famiglia, ma che aveva rifiutato sempre di fidanzarsi con uno di loro. Naruto aveva sentito il cuore spaccarsi nel suo petto, nel tentativo invano di avvicinarsi a lei. Si erano innamorati l’ultimo anno di college, frequentavano lo stesso corso di economia.
Il giovane sospirò, ricordando quegli episodi dal sapore agrodolce, ma che ancora riuscivano a scuoterlo nel profondo. “Cosa hai intenzione di fare, testa quadra?” gli domandò Shikamaru allora, accendendosi una sigaretta.
Naruto strinse i pugni, indeciso: “Non lo so. Ma ora che l’ho vista… io non ce la faccio a far finta di nulla. Devo parlarle, deve sapere.”
Deve sapere che la amo ancora.

΅

Shikamaru sospirò, visibilmente seccato, mentre prendeva l’ordinazione per il tavolo 15, quello dove sedevano i due Hyuga ed un terzo ospite, un ragazzo dai corti capelli neri ed una carnagione ancora più pallida degli altri due, che sorrideva continuamente ed indossava un completo molto anonimo di colore nero. Che seccatura, questa me la paghi, Naruto!
Shikamaru si mise davanti al tavolo e posizionò in fretta i piatti, ripetendo svogliatamente i loro nomi: “Buon appetito, signori.”
Hinata gli sorrise grata, mentre il cameriere tornava alle sue solite mansioni. Quando la ragazza abbassò lo sguardo verso il suo vitello tonnato, notò con stupore che sotto il piatto vi era un bigliettino, più volte ripiegato e nascosto sapientemente.
Ebbe un brivido e si domandò cosa fosse meglio fare. Mentre pensava al da farsi, avendo già immaginato che quella missiva fosse da parte di Naruto, sbocconcellava distrattamente il suo piatto, mentre l’ennesimo pretendente si presentava a lei e a suo padre. Questa volta toccava ad un giovane promettente di nome Sai, la cui famiglia possedeva una catena di fama mondiale di pennelli, tempere, inchiostri ed altri articoli di cancelleria di spicco e di alta qualità.
Mentre Sai e suo padre discutevano, con un gesto fulmineo la mora prese il biglietto e lo nascose nella propria borsetta: “Scusatemi, vado un attimo in bagno.”
Sistemò una ciocca nera di capelli dietro all’orecchio destro ed uscì dalla sala da pranzo, diretta ai servizi. Naruto la vide andare esattamente dove voleva e sentire il ticchettio dei suoi tacchi sul marmo lo rese nervoso, perché non aveva assolutamente pensato a cosa dirle. Hinata arrivò davanti al bagno delle donne ed aprì la borsetta per poter leggere il biglietto misterioso:

Vediamoci davanti al bagno delle donne. Ti devo parlare. Ti prego

N

Sorrise, chiedendosi il perché di quella “N” alla fine. Non avrebbe mai potuto dimenticare la calligrafia di Naruto, come ogni altra cosa che lo riguardava.
Sospirò, portandosi il piccolo pezzo di carta al petto candido, che martellava furioso e dove si mescolavano e rimescolavano emozioni contrastanti e domande che, da lungo tempo, non avevano avuto risposta. Per troppo tempo. Forse quella sera avrebbe trovato alcune di esse.
Sentì il passo di un uomo, che camminava velocemente ma in modo contenuto e dall’angolo fatto di mattonelle ambrate, sbucò il volto di Naruto, vestito da cameriere e con una espressione tirata. Quando la vide, un lampo di breve durata attraversò l’azzurro cielo dei suoi occhi. “Ciao” fu l’unica cosa che gli venne in mente da dire, sorridendole.
Hinata arrossì e rispose con un timido: “Ciao, Naruto…”
Si avvicinarono ancora di più, studiandosi reciprocamente. Lo sguardo del ragazzo seguiva le curve di lei, per poi fermarsi sui bei occhi lilla e sulla chioma scura, mentre quello della giovane vagava tra le occhiaie di lui, per poi scendere sul petto vigoroso e sui pantaloni candidi.
Hinata sentiva il respiro mancarle e non sapeva come reagire. Aveva voglia di piangere, di gettarsi tra le sue braccia e stringerlo per non farlo andare via mai più. Ma non poteva, non ne era capace. Essere rifiutata di nuovo da lui le avrebbe fatto troppo male. Naruto allungò una mano verso di lei, esitante. “Sei molto bella questa sera” disse lui, cercando di rompere il ghiaccio.
Lei arrossì nuovamente, abbassando lo sguardo: “Grazie… anche tu. Volevi dirmi qualcosa, giusto?”
Lui annuì, deciso. Le prese le mani tra le sue, con decisione nuova. Hinata sentì il calore del corpo di lui salirle lungo le mani bianche, sempre così fredde e piccole in confronto alle sue.
Naruto aprì la bocca, sperando di trovare le parole giuste. Non uscì un suono, non sapeva proprio come dirle quello che provava. C’era solo una cosa che poteva dirle, una supplica che il suo cuore faceva ogni sola alle stelle: “Perdonami, Hinata. Non volevo lasciarti.”
Cercò di capire cosa provava lei, che scosse il capo facendo danzare i capelli corvini: “Non importa. Lo hai fatto. E sei sparito per un anno. Credevo che… che forse non mi amavi davvero, non mi amavi più. Ho cercato di dimenticarti, di andare avanti, eppure…”
Non riuscì ad andare avanti, lacrime pesanti erano in procinto di uscire dai suoi occhi lilla, ma il mascara sarebbe colato, rovinando il suo trucco perfetto per quella serata importante, dove aveva conosciuto il suo ennesimo pretendente.
Naruto non disse più nulla: la abbracciò disperatamente, entrambi sentirono i loro cuori uscire dal petto, in cerca di quello dell’altro, quasi potessero uscire dal loro corpo e annullare la minima distanza tra loro.
Il profumo dello shampoo della ragazza inondava Naruto di sensazioni che credeva aver scordato, così come il suo tocco leggero e morbido. Hinata fremette tra le braccia di quel ragazzo che credeva di aver perso per sempre e si sorprese nel riconoscerne l’odore ed il tocco inconfondibile, in quell’abbraccio che sarebbe dovuto durare per sempre e per poco.
Volevano entrambi baciarsi con passione, stringersi ancora e togliersi i vestiti solo per sentire ancora il profumo e l’odore della pelle dell’altro. “Se mi vuoi riavere, devi dirmelo” disse con fermezza la ragazza, perché era spaventata da quel ritorno inatteso.
Naruto si staccò appena da lei, giusto per poterla guardare negli occhi: “Non posso ancora tornare da te, non posso darti abiti costosi o gioielli lussuosi. Non posso farti avere una villa con piscina, scarpe fatte apposta per i tuoi piedi o cose del genere. Quando sarò qualcuno, tornerò da te.”
Un ceffone colpì in pieno viso il ragazzo, cogliendolo di sorpresa. Hinata aveva un viso che non le aveva mai visto, una espressione furente che non aveva mai riservato a lui: “Stupido, non mi interessano queste cose! Sai quanto ho pianto per colpa tua? Sai quanto sia stato brutto starti lontana tutto questo tempo? Io…”
Non continuò, cercando di non piangere. Naruto abbassò lo sguardo, toccandosi la guancia rossa per il colpo: “Mi dispiace tanto, anche per me è stato doloroso non poter stare con te. Ma voglio essere un ragazzo di cui essere orgogliosa, non un cameriere senza futuro.”
Lei gli rispose, ancora arrabbiata: “Tu sei molto più di questo, Naruto! Ma non voglio stare nemmeno un altro giorno senza di te. Per favore, decidi se amarmi o dimenticarmi per sempre, non ce la faccio.”
Il cameriere rimase di sasso, con gli occhi spalancati. Rimase a pensare per qualche secondo, anche se sapeva benissimo la risposta che il suo cuore gli stava urlando.
Fissò Hinata negli occhi, sentendo tutto l’amore ed il desiderio che provava per lei. Appoggiò una mano dietro alla nuca di lei, sentendo la morbidezza della sua pelle e dei suoi capelli. Indietreggiarono insieme, finché la schiena nuda della ragazza non toccò le fredde piastrelle del muro. Naruto guardò lascivo quelle splendide labbra carnose e detestò quel rossetto che nascondeva il loro vero colore. La baciò, con dolcezza e decisione, scaldando la schiena di lei con la mano libera. Gli occhi di Hinata liberarono le lacrime che aveva trattenuto, ma che si erano trasformate in lacrime di gioia. Strinse i capelli biondi del suo lui, sentendosi rinata in quel bacio così a lungo atteso.
Si staccarono poco dopo, senza allontanarsi del tutto e guardandosi negli occhi: “Non riuscirei a vivere un altro giorno senza di te, Hinata.”

΅

“Questo è il tuo appartamento quindi?” domandò la mora, guardandosi in torno e chiedendosi da dove iniziare a pulire e sistemare. Sapeva che Naruto non era un tipo ordinato, ma lì c’era da mettersi le mani nei capelli. Il giovane sorrise felice e orgoglioso: “Sì! Non è una reggia, ma… è tutto per me e te.”
La abbracciò da dietro dopo aver poggiato le valige sul pavimento, per poi baciarle il collo niveo. Anche Hinata sorrise, niente la spaventava quando c’era lui al suo fianco.
Aveva lasciato la casa paterna da poche ore, dopo aver sposato Naruto in fretta, con una breve cerimonia dov’erano presenti solo alcuni parenti vicini di lei ed alcuni amici di lui. Il padre della ragazza non era felice della scelta presa dalla figlia, ma aveva accettato di buon grado l’unione vedendo l’amore che i due avevano. Non si vedeva tutti i giorni ed era diventato sempre più raro.
Naruto trascinò sua moglie in giro per l’appartamento, mostrandole la casa con tutti i mobili e le foto varie che aveva in giro, fino ad arrivare alla camera da letto. Aveva da poco comprato un letto matrimoniale, che se ne era stato lì senza coperte né lenzuola sopra. Hinata ridacchiò, facendo cenno al marito di darle una mano a fare il letto. Una volta ultimato, Naruto la prese per i fianchi e, tra le grida gioiose di lei, la fece stendere sul materasso tra le coperte fresche di bucato.
Si guardarono come solo due innamorati fanno, sentendosi felici come non mai. Naruto era contento di essere tornato, di aver ritrovato la strada per tornare indietro da lei, la donna che aveva colpito e affondato il suo cuore. Aveva accettato con un po’ di amarezza di lavorare per l’azienda degli Hyuga, ma in fondo ora anche lui faceva parte della famiglia e voleva dare a sua moglie tutto ciò che le occorreva.
La baciò con tenerezza, togliendole i capelli ribelli dal viso. A lui non serviva nient’altro per essere felice. Ed a lei neanche, lo amava moltissimo.
Si sentirono soddisfatti e completi, in quella bolla di sapone che li faceva volare in aria e che avrebbero protetto.
Il loro amore era destinato a fiorire, come una rosa tra i rovi delle difficoltà: anche più bella degli altri fiori.




Angolo autrice:
Fino all'ultimo, sono stata indecisa se pubblicarla o meno. Sia perché come storia non mi è sembrata troppo originale sia perché anche l'AU è abbastanza usato... ma mi piace scrivere di loro due, dei possibili modi in cui questi due personaggi potrebbero amarsi. E la canzone, da cui ho tratto il titolo della storia, mi ha fatto da colonna sonora e vi invito ad ascoltarla mentre la leggete, in sottofondo:
https://www.youtube.com/watch?v=3HJjl1i5hQ8
Mi auguro che anche questa mia storia NaruHina vi sia piaciuta...
A presto,
Rora
  
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