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Autore: Fenio394Sparrow    11/11/2017    2 recensioni
Clara Centric || Angst || Introspettivo || Whouffaldi
Fuggi Clara, fuggi, mettiti in salvo dai ricordi che ti prenderanno lo stesso.
Scappa e metti quanti più parsec di distanza fra te e quell’ultimo battito mai vissuto che comunque non impedisce al tuo cuore di spezzarsi e sanguinare e piangere come un fiore che muore.
Lo fa, Clara lo fa, ma non importa quanti soli veda o quanti mostri sconfigga o quante persone inviti a bordo: l’assenza di lui urla e il silenzio non riesce a mettere a tacere niente, nemmeno i peggiori pensieri di Clara.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Too dead to die




 
Clara vorrebbe tanto che la vita fosse un videogioco. Uno di quei videogiochi che quando muori puoi tornare indietro e ricominciare daccapo. Di nuovo. Ancora. Di nuovo ancora.

Clara vorrebbe tanto tornare a prima, prima di morire, prima di perdere il controllo sulla consolle – la consolle del TARDIS, la consolle della sala giochi, la consolle, la consolle, la consolle­ – prima di restare per sempre congelata in quell’istante che separa tutti i batti del suo cuore dall’ultimo.

Prima di diventare questa bambola che sorride e viaggia e impara che invecchia, ma non cresce.
Ed è invecchiata. E’ invecchiata, è invecchiata, è invecchiata così tanto che morirebbe pur di tornare ragazzina.
Ha ottenuto un TARDIS e una compagna – più di una a dire il vero – eppure niente, niente, niente è come prima.
Voleva tanto essere il Dottore. Voleva così tanto essere il Dottore che è riuscita a capire fino in fondo la profonda tristezza e l’immensa solitudine che lo seguono come fedeli compagne – la paura, la paura è la compagna di tutti – e niente, niente, niente la può far tornare indietro, niente, nemmeno il suo stramaledetto TARDIS che non è una cabina blu ma uno stupido diner americano dove Amy e Rory, stupido Dottore, eri lì con Amy e Rory
 

Clara crede di impazzire. E’ in momenti come quelli – momenti in cui tutto il peso dei suoi anni, i suoi e quelli del Dottore, quando le cadono addosso come macigni ed è impossibile respirare – è in momenti come quelli che la mano scatta verso la leva ed ecco che il diner americano si materializza a Londra vicino alla strada civetta, e lei sente il bisogno, il bisogno di fuggire, fuggire ancora una volta, e via, via verso un altro mondo sconosciuto e un’altra galassia lontana.

Fuggi Clara, fuggi, mettiti in salvo dai ricordi che ti prenderanno lo stesso.
Scappa e metti quanti più parsec di distanza fra te e quell’ultimo battito mai vissuto che comunque non impedisce al tuo cuore di spezzarsi e sanguinare e piangere come un fiore che muore.
Lo fa, Clara lo fa, ma non importa quanti soli veda o quanti mostri sconfigga o quante persone inviti a bordo: l’assenza di lui urla e il silenzio non riesce a mettere a tacere niente, nemmeno i peggiori pensieri di Clara.

Perché lo hai fatto.
Perché mi hai dimenticata.
Perché hai quel maledetto cuore nobile.
Perché dovevi proteggermi.
Perché hai messo me al primo posto.
Perché perché perché PERCHÉ
 
E la rabbia, oh, la rabbia è qualcosa che non avrebbe mai voluto sperimentare, perché a volte – troppo spesso in realtà – è l’unica cosa che la manda avanti.
«Voglio che sappiate» - e lo ripete ogni sera davanti alla consolle, ogni volta che lascia libero il TARDIS di scegliere dove portarla, ogni volta che sente le forze abbandonarla - «Voglio che sappiate che tutti vi odiano.»
Le assapora per bene quelle parole, quelle parole che sanno di bile e zucchero – sempre ammesso che vi sia una differenza – quelle parole che per quanto la riguarda, non ha detto a voce abbastanza alta, non le ha ripetute abbastanza «Tutti vi Odiano. Ma nessuno più di me.»
Nessuno odia i Signori del Tempo più di Clara Oswald.

Ed è proprio lì che il TARDIS la porta quando il legame si fa così stretto che ormai non c’è più differenza fra la Ragazza Impossibile e la cabina telefonica blu, è lì che la porta – nella Londra degli anni Sessanta quando deve lenire le sue ferite o nel mezzo delle Guerre del Tempo quando sente il bisogno di riaprirle.
E il sangue che scorre a fiotti non è mai il suo. E per quanto Clara urli, per quanto Clara si faccia ogni volta sempre più imprudente, sempre più selvaggia – mai coraggiosa, quello no: per essere coraggiosi bisogna temere per la propria vita e Clara quasi vuole buttarla via, la sua – per quanto ci provi a restare lì e vedere i Signori del Tempo soccombere e i Dalek vincere, lei, lui, sono sempre lì. Clara – la Clara di mille anni prima, la Clara con l’innocenza negli occhi e un cuore che batte – che gli dice: non farlo, sii il Dottore.
È lei che impedisce la distruzione di Gallifrey. Paradossalmente, è lei che li salva tutti. E non può negare che più di una volta le sia passato per la testa di impedirlo. Ucciderli tutti.

Ma a quel punto il Dottore morirebbe prima di lei, non ci sarebbe nessun altro ciclo rigenerativo, non ci sarebbe il suo Dottore scozzese e non ci sarebbero la rapina temporale  e la Mummia sull’Orient Express …

Aiuto

E il TARDIS l’ascolta. E la riporta a casa. Via. Anche se non ce l’ha una casa.
L’unica cosa che le impedisce di tornare su quella maledetta strada civetta è sapere di dover morire con la consapevolezza di non essere ricordata dal Dottore.
Clara scivola lungo le porte variopinte del diner e scoppia a piangere. Dottore ti prego ricordami sono io sono qui mi manchi ho bisogno di te esisto esisto ESISTO
Il cuore di Clara non batte, ma non è per questo che si sente morta.





NdA:
Ehilà salve. Giuro che non lo faccio apposta, ma l'angst scorre a palate quando penso a questi due che sono la mia OTP assoluta in questo fandom. Io sono assolutamente convinta - e niente mi farà cambiare idea - che Clara tornerà a Gallifrey solo una volta trovato il modo di farsi ricordare dal Dottore. Clara è sempre coraggiosa, tutte le companion lo sono, ma lei lo ha amato e lui ha amato lei, e sfido chiunque a morire sapendo che l'altra metà del cuore - o l'altro cuore - ti ha dimenticato. Ci scriverò qualcosa su, ma voglio aspettare lo speciale che si fa sempre più vicino. E Twelve non si può rigenerare senza ricordare Clara nononono
Grazie di essere passati e vi prego lasciate una recensione, anche se negativa.
Feniah
   
 
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