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Autore: Crystal25396    11/11/2017    2 recensioni
Uno Yue tormentato dai dubbi e che per la prima volta si ritrova a fare i conti con quelli che fino ad allora si era convinto di non possedere: sentimenti umani. Perché se lui e Yukito erano persone ben distinte e separate, quando si trattava di Touya si sentiva terribilmente chiamato in causa?
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“Non siamo uguali” si ripeteva fin da quando si era risvegliato “Lui è umano, io no.”
Ma non appena era riuscito a convincersi appieno di ciò, a trovare una scusa per quei sentimenti così umani che provava, ecco che la verità lo aveva investito come un treno in piena corsa.

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Storia scritta per l'iniziativa "Ripopoliamo i fandom" indetta dal gruppo Facebook "Il Giardino di EFP"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Touya/Toy, Yue | Coppie: Touya/Yukito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I dubbi di Yue
 
 
  Seduto sul tetto della casa dove abitava, Yue osservava il cielo illuminato dalla luna, la sua fonte di magia. Forse era per questo che la sua mente rifletteva meglio di notte, quando i suoi poteri erano al massimo. E lui in quel momento ne aveva veramente bisogno, di riflettere.
  Erano ormai diversi giorni che non faceva che pensare, cercando di trovare una risposta alle sue domande.
 
  Chi era realmente Yukito?
 
  Fino a pochi giorni prima, credeva di saperlo. Yukito era la sua forma provvisoria, un aspetto che aveva assunto per celarsi agli occhi di tutti. Eppure le cose erano un po’ più complesse rispetto a quello che era accaduto a Kerberus. Lui era sempre se stesso, ciò che cambiava era solo il suo aspetto e la quantità di potere magico in grado di sprigionare. Lui e Yukito, invece, erano due entità ben distinte. Certo, il giovane esisteva solo grazie a lui, ma fondamentalmente erano due persone separate. Lui non era Yukito, ne sfruttava solo il corpo come aspetto provvisorio, e Yukito non era Yue, era solo nato grazie a lui.
  Era una cosa che credeva di aver ben compreso… Ma ora non ne era più tanto sicuro.
 
  «Il cuore della tua figura provvisoria… Pensavo che a Yukito sarebbe piaciuta Sakura perché è la padrona del suo vero aspetto e che anche a Sakura sarebbe piaciuto Yukito. Però non è andata così…» gli aveva detto Eriol quella sera, nella casa dove anche lui aveva vissuto tanto tempo prima «I sentimenti di Yukito li conosci più di chiunque altro, infatti ha scelto il fratello di Sakura».
 
  Era vero, nessuno meglio di lui conosceva i sentimenti di Yukito, ma la cosa non avrebbe dovuto turbarlo. Da tempo sapeva quello che la sua forma provvisoria provava per Touya, ma a lui non sarebbe dovuto interessare. Erano due persone distinte, separate. Ma se era così, perché si sentiva terribilmente chiamato in causa?
  Perché avvertiva un tale peso sul petto?
  Lui non era Yukito, era Yue! Una creatura magica! Perché provava tutte quelle sensazioni così umane?
 
  Spiegò le ali e si sollevò in volo, dirigendosi neanche lui sapeva dove. Sentiva solo il bisogno di sentire il vento fresco della notte sul viso, così che lo aiutasse a pensare.
 
  Forse quello che provava era dovuto al fatto che lui e Yukito condividevano lo stesso corpo. Una specie di effetto collaterale… Sì, era così. Doveva essere così, non c’era altra spiegazione. Quelli che avvertiva erano i sentimenti di Yukito, non i suoi.
 
  «Yue!» una voce attirò la sua attenzione facendolo voltare e sentì il cuore perdere un battito quando vide il maggiore dei Kinomoto affacciato alla finestra della sua stanza che gli sorrideva. Non si era reso conto di aver volato fino a lì.
  «Come mai da queste parti? E’ successo di nuovo qualcosa o volevi solo sgranchirti le ali?» domandò vedendo il Giudice avvicinarsi alla casa.
  «La seconda, direi» rispose lui rimanendo sospeso a mezz’aria, con le braccia incrociate al petto.
  Touya lo osservò con la fronte corrucciata.
  «Sicuro che sia tutto ok?»
  «Certo. Se fosse successo qualcosa, tua sorella non sarebbe di certo nella sua stanza a riposare» gli fece notare.
  «Non intendevo questo. Io mi chiedevo se fosse tutto ok per te. C’è qualcosa che ti preoccupa?»
  «Cosa ti fa pensare che io abbia qualcosa che non va?»
  «Perché ti conosco» rispose Touya cogliendo di sorpresa il Giudice Supremo, che a quelle parole sobbalzò appena.
  «Tu non mi conosci. Mi avrai visto solo due o tre volte al massimo.»
  «È qui che ti sbagli. A quanto pare non l’hai ancora capito, eppure te l’ho già detto il giorno in cui ti ho dato la mia forza: tu e Yuki siete uguali.»
 
  Yue lo osservò con gli occhi sgranati e la bocca socchiusa dallo stupore.
  Anche Sakura gli aveva detto una cosa simile. Secondo lei, lui e Yukito erano uguali in tutto… Ma non poteva essere vero, la cosa non aveva assolutamente senso.
 
  «Se ti riferisci all’aspetto fisico-»
  «Ti sembro così superficiale da lasciarmi influenzare da una cosa del genere?» lo fermò Touya guardandolo con sguardo severo. Poi sospirò rassegnato e accortosi dello stupore e della confusione che aveva scosso Yue, si scostò dalla finestra e lo invitò ad entrare.
 
  Il Giudice ripiegò le ali per poter essere meno ingombrante e più libero nei movimenti, entrando così nella stanza del ragazzo.
  Ora che ci pensava, era la prima volta che vi metteva piede con quell’aspetto. Conosceva quella casa molto bene, la sua coscienza rimaneva sveglia anche quando ad avere il controllo era Yukito… Ma non poté evitare di sentirsi un po’ strano nell’entrarvi come Yue.
  Lasciò vagare lo sguardo su quella stanza che conosceva come le sue tasche e solo quando i suoi occhi si fermarono sulla figura di Touya, ora seduto sul letto, si rese conto che il giovane era in pigiama e che a quell’ora della notte qualunque persona normale sarebbe dovuta essere sotto le coperte a dormire.
 
  «Come mai sei sveglio?» gli domandò.
  «Non riuscivo a dormire» rispose Touya con un’alzata di spalle «Troppe cose per la testa. Un po’ come te, scommetto.»
  «Continui a voler dire di conoscermi, ma non è così.»
  «Vero, ma solo in parte» affermò Touya tranquillo.
  «Io non sono Yukito.»
  «No. Ma Yuki è te» disse Touya con convinzione, riuscendo ancora una volta a cogliere di sorpresa il Giudice Supremo, che a fatica riuscì a reprimere il brivido che gli percorse la schiena.
 
  «Ricordo bene cosa mi hai detto quella volta e il discorso è saltato fuori anche con Sakura, qualche giorno fa» continuò il ragazzo «Yuki è solo la tua forma provvisoria, siete due persone diverse... Ma io credo che neanche tu abbia capito chiaramente che legame ci sia realmente fra voi due.»
  «Cosa intendi dire?» domandò Yue.
  «Che le cose non stanno esattamente come pensi tu. Era solo un’idea, ma poi l’altra sera, mentre tornavo a casa dal lavoro, ho incontrato quel ragazzino, Eriol. Sakura mi aveva spiegato chi è in realtà, così abbiamo fatto due chiacchiere e a quanto pare le mie supposizioni erano corrette.»
  «Arriva al punto, Touya» insisté Yue, che iniziava a sentirsi vagamente infastidito da quel discorso.
  «Yuki non è un normale essere umano, perché esiste solo grazie a te. Anche se non è cosciente quando ci sei tu, lui è sempre dentro di te, perché condividete lo stesso corpo.»
  «Quindi?» chiese, non riuscendo a cogliere deve il giovane volesse andare a parare.
  «Non l’hai capito? Yuki non è una persona di cui hai preso in prestito il corpo per nasconderti, il vostro legame è ancora più forte. Yuki non esiste senza di te, perché è da te che è nato. E’ il lato umano che quel mago aveva messo in te quando ti ha creato e che mentre eri ancora assopito ha vissuto indipendentemente, custodendoti. Negli ultimi anni avete vissuto come se foste due entità separate, ma la verità è che non è così. Lo Yue originario aveva un lato umano, che ora si manifesta con un aspetto tutto nuovo, quello di Yuki, mentre in te è prevalso quello magico. Ma alla fine, la verità è che voi due siete la stessa persona
 
  Quelle parole colpirono Yue come uno schiaffo. Con gli occhi sgranati, il Giudice fissò lo sguardo sul pavimento e con gambe tremanti fece qualche passo indietro, fino a sentire il muro freddo scontrarsi con la sua schiena.
 
  Colpito da quel comportamento, Touya si alzò di scatto dal letto, avvicinandosi a lui, ma non appena allungò una mano nella sua direzione per poggiargliela sulla spalla in segno di conforto, lo sguardo irato e allo stesso tempo spaventato di Yue gli fecero ritirare velocemente la mano. Rimase lì, in piedi davanti a lui, ad osservarlo con sguardo triste.
 
A quanto pare, ancora una volta ci aveva visto giusto: fino a quel momento era come se Yue avesse cercato di autoconvincersi che no, lui e Yukito non erano la stessa persona, non potevano esserlo. Perché se così non fosse stato, Yue si sarebbe ritrovato a fare i conti con dei sentimenti che mai in vita sua aveva provato e che era convinto di non poter mai provare. Sarebbe stato tutto molto più semplice, se quei sentimenti fossero stati solo di Yukito e non anche di Yue. Sarebbe stato molto, molto più semplice.
 
  Ma la verità è che Yue, in fondo al suo cuore, sapeva che non era così. Più volte si era ripetuto che lui non era umano, ma sapeva che in piccola parte non era così. Non l’aveva mai accettato, ma si era sempre reso conto di essere diverso da Kerberus, di differire da lui non solo per quanto riguardava la loro magia: Kerberus era una creatura per metà animale e il suo aspetto ne era la prova più chiara ed evidente… E lo stesso valeva per lui, che però non possedeva tratti animali, bensì umani. Per quanto cercasse di nasconderlo, lui aveva sempre provato delle emozioni più forti e profonde del Custode del Libro.
  Lo sapeva, l’aveva sempre saputo, ma non era mai riuscito ad accettarlo e così cercava di nascondere la cosa, mentendo spudoratamente prima di tutto a se stesso.
  Per secoli vi era riuscito e quando Yuki era nato, convincersi di non essere umano era stato facile, poiché gli bastava attribuire tutto al giovane con gli occhiali.
  “Non siamo uguali” si ripeteva fin da quando si era risvegliato “Lui è umano, io no.”
  Ma non appena era riuscito a convincersi appieno di ciò, a trovare una scusa per quei sentimenti così umani che provava, ecco che la verità lo aveva investito come un treno in piena corsa.
 
  Sapere era una cosa, sentirselo dire apertamente era un’altra… Perché ora non poteva più scappare.
  Yukito era Yue. Era nato da lui, accrescendo e sviluppando il suo lato umano, mentre Yue faceva lo stesso con quello magico.
  Due aspetti diversi di un’unica persona. Ecco cos’erano lui e Yukito. E questo significava soprattutto una cosa…
 
  Lentamente tirò su le spalle, che fino a quel momento aveva tenuto piegate in avanti, e con lo sguardo cercò la figura di Touya, trovandolo ancora in piedi a pochi passi la lui, che lo fissava con uno sguardo talmente intenso che per la seconda volta in pochi minuti sentì il suo cuore mancare un battito.
 
  Se lui e Yukito erano la stessa persona, significava che quello che provava per il giovane Kinomoto non era un’influenza legata alla convivenza nel corpo di Yuki… Quelli erano i sentimenti di entrambi. Erano anche i suoi.
 
  Sentì il cuore battergli furiosamente nel petto e quasi senza accorgersene portò una mano a quell’altezza, stringendo la stoffa dei suoi abiti nel pugno.
 
  «In fondo, credo di averlo sempre saputo» disse tenendo lo sguardo fisso al suolo.
  «Lo so» annuì Touya senza ancora osare avvicinarsi a lui.
  «Ma non riuscivo ad accettarlo.»
  «Lo so» ripeté.
 
  «Da quanto sei a conoscenza di tutto ciò?» domandò Yue alzando lo sguardo su di lui e lascandosi scivolare lungo la parete, sedendosi a terra, un braccio poggiato sul ginocchio alzato della gamba.
  «Da quando ho scoperto della tua esistenza» rispose Touya avvicinandosi e sedendosi accanto a lui. «L’ho sempre saputo e la cosa non mi ha mai turbato».
 
  «Che vuoi dire?»
  «Beh, ecco…» improvvisamente, il volto di Touya si tinse di rosso e il ragazzo spostò lo sguardo dall’altro lato, imbarazzato e improvvisamente non più in grado di reggere quello del Giudice.
  «Insomma, mi pare di avertelo detto già una volta, no? Sì, beh, l’ho detto a Yuki, ma tu rimani cosciente quando c’è lui, quindi mi hai sentito e… Quello che ho detto era rivolto un po’ ad entrambi.»
 
  Yue lo fissò stupito, colto di sorpresa da quell’improvviso imbarazzo.
  «Perché stai balbettando?» gli domandò divertito.
  «No-Non sto balbettando!» rispose Touya con enfasi, voltandosi di scatto verso di lui, le guance adesso ancora più rosse di prima.
  «Sei anche arrossito» gli fece notare, ridacchiando quando Touya, non sapendo come rispondere, assunse tonalità ancora più accese, portando velocemente i suoi occhi verso il pavimento.
 
  «A quali parole ti riferivi?» chiese Yue sorridendogli dolcemente e osservando Touya fare un respiro profondo prima di rispondere.
  «A quelle che dissi al mio risveglio, dopo averti donato la mia magia. A me non interessa chi tu sia, a ma basta averti sempre vicino e
 «E che io ti sorrida» concluse Yue stupendo il ragazzo accanto a lui, che per un attimo lo guardò sorpreso, prima di rendersi conto di quanto quel contatto visivo lo mettesse a disagio, tornando così a fissare con insistenza il pavimento.
  Le labbra del Giudice si piegarono nuovamente verso l’alto e per diversi minuti rimase a fissare con dolcezza il ragazzo al suo fianco, fino a quando un pensiero non sfiorò la sua mente e un nuovo peso non tornò a gravargli sul petto.
 
  «Non va bene…» sussurrò amaramente, attirando nuovamente su di se l’attenzione di Touya.
  «Cosa?»
  «Per quanto in me vi siano aspetti umani, io sono e resterò una creatura magica. Ho vissuto per secoli al fianco di Clow e fino a quando le carte esisteranno, la cosa varrà anche per me e Yukito. Lui ha già accettato la cosa, ma io non credo di essere pronto.»
  «Perché dici questo?»
  «Perché un giorno, quando tu non ci sarai più, io sarò ancora qui, su questa terra, e continuerò a vivere, ma senza di te. E non so se riuscirei a sopportarlo.»
  «E separarci adesso ti farebbe soffrire di meno?» chiese il giovane.
  «Io non lo so» ammise Yue con rammarico.
 
  La stanza fu avvolta nuovamente dal silenzio e Touya si ritrovò ad osservare il volto triste e carico di sconforto di Yue. Tirò la testa indietro, facendola scontrare contro il muro dietro di lui, i ricordi di un fatto avvenuto tanti anni prima che improvvisamente gli scorrevano davanti agli occhi.
 
  «Quando mia madre morì, papà cercò in tutti i modi di non far pesare a me e Sakura la sua perdita. Sorrideva sempre, ci raccontava tantissime storie e faceva in modo che non ci sentissimo mai soli» iniziò a raccontare.
  «Una notte, però, lo sorpresi a piangere nella sua stanza, mentre fissava una fotografia della mamma. Non lo avevo mai visto così distrutto, neanche il giorno del funerale, e la cosa mi scosse a tal punto che entrai di corsa nella sua stanza, gettandomi addosso a lui e implorandolo di non piangere, dicendogli che non mi piaceva vederlo così triste, senza curarmi del fatto che io per primo avevo gli occhi colmi di lacrime.
  Papà mi fece sedere sulle sue gambe e mi abbracciò forte, lasciando che anche io mi sfogassi. Avevo dieci anni, ma come lui, prima di allora non avevo mai pianto, perché se mi fossi fatto vedere in quello stato da Sakura, lei si sarebbe rattristata ancor più di quanto già non fosse.
  Non ricordo di aver mai pianto tanto come quella volta, ero disperato e furioso allo stesso tempo. Non riuscivo ad accettare il fatto che mia madre se ne fosse andata e non volevo vedere papà in quello stato. Non facevo altro che ripetere che non era giusto e che se loro due non si fossero mai sposati, papà non avrebbe mai sofferto così tanto.»
  Quelle ultime parole riuscirono ad attirare completamente l’attenzione del Giudice, che ora non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, ascoltando con attenzione quella triste storia.
  «Mio padre lasciò che mi sfogassi completamente e poi mi asciugò le lacrime, dicendomi una cosa che non dimenticherò mai…
 
“Non mi pento di nulla, Touya, se avessi la possibilità di tornare indietro, mi innamorerei e sposerei ancora tua madre. È vero, ora non c’è più, ma mi ha lasciato dei doni meravigliosi: tu, tua sorella e dei bellissimi ricordi. Nonostante il dolore che provo adesso, la mamma mi ha cambiato, mi ha regalato tantissimi momenti di gioia che costudirò gelosamente nel mio cuore. Ascoltami Touya, se anche tu un giorno troverai una persona importante come lo era tua madre per me, tienitela stretta e assapora ogni momento che vivrete assieme. E vedrai che solo allora capirai quello che provo.”
 
Disse queste esatte parole».
 
  Yue rimase per qualche secondo con le labbra socchiuse, poi si lasciò travolgere da una tiepida e limpida risata.
 
  «E ora che ti prende?» chiese Touya confuso, fissando stranito il Giudice al suo fianco.
  «Scusa…» disse cercando di darsi un contegno, soffocando le risa con una mano.
  «E’ che questa è proprio una risposta degna di Clow Reed. Si vede che tuo padre è la sua reincarnazione, mi domando ancora come abbia fatto a non notarlo prima» continuò, riuscendo finalmente a calmarsi.
  «Credo che tuo padre abbia ragione…» disse poi con un fil di voce, facendo sorridere Touya, prima che il contatto visivo con Yue non tornasse ad agitarlo, facendolo alzare di scatto da terra.
 
  «Si sta facendo tardi, forse è meglio se torni a casa e io me ne vada a dormire» disse dandogli le spalle e avvicinandosi al letto. Ma poco prima che vi arrivasse, una meno gli si poggiò sulla spalla per fermarlo e subito Yue gli si parò davanti, le ali di nuovo spiegate e i piedi sollevati di qualche centimetro da terra.
  «Sei molto strano, sai?» gli confidò la creatura alata guardandolo dall’alto. «Con Yukito non ti comporti così» affermò prendendogli con delicatezza il mento fra le dita, portando così il giovane ad incatenare i suoi occhi a quelli di lui.
  «E’ colpa tua» sibilò Touya imbarazzato.
  «Colpa mia?» domandò Yue alzando un sopracciglio dubbioso.
  «Esatto, colpa tua.»
  «E cosa avrei fatto di particolare?»
  «Niente... È proprio questo il punto. E non guardarmi in quel modo!» esclamò, trattenendosi dallo specificare che il suo comportamento non deriva solo dal fatto che il suoi occhi sembravano in grado di leggere qualsiasi cosa, ma anche perché erano terribilmente belli. Lui era terribilmente bello. Amava Yue esattamente come amava Yuki, ma non poteva negare che il Giudice fosse decisamente più affascinante della sua forma umana.
 
  Yue sbatté un paio di volte le palpebre stupito, poi lasciò che un ghigno di dipingesse sul suo volto.
  «Non è che per caso la mia vera forma ti mette a disagio?» ipotizzò.
  «Non dire stupidaggini!» esclamò imbarazzato, sentendo il viso andare improvvisamente a fuoco.
  «Prima però mi sembravi normale.»
  «Prima non stavamo affrontando l’argomento “sentimenti”» si lasciò sfuggire Touya, facendo sorridere l’altro soddisfatto.
  «Quindi avevo ragione.»
  «Piantala... E togliti quel ghigno dalla faccia.»
  «Non credo di poterci riuscire» confessò Yue divertito da tanto imbarazzo.
  «Ti odio.»
  «Bugiardo» soffiò, facendo scorrere con estrema lentezza la mano dal mento alla sua guancia. Fino a quel momento, non si erano resi conto di quanto la distanza tra i loro visi fosse pian piano diminuita. I due potevano sentire il respiro dell’altro sul viso e i loro nasi sfiorarsi.
  Non ci volle molto prima che Yue si decise ad azzerare quella distanza e a far aderire le loro labbra.
  Fu un bacio dolce e delicato, ma da lungo tempo agognato, che fece sospirare di piacere Touya, che prontamente portò le mani alla vita del Giudice, ancora sospeso in volo, avvicinandolo a se. Un gesto che Yue gradì molto e ricambiò portando la mano libera al collo del giovane, accarezzandolo lentamente, godendo nel sentirlo fremere di eccitazione.
 
  Non seppero neanche loro quanto durò quel bacio, ma cercarono di goderselo appieno, fino a quando non furono costretti a separarsi per riprendere fiato, lasciando che i loro occhi, lucidi di felicità e carichi di amore, si incatenassero.
 
  «Non hai idea da quanto tempo io aspettassi questo momento, vero? Ci hai messo un’eternità, razza di zuccone» disse Touya con un sospiro, facendo dipingere sul volto del Giudice un nuovo ghigno, questa volta, però, carico di malizia.
  «Vorrà dire… Che cercherò di farmi perdonare.»
 

 
 
 
 
 
 
 
 
***
Angolo dell’Autrice
Con questa TouyaxYue (sono troppo poche le storie su di loro, non va bene u.u) faccio il mio debutto nella sezione di Card Captor Sakura! Non so perché non l’ho mai fatto prima, io ADORO Sakura… Ci voleva l’iniziativa di “Ripopoliamo i Fandom” del gruppo “Il Giardino di EFP” perché mi decidessi a rimediare XD
Beh, che dire: ho provato a dare una mia interpretazione del legame che vi è fra Yue e Yukito e onestamente non credo di essermi distanziata troppo da quanto detto nel manga. Più volte viene ribadito che Yuki è solo la forma provvisoria di Yue e che si sono sviluppate come due entità separate, ma ogni volta che lo rileggo, ho sempre l’impressione che mentre Yuki abbia ben chiaro in mente il fatto che lui non è umano, ma solo un aspetto del Giudice Supremo, Yue continua a comportarsi come se Yuki fosse una persona completamente diversa e distinta da lui, che gli serve solo come facciata esterna. Così ho provato a fargli capire che non è esattamente così che stanno le cose e che in realtà è più come la pensa Yuki.
Detto questo, ho una paura tremenda di essere andata nell’OOC, quindi vi chiedo di darmi un vostro parere a riguardo, perché io per prima sono il tipo che non lo digerisce.
E poi, come in ogni storia che scrivo, vi esorto a farmi presente eventuali errori che posso aver fatto. Rileggo sempre prima di pubblicare, ma puntualmente mi scappa sempre qualcosa.
Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia e se vi va, potete seguirmi anche sulla mia pagina Facebook (link --> https://www.facebook.com/Crystal25396EFP/?ref=bookmarks).
 
Ah, un'ultima cosa: il titolo mi fa abbastanza schifo, quindi sono aperta ad eventuali suggerimenti xD

Spero di tornare presto con un’altra storia su questo fandom, magari sempre sulla coppia Touya/Yuki/Yue (li amo troppo <3)
Alla prossima!
-Crystal-
   
 
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