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Autore: emme30    12/11/2017    6 recensioni
[Katsuki/Izuku]
Il giovane eroe ridacchia e lancia uno sguardo al compagno, intento a nascondere il proprio viso dietro a una mano coperta di cicatrici. “Le hai raccontato perché ho il braccio rotto, Deku?”
“S-sei scivolato, Kacchan, ecco cosa è successo!” balbetta l’altro imbarazzato, gli occhi fissi sul bancone e la faccia paonazza.
Katsuki scoppia in una fragorosa risata, evidentemente facilitata dagli antidolorifici che ha ancora in circolo. “Tutte stronzate!” esclama, voltandosi poi verso l'infermiera all'accettazione del pronto soccorso. “Non sono caduto... la verità è che ho un pisello magico.”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Incidente


Fare il turno di notte al pronto soccorso non è mai un gioco da ragazzi.

Ami lo sa bene e, quando quella sera si siede al bancone delle accettazioni dietro al computer e di fronte a una sala d’aspetto quasi vuota, è già mentalmente preparata a tutto ciò che potrebbe capitarle.

Le ore scorrono lente e con la calma apparente di una nottata tranquilla; si ritrova a fare l’accettazione solo per una donna che ha bisogno di un’appendicectomia d’urgenza, il solito ipocondriaco che teme di poter morire per un lieve prurito, una colica renale, un incidente stradale non grave e un anziano colpito da malore che viene portato in ospedale con l’ambulanza.

Ami ha appena terminato di bere il caffè che si concede solitamente intorno alle due quando la porta scorrevole dell’entrata del pronto soccorso si apre ed fanno il loro ingresso due giovani un po’ barcollanti.

La sensazione di averli già visti prima la colpisce ed è solo nel momento in cui il ragazzo coi capelli verdi scuri fa sedere il suo compagno biondo su una delle sedie che finalmente li riconosce. Ricorda di averli visti un paio di volte in tv e più frequentemente in ospedale, feriti o a trovare amici in convalescenza. La parola eroi le lampeggia davanti agli occhi e non riesce più a portare lo sguardo sul proprio computer, rimanendo a osservarli per qualche attimo.

Non hanno addosso i loro costumi da battaglia e non sono accompagnati dalla polizia, quindi immagina che non sia nulla di grave. Il ragazzo biondo, però, ha un’espressione incredibilmente ilare in volto e il braccio sinistro appoggiato a una benda legata dietro al collo. Il suo partner - le pare si chiami Deku -, gli è seduto accanto e ha i lineamenti contratti dalla preoccupazione. Lo vede pronunciare un deciso “Stai fermo qui” poco prima di alzarsi e avvicinarsi al bancone dell’accettazione.

Ami solleva lo sguardo e non comprende bene perché le guance lentigginose del ragazzo diventino più rosse nel momento in cui si accosta. Forse è solo molto timido.

“Buongior-Buonasera,” esordisce, correggendosi subito e portando una mano tra i ricci spettinati. Ha due occhiaie marcate e pare molto stanco, quindi Ami non commenta il piccolo strafalcione del ragazzo.

“Buonasera, mi dica pure,” gli risponde cordiale.

“Ecco,” continua lui, voltandosi per dare un’occhiata veloce al biondo, il quale è ancora seduto proprio dove lo ha lasciato. “Il mio… il mio amico si è rotto un braccio e credo abbia bisogno del gesso.”

Ami si sporge un attimo per dare una rapidissima occhiata al giovane. “Un braccio rotto? Non sembra sofferente, potrebbe essere una slogatura o una botta.”

Il ragazzo dai capelli scuri fa un sospiro. “Il dolore era così forte che ha insistito nel prendere dei vecchi antidolorifici per i denti del giudizio, ecco perché sembra un po’… fatto.”

Ami si alza in piedi e la descrizione fatta dall’eroe combacia con quello che vedono i suoi occhi. Sospira anche lei prima di aprire una nuova pagina sullo schermo del computer.

“Va bene, mi servono i dati del paziente. Nel frattempo, contatto subito l’ortopedico, però potrebbe dover aspettare domani per il gesso.”

“Certo, comprendo benissimo. Posso darle tutto io?” domanda, infilando una mano in tasca per estrarre un portafoglio e fornirle i documenti necessari. “Katsuki Bakugou, nato il 20 aprile-“

“In realtà...” Ami lo interrompe cortesemente e lo squadra arricciando le labbra. “Visto che il paziente non è al momento incosciente, avrei bisogno che sia lui stesso a fornirmi i propri dati personali. E, soprattutto, mi serve sapere come è avvenuta la dinamica della lesione.”

Non comprende come mai il giovane che ha di fronte arrossisca così tanto a quella semplice richiesta. “E’ solo scivolato in casa,” mormora in fretta e con immenso turbamento. “E’ inciampato in un tappeto e non vorrei che le dicesse qualche cosa inesatta, visto che non è particolarmente in sé e-“

Non riesce nemmeno a terminare la frase: fa quasi un salto nel momento in cui il ragazzo biondo lascia cadere il braccio sano sul bancone e si accascia al suo fianco, sorprendendolo. I suoi occhi rossi non sono fissi sul compagno - che sembra visibilmente scioccato -, ma su Ami, la quale, in tutta onestà, non sta comprendendo bene cosa stia succedendo.

“Io...” inizia Katsuki, facendo un ghigno divertito. “Ho un pisello magico.”

Tra i tre cala un profondo silenzio imbarazzato, accentuato ancora di più dalle guance viola di Deku e dagli occhi spalancati di Ami.

La donna ne ha davvero viste di cotte e di crude nei suoi anni come infermiera, ma questa è davvero nuova

“Come, prego?” chiede, cercando di nascondere una risata.

Il giovane eroe ridacchia e lancia uno sguardo al compagno, intento a nascondere il proprio viso dietro a una mano coperta di cicatrici. “Le hai raccontato perché ho il braccio rotto, Deku?”

“S-sei scivolato, Kacchan, ecco cosa è successo!” balbetta l’altro imbarazzato, gli occhi fissi sul bancone e la faccia paonazza.

Katsuki scoppia in una fragorosa risata, evidentemente facilitata dagli antidolorifici che ha ancora in circolo. “Tutte stronzate!” esclama, voltandosi poi verso Ami. “Non sono caduto... la verità è che ho un pisello magico.”

“Kacchan,” Deku utilizza quel nomignolo con un tono scioccato, però il diretto interessato sembra ignorarlo, rivolgendo invece la propria completa attenzione all’infermiera.

“Ora le racconto io cosa è successo,” biascica, facendo una piccola smorfia quando urta il bancone dell’accettazione con l’arto rotto. “Stavamo scopando come pazzi e glielo stavo dando così bene, ma così bene, che Deku di merda qui presente ha attivato la sua Unicità per sbaglio e mi ha scagliato contro il muro.”

Ride tra sé e sé poi, mentre al suo fianco Deku fa un’espressione mortificata e terribilmente a disagio. Ami non sa se imitare uno o l’altro.

“Mi ha sentito, bella? L’ho fatto godere così tanto da attivare la sua Unicità. Capito cosa può fare il mio pisello perfetto?”

“E’ stato un incidente,” è il mormorio sommesso che si leva dalle labbra di Deku, seguito subito da un ghigno sguaiato e, infine, da un’imprecazione per il dolore da parte di Katsuki.

A quel punto, Ami decide di aver raccolto elementi a sufficienza e interviene - anche perché non sa quanto ancora potrà trattenere le risate.

“Bene, possiamo scrivere che si è trattato di un incidente domestico. Si accomodi pure, Bakugou-kun, tra poco verrà qualcuno a prendersi cura di lei.”

Il giovane non ringrazia; schiocca le labbra e tira una piccola gomitata nel costato a Deku, il quale rimane al bancone dell’accettazione per porgere all’infermiera tutti i documenti di Katsuki affinché lei possa creare la documentazione necessaria.

“E’ stato davvero un incidente,” lo sente mormorare poco dopo con la voce bassissima e le guance ancora porpora, ma Ami non commenta ulteriormente. Si limita a fargli un lieve sorriso comprensivo che sembra sciogliere un po’ del suo imbarazzo.

Ovviamente, la situazione di calma non dura per molto: quando due infermieri si avvicinano a Bakugou con una sedia a rotelle per portarlo a fare i raggi, lui comincia a sghignazzare di nuovo e a declamare ai quattro venti come il fidanzato gli abbia rotto il braccio grazie alle magie del proprio pene.

Deku arrossisce ancora più vistosamente e Ami lo vede cercare di confondersi con l’arredamento, il muro o qualsiasi cosa.

Mentre le urla di Katsuki riguardo i prodigi che il suo corpo può fare nell’intimità riecheggiano ancora nelle loro orecchie, Ami si sente in dovere di fare un sospiro e appoggiare una mano sulla spalla del giovane Deku, il quale alza proprio in quel momento lo sguardo dal pavimento. Ha di nuovo la faccia come un pomodoro.

“Non ti preoccupare,” gli dice con un sorriso. “Lo addormenteranno a breve e potrà smettere di raccontare a tutti questo episodio. Almeno fino a domani mattina.”

Lui la guarda quasi adorante. “Grazie,” sussurra, distendendo un po’ i lineamenti. “Posso andare da lui non appena si assopisce?”

Ami annuisce e lo osserva andare a sedersi su una delle sedie del pronto soccorso. Poi sospira e torna a compilare le proprie scartoffie sullo schermo del pc, ridacchiando tra sé e sé.

Fare il turno di notte al pronto soccorso non è mai un gioco da ragazzi, ma certe volte ne vale proprio la pena.

 

Questa shot è davvero stupidissima, ma spero di essere riuscita a strapparvi una risata ♥

Beta reading: Ilaria
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