Crossover
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Autore: Evil Ulquiorra    12/11/2017    6 recensioni
Cosa succede quando un'entità primordiale del calibro di IT entra in contatto con degli individui in grado di suscitare il suo interesse ?
Una raccolta di one-shot in cui il nostro Clown preferito interagisce o si ritrova a prendersi cura ,in un modo o nell'altro,di personaggi appartenenti a varie opere.
( IT - Stephen King x multi-crossover )
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga, Cartoni, Film, Fumetti, Telefilm
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok,la situazione è questa : ho visto il nuovo IT, e ne sono rimasto affascinato.
Cioè, sono sempre stato affascinato dal romanzo di King, ma la nuova trasposizione cinematografica ha risvegliato in me l’amore che provavo nei confronti di uno dei migliori villain mai realizzati in ambito letterario : IT, meglio noto al grande pubblico con le vesti di Pennywise ,il clown ballerino.
Fatto sta che, armato di nuovi propositi, ho deciso di realizzare una raccolta di novelle in cui questo insolito pagliaccio se la vedrà con personaggi appartenenti a molte altre opere.
La prima di queste one-shot riguarderà l’incontro tra Pennywise ed uno dei miei personaggi preferiti della  stagione anime 2017/2018 : Jack lo squartatore, appartenete all’anime Fate/Apocrypha.
Preciso che,in questa mia personale versione, IT non ha bisogno di dormire per 27 anni.
Buona lettura ! Oh, e mi raccomando, se volete che scriva una one-shot con un pg particolare non esitate a farmelo sapere nei commenti, farò tutto il possibile per accontentarvi ! 



Disse il ragno alla mosca...

La Guerra del  Santo Grall :
In questa guerra, sette maghi chiamati Master sono accompagnati da sette Spiriti di eroi e personaggi appartenenti all’epoca passata: i Servant, che ,a loro volta, sono  divisi in base a sette classi .
 Saber,il Servo della spada, Lancer, il servo della lancia , Arhcer , il Servo dell’arco , Caster , il servo della arti magiche , Berserker , il servo pazzo , Rider , il servo del carro, e Assassin , il Servo assassino .
L'unico scopo di questo conflitto è contendersi il Sacro Graal, un oggetto mistico che si dice possa esaudire un desiderio, qualunque esso sia, al vincitore.
Il Servant e il Master sono legati  tramite un patto rappresentato da tre simboli chiamati Magie di Comando.
Il Servant mantiene una certa indipendenza, ma è comunque asservito alla volontà del suo Master, che può costringerlo a compiere determinate azioni sacrificando una delle Magie di Comando; se vengono utilizzate tutte e tre, però, il patto si scioglie.


Valacchia 
 
Jack lo squartatore. Flagello della Londra Vittoriana. Assassino di donne e prostitute.
Alcuni lo avevano definito un mostro, una bestia disumana.
Secondo molti, non era altro che un'irrazionale macchina assassina. Un'arma che aveva subito talmente tanti lavaggi del cervello da non ricordare più chi era. Insensibile al dolore. Impossibile da catturare .
Sapeva solo come ammazzare e rovinare vite. E aveva fatto entrambe le cose per molti anni.
In realtà, a dispetto delle credenze popolari, Jack lo squartatore era solo una bambina.
La sua presenza era intangibile, a tratti quasi inquietante. Nessuno poteva prevedere le sue reazioni, forse perché lei non ne aveva.
Non si spaventava quando era minacciata, non si offendeva se qualcuno lo insultava, non contestava quando gli adulti le ordinavano di fare qualcosa.
 Probabilmente ciò che aveva passato nella sua infanzia aveva annullato i suoi sentimenti, oppure era lei che continuava ad intrappolarsi nel suo universo immaginario, tagliando i ponti con la realtà.
Nessuno si sarebbe mai fatto carico delle sue colpe.
 Nessuno avrebbe mai provato affetto verso quella bambina dai capelli argentati e dalla pelle candida ma già troppo sporca, come la neve che scintillava per le strade di Londra.
Dopo essere  stata convocata come servo Assassin nella Quinta Guerra del Santo Grall, la bambina pensò che quei giorni di miseria fossero ormai dietro di lei.
Aveva trovato una madre, qualcuno che si prendesse cura di lei.
Ma ora, anche lei era morta, uccisa dai servi avversari. Quegli stessi servi che, attualmente, le stavano dando la caccia, dopo averla ferita brutalmente in uno scontro.
Mentre correva tra le siepi della campagna, la bambina evitò deliberatamente il paese, dirigendosi verso il bosco più vicino. Era stupita di quanto quella zona fosse disabitata.
C'erano alcune case che poggiavano lungo l’estremo Nord del villaggio, un cimitero che era sorto appena fuori dai confini municipali, e alcune abitazioni abbandonate di pietrisco.
Mentre attraversò la strada in terra battuta, vide un castello attraverso il solco creato dalla linea dell'alta tensione, che scavalcava il territorio municipale diretta da nordovest a sudest, così come una fattoria.
Percorse il muretto che cingeva il cimitero della zona, e proseguì sulla strada della collina .
In cima, gli alberi si diradavano su entrambi i lati della strada; a destra c'era il paese.
 Era la prima volta che Jack lo vedeva. Fino ad ora, lei e sua madre si erano sempre tenute nascoste nel centro abitato.
Tuttavia, i servi avversari erano riusciti a trovarle, e da quel momento tutto era andato in discesa.
Si fermò di colpo. Di fronte a lei aveva appena preso posto la sagoma di una villetta apparentemente abbandonata. Sarebbe stato il rifugio perfetto, almeno per qualche ora.
Stringendo i denti, nel tentativo di frenare il dolore, cominciò a incamminarsi lungo il vialetto che conduceva al fabbricato.
 Le erbacce infestavano il prato davanti alla casa, nascondendo le pietre che segnavano il cammino verso il portico. Nel prato cantavano i grilli, e si vedevano le cavallette saltare tutt'intorno in parabole errabonde e casuali.
L'edificio era orientato verso il paese. Vasto, spigoloso e fatiscente com'era, le finestre tutte sbarrate con assi, aveva l'aspetto sinistro che hanno tutte le vecchie case abbandonate da molto tempo. L'intonaco esterno era caduto, spazzato via dalla pioggia, e la casa aveva assunto una colorazione grigia e uniforme.
Le tempeste di vento avevano fatto volar via parecchie tegole, e in un punto sul lato ovest una forte nevicata aveva fatto incurvare il tetto, dando all'insieme un aspetto sgangherato e minaccioso.
Un cartello di legno fissato alla buca delle lettere ammoniva di non procedere oltre.
Provò un improvviso impulso a fermarsi, ma il tutto duro appena un paio di secondi. Era Jack lo squartatore, dopotutto. Questa casa non  era niente in confronto alle strade buie del crepuscolo vittoriano.
Attraversò il prato fra i grilli e le cavallette fino al portico e guardò all'interno ,fra i pertugi delle assi inchiodate.
 Deglutì e fissò la casa, quasi ipnotizzata. La villa sembrava restituirgli lo sguardo con la stolida indifferenza degli idioti. Una volta entrata nell'atrio, sentì odore di muffa e di umidità intente a corrodere i muri e la tappezzeria, mentre un gruppo di topi corse frenetico lungo le pareti ,verso il loro nascondiglio.
Cominciò a guardarsi intorno.
L’abitazione era disseminata di cianfrusaie e mobili coperti di polvere.
Il suo sguardo indugiò su una scala a chiocciola che collegava il salotto al piano sovrastante.  
C'erano quattordici gradini, esattamente quattordici, ma, in cima, l'ultimo era diverso dagli altri, più basso, come se fosse stato aggiunto solo per evitare il fatidico numero tredici.
 Poi…accadde qualcosa. Un’insolita vibrazione cominciò a riecheggiare lungo il pavimento della villa.
Jack riuscì a mala pena a trattenere un sussulto.
Un umore nero le calò addosso, spegnendo la sua buona disposizione di spirito come sabbia sul fuoco. Andava soggetta a mutamenti del genere fin da quando era piccola, ed era abituata a scacciare gli attacchi di depressione, ma stavolta era stato troppo improvviso e troppo potente.
Tentò di afferrare le lame che teneva nel vestito, ma lo sforzò della serata la costrinse a cadere pesantemente lungo le assi di legno che adornavano il fabbricato.
Improvvisamente ,la vibrazione costante che scuoteva le fondamenta della casa crebbe d’intensità, fino a trasformarsi in un brontolio minaccioso.
 Il brontolio crebbe progressivamente finché le finestre cominciarono a schiantarsi, dal soffitto caddero i primi calcinacci e i gridi disumani delle travi sotto pressione e delle fondamenta si fusero in un coro di distruzione.
Spaventata, Jack alzò lo sguardo…e allora lo vide.
Un enorme ragno, grande quasi come un camion, poggiava tranquillamente  sul soffitto della casa.
Aveva una testa rosso sangue ,nella quale erano  incastonati un totale di quattro occhi.
Più sotto, vi erano  un paio di forcipule arancioni con la punta nera, divarcanate attorno ad una bocca complicata.
L’aracnide si muoveva su otto possenti zampe e il suo corpo era rivestito di placche segmentate color mogano.
Jack indietreggiò lentamente, come ipnotizzati dallo spaventoso sguardo di quegli occhi foschi. Ma mentre lei cominciò a retrocedere, la bestia si face avanti e scivolò lungo la parete.
IT osservò sbigottito la piccola creatura che si trovava di fronte a lui, gli occhi rossi che menavano lampi nell’oscurità della camera.
Era successo qualcosa d’inaspettato. Per la prima volta da sempre, qualcosa di nuovo.
Prima dell'universo esistevano solo due cose. Una era IT e l'altra era la Tartaruga, manifestazione di Vita e sua eterna rivale.
IT era arrivato sulla Terra molto tempo dopo che la Tartaruga si era ritirata nel suo guscio metafisico, e lì aveva scoperto una facoltà immaginifica del tutto nuova, quasi straordinaria. Le capacità di questa immaginazione rendevano il cibo molto nutriente. I suoi denti straziavano carni paralizzate da esotici terrori e paure voluttuose: esseri che sognavano di mostri notturni e sabbie mobili; contro la loro stessa volontà, si affacciavano su baratri senza fondi.
Grazie a quel cibo nutriente IT conduceva la sua esistenza in un semplice ciclo di veglia per mangiare e sonno per sognare. Aveva scoperto un luogo a sua immagine e lo rimirava con orgoglio dai pozzi neri che aveva per occhi. La Terra era il suo mattatoio, e gli umani erano i suoi greggi.
Ma per la prima volto, dopo tanto tempo, qualcosa l’aveva sorpreso.

<< Tu stai barando >>dichiarò all’improvviso.
 La sua voce profonda e cavernosa, quasi innaturale, risuonò nelle profondità della camera come un colpo di pistola.
Sorpresa da quell’insolita sentenza, Jack non potè fare altro che boccheggiare.
<< C-cosa ? Perché ?>>domandò, il tono di voce visibilmente confuso.
<< Il tu cervello… >>continuò la bestia, puntando una delle sue  lungi zampe verso la testa della bambina<< Non sta sanguinando. Di solito lo fa >>.
In realtà lo faceva sempre, ma l’umana non aveva bisogno di saperlo.
 La vera forma di IT, infatti ,esisteva al di sopra del piano fisico della realtà e non poteva essere compresa dalla mente di viventi. Quella del ragno era  solamente un'approssimazione , la più corretta possibile nel  piano esistenziale della mente umana. Ovvio, la creatura non aveva rilasciato il pieno potenziale del suo vero essere, ma il semplice fatto che quella bambina potesse sostenere anche una porzione così ridotta della sua essenza era assolutamente unico e sorprendente.
La fanciulla in questione inarcò un sopracciglio.
<< Perché ?>>domandò incuriosita, riferendosi alla dichiarazione precedente.
 In tutta risposta, l’aracnide si limito a stringersi nelle spalle.
<< Non lo so. è così e basta, suppongo  >>.

Un silenzio quasi imbarazzante sembrò calare nelle profondità della catapecchia.
Per un attimo, il suono dei grilli parve l’unico rumore in grado di accompagnare la quiete di quel luogo dimenticato da Dio. E il tutto andò avanti per circa un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, accadde qualcosa che avrebbe accompagnato i ricordi di Jack per il resto della sua effimera esistenza.
 La figura del ragno cominciò a mutare. Le zampe si ritrassero, la pelle nera venne sostituita da un copertura bianca, apparentemente di seta, mentre una massa di capelli arancioni iniziò a protrarsi dal capo della bestia.
Una luce abbagliante pervase il salotto, accompagnata da un coro di bambini.
E poi, una musica ultraterrena e bellissima pervase l’aria della stanza.
Era una musica che Jack riconobbe, anche se l’aveva udita solo una volta prima di allora .
Per il Servo fu la musica della speranza, la cosa più bella e benvenuta che avesse mai udito. Le parve quasi che la canzone fosse dentro di lei. Era la musica che la legava a tutti i bambini orfani del suo tempo, ed era quasi come se un amico fidato le stesse parlando nell’orecchio.
L’oscurità della caverna cominciò a riempirsi di un insolito bagliore.
Poi, come dal nulla, quello stesso bagliore cominciò ad affievolirsi, rivelando la figura di…un clown.
Il nuovo arrivato pareva un incrocio fra Ronald McDonald e Bozo, quel vecchio pagliaccio televisivo che Jack aveva visto spesso, mentre guardava i cartoni animati con sua “ madre ”.
Almeno, così le era sembrato sulle prime. Il riferimento le era stato suggerito da quei ciuffi spettinati di capelli arancioni che aveva in testa.
  Il sorriso dipinto sulla sua faccia bianca era rosso, non arancione, e gli occhi brillavano di uno strano color argento.  Indossava un ampio costume vittoriano, con enormi bottoni arancione a pompon ,e sulla mani aveva guanti da cartone animato, simili a quelli di Topolino.
L’uomo ( anche se Jack aveva capito che quella creatura era tutto fuorchè umana ) ,camminò con passo lento e deciso verso la figura della bambina, fermandosi ad appena un paio di passi da lei.
Fatto ciò, inclinò leggermente la testa.
<< Chi sei tu, ragazzina ?>>domandò con una voce allegra e squillante.
Il Servo deglutì nervosamente.
<< M-mi chiamo Jack >>balbettò con un sussurro.
La creatura sembrò prendere in considerazione le parole dell’Assassin.
<< Non mi sembra il nome adatto ad una bambina >> commentò a se stesso.
Detto ciò, compì un inchino aggraziato.
<< Ma chi sono io per criticare ? Permettimi di presentarmi . Io sono Pennywise,il clown danzante ! Ma puoi anche chiamarmi il signor Bob Gray >>continuò, il volto pallido adornato da quell’intramontabile sorriso.
Nonostante l’insolita situazione, Jack non potè fare meno di rilasciare una piccola risata.
<< Ehm…piacere >>salutò con esitazione, le guance adornate da un rossore imbarazzato.
 Il clown ridacchio a sua volta.
 << Ora, piccola Jackie, perché quel muso lungo ?>>domandò con tono cantilenante.
 La bambina fece per rispondergli, ma tutto quello che riuscì a tirar fuori fu una sonora tosse, condita con uno spruzzo di sangue.
Si portò una mano allo stomaco.
<<  Io…non mi sento molto bene >>mormorò a fatica.
Al sentire tali parole, Il volto pallido di Pennywise parve illuminarsi come un albero di natale.
<< Oh, ma allora ti tiro su il morale ! lo vuoi un bel palloncino ?>> domandò con fare entusiasta.
Come dal nulla, un palloncino rosso sembrò materializzarsi nella mano destra del pagliaccio, sorprendendo non poco il servo.
<< Galleggia >>osservò lei, notando che l’aerostato in questione era sollevato a quasi due metri dal pavimento della casa.
Pennywise annuì in conferma.
<< Ma certo che galleggia ! tutto galleggia qui intorno ! >>esclamò con un sorriso estatico, mentre compiva una piroetta su  se stesso.
Porse il palloncino in avanti, aspettando che Jack lo prendesse.
 Nonostante ciò, l’infante rimase fermo e immobile, gli occhi adornati da una punta di sospetto.
Il sorriso sul volto della creatura si afflosciò leggermente.
<< Se non ti piace il colore posso dartene un altro. Ne ho di blu,gialli,verdi…ti prego, non fare complimenti ! >>
Tuttavia, quando la bambina non fece alcun segno di voler rispondere, il clown simulò un’espressione rattristata.
<< Niente palloncino ? che ne dici di una barzelletta ! Sai che sto scrivendo una canzone in onore di mia suocera? Qualcuno ha una rima con "balena"? >>
E ,dopo aver pronunciato tali parole, la creatura scoppiò in una fragorosa risata.
Jack, tuttavia, si limitò ad inclinare leggermente la testa, in maniera quasi comica.
 Pennywise, d’altra parte, si portò una mano al mento, come se stesse rimuginando su qualcosa .
<< Uhm, pubblico tosto. Eccone un’altra ! Due giorni fa conobbi una ragazza. Era la figlia di un tipografo ma non era il mio tipo! >> esclamò, il volto adornato da un sorriso gioviale. << Poi c'è la canzone del prigioniero... Porte chiuse! Se questa la conosci già non dirmelo... La madre era la moglie di un arbitro… il padre non si sa! >>
La bambina, tuttavia, mantenne un volto assolutamente stoico.
 Il clown, nel frattempo, prese a saltellare lungo il perimetro della stanza.
<< Oh,oh, Che ne dici di questa, Jackie? Ho fatto una volata e ho le braccia stanchissime! La stanza d'albergo è così piccola che i topi sono gobbi! ...Volevo prendere una boccata d'aria fresca... così ho infilato la testa... nel frigorifero! AH AH AH AH AH AH !>>
Crollò sul pavimento e comincio a rotolarsi in preda a quello che chiunque altro avrebbe potuto interpretare come un attacco isterico.
 Dopo quasi un minuto, la creatura rilasciò un sospiro di paura estasi.
Girò la testa in direzione del servo, il volto adornato da un leggero cipiglio.
<<  Che c’è,Jackie... non ridi? >>domandò imbronciato.
Quando la bambina non diede alcuna indicazione di volerlo accontentare, il clown emise un leggero sbuffo e con un paio di falcate s’inginocchio proprio di fronte alla fanciulla.
Fatto ciò, afferrò la testa di Jack con ambe le mani.
Il servo arrossì furiosamente.
<< Che cos stai…>> << At-ta-ta-ta ! >>la interruppe l’altro.
<< Fa silenzio…e non provare a muoverti >>ordinò , prima di prendere un respiro profondo.
Fissò la giovane in quelle pupille dorate per circa un paio di minuti.
 Ad ogni secondo che passava, Jack non potè fare meno di provare un senso di disagio.
Quando la creatura la lasciò andare, aveva perso il suo sorriso.
 Il servo deglutì una seconda volta.
<< Vuoi…vuoi uccidermi ? >>sussurrò con voce flebile.
In tutta risposta, il pagliaccio si limitò a ridacchiare.
<< Ragazzina... sono Pennywise. Non uccido la gente a caso. Uccido la gente quando è conveniente per me. Cosa ci sarebbe di plausibilmente conveniente nell'uccidere te?>>domandò retoricamente.
Scosse rapidamente la testa.
<< No,no,no,per te ho in mente qualcosa di diverso. Diciamo…una trattativa commerciale >>
<< Commerciale ?>>ribattè l’altra, visibilmente confusa.
 Pennywise schioccò ambe le mani in un sonoro rintocco.
 << Esattamente ! Vedi, ragazzina, ho dato una piccola occhiata alla tua mente. So quello che sei.  So quello che puoi fare. E quello che puoi fare non è bello. Bhe…almeno per la gente comune>>aggiunse quasi come per ripensamento.
<< Io, al contrario, saprei sfruttare i tuoi talenti al massimo. Per cui…ecco la mia proposta ! >>esclamò, porgendo l’indice destro di fronte al volto di Jack.
<< Una volta a settimana, tu mi porterai qualcuno che io possa…consumare . Vivo, se possibile. Confesso di avere un debole per i bambini. In cambio, io ti farò restare qui e ti proteggerò >>.
Al sentire tali parole, il servo non potè fare altro che spalancare la bocca in pura sorpresa.
<< Vuoi che uccida per te >>dichiarò come un dato di fatto.
Il clown si strinse nelle spalle.
<< In parole povere…sì >>confermò con un cenno del capo.
Jack rimase in silenzio, contemplando le sue alternative.
 È vero, questa…creatura sembrava un tipo pericoloso ma con lui le sue possibilità di sopravvivere sarebbero aumentate in maniera considerevole.
Soprattutto a causa del poco tempo che aveva a disposizione.
Parlando di ciò…
<< Se hai letto la mia mente...saprai che avrò bisogno di un contratto tra Servo e Maestro, altrimenti scomparirò >>.
Pennywsie scoppiò in un’altra fragorosa risata.
<< Niente di più facile ! >>esclamò, rimettendosi in piedi. Fatto ciò, schioccò le dita della mano destra.
E poi accadde.
Per un attimo ci fu solo il Buio. Era l'unica cosa che riusciva a vedere. Era buio…e faceva freddo.
Ricordò quella notti passate per nei vicoli di Londra. Sembrava così reale ,eppure sapeva che non era altro che una visone.
Poi vide una luce. Era così grande ,così luminosa!
Sembrava volesse cacciare via il buio. Era un raggio dorato che squarciava le tenebre di quel luogo isolato.
 E poi, Jack non ebbe più paura. E udì una voce, una voce angelica e familiare che gli ridiede sollievo: il coro dei bambini.  Era una canzone lenta e bellissima eppure così reale.
Aprì leggermente le palpebre e vide di nuovo quella luce.
Poi, sentì la propria forza vitale crescere come una pianta. Le ferite dovute all’ultima battaglia cominciarono a sparire, mentre il prana ne accarezzava i sensi.
Volse uno sguardo sbigottito in direzione di Pennywise.
<< Come…come hai fatto ? Non hai nemmeno pronunciato l’incantesimo di legatura ! >>esclamò sorpresa. In tutta risposta, il clown si limitò a compiere un gesto sprezzante.
 << Le limitazioni mortali non si applicano a me >>disse con tono colmo di disprezzo.
 Detto questo, rivolse alla bambina il suo solito sorriso.
<< Allora, che ne dici piccola Jackie ? Abbiamo un accordo ?>>domandò con tono colmo d’anticipazione. Porse la mano destra in avanti, aspettando che il servo glie l’afferrasse.
 Questa volta, la bambina non se lo lasciò ripetere due volte e scosse rapidamente l’arto della creatura.
 Il sorriso sul volto del clown, se possibile, parve allargarsi.
 << Magnifique !>>esclamò con fare estatico.
E quello fu l’inizio di una partnership davvero insolita. 




Com'era ? Spero bello ! 
Mi raccomando, on esitate a lasciare un commento. 

 
  
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