“Write it on the skyline”

Amber aveva gli occhi azzurri.
Erano belli, i suoi occhi. Ogni volta che li incrociavo, mi ci perdevo dentro.
Potevano sembrare freddi, glaciali, per chi non la conosceva erano vuoti, ma la verità era che nascondevano un mare di emozioni.
Erano vivi, limpidi, puri. Mi ricordavano il cielo. Ci annegavo, immaginando tutto ciò che non si vedeva e che le frullava in testa.
Pensava tanto.
Aveva sempre la testa da qualche parte, doveva trovare una spiegazione a qualunque cosa.
Spesso stava zitta. Non amava parlare di sé, preferiva ascoltare le storie degli altri, e caricarsi il loro dolore sulle spalle.
Poteva sembrare insensibile, mentre se ne stava zitta e scrutava tutti, ma in realtà offriva il suo supporto, a distanza, scaldandoti il cuore e riparandoti l'anima. Aveva il potere di guarire le ferite semplicemente essendoci.
Era forte, era molto forte.
Aveva affrontato ogni ostacolo che la vita le aveva presentato davanti, con coraggio, non aveva mai mollato e aveva sempre continuato ad andare per la sua strada, nonostante il vento forte che cercava di buttarla giù.
Abbiamo camminato a lungo insieme, io e lei, noi due soli contro il mondo, mano nella mano, in silenzio.
Le nostre menti erano collegate, non servivano parole, bastava camminare. Passo dopo passo, minuto dopo minuto, col sole alto nel cielo che si specchiava nei nostri occhi.
Sognavamo.
Era piena di sogni, anche se non lo dava a vedere.
Il suo più grande desiderio era di poter volare.
Odiava l'asfalto, per questo le nostre passeggiate erano sempre lontane dalla città. Diceva che la teneva inchiodata lì, lontana dal cielo a cui sentiva di appartenere.
Spesso se ne stava per ore ed ore a fissare il tramonto dalla finestra della nostra camera.
Amava quei colori, quell'armonia, ed era desiderosa di sapere cosa si nascondeva dietro quella linea dell'orizzonte che ogni sera spegneva il sole.
Sapevo che non sarei riuscito a trattenerla con me ancora per molto.
Non era fatta per questa vita, si sentiva in trappola, anche se avrei preferito continuare a camminare con lei per il resto della nostra vita. Giorno dopo giorno, però, vedevo il cielo dei suoi occhi riempirsi di nuvole, nere come la pece, il suo sguardo velarsi di gocce di pioggia. Non poteva più stare con me.
Mentre stringo tra le dita le lenzuola di cotone del nostro letto, mi chiedo se avrebbe potuto realizzare il suo sogno in un altro modo.
Ma forse doveva andare così, non ce la faceva più.
Un giorno, uno dei tanti, sono tornato a casa e lei non c'era più.
Aveva spiccato il volo, verso i suoi sogni, col tramonto negli occhi, quello stesso tramonto che adesso, mentre lo guardo dalla stessa finestra che era stata per lei il suo rifugio, mi restituisce i lineamenti del suo volto.
Mi manchi, Amber, mi manchi da impazzire, ma spero che adesso sarai finalmente libera, e sono sicuro che adesso sarai lì, in quel cielo che tanto hai sognato, lontana dalla tempesta che ci avvolgeva, e che continuerai a volare per sempre, dietro la linea dell'orizzonte.

Angolo autrice:

questa storia è molto importante per me, perchè tratta una tematica molto delicata, ovvero quello del suicidio (per chi non l'avesse capito, Amber si è suicidata buttandosi dalla sua finestra). Spero tanto di essere riuscita a trasmettere qualcosa, perchè ci tengo davvero che la gente rifletta su questa tematica. La VITA è MERAVIGLIOSA, vivetela con amore e con passione, nonostante tutto e tutti!!! Kisskiss,

missiswolf03