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Autore: cin75    13/11/2017    5 recensioni
Dalla storia:
"“Possiamo parlarne dentro? In questo momento mi sento tanto in una puntata di Desperate Housewives e vorrei davvero evitarlo.”
Jensen in un primo momento non capì, poi spostò lo sguardo verso la strada e vide alcuni dei suoi vicini, chi per strada con il cane, chi dietro la finestra con aria curiosa ma che comunque fissavano loro.
“Ok! Entra!” ordinò spostandosi e lasciandolo entrare. “Ma hai cinque minuti!, poi sparisci. ” concluse chiudendo la porta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Jensen si risvegliò, vide la luce tenue del mattino filtrare dalle imposte della finestra della sua camera da letto.

Mugugnò infastidito rigirandosi tra le lenzuola e poi sorrise di cuore quando si ritrovò lo sguardo trasognante di Jared a fissarlo.

“Buongiorno!” biascicò ancora nel sonno.

“Buongiorno a te, Jensen!” rispose Jared mentre si sporgeva per rubargli il primo bacio del mattino.

Dolce, lento, quasi impalpabile. Una carezza tra bocca e bocca.

“Che ore sono?!” chiese Jensen mentre si beava dei piccoli baci con cui Jared ancora lo coccolava.

“Quasi le otto!”

“Le otto?!” si allarmò Jensen. “Sono di turno. Ho degli appuntamenti stamattina!” e fece per alzarsi quando le braccia di Jared lo afferrarono e lo riportarono verso il materasso.

“Ma cosa…”

“Tranquillo. Ricordi? Misha? Stanotte?" e Jensen annuì. "Gli ho detto che oggi ci prendevamo un giorno e che tutti gli appuntamenti dovevano essere spostati a domani.” lo tranquillizzò.

“Ma …”

“Credimi!!, era ben felice di assecondarmi!”

Jensen sapeva di essere in minoranza e onestamente gli piaceva. Gli sarebbe piaciuto passare un intera giornata con Jared, a letto; o a fare colazione insieme e poi magari di nuovo a letto; avrebbero ordinato qualcosa di buono e mangiato sul divano guardando la partita domenicale e poi se era fortunato e molto convincente, di nuovo a letto!

E sorrise a quel programma che per adesso era solo nella sua testa.

“Sorridi?!” chiese Jared ammirandolo.

“Sì”

“Perché?”

“Perché sto cercando di capire in che cosa dovresti essere assecondato!” lo provocò maliziosamente.

Erano appena le otto, ma Jared fu davvero davvero felice di mostrare a Jensen in che cosa consisteva quella sorta di patto tra lui e Misha.

 

Passarono i primi giorni. E poi anche un intera settimana. E anche due!!!

Jared e Jensen erano l’immagine della felicità e Misha se la godeva e in cuor suo e solo con i due interessati, si vantava di essere stato il cupido della situazione.

Un giorno il giovane direttore portò dei documenti a Jared. Il medico era nel suo ufficio e quando Misha entrò non potè non vedere l’espressione rilassata e felice del ragazzo.

“Altra notte d’amore appagante, mio giovane Romeo??!” lo richiamò mentre chiudeva la porta.

“Smettila!” lo rimproverò bonariamente. “Non è come…”

“Seh!! Come no?, allora smetti di arrossire!” lo prese in girò. “O prenderai fuoco.” e poi gli posò le carte sulla scrivania. Jared le prese e gli sorrise, sincero.

“Come va?!”

Jared capì a cosa quella domanda si riferiva. Misha più e più volte aveva lasciato intendere molto chiaramente quanto fosse legato a Jensen e al suo benessere.

“Benissimo. Una meraviglia, Misha!” fece allora e Misha sorrise compiaciuto. “Non ho mai pensato che avrei avuto e vissuto una relazione del genere. Jensen è…Jensen è bellissimo, è meraviglioso, attento e presente ma al tempo stesso discreto. È …è dolce e appassionato, è l’incoraggiamento e il conforto. Sa quando ho bisogno di parlare e quando invece ho bisogno dei miei spazi. E riesce a farmi capire con una dolcezza unica quando è lui ad averne bisogno. E poi la sua risata…Mio Dio! non mi stancherei mai di vederlo ridere, di sentirlo ridere. È sincera , cristallina e gli brillano gli occhi e gli si illumina il viso quando ride ed è… Mio Dio!! lui ….lui è…”

“E’ Jensen!” asserì Misha.

“Già. E’ Jensen e io non speravo di poter avere un uomo simile al mio fianco!”

“Wow!! So che è presto ma sembra quasi come se stessi per chiedergli di sposarti!!” scherzò ironico Misha.

“Lo farebbe!?” fu la pronta replica di Jared.

“Cosa?!” chiese stranito , a quel punto, Misha.

“Direbbe di sì, se gli chiedessi di sposarmi?”

 

Misha aprì la bocca completamente preso di sorpresa.

 

Si avvicinò di nuovo alla scrivania e vi ripoggiò le carte che Jared aveva appena firmato.

Ad un tratto, Jared, vide sul volto di quello che era diventato non solo un collega ma anche un caro amico, una serietà che non aveva mai visto.

“Misha?!” lo chiamò lievemente turbato. “Lo so che è presto.” cercando di tranquillizzare l’amico. “Stavo scherzando.”

“Stammi a sentire , Jared.” lo fermò usando uno strano tono. Un tono che istintivamente fece tremare lo stomaco di Jared. “Un giorno, magari. Fra qualche tempo, in futuro forse…forse Jensen potrebbe….cioè, ti direbbe di sì. Ma adesso, adesso non credo che sia pronto. Io non credo che lui sia completamente fuori da…” e si fermò perché si rese conto di aver oltrepassato un limite che aveva promesso a Jensen di non oltrepassare.

Ma ormai Jared aveva sentito troppo. E voleva sapere. Doveva sapere.

“Fuori da cosa, Misha?” ed era serio anche lui. “E lascia perdere la storia del matrimonio. Io scherzavo. Ma non ti ho mai visto con quella espressione quindi credo che ci sia ben altro sotto. Dimmelo!”

“Non è compito mio, Jared. Sul serio. Non chiedermelo!”

“Ma..io…”

“Ma sappi solo che la persona che c’è stata prima di te ha lasciato a Jensen segni, dentro e fuori, che non andranno più via!” ammise a malincuore.

Jared per un po’ rimase in silenzio e soppesò ogni parola che aveva sentito.

Segni dentro e fuori….dentro e fuori…dentro e....fuori…fuori..”

 

Pensò a Jensen. Il suo volto. Le sue mani. Il suo corpo.

Il suo corpo. Il suo corpo.

E poi quasi come se lo avesse davanti, la vide. E trasalì. Scioccato.

 

“La cicatrice sul suo fianco?!” azzardò e annaspò silenziosamente quando vide Misha abbozzare un solo con la testa. “Oddio!”

“E quella alla base del collo!” proseguì l’amico.

Incredulo, sconvolto e decisamente senza parole, Jared poggiò pesantemente la schiena alla poltrona e si passò lentamente la mano sul viso.

“Quando è successo?”

“Basta, Jared. Ho detto già troppo. Se dovrà essere, deve essere lui a parlartene quando si sentirà pronto a farlo.” fece Misha poggiandogli una mano sulla spalla come a rincuorarlo. “Non costringerlo , Jared. Fidati!” e andò via ma Misha sapeva che si stava portando via gran parte della spensieratezza che aveva visto solo pochi minuti prima sul volto del giovane amico. E si sentì in colpa.

 

Infatti, Jared, ancora seduto alla sua scrivania, oramai non faceva altro che pensare a quello che aveva passato Jensen. Ma doveva dar retta a Misha e non doveva parlargliene, non fin quando , non fosse stato Jensen stesso a fargliene parola. Però nonostante quella ripromessa, il ragazzo non riuscì a rimanere al suo posto e decise di raggiungere il compagno.

Sapeva che Jensen sarebbe stato nel suo ufficio. Non aveva appuntamenti o visite particolari quel giorno, quindi di sicuro era nel suo studio per sistemare delle pratiche o fare ricerche. E infatti, fu così, che lo trovò. Immerso tra cartelle , libri e computer.

Perso in quel lavoro che tanto amava.

 

“Ciao bellissimo!” fu il saluto con cui lo richiamò.

Jensen alzò lo sguardo verso di lui e il volto serio e concentrato con cui prima leggeva si illuminò di un sorriso raggiante.

“Devi smetterla di chiamarmi così!” lo rimproverò amorevolmente, alzandosi dal suo posto e avanzando verso il giovane.

“Non posso. E’ la verità!” convenne con aria innocente l’altro.

“Questo vuol dire che io dovrei salutarti chiamandoti….” e sussurrò l’appellativo all’orecchio di Jared che rise di gusto immediatamente dopo.

“No!! Credo che sarebbe davvero inopportuno!” asserì abbracciandolo e baciandolo subito dopo.

Ma qualcosa accadde in quel momento. Jared non se ne rese nemmeno conto di farlo, ma la sua mano scese piano dal viso di Jensen al suo collo e si fermò esattamente sul punto che Misha gli aveva detto.

 

Jensen , in un primo momento non fece caso a quel gesto, ma quando poi, i suoi occhi cercarono quelli del compagno, si rese conto che Jared stava guardando da ben altra parte. Su un punto preciso. Su una parte ben precisa del suo collo.

“Ma che…” chiese un attimo prima di capire cosa , in effetti, stesse fissando con una mal celata amarezza, Jared. “Cazzo!” esclamò il biondo. “Chi te lo ha detto?!” sbottò decisamente infuriato e allontanandosi duramente da quel loro abbraccio.

“Mi dispiace! Io…non volevo. Io non avrei dovuto!”. Jared trasalì e cercò di giustificarsi. “Non so nemmeno perché l’ho fatto. Dio!! Jensen, per favore, non arrabbiarti!”

“Chi è stato? Dimmelo!!” lo incalzò Jensen.

Jared scosse vigorosamente la testa. Sapeva che se avesse fatto quel nome avrebbe di certo creato altri guai.

“Io…Io ho…” balbettò cercando un’ennesima scusante, ma Jensen conosceva quello sguardo. Glielo aveva già visto.

“Cavolo! Misha!!” quasi imprecò esasperato contro l’amico assente. “Dannazione!! Riuscirà mai a tenere la bocca chiusa!!??”

“No. No. No. Ascolta!” cercò di calmarlo, Jared. “Lui non mi ha detto niente. Io non so niente di quello che è successo tranne che ti è successo qualcosa di assurdo. Non ha voluto dirmi niente perché vuole che sia tu a confidarmelo quando sarai pronto. Così ha detto!! “Te lo dirà quando sarà pronto!”. Perciò, per favore. Ora calmati. Ricominciamo dal “Ciao bellissimo!” , ti và?! Facciamo finta di niente!” e lo guardò con aria quasi supplichevole ma che Jensen in quello suo stato d’animo decisamente alterato fraintese in pietà e compassione.

“Smettila, Jared. Smettila di guardarmi così!!”

“Cosa? io non…”

“Non ho bisogno della tua pietà per quello che mi è successo. Non sono una povera vittima. Non sono mai stato una vittima, anzi se lo vuoi sapere lo stavo prendendo a pugni quando la polizia è intervenuta.” e se ne andò via sbattendo la porta e lasciandosi dietro un Jared decisamente dispiaciuto e sicuramente preoccupato per la situazione che aveva creato.

 

Circa dieci minuti dopo, Jensen era alla porta dell’ufficio di Misha.

“Dovevi proprio dirglielo, non è vero Misha?!”

“Come scusa?!”

“Dovevi proprio farmi passare per la vittima indifesa della situazione? Cos’è? speravi che magari immaginandomi così , Jared, avesse pietà di me e ci pensasse due volte a mollarmi!?” ironicamente furioso Jensen.

“Stai…stai dicendo sul serio, Jensen?!” rispose decisamente sconvolto da quell’accusa assurda. Così raggiunse l’amico ancora sulla porta, lo afferrò per un braccio tirandolo dentro e chiudendo la porta dietro di loro.

“Tranquillo, siamo in ospedale. A tutti piace ascoltare qualche storia strappalacrime qui dentro.” disse il medico furioso a quel gesto di privacy che aveva compiuto Misha.

“No, ti sbagli. Chiudo la porta per non avere testimoni per quando ti prenderò a pugni se solo osi ripetete l’accusa che mi hai appena fatto!”

“Io..Io..” fece Jensen , alterato a tale punto da non riuscire a parlare.

“Tu credi davvero che io me ne vada in giro a raccontare la porcata che ti ha fatto Mark, per farti racimolare qualche appuntamento? Hai pensato davvero che io sia una persona del genere ? che sia questo quello che ho fatto con Jared?” lo ammonì sinceramente contrariato.

“Io so solo …io ho visto solo il modo in cui lui mi ha guardato poco fa, Misha. E c’era pietà e pena.”

“O forse preoccupazione e dispiacere!!” gli fece presente il moro. “E poi io non ho detto niente a Jared.” si giustificò poi. “L’unica cosa che ha saputo da me è che l’ultimo con cui sei stato è stato un emerito stronzo. Che infondo è la caratteristica del 90% degli ex!”

“Lui guardava la mia….lui…”

“Per la miseria , Jensen. Siamo amici da….Oddio! non ricordo nemmeno da quanto tempo!!” fece frustrato Misha. “E tu pensi questo di me?!”

“Misha, io..” ma Misha lo fermò e Jensen vide gli occhi blu dell’amico saettare di pura furia.

Cavolo era davvero infuriato!!

“E Jared? Lui non è stupido. L’ha capito da solo. E’ vero. Gli ho detto che hai avuto qualche problema serio con il tuo ex, ma a quanto pare il nostro Jared non è una Giulietta romantica che si aspetta solo rose e fiori dalla vita. Evidentemente conosce anche il lato oscuro e con te ha fatto due più due e ha capito tutto. Ha fatto mente locale sulla cicatrice che ti ha visto al fianco e io gli ho solo detto che se voleva sapere il resto, doveva parlare con te. Che da me non avrebbe saputo altro. E ora, tu, dato che sei qui ad azzannarmi in questo modo, non avrai negato niente ma anzi avrai dato di matto ed eccoci qui!!” e questa volta era Misha ad accusare Jensen del suo comportamento.

“Io non volevo che lui lo sapesse!”

“Perché?”

“Io…”

“ Perché pensi che sia colpa tua quello che è successo?” azzardò.

“Cosa? Nooo!”

“O magari pensi che possa accadere di nuovo!” asserì convinto.

“Jared non ne sarebbe mai capace!” si ritrovò a rispondere istintivamente.

“Allora perché?” domandò esasperato Misha. “Jared ci tiene a te. Tanto. E so, lo vedo da come stai bene e sei sereno in questo ultimo periodo, che anche tu ci tieni a lui e tanto. Quindi spiegami perché Jared non dovrebbe sapere?!”

Jensen si guardò un attimo intorno, spaesato, come se stesse cercando la risposta giusta a quella domanda. Guardò Misha , poi ancora la stanza. E ancora le mani di Misha sulle sue spalle come a dargli coraggio e forza. Rispose.

“ Perché ho paura che lui possa pensare che dopo quello che mi è successo, in qualche modo, io…io possa essere…troppo incasinato. Che non mi fiderò mai di lui come lui merita fiducia. Che…”

“Smettila di dire stronzate!” lo bloccò Misha, mentre a Jensen , davvero le parole morirono in gola.

“Cosa?!” sussurrò il biondo.

 

   
 
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