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Autore: AlessiaDettaAlex    13/11/2017    4 recensioni
[3° one-shot della serie: "Una ragazza ne amava un'altra" | girlxgirl]
Dal testo: «Un continuo ti voglio ma non ti voglio che avrebbe snervato chiunque, tranne te che morivi per lei. Se non eri già confusa di tuo, lo sei diventata a forza di starci insieme; ma d’altra parte che ci si può aspettare da una relazione in cui l’unica cosa in comune è la tendenza agli attacchi d’ansia?»
Un amore a senso unico raccontato con occhi ironici, rivolti sia verso la protagonista, che verso la donna amata. Perché diciamocelo, tante volte l'amore fa proprio ridere!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ATTENZIONE!
3° one-shot della serie "Una ragazza ne amava un'altra"
ossia Storia di una banconista di gelateria e della piccola e fastidiosa collega di cui è innamorata.
Caro lettore,
questa che leggerai è una raccolta di one-shot mancata: ciascuna dà per assodate certe sensazioni e descrizioni presenti nelle precedenti, per cui, anche se non è obbligatorio per la comprensione, è auspicabile leggere quelle che l'hanno preceduta.
Tutto naturalmente per una migliore comprensione della storia delle due protagoniste!
One-shots precedenti:
1 - Innamoramento
2 - Torna
One-shots successive:
4 - Genesi di un amore estivo
5 - Imparare ad amare

 


Stupida come un panda
 
Quando uscivate insieme, lei era solita mettersi il profumo Alien che rubava a sua sorella. Nonostante fosse una fragranza famosa, già sentita, dopo due uscite hai cominciato ad associarla solo a lei; il che è quantomeno buffo: nelle intenzioni dello stilista che l’ha creata è associata a donne forti, intriganti, splendenti, sicure di se stesse. Su di lei faceva quasi tenerezza, perché, lungi dall’essere certa e forte, tante volte si dimostrava più confusa di una talpa in una libreria. Sembra quasi impossibile che in una ragazza alta un metro e un tappo ci entri così tanta voglia di lasciare un segno.
Su di te l’ha lasciato lo stesso. Piccola com’è, senza certezze, piena di paure, perennemente paranoica – chissà quante volte oggi ha controllato di aver chiuso la macchina –, si è rincantucciata in uno spazietto tra il tuo braccio e il tuo cuore, a forza di fusa come un gatto che vuole assolutamente essere accarezzato; e non ammette rifiuti. E ti stupisci che una ragazza del genere si sia fatta strada dentro di te. Non riesci a capacitartene: ti stava sulle scatole, all’inizio, con quell’aria da figa di legno, decisamente superficiale; e poi? Poi ti ha tirato addosso quattro ordini in croce e tu sei caduta – di faccia – ai suoi piedi. E hai scoperto di essere masochista, perché non c’è altra spiegazione. Solo una persona che gode nell’essere maltratta può innamorarsi di una che ti ordina con veemenza di pulirle il braccio sporco di panna mentre hai ottanta clienti davanti! Ma tu, naturalmente, hai smollato tutti e l’hai fatto senza pensarci due volte. Sei più straccio tu della pezza che hai usato per pulirla.
Una sera, dopo lavoro, ti sei messa a guardarla mentre sorseggiava la sua birra, stravolta dalla giornata: i capelli biondi – scrupolosamente tinti – le ricadevano scomposti ai lati del viso, con ciuffi che, dopo essere stati sciolti dalla coda, non sapevano da che parte girarsi; gli occhi stanchi, color nocciola, ma quel nocciola che si avvicina alla tonalità del cagotto – come quello di cui soffre almeno sette volte l’anno –, erano semichiusi e le facevano risaltare il tipico sguardo da pesce lesso che ha per conformazione naturale; un filo di rossetto le contornava le labbra, ma nell’aspetto generale non aiutava a migliorare la visione. Eppure tu, folle innamorata, la trovavi bella come la luna d’estate. Continuavi a vederla come quella volta che corse verso di te per salutarti, una mattina, e portava degli shorts di jeans con una canottiera viola semplicissima che la facevano più minuta di quel che era, e tu ci lasciasti gli occhi.
La cosa che più ti infastidiva e ti intrigava nello stesso momento era che aveva sempre l’aria di una che non sa che cazzo vuole dalla vita. E soprattutto non capivi cosa volesse da te. Più indecisa di un fuscello spinto in diverse direzioni da una tempesta, alle volte ti dava a intendere che eri la persona più importante della sua vita, poco dopo sembrava fossi solo un minuscolo tassello nella sua intricata esistenza. Un continuo ti voglio ma non ti voglio che avrebbe snervato chiunque, tranne te che morivi per lei. Se non eri già confusa di tuo, lo sei diventata a forza di starci insieme; ma d’altra parte che ci si può aspettare da una relazione in cui l’unica cosa in comune è la tendenza agli attacchi d’ansia?
«Mi piacciono i panda perché sono animali stupidi, come me»
Ridesti di cuore a quell’affermazione perché, ti sembrava, in fondo aveva detto proprio la verità. Il panda la rappresentava bene: buffa, stupida, ma adorabile. Peccato solo che i panda non fossero anche notoriamente alcolizzati e fumatori incalliti. Ma tanto tu, rimbecillita fino all’assurdo, astemia e insofferente alle sigarette, ti beccavi comunque le bottiglie di birra che smezzava con te e un grado di fumo passivo da far invidia alle ciminiere industriali. E ti stava bene così, purché potessi rimanerle accanto. L’hai sempre saputo che l’amore rende folli: lo imparasti a diciotto anni. Ma ogni volta è come la prima, e sembra quasi che, nonostante l’esperienza, non si sia mai preparati alla gran massa di cazzate che si faranno di fronte alla persona amata. O forse il tuo problema è che sei sempre stata una sognatrice: di quelle che rubano le ali alle aquile – non senza un filo di egocentrismo – per poter volare più in alto di tutti finché non prendono un palo in faccia; e una volta a terra ridono come delle cretine promettendosi che sarà l’ultima volta: ma l’ultima volta, per quelli come te, non arriva mai.
E a conti fatti non capisci bene se ad essere stupida come un panda sia lei o tu.


 
Note dell'autrice
E niente, alla fine di queste one-shot a tema me x lei ne ho fatto un'intera serie. Devo essere impazzita completamente ahahaha
Questa qui l'ho scritta rispondendo alla sfida di una mia amica, che dopo aver letto la precedente "Torna", mi ha consigliato di farne una più ironica, meno sentimentale, quasi come la racconterebbe un uomo. Io ci ho provato... e sono assolutamente soddisfatta del risultato! Come dice lei in questo modo si capisce ugualmente la forza del sentimento, ma è scritta senza che risulti un piattume romantico. Voi che ne pensate? Vi piace l'amore raccontato così o preferite lo stile di "Torna" (che è la one-shot precedente a questa e facente parte della stessa serie)?
Battete un colpoooo
Alex
   
 
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