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Autore: Leggo93    14/11/2017    2 recensioni
Pensieri mattutini che si rifanno ad una chiaccherata avuta questa notte, poche ore fa...
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sei. Non lo sei. Dovresti sentirti colpevole di una cosa che è davvero brutta, ma tu scagioni il tutto con “è colpa del mondo”. Come se fosse stato lui ad obbligarti a finire a letto con lui. Come se ti avessero imposto di proseguire una relazione altra e di ferire un’altra persona. È vero, non scegliamo di chi innamorarci.
Ma questo giustifica tutto?
Giustifica essere l’amante?

Non sono un’entità suprema che può decidere il gusto e sbagliato, punire e premiare. Sono solo un ragazzo che vede la vita con occhi pieni di disillusione e di speranza allo stesso momento, dove i colori e il nero non solo fanno parte della stessa medaglia, ma ballano un valzer frenetico che non accenna a fermare il suo ritmo.
Stai soffrendo ogni giorno, ogni sera, ogni notte.
I tuoi occhi secchi e luminosi riflettono la tua inquietudine. Hai tanti difetti: sei presuntuoso, logorroico, fanfarone, vaneggi.
Dai, la storia delle classificazioni nella tua mente sarebbe un ottimo caso studio per ogni psicologo.
“Creo una nuova classe solo quando quella persona mi fa usare più del 2% della mente.”
Però hai anche dei pregi. Sei sincero, coraggioso.
Oggigiorno non tutti riescono ad esserlo.

Mi dispiace per la tua situazione. Ma quando si è innamorati, completamente e perdutamente, non si dà peso a  nessun altro pensiero se non a quello che ci alimenta e logora all’unisono. Sei un bel ragazzo, potresti avere molto di più a livello sentimentale. Potresti divertirti, essere ricambiato, non sentirti più solo. Eppure sei lì, nell’angolo buio della tua stanza, a piangere per il mondo che non ti ha permesso di vivere la tua storia. Anche quando hai preso un treno, sei arrivato da lui con il cuore in mano e sei tornato con un buco nero e i frammenti di ciò che, un tempo, scalpitava a sinistra del petto. Chissà che persona eri prima di questo. Il tempo è un amico prezioso ma assolve al suo compito con una lentezza infernale.

 Non sono sicuro di saper come fare per farti star meglio. Abbiamo avuto modo di parlare, e sembriamo essere il giorno e la notte.
Abbiamo una o due cose in comune, ma per il resto?
Purtroppo, uno dei miei difetti e la caparbietà della pragmaticità: devo riuscire a capire tutte le cose che mi sembrano complicate, dalla mera formuletta alla persona più… particolare.
Mi hai confessato che pensavi che io e te saremmo finiti a letto insieme, ma non hai calcolato la variabile della mia eterosessualità. Quindi, non siamo neanche amici.
Siamo due estranei, e come tale abbiamo la naturale propensione al dialogo e all’ascolto, perché solo chi non ti conosce suscita in te un flusso continuo di parole che non diresti assolutamente e per nessun motivo al mondo ai tuoi affetti più cari.
Mi hai turbato, impietosito e irritato. In particolar modo, irritato. Ce lo siamo detti spesso di starci sul cazzo a vicenda. Sai cosa? Scrivendo queste poche righe, penso di esser giunto alla conclusione che è l’inizio di un rapporto tossico, per me. Questo tipo di relazioni mi ha corroso, oggi sono il risultato dell’insicurezza e dell’asocialità per i miei trascorsi. Questo trasferimento deve essere improntato al nuovo, al diverso, al migliore.
Voglio cercare di essere egoista, allontanarmi dai drammi e abbracciare la mia felicità, se mai riuscirò a trovarla.
Voglio tornare ad essere la persona con il sorriso e la luce negli occhi che ricordo di essere. Non voglio essere parte di un melodramma, non voglio frequentare persone che mi trascinino nel loro baratro.

Non voglio. Eppure mi sono svegliato con il pensiero rivolto a te, su quanto mi dispiaccia e mi irriti la tua situazione.
Ora è tardi, il caffè si è freddato e devo dare inizio alla mia giornata.
Voglio mantenere i miei propositi egoistici, sperando che non siano imparentati con i propositi dell’anno nuovo.
Sappiamo tutti che fine fanno.
   
 
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