Bonney non si era mai sentita a
suo agio sui tacchi. Solitamente infatti non li indossava mai, dato che
dall'alto del suo metro e ottantatré vedeva uomini molto
più bassi di lei. Oltretutto preferiva le cose comode e
sportive e non le interessava mettere tacchi assurdi come facevano
invece Nami e Robin.
Quella sera però,
andando contro alle sue abitudini, aveva indossato delle
decolletè color bronzo abbinate al suo abito da cocktail
nero, che aderiva perfettamente alle sue curve generose e lasciava
maliziosamente scoperte le sue gambe lunghe. Aveva i capelli raccolti
in una treccia laterale ed un collarino che pareva fatto di pizzo nero.
Camminava tenendosi ben salda
al braccio di Law, più per paura di cadere che per una
qualche dimostrazione di affetto, del resto era risaputo che anche lui
era contro ogni romanticismo.
Arrivarono nel locale e
trovarono Usop già quasi ubriaco e Sanji impegnato a
pomiciare con Pudding su uno dei divanetti ma a dare vero spettacolo
era Hawkins che voleva predire la data di morte di tutti gli sventurati
che incrociavano i suo sguardo. La rosa gli rivolse un rapido cenno di
saluto con il capo. Aveva deciso di limitare al minimo i contatti con
il biondo, per la sicurezza di entrambi. Ma solo vederlo le
scombussolava lo stomaco, facendole un gran bruciore per la rabbia.
Si stava davvero pentendo di aver accettato quel
maledetto invito. Cosa era convinta di fare andando lì?
Sapeva benissimo che ci sarebbe stato anche lui quindi doveva cercare
di darsi una calmata se non voleva fare cose di cui si sarebbe pentita
di sicuro.
Andò al bancone, con
l'intenzione di darci dentro con gli alcolici, approfittando del fatto
che là dentro di sentiva un pò sicura a camminare
sui tacchi.
-Ehilà B, sei
arrivata finalmente!- le disse Nami raggiungendola insieme a Robin.
-Lasciamo stare. Non
trovavo uno straccio decente da mettere.- raccontò
lei.
-Ti ci vuole un bel giro di
shopping allora.- ghignò la rossa. Lei indossava un top
rosso con una minigonna nera e delle decolleté con dieci
centimetri di tacco ovviamente.
La mora invece aveva optato per
una camicia bianca a maniche corte, un paio di shorts di jeans ed un
paio di stivaletti leggeri color cammello.
-Si quando inizieranno i saldi
magari. Ho già dovuto mettere da parte una fortuna per il
regalo di compleanno di Law altrimenti rischio di spendere tutto.-
-Colpa tua che ti sei
intestardita nel volergli prendere un Rolex.- la prese in giro Robin.
-Beh avevo i soldi della
assicurazione per quell'incidente in auto e poi lui mi ha regalato la
nuova macchina cosa potevo fare? Non posso mica ricambiare con un
regalo da 10 berry.-
-Se lo dici tu B. Avete visto
Zoro da qualche parte?-
-Fino a pochi istanti fa l'ho
visto laggiù mentre pomiciava con una bionda.- disse la rosa.
-Ah certo... Aspetta cosa?-
-Era con Rufy.- disse Robin.
indicandole un divanetto vicino alle slot machine.
-Mi ha chiesto di portargli
questo bicchiere ma giuro che se non lo trovo me lo scolo io.-
brontolò la rossa mentre ancheggiava nella direzione
indicatale dall'amica.
-Tu con chi sei venuta Robin?-
-Con una... amica.- disse
mentre sorseggiava il suo liquore al caffè.
-Oh, e non ce la presenti?-
-Cerro, magari dopo.- rispose
evasiva la mora.
Bonney bevve un sorso del suo
angelo azzurro, giudicando quanto meno sospetto il comportamento di
Robin. Non era da lei essere così sfuggente, soprattutto con
le amiche, Forse questa sua nuova amica era drogata... O magari
si prostituiva. Non trovava altre spiegazioni possibili.
Mentre sorseggiava il suo
coktail Usop le urtò la schiena, facendole finire il liquido
sul vestito.
-Usop razza di decerebrato
nasone! Non ne fai mai una giusta.-
Il ragazzo si profuse in una
serie di scuse strascicate, e con la vista notevolmente annebbiata
dall'alcol.
-Scusami Bo-hic-Bonney. Non ti
avevo hic proprio visto. Ti pagherò il conto hic della
lavanderia pro-hic-promesso.-
-Lascia perdere pezzo d'idiota.
Domattina avrai già dimenticato la tua promessa o farai
finta di non averla fatta.- ringhiò lei mentre si dirigeva
verso i bagni per cercare di ripulirsi.
Con un fazzoletto bagnato
tamponò il vestito, anche se era impossibile cercare di
lavare la macchia solo con l'acqua. Possibile che quel nasone
rimbambito dovesse rovinare proprio ilo suo vestito al primo
utilizzo?
-Non ti stai divertendo molto a
quanto pare.- le disse Hawkins entrando nell'antibagno.
-Cosa te lo fa pensare?-
sbraitò lei tra una imprecazione e l'altra.
-Comunque non pensavo che alla
fine saresti venuta.- disse lui chiudendo la porta a chiave e
voltandosi per guardarla in maniera parecchio strana.
-Che cazzo stai facendo?- gli
disse lei.
-Niente.- disse lui
avvicinandosi. -Sai, dopo la nostra rottura ho frequentato altre donne
ma rivederti è sempre un piacere.-
Prese tra le mani una ciocca di
capelli, sfuggita dall'acconciatura della ragazza e gliela
sistemò dietro l'orecchio.
-A me invece non frega nulla.
Stavo benissimo anche senza vederti. E levami le mani di dosso.-
Il ragazzo appoggiò
le sue labbra su quelle della ragazza con foga, tenendole le braccia
ferme per i polsi. La ragazza era completamente immobilizzata e non
poteva neppure dargli un calcio perché aveva le gambe
bloccate da quelle di lui, che la schiacciava contro il muro con tutto
il peso del suo corpo, impedendole di muoversi.
La ragazza riuscì
fortunatamente a dargli una testata sul naso, costringendolo ad
allentare la presa sui polsi. Con tutta la forza che aveva
liberò le braccia e lo spinse via, facendolo sbattere contro
il lavabo.
-Non provare mai più
a farmi rivedere la tua brutta faccia.- disse aprendo la porta e
richiudendola a chiave dall'esterno per imprigionarlo almeno per
qualche minuto.
La rosa si diresse a grandi
falcate verso Law. -Andiamocene. Non ce la faccio più a
stare qua.-
Qualcosa nel suo sguardo, forse
la furia o la tristezza che vi lesse, convinse il moro ad assecondarla.
-Tutto bene?- le chiese quando
furono fuori.
-Per niente. Questa serata
è stata una merda dall'inizio fino alla fine.- disse
rabbiosa.- La prossima volta dammi un pugno se ti propongo stronzate
del genere. Quel bastardo di Hawkins ha chiuso con me, per quanto mi
riguarda può anche affogare mentre fa ritorno a Water 7!-
IL ragazzo le
afferrò un braccio, costringendola a fermarsi. -Cosa ti ha
fatto?-
Bonney fissò
insistentemente davanti a sé per sfuggire allo sguardo del
so compagno. -Nulla.-
-Non prendermi per il culo.-
Bonney sospirò e si
decise a voltarsi verso il medico. -Mi ha teso una specie di imboscata
in bagno,.Ma gli ho dato il benservito, tranquillo.-
-Tranquillo un cazzo.- disse
lui facendo dietrofront per tornare nel locale.
Bonney, nonostante i tacchi, si
mise davanti per fermarlo. -Non serve. L'ho già picchiato
io. Andiamo a casa per favore. Al diavolo lui e tutto il resto.-
Gli occhi grigi del ragazzo si
erano fatti più gelidi del solito ma sapeva che era
perfettamente inutile stare lì a discutere con la rosa in
quel momento. Sembrava davvero sfinita e non voleva darle ulteriori
dispiaceri per quella sera.
La prese per mano e si
avviarono verso la macchina ma in cuor suo aveva già
promesso a se stesso che quel maledetto bastardo non l'avrebbe passata
liscia.
Non con lui.
*
*
*
Bibi non riusciva a credere
alle parole di Pudding.
-Aspetta non è uno
scherzo vero? Robin mano nella mano con una donna? Non è che
l'hai confusa con qualcun'altra?-
-Scherzi? Ho tutte le diottrie
perfettamente funzionanti. Quella era lei ti dico. Con una donna da
capelli verdi.- le disse la castana dall'altro capo del telefono.
Bibi non conosceva nessuna
persona che potesse corrispondere a quella descrizione.
-Tu l'hai mai vista questa
donna?- chiese all'amica.
-Si, l'altro giorno quando
Hawkins ci ha offerto da bere in quel locale. Robin però me
l'ha presentata come sua amica, oltretutto solo perché me le
sono ritrovate ad un metro di distanza altrimenti sarebbero fuggite a
gambe levate secondo me.-
L'azzurra la sera di quella
sorta di festa era andata a prendere suo padre all'aeroporto, di
ritorno da un viaggio di affari all'estero. Avevano mangiato qualcosa
in un ristorante lungo la via di ritorno, così si era fatto
troppo tardi per unirsi ai suoi amici. Non aveva mai visto questa donna
nè Robin gliene aveva mai parlato.
Si sentì un
pò offesa dal comportamento dell'amica, d'accordo che non
era costretta a renderle partecipi di tutto ciò che la
riguardava, ma almeno poteva accennare al fatto che stesse uscendo con
qualcuno.
O forse voleva solo provare
l'ebrezza di frequentare una donna e per questo non aveva detto loro
nulla?
-Diamole un pò di
tempo prima di chiederle qualcosa. Vedrai che al momento più
opportuno ci dirà tutto.- disse cercando di non essere
troppo precipitosa nel giudicare la loro amica.
-Non lo so, comunque se
avrò altre novità ve le riferirò
subito. Ora devo andare o quello stronzo se la prenderà di
nuovo con me.- disse riferendosi al proprietario salone di bellezza in
cui lavorava.
-A più tardi
allora.- Bibi mise il suo cellulare nella borsetta ed uscì
dal camerino in cui si era rintanata per parlare con la sua amica,
oltre che per provare un paio di vestiti.
Chopper la stava aspettando al
piano inferiore, nel reparto maschile, l'aveva accompagnata nel suo
giro di shopping visto che Rufy non aveva ottenuto la serata libera.
-Hai sentito che Kaya
tornerà per qualche giorno la prossima settimana?- disse il
piccolo ragazzo.
-No, non me lo avevano detto.
Che bella notizia, sono così felice per Usop! Che ne dici se
le prepariamo la torta all'ananas che le piace tanto?-
-Mi sembra un'ottima idea.-
rispose lui, sempre entusiasta quando si trattava di dolci. Inoltre
Kaya era davvero una brava ragazza e gli faceva sempre piacere
rivederla.
-Bibi sai che sto frequentando
una persona?-
L'azzurra si voltò
di scatto verso il suo amico. -Davvero? Posso sapere chi è?-
Chopper divenne rosso come un
peperone . Beh non credo che tu la conosca. Si chiama Polluce.-
-Mh non mi pare di conoscerla
in effetti. Frequenta i tuoi stessi corsi in facoltà?-
-No, lei lavora già
da qualche anno in un atelier di moda. é più
grande di noi.-
-Di quanto?-
-Ha trent'anni.-
Bibi rimase a bocca aperta.
Avevano circa nove anni di differenza. E se ci pensava bene nel profilo
facebook di Chopper aveva visto negli ultimi tempi post riguardanti la
differenza d'età nelle relazioni ed il fatto che, secondo
lui, non contava nel vero amore.
Sperava solo che questa donna
non si stesse prendendo gioco di lui, come aveva fatto tale Carrot, con
cui era stato Chopper ai tempi del liceo e che lo sfruttava
esclusivamente per copiare durante i test e perché il
malcapitato ragazzo le faceva i compiti per casa mentre lei giocava ai
videogiochi.
-Ti tratta bene? Sei felice?-
-Sì, è
molto gentile con me e mi trovo molto bene in sua compagnia.- disse lui
arrossendo ancora di più.
-Allora non hai nulla da
temere.-
IL ragazzo sorrise felice.
-Grazie, E a te come va con Rufy?-
-Tutto bene grazie. Stasera
abbiamo in programma di andare a cena fuori. Mio padre continua a dirmi
di portarlo a casa per farglielo conoscere ma non so se è
una buona idea.-
-Da quanto state insieme?-
-Quasi due anni.-
-E allora? E' normale che
voglia conoscerlo.- le fece notare Chopper.
-Sì, lo so
però non so se è il momento giusto.-
-Per certe cose non
c'è mai un momento giusto. E poi ti conosci già i
suoi familiari mentre lui conosce solo i tuoi cugini Kosa e Pell. E'
logico che tuo padre e tuo nonno Igaram lo vogliano conoscere.-
-Sì forse hai
ragione. Vedrò di invitarlo a casa prima o poi.- disse
mentre su WhatsApp Robin diceva alle sue amiche di voler presentare
loro una persona.
*
*
*
Nami fissò poco
convinta l'impasto all'interno della ciotola. Ancor una volta le era
venuto troppo solido, e mescolò con forza così da
farlo ammorbidire.
Almeno secondo lei.
-Nami-swan se lo mescoli con
così tanta energia non farai altro che renderlo ancora
più sodo e duro.- le disse Sanji prendendole delicatamente
la ciotola dalle mani -Bisogna aggiungere un poco di latte per renderlo
più morbido e poi lavorarlo con dolcezza per farlo diventare
spumoso e leggero.-
Nami ascoltò
scettica la spiegazione del biondo ma annuì, del resto lui
ne sapeva molto più di lei in quel campo.
-Se lo dici Sanji-kun. Per me
basta che sia commestibile.- replicò la rossa esasperata,
coperta di farina dalla testa ai piedi.
-Non è quello lo
spirito giusto con cui si entra in cucina Nami-swan. Devi immaginare
che gli ingredienti siano degli strumenti attraverso cui preparai dei
capolavori e gli utensili sono le estensioni delle tue braccia
attraverso cui raggiungerai l'obiettivo.-
Nami non ci capiva nulla di
tutta quella roba e non era neppure sicura di avere tutta questa
pazienza di cui parlava Sanji. Bastava che lo aiutasse a trasformare
quella poltiglia in qualcosa di meno disgustoso.
Osservò la maestria
con cui Sanji aggiungeva lentamente il latte e mescolava l'impasto con
le fruste fino a renderlo visibilmente delicato e soffice.
Lo mise in una teglia a forma
di cuore e poi tutto nel forno mentre preparava la crema pasticcera al
limone.
-Grazie davvero Sanji-kun. Non
so cosa avrei fatto senza di te, probabilmente avrei dovuto buttare via
tutto.-
Il biondo mescolava con
esperienza la crema che andava addensandosi. -E' sempre un piacere
Nami-swan. Ma non mi hai ancora detto il perché di questa
torta e di tanta segretezza. Festeggi qualcosa?-
Nami volse lo sguardo in
un'altra direzione senza rispondere. Era semplicemente il giorno in cui
lei e Zoro si erano conosciuti. Anche se avrebbero dovuto festeggiare
gli anniversari di matrimonio ci teneva quell'anno a ricordare il
giorno in cui le loro vite erano cambiate quando si erano incontrati.
Ma non era necessario che Sanji
lo sapesse o avrebbe potuto pensare che era una sciocca sentimentale,
proprio lei che aveva sempre affermato con orgoglio di essere contraria
a qualsiasi forma di romanticismo.
-Niente di particolare
tranquillo. Avevo solo voglia di provare a fare una torta.-
mentì lei.
-Sei sempre meravigliosa
Nami-swan.- disse lui con un sorriso smagliante mentre tirava fuori la
torta dal forno.
Era morbida e aveva un bel
colore dorato. Dopo averla fatta raffreddare la tagliò in
due parti uguali e le spennellò con la crema. Finita questa
operazione fece piovere abbondantemente lo zucchero a velo.
-Un vero capolavoro.- disse lei
raggiante . -Non so proprio come sdebitarmi.-
-Basta che mi fai sapere
com'è.-
-Ancora meglio, passa domani ad
assaggiarla tanto in mattinata io e Zoro saremo qua a casa. A proposito
ricordati di non dirgli nulla mi raccomando, non deve sapere
che mi hai aiutata.- disse lei facendogli l'occhiolino.
-Ma certo mia cara nami-swan.
Ora devo proprio scappare o Pudding-chan mi ucciderà se
arrivo in ritardo per portarla al cinema.-
Proprio mentre stava uscendo
dalla porta, la macchina di Zoro apparve nel vialetto che conduceva
alla grande casa.
Scese dalla macchina con
espressione accigliata e non riusciva a nascondere il fastidio di
trovare il biondo lì in casa sua senza alcun preavviso.
-Si può sapere cosa
stavi facendo a casa mia?-
-Sono solo passato a trovare
una amica. Da quando è vietato farlo?- rispose lui
accendendo una sigaretta.
-Tsk idiota d'un torciglio.
Evita di venire quando io non ci sono.-
-Idiota ci sarai tu testa
d'alga.-
-Insomma piantatela.-
tuonò Nami colpendoli con un sonoro pugno sulla testa.
-Nami-swan è colpa
sua.- si giustificò il biondo mentre saliva sulla sua
decapottabile blu. Nami lo salutò con un cenno della mano
prima di richiudere la porta.
-Brutta strega.- disse Zoro
rientrando in casa. Si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa di
fresco da bere.
E per fortuna Nami aveva avuto
il tempo di ripulire e di farsi la doccia prima che lui trovasse la
cucina ridotta ad un campo di battaglia e lei infarinata manco fosse un
pesce pronto per la frittura.
Prese la torta dal mobile in
cui l'aveva nascosta, ben mimetizzata tra le padelle e le pentole.
-Tadan!- trillò
mostrando il risultato delle fatiche sue e di Sanji.
-Ah ecco cosa ci faceva qui
quel cuoco da strapazzo.-
-Ehi bada che quando
è venuto lui avevo già finito.- disse lei
mentendo con una facilità spaventosa.
Il verde la guardò
comunque scettico, forse non ci credeva più di tanto
nonostante tutto.
-E va bene, mi ha aiutato ma
avevo già iniziato a fare l'impasto quando è
arrivato.-
-Cosa si festeggia?- le
domandò tagliandosi una fetta di torta.
-Diciamo che il nostro primo
incontro è stato ben dieci anni fa. Ed ora eccoci qua come
marito e moglie. Lo avresti mai detto?-
Zoro masticò in
silenzio prima di lasciarsi andare ad un sorriso. -Non ti sopportavo
proprio all'inizio.-
-Idem. Non avrei scommesso un
berry su noi due insieme.- disse sedendosi vicino a lui.
-Dieci anni.- ripeté
lui incredulo. -Chi lo avrebbe mai detto immaginato che mi sarei
rovinato sposandoti?-
Il pugno stava per calare
inesorabile sulla sua testa ma lui intercettò la sua mano
avvicinandola a sé.
-Cretino.- soffiò
lei baciandogli un orecchio.
Il ragazzo si alzò e
la caricò sulla spalla, anche se lei odiava quando lo faceva
perché diceva di sembrare un sacco di patate.
-Cosa stai facendo? Guarda che
so camminare da sola. Dove mi stai portando?-
-A continuare i festeggiamenti
in camera da letto che domande.- disse lui pizzicandola una natica.