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Autore: XtinaA    14/11/2017    3 recensioni
Questa storia è il seguito della mia One Shot Wedding Time, come si può capire dal titolo, ma si può leggere tranquillamente anche senza aver letto la precedente storia.
*
-Buongiorno Robin, spero di non disturbare con questa chiamata improvvisa ma ci sono novità. Sono stata contattata dall'avvocato di Crocodile e pare proprio che suo ex marito abbia chiesto di mettersi in contatto con lei.- fece una pausa per permettere alla sua cliente di assimilare la notizia. -Cosa devo rispondere?-
Robin deglutì a fatica. -Le ha detto cosa vuole esattamente?-
-No purtroppo, ha solo detto che si trattava di qualcosa di urgente.[...]
-La ringrazio. A più tardi allora.-
*
-Prima rientrando ho visto Hawkins e diceva di volerci invitare a bere un drink insieme a lui visto che torna definitivamente qua.-
-Basil Hawkins dici?-
-Si, lo conosci?- disse fermando la pasta a mezz'aria decisamente sorpresa.
-Eravamo nella stessa classe al liceo e ho frequentato anche un anno all'università con lui prima che scomparisse chissà dove. [...]
*
Pairings:
RobinxSorpresa
LawxBonney
ZoroxNami
SanjixPudding
RufyxBibi
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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    Bonney non si era mai sentita a suo agio sui tacchi. Solitamente infatti non li indossava mai, dato che dall'alto del suo metro e ottantatré vedeva uomini molto più bassi di lei. Oltretutto preferiva le cose comode e sportive e non le interessava mettere tacchi assurdi come facevano invece Nami e Robin.
    Quella sera però, andando contro alle sue abitudini, aveva indossato delle decolletè color bronzo abbinate al suo abito da cocktail nero, che aderiva perfettamente alle sue curve generose e lasciava maliziosamente scoperte le sue gambe lunghe. Aveva i capelli raccolti in una treccia laterale ed un collarino che pareva fatto di pizzo nero.
    Camminava tenendosi ben salda al braccio di Law, più per paura di cadere che per una qualche dimostrazione di affetto, del resto era risaputo che anche lui era contro ogni romanticismo.
    Arrivarono nel locale e trovarono Usop già quasi ubriaco e Sanji impegnato a pomiciare con Pudding su uno dei divanetti ma a dare vero spettacolo era Hawkins che voleva predire la data di morte di tutti gli sventurati che incrociavano i suo sguardo. La rosa gli rivolse un rapido cenno di saluto con il capo. Aveva deciso di limitare al minimo i contatti con il biondo, per la sicurezza di entrambi. Ma solo vederlo le scombussolava lo stomaco, facendole un gran bruciore per la rabbia.
    Si stava davvero pentendo di aver accettato quel maledetto invito. Cosa era convinta di fare andando lì? Sapeva benissimo che ci sarebbe stato anche lui quindi doveva cercare di darsi una calmata se non voleva fare cose di cui si sarebbe pentita di sicuro.
     Andò al bancone, con l'intenzione di darci dentro con gli alcolici, approfittando del fatto che là dentro di sentiva un pò sicura a camminare sui tacchi.
    -Ehilà B, sei arrivata finalmente!- le disse Nami raggiungendola insieme a Robin.
    -Lasciamo stare. Non trovavo  uno straccio decente da mettere.- raccontò lei.
    -Ti ci vuole un bel giro di shopping allora.- ghignò la rossa. Lei indossava un top rosso con una minigonna nera e delle decolleté con dieci centimetri di tacco ovviamente.
    La mora invece aveva optato per una camicia bianca a maniche corte, un paio di shorts di jeans ed un paio di stivaletti leggeri color cammello.
    -Si quando inizieranno i saldi magari. Ho già dovuto mettere da parte una fortuna per il regalo di compleanno di Law altrimenti rischio di spendere tutto.-
    -Colpa tua che ti sei intestardita nel volergli prendere un Rolex.- la prese in giro Robin.
    -Beh avevo i soldi della assicurazione per quell'incidente in auto e poi lui mi ha regalato la nuova macchina cosa potevo fare? Non posso mica ricambiare con un regalo da 10 berry.-
    -Se lo dici tu B. Avete visto Zoro da qualche parte?-
    -Fino a pochi istanti fa l'ho visto laggiù mentre pomiciava con una bionda.- disse la rosa.
    -Ah certo... Aspetta cosa?-
    -Era con Rufy.- disse Robin. indicandole un divanetto vicino alle slot machine.
    -Mi ha chiesto di portargli questo bicchiere ma giuro che se non lo trovo me lo scolo io.- brontolò la rossa mentre ancheggiava nella direzione indicatale dall'amica.
    -Tu con chi sei venuta Robin?-
    -Con una... amica.- disse mentre sorseggiava il suo liquore al caffè.
    -Oh, e non ce la presenti?-
    -Cerro, magari dopo.- rispose evasiva la mora.
    Bonney bevve un sorso del suo angelo azzurro, giudicando quanto meno sospetto il comportamento di Robin. Non era da lei essere così sfuggente, soprattutto con le amiche, Forse questa sua nuova amica era drogata... O magari si prostituiva. Non trovava altre spiegazioni possibili.
    Mentre sorseggiava il suo coktail Usop le urtò la schiena, facendole finire il liquido sul vestito.
    -Usop razza di decerebrato nasone! Non ne fai mai una giusta.-
    Il ragazzo si profuse in una serie di scuse strascicate, e con la vista notevolmente annebbiata dall'alcol.
    -Scusami Bo-hic-Bonney. Non ti avevo hic proprio visto. Ti pagherò il conto hic della lavanderia pro-hic-promesso.-
    -Lascia perdere pezzo d'idiota. Domattina avrai già dimenticato la tua promessa o farai finta di non averla fatta.- ringhiò lei mentre si dirigeva verso i bagni per cercare di ripulirsi.
    Con un fazzoletto bagnato tamponò il vestito, anche se era impossibile cercare di lavare la macchia solo con l'acqua. Possibile che quel nasone rimbambito dovesse rovinare proprio ilo suo vestito al primo utilizzo? 
    -Non ti stai divertendo molto a quanto pare.- le disse Hawkins entrando nell'antibagno.
    -Cosa te lo fa pensare?- sbraitò lei tra una imprecazione e l'altra.
    -Comunque non pensavo che alla fine saresti venuta.- disse lui chiudendo la porta a chiave e voltandosi per guardarla in maniera parecchio strana.
    -Che cazzo stai facendo?- gli disse lei.
    -Niente.- disse lui avvicinandosi. -Sai, dopo la nostra rottura ho frequentato altre donne ma rivederti è sempre un piacere.-
    Prese tra le mani una ciocca di capelli, sfuggita dall'acconciatura della ragazza e gliela sistemò dietro l'orecchio.
    -A me invece non frega nulla. Stavo benissimo anche senza vederti. E levami le mani di dosso.-
    Il ragazzo appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza con foga, tenendole le braccia ferme per i polsi. La ragazza era completamente immobilizzata e non poteva neppure dargli un calcio perché aveva le gambe bloccate da quelle di lui, che la schiacciava contro il muro con tutto il peso del suo corpo, impedendole di muoversi.
    La ragazza riuscì fortunatamente a dargli una testata sul naso, costringendolo ad allentare la presa sui polsi. Con tutta la forza che aveva liberò le braccia e lo spinse via, facendolo sbattere contro il lavabo.
    -Non provare mai più a farmi rivedere la tua brutta faccia.- disse aprendo la porta e richiudendola a chiave dall'esterno per imprigionarlo almeno per qualche minuto.
    La rosa si diresse a grandi falcate verso Law. -Andiamocene. Non ce la faccio più a stare qua.-
    Qualcosa nel suo sguardo, forse la furia o la tristezza che vi lesse, convinse il moro ad assecondarla.
    -Tutto bene?- le chiese quando furono fuori.
    -Per niente. Questa serata è stata una merda dall'inizio fino alla fine.- disse rabbiosa.- La prossima volta dammi un pugno se ti propongo stronzate del genere. Quel bastardo di Hawkins ha chiuso con me, per quanto mi riguarda può anche affogare mentre fa ritorno a Water 7!-
    IL ragazzo le afferrò un braccio, costringendola a fermarsi. -Cosa ti ha fatto?-
    Bonney fissò insistentemente davanti a sé per sfuggire allo sguardo del so compagno. -Nulla.-
    -Non prendermi per il culo.-
    Bonney sospirò e si decise a voltarsi verso il medico. -Mi ha teso una specie di imboscata in bagno,.Ma gli ho dato il benservito, tranquillo.-
    -Tranquillo un cazzo.- disse lui facendo dietrofront per tornare nel locale.
    Bonney, nonostante i tacchi, si mise davanti per fermarlo. -Non serve. L'ho già picchiato io. Andiamo a casa per favore. Al diavolo lui e tutto il resto.-
    Gli occhi grigi del ragazzo si erano fatti più gelidi del solito ma sapeva che era perfettamente inutile stare lì a discutere con la rosa in quel momento. Sembrava davvero sfinita e non voleva darle ulteriori dispiaceri per quella sera.
    La prese per mano e si avviarono verso la macchina ma in cuor suo aveva già promesso a se stesso che quel maledetto bastardo non l'avrebbe passata liscia.
    Non con lui.
    *
    *
    *
    Bibi non riusciva a credere alle parole di Pudding.
    -Aspetta non è uno scherzo vero? Robin mano nella mano con una donna? Non è che l'hai confusa con qualcun'altra?-
    -Scherzi? Ho tutte le diottrie perfettamente funzionanti. Quella era lei ti dico. Con una donna da capelli verdi.- le disse la castana dall'altro capo del telefono.
    Bibi non conosceva nessuna persona che potesse corrispondere a quella descrizione.
    -Tu l'hai mai vista questa donna?- chiese all'amica.
    -Si, l'altro giorno quando Hawkins ci ha offerto da bere in quel locale. Robin però me l'ha presentata come sua amica, oltretutto solo perché me le sono ritrovate ad un metro di distanza altrimenti sarebbero fuggite a gambe levate secondo me.-
    L'azzurra la sera di quella sorta di festa era andata a prendere suo padre all'aeroporto, di ritorno da un viaggio di affari all'estero. Avevano mangiato qualcosa in un ristorante lungo la via di ritorno, così si era fatto troppo tardi per unirsi ai suoi amici. Non aveva mai visto questa donna nè Robin gliene aveva mai parlato.
    Si sentì un pò offesa dal comportamento dell'amica, d'accordo che non era costretta a renderle partecipi di tutto ciò che la riguardava, ma almeno poteva accennare al fatto che stesse uscendo con qualcuno.
    O forse voleva solo provare l'ebrezza di frequentare una donna e per questo non aveva detto loro nulla? 
    -Diamole un pò di tempo prima di chiederle qualcosa. Vedrai che al momento più opportuno ci dirà tutto.- disse cercando di non essere troppo precipitosa nel giudicare la loro amica.
    -Non lo so, comunque se avrò altre novità ve le riferirò subito. Ora devo andare o quello stronzo se la prenderà di nuovo con me.- disse riferendosi al proprietario salone di bellezza in cui lavorava.
    -A più tardi allora.- Bibi mise il suo cellulare nella borsetta ed uscì dal camerino in cui si era rintanata per parlare con la sua amica, oltre che per provare un paio di vestiti.
    Chopper la stava aspettando al piano inferiore, nel reparto maschile, l'aveva accompagnata nel suo giro di shopping visto che Rufy non aveva ottenuto la serata libera.
    -Hai sentito che Kaya tornerà per qualche giorno la prossima settimana?- disse il piccolo ragazzo.
    -No, non me lo avevano detto. Che bella notizia, sono così felice per Usop! Che ne dici se le prepariamo la torta all'ananas che le piace tanto?-
    -Mi sembra un'ottima idea.- rispose lui, sempre entusiasta quando si trattava di dolci. Inoltre Kaya era davvero una brava ragazza e gli faceva sempre piacere rivederla.
    -Bibi sai che sto frequentando una persona?-
    L'azzurra si voltò di scatto verso il suo amico. -Davvero? Posso sapere chi è?-
    Chopper divenne rosso come un peperone . Beh non credo che tu la conosca. Si chiama Polluce.-
    -Mh non mi pare di conoscerla in effetti. Frequenta i tuoi stessi corsi in facoltà?-
    -No, lei lavora già da qualche anno in un atelier di moda. é più grande di noi.-
    -Di quanto?-
    -Ha trent'anni.-
    Bibi rimase a bocca aperta. Avevano circa nove anni di differenza. E se ci pensava bene nel profilo facebook di Chopper aveva visto negli ultimi tempi post riguardanti la differenza d'età nelle relazioni ed il fatto che, secondo lui, non contava nel vero amore.
    Sperava solo che questa donna non si stesse prendendo gioco di lui, come aveva fatto tale Carrot, con cui era stato Chopper ai tempi del liceo e che lo sfruttava esclusivamente per copiare durante i test e perché il malcapitato ragazzo le faceva i compiti per casa mentre lei giocava ai videogiochi.
    -Ti tratta bene? Sei felice?-
    -Sì, è molto gentile con me e mi trovo molto bene in sua compagnia.- disse lui arrossendo ancora di più.
    -Allora non hai nulla da temere.- 
    IL ragazzo sorrise felice. -Grazie, E a te come va con Rufy?-
    -Tutto bene grazie. Stasera abbiamo in programma di andare a cena fuori. Mio padre continua a dirmi di portarlo a casa per farglielo conoscere ma non so se è una buona idea.-
    -Da quanto state insieme?-
    -Quasi due anni.-
    -E allora? E' normale che voglia conoscerlo.- le fece notare Chopper.
    -Sì, lo so però non so se è il momento giusto.-
    -Per certe cose non c'è mai un momento giusto. E poi ti conosci già i suoi familiari mentre lui conosce solo i tuoi cugini Kosa e Pell. E' logico che tuo padre e tuo nonno Igaram lo vogliano conoscere.-
    -Sì forse hai ragione. Vedrò di invitarlo a casa prima o poi.- disse mentre su WhatsApp Robin diceva alle sue amiche di voler presentare loro una persona.
    *
    *
    *
    Nami fissò poco convinta l'impasto all'interno della ciotola. Ancor una volta le era venuto troppo solido, e mescolò con forza così da farlo ammorbidire.
    Almeno secondo lei.
    -Nami-swan se lo mescoli con così tanta energia non farai altro che renderlo ancora più sodo e duro.- le disse Sanji prendendole delicatamente la ciotola dalle mani -Bisogna aggiungere un poco di latte per renderlo più morbido e poi lavorarlo con dolcezza per farlo diventare spumoso e leggero.-
    Nami ascoltò scettica la spiegazione del biondo ma annuì, del resto lui ne sapeva molto più di lei in quel campo.
    -Se lo dici Sanji-kun. Per me basta che sia commestibile.- replicò la rossa esasperata, coperta di farina dalla testa ai piedi.
    -Non è quello lo spirito giusto con cui si entra in cucina Nami-swan. Devi immaginare che gli ingredienti siano degli strumenti attraverso cui preparai dei capolavori e gli utensili sono le estensioni delle tue braccia attraverso cui raggiungerai l'obiettivo.-
    Nami non ci capiva nulla di tutta quella roba e non era neppure sicura di avere tutta questa pazienza di cui parlava Sanji. Bastava che lo aiutasse a trasformare quella poltiglia in qualcosa di meno disgustoso.
    Osservò la maestria con cui Sanji aggiungeva lentamente il latte e mescolava l'impasto con le fruste fino a renderlo visibilmente delicato e soffice.
    Lo mise in una teglia a forma di cuore e poi tutto nel forno mentre preparava la crema pasticcera al limone.
    -Grazie davvero Sanji-kun. Non so cosa avrei fatto senza di te, probabilmente avrei dovuto buttare via tutto.-
    Il biondo mescolava con esperienza la crema che andava addensandosi. -E' sempre un piacere Nami-swan. Ma non mi hai ancora detto il perché di questa torta e di tanta segretezza. Festeggi qualcosa?-
    Nami volse lo sguardo in un'altra direzione senza rispondere. Era semplicemente il giorno in cui lei e Zoro si erano conosciuti. Anche se avrebbero dovuto festeggiare gli anniversari di matrimonio ci teneva quell'anno a ricordare il giorno in cui le loro vite erano cambiate quando si erano incontrati.
    Ma non era necessario che Sanji lo sapesse o avrebbe potuto pensare che era una sciocca sentimentale, proprio lei che aveva sempre affermato con orgoglio di essere contraria a qualsiasi forma di romanticismo.
    -Niente di particolare tranquillo. Avevo solo voglia di provare a fare una torta.- mentì lei.
    -Sei sempre meravigliosa Nami-swan.- disse lui con un sorriso smagliante mentre tirava fuori la torta dal forno.
    Era morbida e aveva un bel colore dorato. Dopo averla fatta raffreddare la tagliò in due parti uguali e le spennellò con la crema. Finita questa operazione fece piovere abbondantemente lo zucchero a velo.
    -Un vero capolavoro.- disse lei raggiante . -Non so proprio come sdebitarmi.-
    -Basta che mi fai sapere com'è.-
    -Ancora meglio, passa domani ad assaggiarla tanto in mattinata io e Zoro saremo qua a casa. A proposito ricordati di non dirgli nulla mi  raccomando, non deve sapere che mi hai aiutata.- disse lei facendogli l'occhiolino.
    -Ma certo mia cara nami-swan. Ora devo proprio scappare o Pudding-chan mi ucciderà se arrivo in ritardo per portarla al cinema.-
    Proprio mentre stava uscendo dalla porta, la macchina di Zoro apparve nel vialetto che conduceva alla grande casa.
    Scese dalla macchina con espressione accigliata e non riusciva a nascondere il fastidio di trovare il biondo lì in casa sua senza alcun preavviso.
    -Si può sapere cosa stavi facendo a casa mia?-
    -Sono solo passato a trovare una amica. Da quando è vietato farlo?- rispose lui accendendo una sigaretta.
    -Tsk idiota d'un torciglio. Evita di venire quando io non ci sono.-
    -Idiota ci sarai tu testa d'alga.-
    -Insomma piantatela.- tuonò Nami colpendoli con un sonoro pugno sulla testa.
    -Nami-swan è colpa sua.- si giustificò il biondo mentre saliva sulla sua decapottabile blu. Nami lo salutò con un cenno della mano prima di richiudere la porta.
    -Brutta strega.- disse Zoro rientrando in casa. Si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa di fresco da bere.
    E per fortuna Nami aveva avuto il tempo di ripulire e di farsi la doccia prima che lui trovasse la cucina ridotta ad un campo di battaglia e lei infarinata manco fosse un pesce pronto per la frittura.
    Prese la torta dal mobile in cui l'aveva nascosta, ben mimetizzata tra le padelle e le pentole.
    -Tadan!- trillò mostrando il risultato delle fatiche sue e di Sanji.
    -Ah ecco cosa ci faceva qui quel cuoco da strapazzo.-
    -Ehi bada che quando è venuto lui avevo già finito.- disse lei mentendo con una facilità spaventosa.
    Il verde la guardò comunque scettico, forse non ci credeva più di tanto nonostante tutto.
    -E va bene, mi ha aiutato ma avevo già iniziato a fare l'impasto quando è arrivato.-
    -Cosa si festeggia?- le domandò tagliandosi una fetta di torta.
    -Diciamo che il nostro primo incontro è stato ben dieci anni fa. Ed ora eccoci qua come marito e moglie. Lo avresti mai detto?-
    Zoro masticò in silenzio prima di lasciarsi andare ad un sorriso. -Non ti sopportavo proprio all'inizio.- 
    -Idem. Non avrei scommesso un berry su noi due insieme.- disse sedendosi vicino a lui.
    -Dieci anni.- ripeté lui incredulo. -Chi lo avrebbe mai detto immaginato che mi sarei rovinato sposandoti?-
    Il pugno stava per calare inesorabile sulla sua testa ma lui intercettò la sua mano avvicinandola a sé.
    -Cretino.- soffiò lei baciandogli un orecchio.
    Il ragazzo si alzò e la caricò sulla spalla, anche se lei odiava quando lo faceva perché diceva di sembrare un sacco di patate.
    -Cosa stai facendo? Guarda che so camminare da sola. Dove mi stai portando?-
    -A continuare i festeggiamenti in camera da letto che domande.- disse lui pizzicandola una natica.

   
 
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