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Autore: TheNaiker    14/11/2017    0 recensioni
Solo le persone fuori moda pensano che I libri siano da leggere.
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un buco. La sua bellissima parete multicolore aveva un buco.

La signora Chatting era seduta sulla sua poltrona di età Vittoriana, in predo ai ripetuti mancamenti. Non credeva ai suoi occhi, non si capacitava di quello che aveva davanti a sé: la sua meravigliosa libreria di fine Settecento, quel mobile inestimabile che fungeva da quinta parete per il salotto della sua villa, presentava un inammissibile spazio vuoto al quinto ripiano, lato destro. Lì, in fondo in fondo a quell’asse di pregiato legno stagionato, avrebbe dovuto esserci un tomo verdognolo spesso quattro centimetri. E invece non c’era. E invece non c’era, si ripeteva la donna mordendosi il labbro e serrando i pugni. Le sembrava di ammirare la dentiera di uno zotico sdentato.

Era un affronto, un’onta che colpiva duramente il decoro e bellezza immacolata della sua casa. E ne pativano perfino i libri superstiti appoggiati sul ripiano sfigurato, era evidente. Privati del loro compagno di tante giornate, non potendo più appoggiarsi su di esso, i tomi si erano inevitabilmente abbandonati alla sciatteria e facevano una ben magra figura, avendo perso inevitabilmente la loro rigida, perfetta verticalità: inclinati su un lato, così indolentemente strafottenti, costituivano una sequenza che non era più di diciotto volumi belli come statue. Bensì solamente di diciassette, miseri librucoli che così menomati soffrivano di un sentore di incompletezza. Diciassette gobbi di Notteddam, aveva urlato la signora al mondo, sdegnata. Diciassette, portava pure sfortuna.

La signora Chatting era seccata. Che senso aveva possedere un mobile del valore di ventimila euro se il suo aspetto era irrimediabilmente deturpato da quella mancanza? È risaputo, un mobile prezioso è ancor più prezioso se decorato con classe e senso estetico: una libreria deve essere piena fino all’orlo, non un ammasso di spazi vuoti, rifugio di polvere e ragni. Cosa avrebbero detto le sue amiche del Club dell’Antiquariato, all’indomani, a quella vista, a quello sfacelo? Quanto avrebbero sogghignato alle sue spalle, tra un sorso di thè di Ceylon ed uno di tisana al finocchio rupestre? Un’umiliazione cocente l’attendeva all’orizzonte.
Eppure era stata lei a levare dal suo anfratto il diciottesimo libro. Scelta dolorosa, ma obbligata. La sua coscienza non le consentiva di perdonare il volume traditore, quel meschino Giuda di carta e cartoncino che aveva osato contravvenire alle regole estetiche della sua rispettabile casa, rovinandosi e deturpando il proprio aspetto esteriore.
Già. Il libro era stato aperto. Il libro era stato letto. Il libro era stato rovinato.

E la signora non poteva continuare a conservare un libro consunto e spiegazzato lì, in mezzo al suo gregge di pure pecorelle di cellulosa intonsa. Non avrebbe dormito la notte, se avesse perpetrato un tale misfatto contro il Supremo Senso del Bello. Quel libro aveva assorbito umidità, si era consumato, avrebbe con il tempo ospitato la muffa, tra le sue pagine. Non era più degno di stare con gli altri, nell’Olimpo immutato e immutabile del suo salotto.

Che colpo le era venuto, non appena se n’era accorta. Una volta superato lo shock iniziale, la signora l’aveva preso in mano (non prima di aver indossato un paio di spessi guanti in lattice) e vincendo la sensazione di schifo l’aveva scaraventato via, lontano da sé e dai suoi simili, terrorizzata dall’idea di un possibile contagio.

E pensare che era tutta colpa di quella ribalda di sua figlia. Un brutto pomeriggio, probabilmente annoiata, quella piccola fedifraga si era avvicinata al mobile, nonostante le fosse stato intimato a ripetizione di non avvicinarvisi mai. E aveva letto una cinquantina di pagine del libro, sciupandone le pagine, marchiandone a fuoco i bordi con i suoi polpastrelli, ingrigendone il colore, sciupandone la rilegatura. Come si era permessa? Quella mocciosetta non disponeva forse di un computer nuovo di zecca, con cui sfogare le proprie manie giovanili? Quella piccola viziata, la signora Chatting l’avrebbe punita come meritava, a tempo debito.

Ma ora sorgeva un problema più urgente: rimediare allo sfregio. Il volume profanato era già stato cestinato nel sacco dell’indifferenziata, ma come rimpiazzarlo? Su indicazione della Magna Guida Spirituale che frequentava (guru dell’anima nonché esperto dell’arredamento di ville), il quinto ripiano aveva sempre seguito uno schema a ripetizione. Rosso-verde-blu-giallo. E la signora desiderava mantenerlo, in maniera tale da conservare il vivace effetto ottico che si era prefissata.

Avrebbe potuto dunque verniciare un mattone di verde e coprire con esso il buco. Ma in una libreria ci vogliono i libri, le aveva assicurato il Magna mentre le arredava la casa e si faceva staccare un corposo assegno. Così non le rimaneva che una possibilità. Con un’apposita applicazione dello smartphone, poteva misurare la larghezza esatta dello spazio vuoto (tre centimetri e nove); dopodiché, non avrebbe dovuto fare altro che andare da quel morto di fame del libraio in fondo alla strada, quel disadattato dal portafoglio sempre vuoto che le signore a modo come lei evitavano come la peste. Solitamente.
Questa volta non poteva fare la schizzinosa, infatti. La signora doveva arrendersi all’infausto destino e, preparandosi psicologicamente a mettere piede in quel covo indecoroso fonte di qualsivoglia malanno ed allergia, stava iniziando a ripassarsi mnemonicamente le specifiche del volume che avrebbe ordinato al libraio. “Copertina monocromo verde bandiera, dimensioni 38x22x18 millimetri, spalla poco bombata, rigorosamente lucido e nuovo di pacca, Copertina monocromo verde bandiera, dimensioni 38x22x18 millimetri, spalla poco bombata, rigorosamente lucido e nuovo di pacca, copertina monocromo verde bandiera, dimensioni 38x22x18 millimetri, spalla poco bombata, rigorosamente lucido e nuovo di pacca…”

Sospiro deciso. Era pronta, determinata. Sarebbe entrata in quel negozio di libri e avrebbe combattuto. E avrebbe vinto. Quel mascalzone irriverente avrebbe fatto meglio ad ubbidire come un cagnolino a tutte le sue richieste, se voleva guadagnare qualche soldo, almeno per oggi. E lei non avrebbe ceduto né sul colore né sulle dimensioni: l’intransigenza è sempre un must, per un’amante del Bello come lei. Per il contenuto del libro, invece, lei sarebbe stata magnanima… D’altro canto… Mica lo comprava per leggerlo, il libro.

Anzi, una volta a casa avrebbe incollato le pagine con la colla. Per maggiore sicurezza, sua figlia avrebbe imparato meglio la lezione.

Mica lo compro per leggerlo, il libro, già. Questo ripeté di nuovo la signora Chatting, sorridendo con la sicurezza di chi ha detto qualcosa di intelligente.

 

  
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