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Autore: ArtemisiaSando    14/11/2017    0 recensioni
[Vampyr]
Londra, 1918. La grande guerra è ormai finita, ma ha cambiato ogni cosa.
Sullo sfondo di una città devastata dal conflitto e dalla terribile epidemia di influenza spagnola, che sta decimando la popolazione europea, il chirurgo militare Jonathan Reid ritorna a casa dal fronte afflitto da un terribile segreto.
Nel frattempo, alla periferia di Londra, la giovane Esther, rimasta sola al mondo, cerca di rimettere insieme i pezzi della propria vita.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Prologo

La guerra aveva cambiato ogni cosa. Si era insinuata come un'oscura piaga fra le strade delle città, nelle case, ma soprattutto nel cuore della gente. Era stato l'uomo a volere la guerra, eppure di rimando la guerra aveva cambiato l'uomo, profondamente, inesorabilmente, l'avrebbe perseguitato per sempre.

C'era violenza ora negli occhi delle persone, quello che avevano visto, quello che avevano perso le tormentava come una malattia senza nome, sconosciuta quanto antica, che pure non aveva risparmiato nessuno. I palazzi di Londra non erano gli unici ad essere stati spazzati via dalla furia della polvere da sparo, non erano i soli ad essere crollati sotto i colpi di mortaio.

L'orrore non si era fermato sulla porta, nelle trincee, aveva colpito nel punto più vulnerabile, era entrato dove gli uomini si sentivano più al sicuro, nelle proprie case. I racconti erano terribili, sembravano quasi usciti dagli incubi più nascosti, dalle menti più distorte eppure nella stasi infinita di quella guerra erano divenuti reali.

Chi partiva raramente tornava vivo, il cuore comunque non tornava mai più. Le donne, i bambini, i vecchi avevano imparato a vivere di nulla, nel costante terrore di un'ombra, un nemico senza volto. I politici alla radio inneggiavano ad un patriottismo spento da tempo in chi, della propria vita, non aveva più nulla.

E quando la guerra finì, lo fu solamente sui giornali, nelle parole di chi quella strage l'aveva voluta senza prenderne parte. Gli incendi furono domati, i palazzi ricostruiti, le macerie dimenticate in pochi mesi, il dolore no, il dolore rimase negli occhi della gente nonostante le promesse di quel progresso inarrestabile, che accendeva di vita propria una città ferita, marcia fin nelle fondamenta.

Il progresso si era dimenticato di chi avrebbe dovuto servire e le strade divennero in breve tempo terreno feritile per ogni sorta di perversione e delitto, una mano insanguinata che notte e giorno stringeva il pugno dove neppure le forze dell'ordine erano più in grado di arrivare.

Leenan Doherty aveva cominciato la propria battaglia anni addietro, prima della grande guerra.

Dopo aver conseguito la laurea in medicina, aveva combattuto come militante politico in Irlanda per l'identità del proprio paese, perdendo molto di più della propria giovinezza. Gli embarghi forzati, le continue rivolte e le scaramucce armate avevano portato miseria e malattie in tutta l'isola, tagliandoli fuori dalla civiltà e dal progresso.

Il prezzo da pagare era stato altissimo e la causa aveva finito per esigere la vita della sua stessa moglie, lasciandolo solo con una figlia a cui prima non aveva mai dovuto interessarsi.

Il dolore aprì un varco nella sua mente e, senza aspettare che il vaiolo si prendesse anche la vita della bambina che gli era stata affidata, decise di lasciare le armi emigrando a Londra.

Per sua figlia Esther volle la vita tranquilla che a lui non era stata concessa, lontana dalla fame e dalla guerra e, per molti anni, visse con lei nel modesto studio medico che era riuscito a comprare a White Chapel vendendo la dote di sua moglie.

Per quanto consapevole che alla bambina non sarebbe stato possibile iscriversi in un'università in età adulta, considerata anche la loro estrazione sociale, per tutta la vita Leenan cercò di trasmetterle ciò che aveva imparato, pregando che un giorno il mondo avrebbe finalmente aperto gli occhi sulla straordinaria intelligenza e sulle doti della ragazza.

Purtroppo, seppur troppo vecchio per andare al fronte, la guerra lo seguì come una vecchia nemica di cui è difficile perdere traccia e quando il conflitto divenne mondiale, anche Londra, orgoglio dell'Europa, tremò scossa dal fuoco fin nelle fondamenta.

Il colpo fu duro da sopportare, d'un tratto il progresso che per anni sembrava aver dato nuovo lustro ad un già magnifico impero sembrò crollare, rallentare fino a fermarsi.

Nelle trincee si consumava un orrore senza nome, un orrore che sembrava ingoiare poco a poco, con la voracità di un gigante, il corpo e la mente di chi aveva avuto la sfortuna di affacciarsi nel baratro.

Lo studio medico continuò a restare in attività, ma senza alcun beneficio. La povera gente non aveva di che sostentarsi, i reduci affollavano gli ospedali improvvisati, i medicinali cominciarono in fretta a scarseggiare e ben presto dalle macerie di quella guerra si levò una pestilenza senza precedenti.

L'epidemia d'influenza spagnola colpì l'Europa con una violenza inaudita, decimandone la popolazione stremata dalla fame e dagli orrori subiti. Non tutti si ammalavano, anziani e bambini furono i primi a cadere, i corpi iniziarono ad affollare le case, e quando le case furono piene e gli occhi troppo stanchi per piangere, i cadaveri cominciarono semplicemente ad ammassarsi agli angoli delle strade in attesa che gli infermieri li portassero via.

Il sottobosco della criminalità più bassa e subdola cominciò a popolare le strade di Londra come mai prima di allora, le case disabitate divennero facile preda di sciacalli e manigoldi, i bordelli chiusero i battenti a causa dell'epidemia e gli uomini, stanchi di aspettare, presero a violentare qualsiasi ragazza osasse attraversare un vicolo buio senza accompagnamento.

La violenza dilagò come melma da una ferita aperta, non c'era più giustizia in quel guazzabuglio di povertà, rabbia e malattia. Il mondo moderno sembrò arrestare la sua corsa e subire una brusca inversione di marcia, tornando ad un insano stato primigenio.

Leenan Doherty fu uno dei molti medici che si ammalarono durante l'epidemia e, nonostante le cure della figlia, morì nel sonno dopo due interminabili giorni di allucinazioni provocate dalla febbre. Non ebbe il conforto di un funerale, né di una degna sepoltura, il corpo venne bruciato insieme a molti altri, uno spettacolo a cui la ragazza non se la sentì di partecipare.

L'ultimo ricordo che ebbe di suo padre Esther Doherty fu quello di uno scomposto rigonfiamento sotto un lenzuolo lurido, mentre il carro veniva trascinato via nel fango fresco da due sconosciuti portantini.

   
 
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