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Autore: AveAtqueVale    14/11/2017    3 recensioni
Alec e Magnus si sono lasciati a seguito delle vicende della Spada Mortale.
Alec non riesce a tollerare l'assenza di Magnus nella sua vita e cerca di fare il possibile per non perdere ogni rapporto con lui.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alec non poteva credere che fosse successo davvero.


 

Per giorni si era sentito stordito e triste e devastato solo perchè Magnus era sostanzialmente sparito dalla sua vita, era freddo e tagliente in un modo che non aveva mai mostrato prima. Non a lui, quanto meno. Era stato davvero doloroso da gestire. Diverse volte aveva creduto di non poterlo gestire a fatto, a dire il vero, ma non aveva potuto mollare perchè sulle sue spalle risiedeva una grande responsabilità. Era a Capo dell'Istituto Shadowhunters di New York e aveva nelle sue mani il potere di fermare Valentine ed il suo folle piano di uccidere ogni Nascosto al mondo.


 

Adesso tutto era cambiato.


 

Valentine era morto -la qual cosa era così incredibile che ancora non poteva crederci-, l'Angelo era stato invocato ma il desiderio richiestogli non aveva coinvolto alcun Nascosto i quali, al momento, erano tutti al sicuro e Magnus era tornato da lui. Stava camminando al suo fianco con una mano avvolta attorno ai suoi fianchi ed un sorriso sereno sul volto: sembrava essere tranquillo, così rilassato che sembrava nulla di male fosse mai accaduto fra loro.


 

Alec era sinceramente e profondamente felice ma... qualcosa ancora doleva nel suo petto.


 

I due a stento dissero una parola durante la camminata verso casa; il silenzio calò fra loro mentre sulle loro labbra ancora bruciava il sapore di quell'ultimo bacio. Quanto gli era mancata quella sensazione? Il calore dei loro respiri sulla pelle, dei loro corpi sotto le loro dita? E adesso erano tornati insieme ma c'era ancora qualcosa di strano fra loro.

 

Il loft era come l'aveva sempre visto. Una brezza fresca veniva dal balcone e la solita roba era lì dove l'aveva vista per l'ultima volta giorni fa. Era così strano pensare a quel lasso di tempo come “giorni”... nel suo cuore sembrava che fossero trascorsi degli anni.

 

 

“Casa...” sussurrò rimanendo in piedi al centro della stanza.

 

 

Le labbra di Magnus si incurvarono verso l'alto come sentì quelle parole e si avvicinò al ragazzo per premere la sua mano sinistra attorno alla sua vita, gentilmente.

 

 

“Non la sentivo più casa mia quando non eri qui” ammise lo stregone a bassa voce, teneramente, mentre cercava di rassicurare lo Shadowhunter. Era piuttosto nervoso, Alec poteva capirlo già solo sentendo la sua voce, guardando il suo sguardo teso.

 

 

Alec voltò il capo verso Magnus stringendo la mascella.

 

 

“Ho perso la mia casa quando ho perso te” disse guardandolo negli occhi, seriamente, ruotando il corpo verso quello dell'altro. “Tu sei la mia casa, Magnus.”

 

 

Lo stregone schiuse le labbra sorpreso, una specie di strano calore a inondargli le vene.

 

 

La schiettezza di Alec poteva ancora sorprenderlo soprattutto perchè non si era mai sentito così in tutta la sua vita. Come se fosse la priorità di qualcuno, la ragione del sorriso di qualcuno. Non si era mai sentito così speciale prima.

 

 

Magnus sorrise a sua volta sollevando una mano per poggiarla sul viso di Alec. Il suo pollice stava carezzando leggermente la sua guanca, avvertendo il calore della sua pelle sotto la punta delle dita.

 

 

“Mi dispiace per quello che è successo. Per quella decisione. Ma ho pensato davvero che fosse necessario”

 

 

Alec annuì abbassando lo sguardo. Lo sapeva. Sapeva che Magnus non voleva ferirlo, sapeva che l'aveva fatto perchè voleva proteggere la sua gente. Voleva fare la cosa giusta esattamente come voleva farla lui quando non gli aveva detto della Spada dell'Anima. Tenere un segreto dall'amore della propria vita era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto...

 

 

“Lo so” mormorò deglutendo, inspirando a fondo. “E' solo che... Ti sei liberato di me così facilmente... Mi hai cancellato dalla tua vita in un batter d'occhio, da un giorno all'altro, come se niente fosse...” la sua voce si spense, le sue mani si strinsero in due pugni lungo i fianchi. “So che hai pensato che fosse necessario, che lo stavi facendo per un bene superiore, ma... non penso che io avrei mai potuto farlo. Ignorarti in quel modo, smettere di rispondere ad ogni chiamata, ogni messaggio. Quasi sbatterti la porta in faccia senza nemmeno sentire a ciò che avevi da dire...”

 

 

Magnus sentì il suo cuore spezzarsi.

 

 

Poteva capire la sua paura, il suo dolore. Sapeva che era stato crudele e freddo con lui. Sì, era arrabbiato e aveva tutte le ragioni al mondo per esserlo. Ma era comprensibile se Alec avesse dubitato dei suoi sentimenti dopo il suo comportamento.

 

 

“Alexander” la voce di Magnus era bassa, calda come se stesse parlando ad un bambino spaventato. Come se alzare la voce avrebbe potuto indurlo a scappare via. “Facilmente non è esattamente la parola che userei per descrivere com'è stato escluderti dalla mia vita”

 

 

Le mani di Magnus scesero lungo il corpo dell'altro, verso i suoi fianchi, per raggiungere le sue mani; cercò di raggiungere le sue dita per aprire i suoi pugni e intrecciare le loro mani. La stretta di Alec si allentò e il suo sguardo salì a cercare quello di Magnus.

 

 

“Non potevo dormire. Non potevo mangiare. Non potevo lavorare senza pensare a te. Ogni momento, ogni secondo, la mia mente tornava ai nostri momenti, ai nostri viaggi” ammise, teneramente, sorridendo con amarezza. “Ho affrontato le mie giornate bevendo e lavorando tutto il tempo per tenere la mia mente occupata. Cercavo di non avere abbastanza tempo per pensare a te e nonostante tutto non era minimamente sufficiente. Tutto mi parlava di te fra queste mura. Questa è la nostra casa Alexander” aggiunse in un basso sussurro.

 

 

Alec sentì uno strano calore sciogliergli il cuore; calde lacrime stavano bruciando nei suoi occhi ma cercò di lottare per non versarle.

 

 

“Ma... la barriera... Non mi hai avvertito. Avrei potuto... Saremmo potuti morire” disse Alec, tristemente, scosso.

 

 

Magnus ridacchiò mestamente, dolcemente, scuotendo il capo. “Mio sciocco angelo...” mormorò strofinando il suo pollice contro il dorso della sua mano. “Chi credi che abbia detto a Luke di avvisarvi?”

 

 

Alec boccheggiò, sorpreso. “Oh.”

 

 

“So che ti ho ferito. So quanto deve essere stato difficile per te. Sei così giovane... e i tuoi sentimenti sono puri e sinceri e nuovi. Stai imparando come gestirli, come viverli e rispettarli. E come farlo con me” disse Magnus umettandosi le labbra. “Me ne rendo conto. Ci sono passato anche io molto tempo fa ma io ho imparato come soffrire in silenzio. Come nascondere i miei sentimenti ed il mio dolore per concentrarmi su qualcos'altro, per non permettere a nessuno di preoccuparsi per me. Ecco perchè hai pensato che sia stato facile per me. Perchè l'ho già fatto. Ho già sopportato questo tipo di dolore molte volte in passato” I suoi occhi erano pieni di una sfumatura oscura. Ombre e ricordi stavano danzando nelle sue iridi ed Alec poteva avvertire la sua stanchezza, la tristezza a dispetto del sorriso che stava cercando di mantenere sulle labbra.

 

 

“Ho imparato come nasconderlo, non come non sentirlo” disse lo stregone, amaramente, inclinando il capo. La sua mano destra corse al viso di Alec, il suo palmo premuto contro la sua guancia, cercando di toccarlo dove poteva, di sentirlo sotto le sue dita, sotto la sua pelle. “E' stato doloroso. Mi sei mancato. Ogni momento. Più di quanto mi sia mai mancato chiunque altro in tutta la mia vita.”

 

 

Il cuore di Alec era pieno di diverse emozioni; felicità e dolore erano mischiati in un'unica cosa, un nuovo sentimento che non avrebbe potuto definire. Era felice di sapere che Magnus avesse sentito la sua mancanza ma al tempo stesso era davvero preoccupato per lui. Non poteva sopportare di saepere che avesse sofferto anche se era tutto dipeso da una sua decisione. Non sapeva cosa dire. Lo Shadowhunter si sentiva ancora insicuro e spaventato. Si fidava di Magnus, non pensava che gli stesse mentendo, ma sapeva che non avrebbe potuto sopportare una cosa del genere una seconda volta.

 

 

Magnus sospirò, deglutendo, mentre Alec rimaneva in silenzio. “Forse è difficile credere alle mie parole adesso... ma magari puoi fidarti di questo” disse dopo un po' prendendo il cellulare dalla tasca.

 

 

 

Lo accese e andò alla casella dei messaggi. Superò i messaggi in arrivo, quelli inviati, quelli cancellati e raggiunse le bozze.

 

 

Magnus allungò il telefono verso Alec, sorridendo teneramente.

 

 

 

Lo Shadowhunter lo guardò, prendendo l'apparecchio senza neppure prestarci una occhiata.

 

 

“Leggi” dise Magnus.

 

 

C'erano diversi messaggi non inviati in quella cartella. Alec lesse il primo ed i suoi occhi si sgranarono quando capì chi era il destinatario di quel messaggio. Di quei messaggi. Lui. Sempre lui. Erano le risposte ai suoi messaggi. Magnus aveva risposto ad ogni suo messaggio sul proprio telefono senza inviarli.

 

 

Il suo cuore si fermò nel petto. Un migliaio di lame lo attraversarono versando sangue cremisi per tutto il suo corpo. Ogni parola era una ferita mortale ed al tempo stesso un alito di vita.

 

 

Alec alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di Magnus.

 

 

Lasciò cadere il telefono sul divano dietro di sé e portò le mani sul viso dello stregone; le sue labbra si premettero contro quelle altrui, le sue lacrime bruciavano dietro le palpebre, il cuore batteva frenetico nel petto, così rapido che pensava fosse sul punto di esplodere. Magnus schiuse le labbra, sorpreso, ma non indietreggiò. Accolse felicemente quel bacio, ricambiandolo.

 

 

Le loro mani corsero per i loro corpi, in fretta, senza smettere di muoversi neppure per un secondo. Si sfiorarono il viso, le spalle, il petto, i fianchi, le schiene. Sentirono l'improvvisa urgenza di sentire il corpo altrui sotto le dita, i loro cuori a battere rapidamente contro i vestiti. C'era fretta in quel bacio ed urgenza e bisogno. Nessuna tenerezza, nessuna dolcezza, solo il selvatico bisogno di incatenare le loro anime una volta ancora.

 

 

Il suono dei loro ansimi riempì il loft in pochi secondi. I loro gemiti si confusero col rumore sordo del traffico sottostante. L'aria fresca della sera che arrivava dal balcone li fece rabbrividire quando toccò le loro pelli calde.

 

 

“Non... Non farlo mai più” disse Alec, ansimando, senza lasciare le labbra di Magnus. “Non escludermi dalla tua vita” aggiunse, più fermamente, interrompendo il bacio per guardarlo negli occhi.

 

 

Magnus stava ansimando, il suo cuore stava martellando contro la gabbia toracica ed i suoi polmoni bruciavano cercando di prendere aria. Le sue labbra erano gonfie, umide e le mani volevano toccarlo di più. Molto di più. “Non lo farò” promise guardandolo. “Mai più”.

 

 

“Ti amo. Ti amo così tanto” la voce di Alec era quasi un lamento, sentiva le lacrime sul punto di uscire. “Ho così tanto bisogno di te” sussurrò raggiungendo le sue labbra per un bacio e un altro ed un altro ancora.

 

 

Magnus ricambiò i suoi baci ogni volta sporgendosi per incontrare le sue labbra.

 

 

“Sono qui. Sarò sempre qui” cercò di rassicurarlo mentre le loro mani corsero alla maglia di Alec per sfilarla. L'abito fu lanciato via, raggiunto ben presto da quello di Magnus.

 

 

I due si guardarono negli occhi in silenzio ed in qualche modo seppero che in quel momento si stavano scambiando una promessa. Una silenziosa, autentica, fondamentale promessa.

 

 

Niente più bugie.

 

Niente più fughe.

 

Niente più segreti.

 

Niente più separazioni.

 

Mai più.

 

 

Rimasero fermi immobili per pochi secondi, osservandosi fino a quando Alec non allungò la sua mano per sfiorare lo zigomo sinistro di Magnus.

 

 

“Mostrameli. Mostrami i tuoi occhi” disse lo Shadowhunters guardandolo.

 

 

Magnus schiuse le labbra. Sapeva cosa l'altro voleva dire, qualcosa al quale non era ancora abituato. Qualcosa d'importante che significava il mondo per lui. Un segno del suo amore, della sua onestà: Alec lo aveva accettato per la persona che era nella sua interezza, parti demoniache comprese.

 

 

Le sue iridi cambiarono. La sfumatura marrone improvvisamente svanì lasciando il posto ad un colore totalmente differente: gocce dorate con alcune ombre verdastre tutt'attorno, una sottile pupilla verticale simile a quella di un gatto.

 

 

Alec sorrise e tutta la tensione sentita fino a quel momento scivolò via.

 

 

Si avvicinò alle sue labbra ancora una volta, ma questa volta non c'era fretta né urgenza. C'era dolcezza e gentilezza e la tenerezza di un amante premuroso. Lo baciò morbidamente, teneramente, assaporando lentamente le sue labbra, carezzando le sue guance con le proprie dita: voleva ricordare quel momento per sempre.

 

 

Magnus seppe, in quel momento, che tutto andava bene.

 

 

I frammenti del suo cuore tornarono improvvisamente a posto, la sua vita era nuovamente completa.

 

 

Alec gli aveva dato nuova aria, gli aveva permesso di respirare ancora.

 

 

E da quel momento in poi, loro seppero, nessuna minaccia, nessun pericolo, nessuno sarebbe più stato capace di separarli.

 

 

Erano tornati definitivamente.

 

 

Erano tornati per rimanere.

 

 

Erano tornati per essere di nuovo una cosa sola.

   
 
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